La signora Tiziana

di
genere
etero

In quella settimana con zia Franca e Clara mi svuotai le palle diverse volte ma un giorno: Andai in scooter in edicola, e l'edicolante che mi conosceva da anni perchè passavo sempre lì l'estate con la famiglia, mi disse "sai dove abito", "più o meno" risposi "perchè?",
"ho dimenticato nella mia auto le chiavi dell'auto di mia moglie, mi ha telefonato poco fà, ma io ho problemi
a muovermi adesso, non posso mica chiudere l'edicola", mi spiegò bene dove abitava, e poi mi disse "mi faresti
una grossa cortesia se potessi portargliele tù", "va bene" dissi, presi le chiavi e con lo scooter mi avviai. Arrivai alla casa e suonai, erano anni che non vedevo la signora Tiziana, la ricordavo una bella donna
e feci fatica a riconoscerla, era ingrassata molto ingrassata ma non brutta, mi aprì il cancelletto che dava sul giardino all'ingresso, e mi aspettò sull'uscio, "vieni" disse "che ti offro qualcosa di fresco", accettai volentieri, mi fece accomodare su una poltrona "ti va bene una Coca-cola fresca o preferisci qualcos'altro?", "va bene la Coca" risposi, tempo qualche attimo con un vassoietto due bicchieri ed una maxi bottiglia di coca, ssshhpssss aprì la bottiglia e versò, mi porse un bicchiere lei prese l'altro, e si sedette sul divano davanti a me, le grasse cosce non le permettevano di chiudere le gambe, potevo vedere quasi per intero le bianchissime cosce, ero ipnotizzato da quella pelle bianchissima, devo ammetterlo quelle cosce mi piacevano da impazzire, guardavo anche quelle tette enormi ma ben rapportate in quel corpo pieno, le vedevo bellissime. "Mi fai la radiografia?", mi chiese, "lei è bellissima signora Tiziana" le dissi "sarebbe bello se...", "se cosa?" mi chiese "no no niente mi scusi", "ma dai finisci ciò che stavi dicendo" insistè, "va bene, deve solo promettermi di non offendersi", "eeh, valà cosa mai sarà cosi grave, dimmi", decisi di passare all'attacco
"mi piacerebbe palparle i seni" detto questo, prima che fiatasse mi fiondai sul divano al suo fianco e la mia mano destra era già su quelle meraviglie della natura, mi resi conto che presa alla sprovvista era come paralizzata non sapeva che pesci pigliare, io continuavo ad approfittarne vergognosamente ormai i due seni erano alla mia mercè, accarezzavo, baciavo, leccavo, succhiavo quei seni, i capezzoli grandi come nocciole erano rigidissimi, l'eccitazione che pian piano si insinuava in lei era palpabile, con la mano passai alle cosce, la vidi chiudere gli occhi la sua testa si abbandonò sulla spalliera del divano, la mia mano arrivò alle mutandine, lei allargò oscenamente le gambe' percepivo attraverso le mutandine le voluminose labbra della figa, in pochi secondi la spogliai era enorme, enorme ma non brutta, ero nudo anch'io, mi ritrovai con le mani tra le sue cosce, con le dita le allargavo la figa, era quasi glabra, la pelle bianca e vellutata all'esterno, umida, vermiglia, bollente e con un gradevole odore acre all'interno, sotto le carezze delle dita il clitoride divenne enorme rigidissimo, quasi un piccolo cazzo, appoggiai le labbra ed iniziai a succhiare mentre con un dito sditalinavo, bello, subblime, ero rapito da quella figa voluminosa e intensa, dopo qualche minuto percepii i movimenti sussultori di quel corpo, sembrava attraversato da un terremoto, l'orgasmo dilagò la figa si riempì di caldissimi umori vaginali, per un'attimo mi fermai a guardarla, poi le mani come se fossero munite di volontà propria, ricominciarono l'esplorazione corporale, tette, chiappe, cosce, figa,
culo, non riconoscevo più le mie mani, il cazzo ormai in tiro da troppo tempo rivendicava un pò di attenzione, mi misi col pube all'altezza del suo e cominciai la penetrazione, il cazzo affondava in quella caldissima, tenerissima, enorme accogliente cavità, anche il cazzo sembrava posseduto da volontà propria, sembrava volersi staccare dal resto del corpo pur di non abbandonare il divino anfratto, il corpo era inerme davanti a quel cazzo che lo trascinava sù e giù, e dopo non so più quanti minuti che avrei voluto eterni, iniziai ad andare velocemente col corpo, per degli attimi diventai cieco, sordo, potentemente impotente di reagire agli stimoli, lascio riempire la figa da fiotti di sburro mista ai suoi umori. Mi feci indicare il bagno, andai a lavarmi, mi rivestii, mi riavvicinai a lei le diedi un bacio sulle labbra "ciao" le dissi, "ciao torna quando vuoi se vuoi". Tornerò uuhh se tornerò.
di
scritto il
2010-12-30
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