Il registratore - la sistematina

di
genere
incesti

L'indomani in ufficio mi diedi da fare per portare a termine tutte le pratiche, o perlomeno le più urgenti, avvisai che al pomeriggio non avrei fatto rientro, e mi avviai verso casa preparavo il pranzo e nel mentre cominciai ad apparecchiare per quattro, io, Franca, Lisa e Giada, dopo un pò arrivò Franca e continuammo assieme le facende, all'ora stabilita rientrò Lisa, sola, "Giada?" chiesi, "lo zio aveva dimenticato di fare delle compere, e siccome ha finito tardi ha deciso che sarebbero partiti dopo pranzo portando Giada con loro, ha detto di raggiungerli quando vuoi" mi disse, poi in un momento che Franca era distante aggiunse "mi sembri contrariato", in effetti ero un pò contrariato ma allo stesso tempo mi sentivo sollevato. Pranzammo poi mi ritirai a leggere il giornale per rilassarmi, sarei partito dopo che Franca si fosse recata al lavoro dandomi così modo di piazzare ricevente ed un registratore che si inseriva automaticamente in presenza di voci. Franca stava uscendo ci salutammo con un bacio io andai a piazzare le apprecchiature in un cassetto del quale solo io datenevo le chiavi, preparai un borsone con un pò di cambio di vestiario, e mi avviai alla porta "Lisa io vado" dissi, "aspetta babbo non mi dai un bacio?" e mi stampò in bocca un bacio libidinoso, mi afferra una mano e se la porta al seno,poi si stacca "ciao babbo" mi urla mentre corre via. Salgo in auto e mi dirigo verso casa di mio fratello al mare, arrivo saluto chiedendo dove posso appoggiare il borsone "vieni" mi dice mia cognata facendomi strada verso la 'mia' cameretta, "mi metto addosso qualche indumento da lavoro e vi raggiungo" dissi mentre poggiavo il borsone, poi mi cambio e raggiungo mio fratello "dimmi cosa c'è da fare?" gli chiesi, "ah, vieni c'è un pò di raccorderia da cambiare, ho già comprato i ricambi, poi diamo una controllata, ma il resto mi pare sia tutto a posto" mi disse, lui intanto avrebbe dato una rinfrescata a cancelli e portelloni, andiamo a vedere i due bagni poi mi fà vedere la reccorderia da cambiare, mi sdaio per terra dopo aver chiesto un pezzo grande di cartone da mettermi sotto per evitare di sporcare gli indumenti più del dovuto, dopo aver naturalmente chiuso l'acqua, dopo un pò sento dei passi, è mia cognata che si piazza con i piedi vicino alla mia testa e mi dice "se hai bisogno di qualcosa chiama, io sono nella stanza qui a fianco", io mi giro per risponderle e praticamente vedo da sotto l'interezza delle sue meravigliose gambe, complettando la visione bellissimo paio di mutande bianche semi trasparenti, nel quale si intravedeva il pelo e la parte superiore della figa, "ok" riuscii a dirle con un nodo alla gola si allontanò ed io continuai col lavoro intrapreso, ma non riuscivo a togliermi dalla testa quell'immagine celestiale. Finito la sostituzione di una parte della raccorderia, decisi di sgranchirmi un pochino le gambe dopo essere stato in una posizione non abituale, passai nel corridoio e feci un paio di passi, poi notai che Luciana era impegnata nello spolvero e nella pulizia del cassonetto della finestra, "hai finito" mi chiese, "ne ho finito una parte, mi sgranchisco le gambe qualche minuto" risposi, e mi piazzai in modo da vedere anche almeno in parte quel che avevo visto poco prima, ed anche per vedere le sue eventuali reazioni, continuò il compito senza mostrare nessuna visibile reazione, quando mi guardava le facevo notare che il mio sguardo si orientava su quelle cosce favolose, lei restava normale senza dare segni di disagio o di pudore. I miei occhi che fino a quel momento l'avevano vista come una brava, bella e simpatica cognata fino a quel momento, cominciavano a guardarla come un gran pezzo di figa, conturbante, arrapante da chiavare a tutti i costi. Scese dalla scala perchè doveva cambiare con acqua pulita quella contenuta nel secchio, nello scendere ebbi modo di vedere più da vicino quelle cosce da favola, quando fu giù dalla scala, mi disse "se ti avanza un pochino di tempo, riusciresti a fissare il pomello di questa cassettiera?", mi avvicinai, praticamente mi incollai al suo fianco sinistro, poi con la mano sinistra toccai il pomello la destra nello sporgermi in avanti finì 'casualmente' sul suo culo, lei non disse nulla nello staccarmi diedi una strizzatina, sorrise, torno nel bagno dopo aver cercato uno sgabellino perchè ho bisogno di stare seduto per proseguire il lavoro, entrò anche lei che come ho già detto doveva cambiare l'acqua, le dico di aspettare un attimo, che avrei rippristinato l'afflusso, prima di cambiare l'acqua si guardò allo specchio, si vide impolverata "guarda come faccio schifo tutta zozza ed impolverata" disse imbronciata, "zozza non credo proprio, un pò impolverata si anche qui sulla vastaglia" nel dire questo diedi un paio di pacchette col dorso della mano a mò di spolvero, poi diedi una piccola strizzatina prima ad un seno poi all'altro, sembrò gradire sorridendo. Arrivò l'ora di cena e tutto procedette senza altri eventi, doccia, cena poi a nanna fino all'indomeni per un sonno ristoratore. Il giorno successivo mi dedicai al bagno del pian terreno, verso le 9,30 sento mio fratello invieire praticamente con se stesso per aver dimenticato di comprare del materiale, prese la decisione di andare al più vicino ferramenta che distava 30 km, Luciana ne approfittò e disse a Giada "mi sa che vai con tuo padre, ti faccio un piccolo elenco di alimenteri da comprare, e così gli tieni anche compagnia". Quando si furono allontanati mi allontanai dal bagno e raggiunsi mia cognata, era sulla scala "forse è meglio che io resti qui vicino magari hai bisogno di aiuto", era sulla scala e vidi che stava cucendo un piccolo lembo di tenda che si era scucito "ma scusa per cucire non staresti più comoda giù?" le dissi "forse hai ragione" rispose, cominciò a scendere di qualche piolo, si fermò tenendo i due piedi in due diversi pioli, facendo si che una delle gambe era piegata e facendo si che la vestaglietta lasciasse bene in mostra le cosce e le mutandine, che adesso avevo giusto all'altezza dei miei occhi, ogni tanto distoglievo lo sguardo ad quella meraviglia, cercavo di capire guardandola nel viso cosa le frullasse per la testa, ma niente, capivo che mi provocava e decisi di rompere il ghiaccio 'ora o mai più' pensai, "sai che hai due gambe favolose?" sparai, e lei senza guardarmi "dici?" allungai la mano sul ginocchio della gamba piegata, percepii che un leggero framito la pervase, la mia mano cominciò a scorrere lentamente su quella coscia, smise di cucire per mantenersi alla scala, poi la mia mano raggiunse le mutandine si impadronì del suo sesso attraverso le mutande, con un dito percorrevo lo spacco, notai che le sue gambe divantavano molli, l'auitai a scendere dalla scala e la guidai verso la 'mia' cameretta, non diceva nulla non aveva più forze, la baciai le nostre lingue si incrociarono duellando, le mie mani si impossessarono dei seni, poi un bottone dietro l'altro aprirono la vestaglietta che finì sul pavimento, il reggiseno finì sulla vestaglietta subito dopo, l'aiutai a sdraiarsi sul letto, la baciai, baciai i seni, leccai e succhiai i capezzoli, la mia lingua pian piano scese sul ventre, una mano si rimpossesso della figa attraverso le mutandine, poi forzando l'elastico la mano raggiunse il tempio del godimento, Luciana era tutta un fremito, raggiunse l'orgasmo, si schernì quasi se ne vergognò, le tolsi le mutandine e piano i miei occhi si bearono di quella visione, continuai ancora un pò con i preliminari, ma con la mano destra cominciai a liberarmi dei pantaloni, con la bocca leccavo, con la sinistra accarezzavo, arrivò il momento che dovetti alzarmi per liberarmi del tutto di pantaloni e boxer, quando vide l'asta sgranò gli occhi, aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne usc' parola, continuando a limonare cominciai a posizionarmi tra le cosce, il glande cominciò ad insinuarsi fra le grandi labbra, "piano ti prego piano" sussurrò con un filo di voce, mentre percepivo la sua fronte imperlarsi di sudore, era stretta e calda ma era ben lubbrificata l'asta scivolava dentro lentamente, ancora, ancora, ancora, cominciai un lento su e giù, lei mugolava, ansimava e si mordeva le labbra, lentamente ma inesorabilmente cominciai ad accellerare il ritmo dell'amplesso, la sentii fremere nel suo secondo orgasmo, ecco ora il cazzo scivolava meglio in quella figa non abituata a quel calibro, cominciai a sentire l'avanzata della sburrata, gli affondi erano più veloci il cazzo ingigantiva, Luciana tremò come attraversata da una scossa elettrica, stava venendo per la terza volta mentre io le scaricavo dentro miliardi di spermatozoi che le mie palle avevano preparato apposta per lei. Dopo un pò senza dire nulla, come se niente fosse ci siamo dati una ripulita ci siamo rivestiti e siamo tornati ai nostri impegni, cercai di portare celermente avanti il lavoro del bagno, lei fece altrettanto col suo lavoro, per non dare a vedere che ci eravamo fermati, quando rientrarono Stefano e Giada, lavorammo ancora un pochino poi dopo una ripulita pranzammo, dopo pranzo visto che il lavoro procedava più spedito del previsto decidemmo di rilassarci leggendo i giornali acqustati da Stefano. Con Luciana continuammo a comportarci come se nulla fosse successo. Continua.
di
scritto il
2012-08-20
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