Un ricordo bellissimo
di
Berkanan
genere
gay
Emanuele è da sempre stato il mio più grande amico. Ci conoscemmo in classe, ai tempi delle superiori, ed eravamo entrambi tra i migliori, i cosiddetti ‘élite’ a detta dei nostri professori. La nostra amicizia iniziò un po’ per gioco: ci incontrammo per studiare assieme e da quel momento, visti i nostri infiniti punti in comune, decidemmo di instaurare un’amicizia bellissima e strettissima, che sarebbe durata per sempre.
Ero davvero felice quando mi trovavo con lui; mi trattava sempre così bene e nonostante fosse l’unico che sapesse della mia omosessualità, sembrava non importarsene, anzi mi trattava ancora con più affetto, semplicemente perché vedeva in me valori che gli altri non avevano. Purtroppo però, devo ammettere che ebbi un duro colpo al cuore quando venni a sapere del suo fidanzamento; mi vidi crollare il mondo addosso.
Emanuele era da sempre stato per me una fonte di ispirazione, una persona bellissima sia fuori che dentro, che riusciva a tirarmi su il morale anche nei periodi più orrendi della mia vita, e scoprire che si era fidanzato con una ragazza – oggi la sua attuale moglie, Erika – mi stese definitivamente.
Da quel momento Emanuele lo vidi sempre meno spesso, dacché era occupato con lei … erano così felici insieme, e lo vedevo anche dalle continue foto che postava sui social network. Ero davvero con il morale sottosopra e ogni altro ragazzo che incontravo era come l’emblema della bruttezza per me, nessuno poteva raggiungere anche la metà della bellezza e dell’intelligenza di Emanuele, nessuno poteva soltanto immaginare di essere come lui. Il ragazzo che credevo fosse tutto per me, era in verità una realtà illusoria, qualcuno che mi apparteneva solo come ‘amico’ e niente più. Ma comunque come ho scritto prima, iniziammo a lasciarci, per così dire: i nostri rapporti si fecero più sporadici e quelle uscite bellissime che facevamo il sabato, con la mente spensierata, si fecero sempre di meno, fino a diventare nulle.
Passarono alcuni anni, due per l’esattezza. Era una calda notte di agosto, e il telefonino squillò. Non potetti credere a quanto vidi: era Emanuele che mi stava chiamando dopo due anni di silenzio!
“Cosa potrà mai volere da me?” ricordo che pensai con il cuore a mille.
Dopo aver aspettato alcuni secondi, decisi però di rispondere.
“Ciao Dario, come va? È da parecchio che non ci si sente! Che mi racconti?”
“C-c-ciao Emanuele… beh, la vita va avanti, non c’è che dire. Tu invece? Come mai mi hai chiamato?”
“Beh, ho saputo che sei in vacanza in Calabria e guarda caso anche io sono qui. Sono con Erika.”
“Ah, Erika… Mi fa piacere, vi state godendo l’estate?” Dissi con voce calma.
“Sì, grazie. Comunque volevo dirti che noi siamo a – mi diede il suo indirizzo – se vuoi raggiungerci puoi farlo, così almeno possiamo vederci dopo tantissimo tempo! Allora, cosa ne dici?”
“Beh, per me potrebbe anche andare bene ma…”
“Andiamo Dario! Vieni di cosa hai paura?” Disse ridendo. Il suo spirito non era cambiato minimamente in quei due anni, era sempre così allegro e pronto a convincere tutto e tutti delle sue idee.
“E va bene, Manu… verrò”
“Benissimo! Allora a dopo.”
Dopo un’oretta arrivai a casa sua e con mia sorpresa era da solo. Erika non c’era, era andata a trovare un suo parente calabrese. Emanuele era più bello che mai invece, indossava una camicia estiva a mezze maniche, con una bermuda rossa. La pelle era leggermente abbronzata e i capelli ben curati, gli occhi azzurri invece spiccavano ancora di più!
“Come ti sei fatto grande!” Disse Emanuele scherzosamente, mentre mi fece accomodare in casa.
“Grazie; anche tu hai fatto lo sviluppo vedo!” Risposi io altrettanto scherzosamente.
Dopo alcune risate e riprese di ricordi vari, Emanuele si sedette accanto a me, mi fisso negli occhi e mi disse:
“Credo sia arrivato il momento di dirti perché ti ho fatto venire qui, Dà. Da come hai visto Erika non c’è, e ti assicuro che non tornerà prima di domattina, sicuramente si fermerà a dormire dal suo parente, la conosco bene. Ti ho fatto venire per questo… perché siamo da soli e nessuno può disturbarci mentre devo dirti una cosa importante. Dà, io ho sempre saputo che io per te sono una grande persona, forse la migliore della tua vita, e io ti ringrazio dal più profondo del cuore per ciò che tu hai fatto per me. Ti assicuro che il tuo affetto è pienamente ricambiato, ma io amo Erika e…”
“E?” Dissi io con stupore.
“E l’anno prossimo ci sposeremo. Andremo via dall’Italia, ci trasferiremo in Inghilterra, abbiamo già avviato l’acquisto di una casa lì. Probabilmente tra qualche mese partiremo e ci sposeremo direttamente sul posto.”
Ovviamente credo sia inutile dire come mi sentii in quel momento; la sconfitta interiore subita quando seppi del suo fidanzamento con Erika non fu neppure paragonabile a quanto dovetti sopportare in quel momento. Le lacrime iniziarono a uscire da sole, e quasi come d’istinto mi scaraventai su di lui e lo abbracciai con tutte le sue forze.
Lui ricambiò l’abbraccio, ma dopo alcuni secondi mi afferrò per le spalle e mi baciò.
Non riuscivo a credere a quanto stessi vedendo: Emanuele che con gli occhi chiusi mi baciava sulla bocca!!
“Emanuele cosa fai?” Dissi io distaccandomi da lui;
“Quello che hai sempre voluto che facessi” Replicò lui prontamente.
“Vedi Dario, io ti ho sempre ammirato come persona, un po’ come tu hai sempre fatto con me; anche tu sei stato un grande simbolo per me, il migliore amico che io abbia mai avuto. E nonostante io ti conosca da tantissimi anni, non sono mai riuscito a ripagarti appieno di tutto l’affetto e le attenzioni che tu mi hai donato in tutto questo tempo. Ed è questa la sera in cui ci riuscirò, perché io so che quando partirò le possibilità di incontrarci nuovamente saranno pari a zero, anche perché la vita da capofamiglia non è semplice, e ho paura che se mi lasciassi sfuggire l’occasione di questa sera non riuscirò più a ripagarti.
Voglio darti tutto me stesso questa sera, anche se io non sono, per così dire, attratto dagli uomini; voglio renderti felice con il mio corpo, cosa che hai sempre desiderato. Ora, in questo istante, prendimi, come mio ultimo regalo.”
“Emanuele… io, io non sono sicuro che questo sia ciò che davvero voglio in questo istante.”
“So che tu mi hai sempre amato, sia come amico che come… persona”
Discutemmo per almeno un quarto d’ora; il mio cuore batteva fortissimo. Dopo un po’ però mi decisi a dire:
“Va bene Manu. Ti ringrazio…”
Iniziai a piangere dall’emozione e dall’affetto che nutrivo – e che tutt’oggi nutro- per lui; lui però prese un fazzoletto di carta e mi asciugò le lacrime.
“Andiamo non piangere. Piuttosto godi di questa splendida notte assieme…”
Ci spogliammo e ci stendemmo sul divano a baciarci. La sua lingua entrava nella mia bocca a esplorarne l’interno; le sue mani invece, come ventose, si attaccavano ai miei fianchi, fino a scendere sul pacco.
Dopo un po’ iniziò a succhiarmi l’uccello e a leccarmi le palle. Iniziai a gemere dal piacere, fino a urlare il suo nome a squarciagola.
“EMANUELE TU SEI MIO STANOTTE!”
“Sì, SONO TUO. MI STO DONANDO A TE, DARIO…” urlava lui in preda alla foga mentre discostava la testa dal mio cazzo. Dopo un po’ fece come per sedersi sul mio petto, ma senza farmi male, e appoggiò il suo enorme pene sulla mia faccia. Era come me l’ero sempre immaginato, grande, doppio e lungo… una bestia. Iniziai a succhiare come un forsennato, e mentre lo facevo pensavo che dovevo fare di tutto per farlo eccitare, quella era l’unica volta che avrei potuto farlo. Il suo pene mi entrava nella bocca fino a raggiungere la gola, e come se non bastasse appoggiò sul mio viso anche le sue enormi palle, che iniziai a leccare con voga.
Dopo i preliminari orali, prese poi una bottiglia di lubrificante e iniziò a cospargere il mio ano con quella cremina fresca e profumata. Le sue dita unte iniziavano a bagnare il mio culo, pian piano le penetrava dentro di me, una dopo l’altra. Dapprima inseriva dentro di me un solo dito, poi due e ancora tre. Mi stava rendendo suo così come lui si stava rendendo mio, eravamo reciprocamente collegati. Arrivò poi il momento della penetrazione vera e propria; ricordo che appoggiò il suo glande sul mio ano, e pian piano iniziò a fare un po’ di pressione, ma senza penetrare.
“Sei pronto Dà? Sei pronto a diventare per sempre parte di me?”
“Sì… ti prego, voglio che tu mi scopi qui… su questo divano, ora!”
Iniziò a penetrarmi. Il suo enorme cazzo andava sempre più in fondo, poi riusciva e ancora una volta rientrava. Era così grande che lo sentivo arrivare fin nel mio stomaco. Le palle di Emanuele intanto sbattevano contro la parte inferiore del mio culo, producendo un rumore eccitantissimo. Mi stava scopando violentemente, sempre più forte. Continuammo così per diverso tempo.
“Dà, sto per venirti nel culo. Questo sarà il regalo finale: il mio seme nel tuo corpo, la mia essenza nella tua essenza, Emanuele dentro Dario…”
“Sì, ti prego vienimi dentro!” Dissi io implorandolo.
Mi venne dentro subito dopo e lo capii da una sensazione calda che avvertii nel di dietro.
Non potevo pensarci: Lui, Emanuele, il mio più grande amico e amore della mia vita che in quel momento mi stava donando se stesso per il mio bene, per non farmi stare male… Quel momento fu per me bellissimo e ancor’oggi è per me indimenticabile.
Dopo aver scopato, ci facemmo entrambi una doccia. Verso le cinque del mattino me ne ritornai alla mia casa calabrese.
Emanuele poi, come mi disse quella sera, si trasferì sul serio e una volta in Inghilterra mise su famiglia e si sposò. Quella fu la notte della nostra prima e ultima scopata e allo stesso tempo del nostro ultimo incontro.
Sono passati quasi sette anni da allora, e oggi lo penso ancora… il mio Emanuele. Anche se non lo posso vedere più a causa della lontananza, ammetto di seguire ogni suo passo sui social network per vedere come procede la sua vita, perché non voglio che soffra, io desidero solo il meglio che la vita possa offrire per lui.
E anche se oggi non lo contatto più e mi limito a seguirlo passivamente sui social, per me lui rimarrà per sempre il miglior amico che abbia mai avuto, ma non solo, anche il miglior amante del mondo; l’unica persona che nonostante tutto, ha deciso di donarsi a me, per farmi stare in pace con me stesso e per non farmi rattristare della sua assenza.
Grazie Emanuele per quanto hai fatto per me, spero soltanto che Erika possa essere la migliore delle mogli e che possa renderti felice ogni giorno e assieme a lei anche tutta la tua famiglia, che costantemente ti rinnova il sorriso.
Ancora una volta, grazie, dal profondo del mio cuore.
Un abbraccio,
Dario.
Ero davvero felice quando mi trovavo con lui; mi trattava sempre così bene e nonostante fosse l’unico che sapesse della mia omosessualità, sembrava non importarsene, anzi mi trattava ancora con più affetto, semplicemente perché vedeva in me valori che gli altri non avevano. Purtroppo però, devo ammettere che ebbi un duro colpo al cuore quando venni a sapere del suo fidanzamento; mi vidi crollare il mondo addosso.
Emanuele era da sempre stato per me una fonte di ispirazione, una persona bellissima sia fuori che dentro, che riusciva a tirarmi su il morale anche nei periodi più orrendi della mia vita, e scoprire che si era fidanzato con una ragazza – oggi la sua attuale moglie, Erika – mi stese definitivamente.
Da quel momento Emanuele lo vidi sempre meno spesso, dacché era occupato con lei … erano così felici insieme, e lo vedevo anche dalle continue foto che postava sui social network. Ero davvero con il morale sottosopra e ogni altro ragazzo che incontravo era come l’emblema della bruttezza per me, nessuno poteva raggiungere anche la metà della bellezza e dell’intelligenza di Emanuele, nessuno poteva soltanto immaginare di essere come lui. Il ragazzo che credevo fosse tutto per me, era in verità una realtà illusoria, qualcuno che mi apparteneva solo come ‘amico’ e niente più. Ma comunque come ho scritto prima, iniziammo a lasciarci, per così dire: i nostri rapporti si fecero più sporadici e quelle uscite bellissime che facevamo il sabato, con la mente spensierata, si fecero sempre di meno, fino a diventare nulle.
Passarono alcuni anni, due per l’esattezza. Era una calda notte di agosto, e il telefonino squillò. Non potetti credere a quanto vidi: era Emanuele che mi stava chiamando dopo due anni di silenzio!
“Cosa potrà mai volere da me?” ricordo che pensai con il cuore a mille.
Dopo aver aspettato alcuni secondi, decisi però di rispondere.
“Ciao Dario, come va? È da parecchio che non ci si sente! Che mi racconti?”
“C-c-ciao Emanuele… beh, la vita va avanti, non c’è che dire. Tu invece? Come mai mi hai chiamato?”
“Beh, ho saputo che sei in vacanza in Calabria e guarda caso anche io sono qui. Sono con Erika.”
“Ah, Erika… Mi fa piacere, vi state godendo l’estate?” Dissi con voce calma.
“Sì, grazie. Comunque volevo dirti che noi siamo a – mi diede il suo indirizzo – se vuoi raggiungerci puoi farlo, così almeno possiamo vederci dopo tantissimo tempo! Allora, cosa ne dici?”
“Beh, per me potrebbe anche andare bene ma…”
“Andiamo Dario! Vieni di cosa hai paura?” Disse ridendo. Il suo spirito non era cambiato minimamente in quei due anni, era sempre così allegro e pronto a convincere tutto e tutti delle sue idee.
“E va bene, Manu… verrò”
“Benissimo! Allora a dopo.”
Dopo un’oretta arrivai a casa sua e con mia sorpresa era da solo. Erika non c’era, era andata a trovare un suo parente calabrese. Emanuele era più bello che mai invece, indossava una camicia estiva a mezze maniche, con una bermuda rossa. La pelle era leggermente abbronzata e i capelli ben curati, gli occhi azzurri invece spiccavano ancora di più!
“Come ti sei fatto grande!” Disse Emanuele scherzosamente, mentre mi fece accomodare in casa.
“Grazie; anche tu hai fatto lo sviluppo vedo!” Risposi io altrettanto scherzosamente.
Dopo alcune risate e riprese di ricordi vari, Emanuele si sedette accanto a me, mi fisso negli occhi e mi disse:
“Credo sia arrivato il momento di dirti perché ti ho fatto venire qui, Dà. Da come hai visto Erika non c’è, e ti assicuro che non tornerà prima di domattina, sicuramente si fermerà a dormire dal suo parente, la conosco bene. Ti ho fatto venire per questo… perché siamo da soli e nessuno può disturbarci mentre devo dirti una cosa importante. Dà, io ho sempre saputo che io per te sono una grande persona, forse la migliore della tua vita, e io ti ringrazio dal più profondo del cuore per ciò che tu hai fatto per me. Ti assicuro che il tuo affetto è pienamente ricambiato, ma io amo Erika e…”
“E?” Dissi io con stupore.
“E l’anno prossimo ci sposeremo. Andremo via dall’Italia, ci trasferiremo in Inghilterra, abbiamo già avviato l’acquisto di una casa lì. Probabilmente tra qualche mese partiremo e ci sposeremo direttamente sul posto.”
Ovviamente credo sia inutile dire come mi sentii in quel momento; la sconfitta interiore subita quando seppi del suo fidanzamento con Erika non fu neppure paragonabile a quanto dovetti sopportare in quel momento. Le lacrime iniziarono a uscire da sole, e quasi come d’istinto mi scaraventai su di lui e lo abbracciai con tutte le sue forze.
Lui ricambiò l’abbraccio, ma dopo alcuni secondi mi afferrò per le spalle e mi baciò.
Non riuscivo a credere a quanto stessi vedendo: Emanuele che con gli occhi chiusi mi baciava sulla bocca!!
“Emanuele cosa fai?” Dissi io distaccandomi da lui;
“Quello che hai sempre voluto che facessi” Replicò lui prontamente.
“Vedi Dario, io ti ho sempre ammirato come persona, un po’ come tu hai sempre fatto con me; anche tu sei stato un grande simbolo per me, il migliore amico che io abbia mai avuto. E nonostante io ti conosca da tantissimi anni, non sono mai riuscito a ripagarti appieno di tutto l’affetto e le attenzioni che tu mi hai donato in tutto questo tempo. Ed è questa la sera in cui ci riuscirò, perché io so che quando partirò le possibilità di incontrarci nuovamente saranno pari a zero, anche perché la vita da capofamiglia non è semplice, e ho paura che se mi lasciassi sfuggire l’occasione di questa sera non riuscirò più a ripagarti.
Voglio darti tutto me stesso questa sera, anche se io non sono, per così dire, attratto dagli uomini; voglio renderti felice con il mio corpo, cosa che hai sempre desiderato. Ora, in questo istante, prendimi, come mio ultimo regalo.”
“Emanuele… io, io non sono sicuro che questo sia ciò che davvero voglio in questo istante.”
“So che tu mi hai sempre amato, sia come amico che come… persona”
Discutemmo per almeno un quarto d’ora; il mio cuore batteva fortissimo. Dopo un po’ però mi decisi a dire:
“Va bene Manu. Ti ringrazio…”
Iniziai a piangere dall’emozione e dall’affetto che nutrivo – e che tutt’oggi nutro- per lui; lui però prese un fazzoletto di carta e mi asciugò le lacrime.
“Andiamo non piangere. Piuttosto godi di questa splendida notte assieme…”
Ci spogliammo e ci stendemmo sul divano a baciarci. La sua lingua entrava nella mia bocca a esplorarne l’interno; le sue mani invece, come ventose, si attaccavano ai miei fianchi, fino a scendere sul pacco.
Dopo un po’ iniziò a succhiarmi l’uccello e a leccarmi le palle. Iniziai a gemere dal piacere, fino a urlare il suo nome a squarciagola.
“EMANUELE TU SEI MIO STANOTTE!”
“Sì, SONO TUO. MI STO DONANDO A TE, DARIO…” urlava lui in preda alla foga mentre discostava la testa dal mio cazzo. Dopo un po’ fece come per sedersi sul mio petto, ma senza farmi male, e appoggiò il suo enorme pene sulla mia faccia. Era come me l’ero sempre immaginato, grande, doppio e lungo… una bestia. Iniziai a succhiare come un forsennato, e mentre lo facevo pensavo che dovevo fare di tutto per farlo eccitare, quella era l’unica volta che avrei potuto farlo. Il suo pene mi entrava nella bocca fino a raggiungere la gola, e come se non bastasse appoggiò sul mio viso anche le sue enormi palle, che iniziai a leccare con voga.
Dopo i preliminari orali, prese poi una bottiglia di lubrificante e iniziò a cospargere il mio ano con quella cremina fresca e profumata. Le sue dita unte iniziavano a bagnare il mio culo, pian piano le penetrava dentro di me, una dopo l’altra. Dapprima inseriva dentro di me un solo dito, poi due e ancora tre. Mi stava rendendo suo così come lui si stava rendendo mio, eravamo reciprocamente collegati. Arrivò poi il momento della penetrazione vera e propria; ricordo che appoggiò il suo glande sul mio ano, e pian piano iniziò a fare un po’ di pressione, ma senza penetrare.
“Sei pronto Dà? Sei pronto a diventare per sempre parte di me?”
“Sì… ti prego, voglio che tu mi scopi qui… su questo divano, ora!”
Iniziò a penetrarmi. Il suo enorme cazzo andava sempre più in fondo, poi riusciva e ancora una volta rientrava. Era così grande che lo sentivo arrivare fin nel mio stomaco. Le palle di Emanuele intanto sbattevano contro la parte inferiore del mio culo, producendo un rumore eccitantissimo. Mi stava scopando violentemente, sempre più forte. Continuammo così per diverso tempo.
“Dà, sto per venirti nel culo. Questo sarà il regalo finale: il mio seme nel tuo corpo, la mia essenza nella tua essenza, Emanuele dentro Dario…”
“Sì, ti prego vienimi dentro!” Dissi io implorandolo.
Mi venne dentro subito dopo e lo capii da una sensazione calda che avvertii nel di dietro.
Non potevo pensarci: Lui, Emanuele, il mio più grande amico e amore della mia vita che in quel momento mi stava donando se stesso per il mio bene, per non farmi stare male… Quel momento fu per me bellissimo e ancor’oggi è per me indimenticabile.
Dopo aver scopato, ci facemmo entrambi una doccia. Verso le cinque del mattino me ne ritornai alla mia casa calabrese.
Emanuele poi, come mi disse quella sera, si trasferì sul serio e una volta in Inghilterra mise su famiglia e si sposò. Quella fu la notte della nostra prima e ultima scopata e allo stesso tempo del nostro ultimo incontro.
Sono passati quasi sette anni da allora, e oggi lo penso ancora… il mio Emanuele. Anche se non lo posso vedere più a causa della lontananza, ammetto di seguire ogni suo passo sui social network per vedere come procede la sua vita, perché non voglio che soffra, io desidero solo il meglio che la vita possa offrire per lui.
E anche se oggi non lo contatto più e mi limito a seguirlo passivamente sui social, per me lui rimarrà per sempre il miglior amico che abbia mai avuto, ma non solo, anche il miglior amante del mondo; l’unica persona che nonostante tutto, ha deciso di donarsi a me, per farmi stare in pace con me stesso e per non farmi rattristare della sua assenza.
Grazie Emanuele per quanto hai fatto per me, spero soltanto che Erika possa essere la migliore delle mogli e che possa renderti felice ogni giorno e assieme a lei anche tutta la tua famiglia, che costantemente ti rinnova il sorriso.
Ancora una volta, grazie, dal profondo del mio cuore.
Un abbraccio,
Dario.
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