Luca e il calciatore capitolo 2
di
Lucalucarossi
genere
gay
Il mattino seguente andai a lezione in università. Durante la pausa mi misi a leggere un po’ di notizie dal telefono. Scoprii che Davide aveva terminato in anticipo l’allenamento per un problema fisico. Rimasi dispiaciuto sperando che la cena della sera prima non avesse influito negativamente sulla sua condizione fisica. Tornai a casa, pranzai e andai in camera a studiare. Decisi di mandare un messaggio a Davide per chiedergli come stesse. Mi rispose poco dopo. “ Nulla di grave Luca, un piccolo stiramento della coscia sinistra”. Ed io: “mi dispiace … devi saltare la prossima partita?”. Lui. “Probabile, per ora devo stare a riposo. Se ti va passa a trovarmi a casa e ci facciamo due chiacchiere”. Gli chiesi allora” ci sei stasera verso le 18.30?” Mi rispose: “si, quando vieni quando vuoi”.
Cercai di studiare, ma non riuscivo a non pensare al fatto che fra qualche ora sarei stato a casa sua. Mi stavo facendo strani pensieri e mi eccitai. Andai nel bagno della mia camera, mi spogliai e indossai la maglia che mi aveva regalato Davide. Iniziai a segarmi pensando a lui. Alle sue belle cosce e ai suoi addominali che avevo visto finora solo in televisione o in lontananza allo stadio alle fine delle partite. Contemporaneamente iniziai a farmi un ditalino con la mano sinistra immaginando che fosse Davide, con il suo cazzo, che a giudicare dal pacco visto più volte non doveva essere niente male, a scoparmi. Dopo qualche minuto venni, mi pulii e risistemai e tornai a studiare fino alle 18 circa. Mi feci una doccia, mi cambiai e dissi a mia madre che sarei uscito per un aperitivo con degli amici di università. Alle 18.30 invece ero sotto al palazzo di Luca, lo chiamai mentre parcheggiai e lui mi aprì il portone e mi disse di salire al quarto piano. Presi l’ascensore, arrivai al quarto piano e suonai all’unico portone. Mi aprì Davide usando il telecomando sistema domotico che aveva in casa. Mi disse di entrare, seguii la sua voce ed arrivai in salotto dove lo vidi disteso sul divano in slip, con le gamba sinistra sollevata appoggiata su una pila di cuscini. Rimasi un po’ colpito ad ammirarlo in questa posizione che mi permetteva di avere in vista tutta la gamba sinistra bella liscia e depilata. Poco dopo mi avvicinai, gli chiesi come stesse e mi raccontò quello che era successo. Poco dopo ricevette una telefonata e capii che stesse parlando con la sua compagna. Gli chiesi con un cenno se mi fossi dovuto allontanare per lasciarlo parlare liberamente,ma lui mi fece di no con la testa. Ascoltando la telefonata capii che c’era qualcosa che non andava nella loro relazione e intuii che forse era questo il motivo del fatto che Davide fosse da solo e che lei fosse tornata dai suoi. Finita la telefonata non mi intromisi nelle loro questioni ma Davide stesso mi spiegò in poche parole la situazione. Poi mi chiese se gli potessi andare a prendere il ghiaccio gel in congelatore per la coscia stirata. Lo presi e glielo sistemai intorno alla coscia . Riuscii ad accarezzare la sua pelle liscia e per un momento ebbi la tentazione di raggiungere con quella mano il pacco in evidenza grazie agli slip bianchi ma mi fermai. Nel frattempo Davide mi chiese se conoscevo qualche rosticceria o ristorante che faceva consegne d’asporto per la cena, dato che non avrebbe avuto modo di uscire o di poter cucinare. “Ma quale ristorante? Te la preparo io la cena. Che hai in frigo?” risposi. Lui ringraziandomi per la proposta mi indicò dove trovare il necessario per preparare qualcosa da mangiare e mi disse“ dai fermati anche tu così mi fai compagnia”. Mentre ero in cucina alle prese con un sugo al basilico per gli spaghetti e con delle verdure miste come contorno alle fettine di vitello sentii che stava parlando al telefono con qualcuno e con la coda dell’occhio vidi che si toccava il pacco frequentemente come se l’argomento lo eccitasse. Mi stavo eccitando anche io immaginando di poterlo toccare e leccare. Finii di cucinare e mangiammo sul tavolino del divano in modo tale che lui si muovesse il meno possibile. Vidi che apprezzava il cibo da me cucinato e mi ringraziò chiedendomi cosa potesse fare per sdebitarsi. A questa domanda gli avrei potuto rispondere in mille modi. Lui propose: “la vuoi la divisa intera da partita? Ne ho una nuova in camera da letto. Prendila e provala per vedere se ti sta bene”. Io lo ringraziai quasi incredulo. Andai a prenderla e grazie alle sue indicazioni la trovai. Era in una busta nell’armadio nella quale trovai anche un sospensorio che mi fece eccitare. Mi chiese di indossarla per vedere se mi andasse bene. Sono un po’ più basso di lui e con spalle più piccole, per cui molto probabilmente la divisa sarebbe risultata un po’ grande. Andai in bagno e la indossai, compreso il sospensorio e i calzettoni. Una volta indossata mi guardai allo specchio e mi aggiustai il pacco per nascondere un po’ di eccitazione. Andai in salotto per farmi vedere da lui. Effettivamente mi stava un po’ grande. Nel frattempo mi chiese di togliergli il ghiaccio e di riporlo in congelatore. Mentre toglievo il ghiaccio riuscii di nuovo a toccare la sua coscia che era ben fredda. Mi eccitai e il mio cazzo si indurì. L’erezione era ben visibile a causa dei pantaloncini della divisa ma cercai di far finta di nulla e andai in cucina a sistemare il ghiaccio e a cercare di nascondere l’erezione. Davide, che aveva notato l’erezione, mi fece sorridendo : “Ei Luca, sei eccitato? Ti eccita indossare la divisa da calcio? eheh … dai vieni qua. Vuoi che ci facciamo una sega insieme?”. Non feci in tempo a rispondere che lo trovai già con il cazzo in mano. Mi avvicinai a lui, rimanendo in piedi e iniziai a segarmi. Preso dal momento molto eccitante in pochi minuti venni e, non riuscendo a trattenere del tutto la sborrata, feci cadere alcune gocce di sperma addosso a Davide che era ancora preso dalla masturbazione. Mi scusai con lui e cercai di pulire. Davide mi disse “Ti va di aiutarmi un po’?”. Così presi in mano il suo bel cazzo, di circa 18cm, e inizia a segarlo guardandolo negli occhi. Per il godimento Davide rimase ad occhi chiusi, presi coraggio e mi fiondai con la bocca sulla sua cappella. Iniziai a fargli un bocchino. Davide mi guardò ma non disse niente. Dopo qualche minuto riprese il cazzo in mano e finendo con alcuni colpi di sega, si sborrò addosso ed emise un gemito di godimento. Preso dall’imbarazzo andai in camera, mi rivestii e lo salutai senza guardarlo negli occhi. Tornai a casa con un sentimento frammisto tra emozione, eccitazione e imbarazzo. Erano le 22.30. Mi feci una doccia, durante la quale mi masturbai ripensando ai fatti di qualche minuto prima. Andai a letto pensieroso.
Continua...
Cercai di studiare, ma non riuscivo a non pensare al fatto che fra qualche ora sarei stato a casa sua. Mi stavo facendo strani pensieri e mi eccitai. Andai nel bagno della mia camera, mi spogliai e indossai la maglia che mi aveva regalato Davide. Iniziai a segarmi pensando a lui. Alle sue belle cosce e ai suoi addominali che avevo visto finora solo in televisione o in lontananza allo stadio alle fine delle partite. Contemporaneamente iniziai a farmi un ditalino con la mano sinistra immaginando che fosse Davide, con il suo cazzo, che a giudicare dal pacco visto più volte non doveva essere niente male, a scoparmi. Dopo qualche minuto venni, mi pulii e risistemai e tornai a studiare fino alle 18 circa. Mi feci una doccia, mi cambiai e dissi a mia madre che sarei uscito per un aperitivo con degli amici di università. Alle 18.30 invece ero sotto al palazzo di Luca, lo chiamai mentre parcheggiai e lui mi aprì il portone e mi disse di salire al quarto piano. Presi l’ascensore, arrivai al quarto piano e suonai all’unico portone. Mi aprì Davide usando il telecomando sistema domotico che aveva in casa. Mi disse di entrare, seguii la sua voce ed arrivai in salotto dove lo vidi disteso sul divano in slip, con le gamba sinistra sollevata appoggiata su una pila di cuscini. Rimasi un po’ colpito ad ammirarlo in questa posizione che mi permetteva di avere in vista tutta la gamba sinistra bella liscia e depilata. Poco dopo mi avvicinai, gli chiesi come stesse e mi raccontò quello che era successo. Poco dopo ricevette una telefonata e capii che stesse parlando con la sua compagna. Gli chiesi con un cenno se mi fossi dovuto allontanare per lasciarlo parlare liberamente,ma lui mi fece di no con la testa. Ascoltando la telefonata capii che c’era qualcosa che non andava nella loro relazione e intuii che forse era questo il motivo del fatto che Davide fosse da solo e che lei fosse tornata dai suoi. Finita la telefonata non mi intromisi nelle loro questioni ma Davide stesso mi spiegò in poche parole la situazione. Poi mi chiese se gli potessi andare a prendere il ghiaccio gel in congelatore per la coscia stirata. Lo presi e glielo sistemai intorno alla coscia . Riuscii ad accarezzare la sua pelle liscia e per un momento ebbi la tentazione di raggiungere con quella mano il pacco in evidenza grazie agli slip bianchi ma mi fermai. Nel frattempo Davide mi chiese se conoscevo qualche rosticceria o ristorante che faceva consegne d’asporto per la cena, dato che non avrebbe avuto modo di uscire o di poter cucinare. “Ma quale ristorante? Te la preparo io la cena. Che hai in frigo?” risposi. Lui ringraziandomi per la proposta mi indicò dove trovare il necessario per preparare qualcosa da mangiare e mi disse“ dai fermati anche tu così mi fai compagnia”. Mentre ero in cucina alle prese con un sugo al basilico per gli spaghetti e con delle verdure miste come contorno alle fettine di vitello sentii che stava parlando al telefono con qualcuno e con la coda dell’occhio vidi che si toccava il pacco frequentemente come se l’argomento lo eccitasse. Mi stavo eccitando anche io immaginando di poterlo toccare e leccare. Finii di cucinare e mangiammo sul tavolino del divano in modo tale che lui si muovesse il meno possibile. Vidi che apprezzava il cibo da me cucinato e mi ringraziò chiedendomi cosa potesse fare per sdebitarsi. A questa domanda gli avrei potuto rispondere in mille modi. Lui propose: “la vuoi la divisa intera da partita? Ne ho una nuova in camera da letto. Prendila e provala per vedere se ti sta bene”. Io lo ringraziai quasi incredulo. Andai a prenderla e grazie alle sue indicazioni la trovai. Era in una busta nell’armadio nella quale trovai anche un sospensorio che mi fece eccitare. Mi chiese di indossarla per vedere se mi andasse bene. Sono un po’ più basso di lui e con spalle più piccole, per cui molto probabilmente la divisa sarebbe risultata un po’ grande. Andai in bagno e la indossai, compreso il sospensorio e i calzettoni. Una volta indossata mi guardai allo specchio e mi aggiustai il pacco per nascondere un po’ di eccitazione. Andai in salotto per farmi vedere da lui. Effettivamente mi stava un po’ grande. Nel frattempo mi chiese di togliergli il ghiaccio e di riporlo in congelatore. Mentre toglievo il ghiaccio riuscii di nuovo a toccare la sua coscia che era ben fredda. Mi eccitai e il mio cazzo si indurì. L’erezione era ben visibile a causa dei pantaloncini della divisa ma cercai di far finta di nulla e andai in cucina a sistemare il ghiaccio e a cercare di nascondere l’erezione. Davide, che aveva notato l’erezione, mi fece sorridendo : “Ei Luca, sei eccitato? Ti eccita indossare la divisa da calcio? eheh … dai vieni qua. Vuoi che ci facciamo una sega insieme?”. Non feci in tempo a rispondere che lo trovai già con il cazzo in mano. Mi avvicinai a lui, rimanendo in piedi e iniziai a segarmi. Preso dal momento molto eccitante in pochi minuti venni e, non riuscendo a trattenere del tutto la sborrata, feci cadere alcune gocce di sperma addosso a Davide che era ancora preso dalla masturbazione. Mi scusai con lui e cercai di pulire. Davide mi disse “Ti va di aiutarmi un po’?”. Così presi in mano il suo bel cazzo, di circa 18cm, e inizia a segarlo guardandolo negli occhi. Per il godimento Davide rimase ad occhi chiusi, presi coraggio e mi fiondai con la bocca sulla sua cappella. Iniziai a fargli un bocchino. Davide mi guardò ma non disse niente. Dopo qualche minuto riprese il cazzo in mano e finendo con alcuni colpi di sega, si sborrò addosso ed emise un gemito di godimento. Preso dall’imbarazzo andai in camera, mi rivestii e lo salutai senza guardarlo negli occhi. Tornai a casa con un sentimento frammisto tra emozione, eccitazione e imbarazzo. Erano le 22.30. Mi feci una doccia, durante la quale mi masturbai ripensando ai fatti di qualche minuto prima. Andai a letto pensieroso.
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