Vita Da Insegnante CAP 1 La Collega

di
genere
etero

Ho sempre avuto un'avversione contro la classe dei professori. Li ho sempre visti negativamente , come i principali responsabili della degenerazione degli studenti, li ho sempre ritenuti fuori posto, non adatti al loro ruolo istituzionale, troppo poco educatori, troppo poco preparati sulla propria materia, mi sono sempre sembrati parassiti che succhiano lo stipendio dalle casse dello stato. Ovviamente, però , non farò mai di tutta l'erba un fascio, so che esistono insegnati che lo fanno per passione, che creano un rapporto con gli alunni che per loro non diventano solo un voto. Di ottimi insegnanti ne esistono a bizzeffe: tipo me.

Ebbene sí! Dopo anni disprezzando i professori sono diventato io stesso un professore. Che vi devo dire ? La storia e la filosofia mi avevano preso troppo. E fui pure molto fortunato , ero entrato subito come supplente nel liceo della mia cittadina. Dai i miei colleghi ero guardato in maniera strana , da alcuni con diffidenza per i miei metodi più moderni , da altri con ammirazione , sempre per gli stessi motivi. In generale c'era curiosità sulla mia figura. Gli alunni andavano in visibilio quando mi vedevano entrare per sostituire uno dei loro pallosi docenti.

Tra i miei colleghi, spiccava una certa Stefania, insegnava italiano e latino, non captava di certo la mia stima: era sempre svogliata ,quando interrogava si aspettava dai ragazzi la semplice erudizione e che ripetessero a pappagallo le parole del libro di testo. Certo conosceva a memoria tutti i versi della letteratura italiana ma non era molto sveglia. Eppure gli alunni adoravano avere in classe anche lei. Il perché ? Semplice: lei era una gran donna. Slanciata, gambe lunghe, culo sodo, terza di seno, lunghi capelli castani e labbra carnose. 42 anni e non sentirli! Nei mesi primaverili veniva a scuola con dei vestitini che arrivavano alle ginocchia , nei mesi invernali con dei jeans attillati.
Simpatica come un dito nel culo era consapevole della sua bellezza , sposata con il sindaco della città che già aveva cornificato diverse volte.
In pratica incarnava tutto ciò che disprezzavo nel corpo di una dea.
Stefania aveva individuato in me, giovane ed interessante collega, il suo prossimo amante. Ed io, avrei dovuto essere talmente forte e tenace da resistere alla tentazione di andare a letto con ciò che odio concettualmente, giusto ? Sbagliato! La carne è più forte della mente e quando l'uomo ha il cazzo duro non riesce proprio a ragionare.
Ed ero già lí, a casa sua, era mezzogiorno e mezzo, dopo una lunga limonata me la trovavo di fronte , seduta sul letto che ogni notte condivide col marito. Pensavo a lui in quel momento mi credete? Non avevo mai fatto da amante e provavo una sincera pena per quell'uomo. In fondo però ... a chi importa ? Non a me. Slacciò velocemente i miei pantaloni liberando il mio uccello già in tiro.
Scoppiò a ridere , mi guardò con sguardo furbetto.
" Che c'è ? " chiesi provocando.
" Niente, volevo sapere... quanto saranno ? 20 cm ? " disse ridendo.
" È un problema ? È troppo per te ?".
Per tutta risposta spalancò la bocca e inglobò interamente il mio pene, fino alla base. Con l'aria creò un risucchio da togliermi il fiato. Altri due affondi, bagnandomi completamente l'asta e si fermò, guardandomi sorridente.
" Allora ? " chiese
" Cazzo " risposi.
Gaudente tornò sulla mia minchia , con la lingua disegnò dei cerchi sulla mia cappella e poi continuò a passarla lungo la direzione dell'asta tre o quattro volte. Con la mano sinistra mi teneva per le palle. Che porca! Mi osservava dal basso con la sfacciataggine negli occhi mentre mi risucchiava l'anima con esperienza. Di nuovo in bocca, di nuovo dentro , il mio pene era ancora una volta accolto dall'umidità della sua cavità orale. Ero in suo potere, ero diventato il suo giocattolo. Così però non poteva continuare , amante sí , toy boy no. Posizionai la mia mano all'altezza della sua cervicale. Afferrai forte , lei capí le mie intenzioni e mi lasciò agire. Scostò le mani e si preparó. Cominciai a spingere con tutta la mia forza , ripetutamente , la mia cappella arrivò più volte a toccarle il retro della gola, le stavo violentemente fottendo la bocca. L'espressione di sfida nei suoi occhi era diventata sottomissione , sentiva che avrei potuto soffocarla con il mio cazzo se solo avessi voluto. Rumori sordi come piccole strozzature provenivano dalla sua bocca seguendo il ritmo delle mie percussioni. Sentivo già il sangue premere , non potevo venirle in bocca ho ancora tanto a cui sottoporla. Estrassi il mio pene dalla sua bocca e con esso anche alcune gocce della sua saliva , ascoltai il suo respiro affannoso , le diedi solo pochi attimi di pausa.
" Vai a pecora " ordinai
" Subito ". La situazione si era ribaltata , adesso comandavo io e questo le procurava un indomito piacere.

Si calò lesta pantaloni e jeans , mi fissò con occhi da porca vogliosa pronta ad accogliere la virulenza con cui la sbatterò. A pecora è ancora più bella , vedo la sua figa pluritimbrata con un leggero strato di peluria a farne corona. Il suo culo a ponte mi ispira , neanche a farlo apposta, il mio pene è stato già ampiamente lubrificato dalla sua bocca. Lo afferrai e lo puntai verso l'ano, bastò un po' di pressione e il glande entrò, lei sospirò, ecco , solo un'altra piccola spinta e per metà ero già dentro.
" Ah ".
Come immaginavo , questo sfintere è stato già collaudato. Uno, due , tre colpi di assestamento e pigliai il ritmo, il tunnel di carne a poco a poco cominciò ad adattarsi alle dimensioni del mio pene. A lei piacque, gode nel prenderlo dietro.
" Ah. Certo che , mmm sì, non pensavo che sarebbe entrato dietro, grande com'è." Mi disse.
" Dici di conoscere i versi delle opere italiane a memoria "
" Si e quindi ? "
" I Sepolcri, Foscolo"
" Stai scherzando ? "
" Veloce ".
Proprio non scherzavo e le avrei reso impossibile terminare la declamazione di quest'opera. Mi aggrappai ai suoi fianchi , era come guidare una moto, colpivo sempre più forte , fosse stato possibile le avrei toccato l'intestino.
" All'omb... All'ombra ahhh ".
Era chiaro che il mio uccello duro nel culo la distraesse.
" All'ombra ,ah ah , dei cipressi e dentro l'urne mmm sí."
" Guarda che stiamo qua fino a quando non finisci."
" Se continui così ti canto tutta la Divina Commedia."
Riempirla e svuotarla mi faceva sentire un re , stavo fottendo quella donna tanto ambita, stavo fottendo la moglie del sindaco e per di più , stavo fottendo un'insegnante, stavo fottendo tutto ciò che più odiavo. Eravamo circa a metà dei 295 versi di Foscolo quando mi fermò. Allungò la mano al cassetto del suo comodino e frugò in esso, io ancora attonito la osservavo. Uscì dal cassetto un vibratore rosa di almeno 15 centimetri. Quella donna era piena di risorse! Se lo mise in figa e cominció a masturbarsi mentre io ero ancora dentro l'altro suo buco.
" Continua." Le ordinai.
Ero ancora in una condizione di superiorità, ero ancora padrone di lei. In quel momento lei cominciò a godere di più ed io cominciai a spingere più forte fino a sentire i miei muscoli bruciare.
" Già il dotto e il ricco e ... e ... e ahhhh "
" Forza su, non posso stare qui mica tutto il giorno" le dissi anch'io con voce ansimante, anch'io stavo cominciando a cedere , ogni colpo mi mandava sempre più in paradiso e sentivo l'orgasmo avvicinarsi.
" Non ci riesco , è troppo bello. "
Lusinghe intervallate dal rumore delle mie palle sulla sua pelle.
" Ove dorme , ah , il furor , oh sì così ti prego."
" Rimani fedele al testo."
Lei continuava a darsi piacere con il sex-toy , io continuavo a darmelo con la pressione delle pareti del suo ano. Stavamo finendo , mancavano solo gli ultimi versi, colpo dopo colpo stavo giungendo al traguardo.
" Mmm, finché il Sole risplenderà ..." la sua mano spingeva e roteava quel vibratore sempre più vorticosamente.
" Sulle sciagure... "
Io battevo sempre più forte sentivo sempre di più il suo ano allargarsi.
" SULLE SCIAGURE..." aveva alzato vistosamente la voce , chiaramente arrivata al culmine dell'amplesso, la sua vagina grondava umori che le precipitavano lungo le cosce sul lenzuolo bianco.
" SULLE SCIAGURE UMANE."
E liberò un ultimo assordante urlo a testimoniare l'orgasmo. Anch'io con un lungo sospiro svuotai polmoni e palle. Poggiò la testa sul cuscino mantenendo sempre la posizione inarcata. Esausta, ancora ansimava per la fatica. Che resistenza, 295 endecasillabi non sono pochi. La scena che si palesó davanti i miei occhi era scabrosa ed eccitante allo stesso tempo. Il suo culo davanti a me, fiotti di sperma che uscivano dal suo ano e dalla figa fradicia faceva capolino ancora il vibratore.

Me ne andai senza troppi saluti , con lei non avrei perso tempo con coccole after-sex. La sera prima di andare a dormire mi arrivó un suo messaggio: " Domani mi andrebbe di ripassare il 5 maggio, mi aiuti? ".
Beh chi sono io per rifiutare un po' di cultura?
di
scritto il
2017-06-12
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