Umiliata Pt1
di
Brook
genere
dominazione
Nella notte scura si sente solo il rumore delle sue zeppe sul marciapiede, la temperatura è scesa parecchio ed ora lei si stringe le braccia per riscaldarsi. Ha i capelli rossicci raccolti in una bella treccia , lasciando metà del collo scoperto, i suoi occhi verdi guardano avanti prestando attenzione alla strada deserta. Lo scenario è da film horror ma lei non ha paura , ha percorso la strada che la porta a casa da sola e di notte migliaia di volte. È bella lei , bellissima , il suo volto è quasi angelico , il suo corpo è sensuale : le sue lunghe gambe sono quello che gli uomini hanno sempre adorato di lei ma stasera sono ingabbiate in dei jeans attillati.
A casa la sta aspettando la sua coinquilina , studentessa universitaria anche lei , chissà se ha già preparato o se dovrà fare tutto da sè...
Mentre questi pensieri le affollano la testa nota un uomo seduto su una panchina impegnato ad armeggiare col telefono e a pochi passi da lui un'automobile. Chissà chi o cosa stava aspettando si domanda nella sua testa quando ...
" Scusa, hai da accendere ? "
È presa di soprassalto , come diavolo aveva fatto quel tizio dalla panchina a raggiungerla così velocemente?
" Mi dispiace , non fumo "
Replica con fare antipatico destando lo sguardo e riprendendo la sua camminata. Sembrava solamente una richiesta innocente ma quel tipo la inquietava.
" Scusa, almeno sai dirmi che ore sono ? "
Perché glielo chiede ? Aveva il telefono in mano fino a pochi istanti fa.
" Le 22 e 31 "
Dice dando uno sguardo all'orologio al polso senza voltarsi per guardarlo e senza interrompere il suo passo. All'istante sente dei passi lesti dietro di lei : la sta seguendo!
" E cosa fa una bella ragazza come te sola per strada a quest'ora ? "
" Torno a casa " risponde fredda ed intimorita ma l'uomo accelera il passo.
" Lascia che ti dia un passaggio allora "
" No grazie , non ne ho bisogno "
" Guarda che insisto , è un piacere per me accompagnarti a casa "
" Davvero non c'è bisogno , sono solo due passi per me "
Il cuore comincia a pulsare , l'ansia comincia a crescere quando sente una mano forte afferrarle la spalla e tirarla per il cappotto costringendola a voltarsi.
" Signorina mi scusi se insisto ma deve proprio salire in macchina con me."
Adesso per la prima volta vede in faccia l'uomo che la segue: un uomo molto brutto , sulla trentina , bassino, con un volto solcato dalle rughe della fatica e del lavoro.
" Non mi toccare , lasciami ".
Nel frattempo dalla macchina parcheggiata scendono due individui che come due fulmini arrivano alle sue spalle.
" Dolcezza non hai capito , devi venire con noi " dice uno mentre il secondo estrae un coltellino e glielo punta al collo.
" Prova ad alzare la voce e sei morta "
La situazione aveva preso una terribile piega , il trio le aveva posto un agguato.
" Vi prego " fa appena in tempo a dire terrorizzata mentre la sollevano di peso e la caricano dentro la macchina. Il più basso si mette al volante , mentre lei è costretta a sedersi dietro in mezzo agli altri due. Le mettono una benda agli occhi probabilmente per non farle vedere dove la stanno portando.
" Tesoro ascoltaci, fai la brava che non ti succede niente, intesi ?"
Lei non replica , è troppo spaventata, cosa vogliono da lei ? I due di dietro cominciano a passarle le mani ovunque: sul collo, sul seno , sui fianchi , sulle gambe e sulla figa. È chiaro adesso cosa vogliono da lei.
" Vi supplico, vi scongiuro , vi posso pagare ma per favore lasciatemi andare "
I tre se la ridono.
" Angioletto bello , sono mesi che ti osserviamo camminare per il quartiere, sono mesi che ti sogniamo, sono mesi che sogniamo di possederti, vedi ci hai stregato al primo sguardo, non ci accontentiamo dei tuoi soldi."
Queste parole le piovvero addosso come un macigno , sente il suo destino segnato, questi qua sono decisi a fare sul serio. Adesso sente che delle mani le sbottonano la camicetta e la zip dei jeans , trema , quasi piange. Sente delle moleste mani premere sui capezzoli e sul suo clitoride. Ad un certo punto sente qualcosa di fastidioso , di gelido , di duro e di spesso. Lo sente proprio dentro la vagina, lo sente entrare, la cosa la turba, uno dei due la stava masturbando con il manico d'acciaio del coltellino. Il guidatore prende la parola:
" Allora, dimmi, sei fidanzata ? "
Passano alcuni secondi prima della risposta.
" Mmm, no" i suoi pensieri sono distratti dal lavoro del coltello , non riesce a connettere bene.
" No? Strano! Sei di fuori vero? Andrai all'università, sarai una ragazza molto intelligente , noi invece non siamo di cultura , la gente ci etichetta come rozzi e stupidi"
Nel frattempo sente della pressione sul collo, sente delle scocchiate di labbra , sente dell'umida saliva. Che ribrezzo, che schifo , ha addosso la saliva di uno sconosciuto.
" Sai cosa ci piace in particolare di te ? I capelli! Sono rossi naturali ?"
" Si "
Accenna questa timida risposta mentre quello che prima le assaggiava il collo ora le annusa i capelli facendole sentire il suo disagiante alito impuzzato di vino di bassa qualità. Le sue sensazioni sono ambivalenti, mentre sente il cervello suggerire disgusto la sua vagina sta cominciando a secernere un po' di liquido , adesso il movimento del manico le sta piacendo. Certo é però che questo non può darlo a vedere ai suoi aguzzini e cerca di mantenere un atteggiamento più composto possibile.
" Ah Ah "
Dannazione si è lasciata andare un gemito , i tre scoppiano a ridere.
" Alla puttana piace il mio coltello".
Dice quello seduto al suo fianco estraendo l'arma e passandole il manico sulla bocca e sulla faccia lasciandole sul mento e sulle labbra I suoi umori. Nel frattempo la sua vagina continua a bagnare le sue mutandine, l'essere dominata è stato sempre un suo desiderio represso!
" Scioglietele quella treccia , sembra troppo Pippi calzelunghe " ordina il guidatore e i due eseguiscono lasciando liberi i suoi capelli ramati. Finalmente la macchina termina la sua folle corsa, sente le portiere aprirsi e viene sollevata di peso. La trasportano per alcuni metri fino a quando la inginocchiano per terra e le sciolgono la benda. Nel contempo con una corda le legano le mani dietro la schiena.
Eccola , in ginocchio , dal basso osserva i suoi carnefici che la squadrano con un sorrisetto strafottente. Ed ecco che uno dei tre si slaccia i pantaloni e libera un pene ancora semi moscio e lo avvicina al viso della ragazza. Lei chiude gli occhi e abbassa il capo.
" No".
Così le arriva in faccia un ceffone che la fa tremare, dopodiché l'uomo sfila nuovamente il coltello e glielo punta al collo.
" Non hai scelta ".
E non ha scelta per davvero, così col massimo sdegno apre la bocca ed accoglie il membro. Un saporaccio estraneo le invade la bocca.
" Muovi la bocca, succhia ".
Dato che sente la gelida lama sul collo è costretta ad obbedire. Muove la bocca avanti ed indietro. Copre tutta la modesta lunghezza dell'arnese.
" Ah, i denti ! Fammi male di nuovo ed io ne faccio a te "
È minaccioso , le incute timore. Per la paura cerca di ritrarre i denti il più possibile , nel frattempo comincia a sentire il contatto di un glande sulla guancia. Il secondo uomo aveva cominciato a passarle il cazzo sulla faccia. Le viene da piangere ma decide di mostrarsi forte e non debole.
" Dai , tocca a me ".
Lei ha appena il tempo di prendere una boccata d'aria che il secondo uomo le ficca il cazzo in bocca. Di dimensioni più modeste ma di modi meno pacati, le afferra il capo e comincia a scuoterlo , le scopa la bocca per diversi minuti quando ad un certo punto si ferma e libera il suo sperma sulla sua docile lingua.
Lei ha i conati di vomito.
" Non provare nemmeno per scherzo a sputare, ingoia troia".
È costretta ad ingurgitare tutto l'amaro. Si sente affranta, umiliata ed impotente, mentre il terzo uomo ( quello brutto ) , fino ad ora rimasto in disparte, sta cominciando a sciogliere la cintura davanti il suo viso...
Libera un membro impressionante , di dimensioni allucinanti, largo e lungo, lei sgrana gli occhi spaventata, non ne aveva mai visto uno così. Presto le invade la bocca, lei la spalanca , spera solo che non la soffochi. Le raccoglie i capelli afferrandoli e per un buon quarto d'ora la costringe a fare su e giù con la testa scandendo il tutto con i suoi sospiri. Lei subisce passivamente, nell'inconscio le piace , si sente umida ma non vuole farlo notare, fino a quando uno dei due si stanca di guardare e diventa parte attiva. L'uomo le cala con un gesto rude i pantaloni e le mutandine. In un attimo succede quello che più temeva: viene invasa, le scivola dentro senza problemi. I tre se la ridacchiano, hanno capito tutta la sua eccitazione. L'uomo comincia a darle delle botte svogliate , sta ancora tastando il terreno. Lei rimane concentrata sul cazzo che ha di fronte per non cedere alla pressione che i sensi esercitano sulla sua vagina. Lo afferra e succhia più forte mentre il terzo guarda la scena masturbandosi. Andranno avanti per un'altra ora, penetrandola a turno , passandosela come se fosse una canna, abusando della sua persona, traendo godimento dalla sua sofferenza. Ma mentre la mente le diceva una cosa , il corpo rispondeva in maniera diversa. E questa dicotomia tra dolore e piacere la distruggeva psicologicamente ogni secondo di più. Il culmine arrivó, lei a pecora , schiena completamente inarcata, lui, l'uomo più dotato , affondava i colpi sempre più forte, sempre più velocemente, con foga e con rabbia, lei sentiva arrivare quella minchia poderosa, sentiva l'essere allargata , sentiva l'essere riempita, sentiva la pressione salire , mentre gli altri due davanti a lei erano impegnati a riempirle la bocca o a tormentarle i capezzoli. L'orgasmo arrivó assordante , sconvolgendole i pensieri, lasciandola stordita. I tre se la ridevano mentre lei sprofondava nella vergogna.
" Non andare dalla polizia , sappiamo dove abiti ".
E se ne andarono , lasciandola sola con il suo pianto.
A casa la sta aspettando la sua coinquilina , studentessa universitaria anche lei , chissà se ha già preparato o se dovrà fare tutto da sè...
Mentre questi pensieri le affollano la testa nota un uomo seduto su una panchina impegnato ad armeggiare col telefono e a pochi passi da lui un'automobile. Chissà chi o cosa stava aspettando si domanda nella sua testa quando ...
" Scusa, hai da accendere ? "
È presa di soprassalto , come diavolo aveva fatto quel tizio dalla panchina a raggiungerla così velocemente?
" Mi dispiace , non fumo "
Replica con fare antipatico destando lo sguardo e riprendendo la sua camminata. Sembrava solamente una richiesta innocente ma quel tipo la inquietava.
" Scusa, almeno sai dirmi che ore sono ? "
Perché glielo chiede ? Aveva il telefono in mano fino a pochi istanti fa.
" Le 22 e 31 "
Dice dando uno sguardo all'orologio al polso senza voltarsi per guardarlo e senza interrompere il suo passo. All'istante sente dei passi lesti dietro di lei : la sta seguendo!
" E cosa fa una bella ragazza come te sola per strada a quest'ora ? "
" Torno a casa " risponde fredda ed intimorita ma l'uomo accelera il passo.
" Lascia che ti dia un passaggio allora "
" No grazie , non ne ho bisogno "
" Guarda che insisto , è un piacere per me accompagnarti a casa "
" Davvero non c'è bisogno , sono solo due passi per me "
Il cuore comincia a pulsare , l'ansia comincia a crescere quando sente una mano forte afferrarle la spalla e tirarla per il cappotto costringendola a voltarsi.
" Signorina mi scusi se insisto ma deve proprio salire in macchina con me."
Adesso per la prima volta vede in faccia l'uomo che la segue: un uomo molto brutto , sulla trentina , bassino, con un volto solcato dalle rughe della fatica e del lavoro.
" Non mi toccare , lasciami ".
Nel frattempo dalla macchina parcheggiata scendono due individui che come due fulmini arrivano alle sue spalle.
" Dolcezza non hai capito , devi venire con noi " dice uno mentre il secondo estrae un coltellino e glielo punta al collo.
" Prova ad alzare la voce e sei morta "
La situazione aveva preso una terribile piega , il trio le aveva posto un agguato.
" Vi prego " fa appena in tempo a dire terrorizzata mentre la sollevano di peso e la caricano dentro la macchina. Il più basso si mette al volante , mentre lei è costretta a sedersi dietro in mezzo agli altri due. Le mettono una benda agli occhi probabilmente per non farle vedere dove la stanno portando.
" Tesoro ascoltaci, fai la brava che non ti succede niente, intesi ?"
Lei non replica , è troppo spaventata, cosa vogliono da lei ? I due di dietro cominciano a passarle le mani ovunque: sul collo, sul seno , sui fianchi , sulle gambe e sulla figa. È chiaro adesso cosa vogliono da lei.
" Vi supplico, vi scongiuro , vi posso pagare ma per favore lasciatemi andare "
I tre se la ridono.
" Angioletto bello , sono mesi che ti osserviamo camminare per il quartiere, sono mesi che ti sogniamo, sono mesi che sogniamo di possederti, vedi ci hai stregato al primo sguardo, non ci accontentiamo dei tuoi soldi."
Queste parole le piovvero addosso come un macigno , sente il suo destino segnato, questi qua sono decisi a fare sul serio. Adesso sente che delle mani le sbottonano la camicetta e la zip dei jeans , trema , quasi piange. Sente delle moleste mani premere sui capezzoli e sul suo clitoride. Ad un certo punto sente qualcosa di fastidioso , di gelido , di duro e di spesso. Lo sente proprio dentro la vagina, lo sente entrare, la cosa la turba, uno dei due la stava masturbando con il manico d'acciaio del coltellino. Il guidatore prende la parola:
" Allora, dimmi, sei fidanzata ? "
Passano alcuni secondi prima della risposta.
" Mmm, no" i suoi pensieri sono distratti dal lavoro del coltello , non riesce a connettere bene.
" No? Strano! Sei di fuori vero? Andrai all'università, sarai una ragazza molto intelligente , noi invece non siamo di cultura , la gente ci etichetta come rozzi e stupidi"
Nel frattempo sente della pressione sul collo, sente delle scocchiate di labbra , sente dell'umida saliva. Che ribrezzo, che schifo , ha addosso la saliva di uno sconosciuto.
" Sai cosa ci piace in particolare di te ? I capelli! Sono rossi naturali ?"
" Si "
Accenna questa timida risposta mentre quello che prima le assaggiava il collo ora le annusa i capelli facendole sentire il suo disagiante alito impuzzato di vino di bassa qualità. Le sue sensazioni sono ambivalenti, mentre sente il cervello suggerire disgusto la sua vagina sta cominciando a secernere un po' di liquido , adesso il movimento del manico le sta piacendo. Certo é però che questo non può darlo a vedere ai suoi aguzzini e cerca di mantenere un atteggiamento più composto possibile.
" Ah Ah "
Dannazione si è lasciata andare un gemito , i tre scoppiano a ridere.
" Alla puttana piace il mio coltello".
Dice quello seduto al suo fianco estraendo l'arma e passandole il manico sulla bocca e sulla faccia lasciandole sul mento e sulle labbra I suoi umori. Nel frattempo la sua vagina continua a bagnare le sue mutandine, l'essere dominata è stato sempre un suo desiderio represso!
" Scioglietele quella treccia , sembra troppo Pippi calzelunghe " ordina il guidatore e i due eseguiscono lasciando liberi i suoi capelli ramati. Finalmente la macchina termina la sua folle corsa, sente le portiere aprirsi e viene sollevata di peso. La trasportano per alcuni metri fino a quando la inginocchiano per terra e le sciolgono la benda. Nel contempo con una corda le legano le mani dietro la schiena.
Eccola , in ginocchio , dal basso osserva i suoi carnefici che la squadrano con un sorrisetto strafottente. Ed ecco che uno dei tre si slaccia i pantaloni e libera un pene ancora semi moscio e lo avvicina al viso della ragazza. Lei chiude gli occhi e abbassa il capo.
" No".
Così le arriva in faccia un ceffone che la fa tremare, dopodiché l'uomo sfila nuovamente il coltello e glielo punta al collo.
" Non hai scelta ".
E non ha scelta per davvero, così col massimo sdegno apre la bocca ed accoglie il membro. Un saporaccio estraneo le invade la bocca.
" Muovi la bocca, succhia ".
Dato che sente la gelida lama sul collo è costretta ad obbedire. Muove la bocca avanti ed indietro. Copre tutta la modesta lunghezza dell'arnese.
" Ah, i denti ! Fammi male di nuovo ed io ne faccio a te "
È minaccioso , le incute timore. Per la paura cerca di ritrarre i denti il più possibile , nel frattempo comincia a sentire il contatto di un glande sulla guancia. Il secondo uomo aveva cominciato a passarle il cazzo sulla faccia. Le viene da piangere ma decide di mostrarsi forte e non debole.
" Dai , tocca a me ".
Lei ha appena il tempo di prendere una boccata d'aria che il secondo uomo le ficca il cazzo in bocca. Di dimensioni più modeste ma di modi meno pacati, le afferra il capo e comincia a scuoterlo , le scopa la bocca per diversi minuti quando ad un certo punto si ferma e libera il suo sperma sulla sua docile lingua.
Lei ha i conati di vomito.
" Non provare nemmeno per scherzo a sputare, ingoia troia".
È costretta ad ingurgitare tutto l'amaro. Si sente affranta, umiliata ed impotente, mentre il terzo uomo ( quello brutto ) , fino ad ora rimasto in disparte, sta cominciando a sciogliere la cintura davanti il suo viso...
Libera un membro impressionante , di dimensioni allucinanti, largo e lungo, lei sgrana gli occhi spaventata, non ne aveva mai visto uno così. Presto le invade la bocca, lei la spalanca , spera solo che non la soffochi. Le raccoglie i capelli afferrandoli e per un buon quarto d'ora la costringe a fare su e giù con la testa scandendo il tutto con i suoi sospiri. Lei subisce passivamente, nell'inconscio le piace , si sente umida ma non vuole farlo notare, fino a quando uno dei due si stanca di guardare e diventa parte attiva. L'uomo le cala con un gesto rude i pantaloni e le mutandine. In un attimo succede quello che più temeva: viene invasa, le scivola dentro senza problemi. I tre se la ridacchiano, hanno capito tutta la sua eccitazione. L'uomo comincia a darle delle botte svogliate , sta ancora tastando il terreno. Lei rimane concentrata sul cazzo che ha di fronte per non cedere alla pressione che i sensi esercitano sulla sua vagina. Lo afferra e succhia più forte mentre il terzo guarda la scena masturbandosi. Andranno avanti per un'altra ora, penetrandola a turno , passandosela come se fosse una canna, abusando della sua persona, traendo godimento dalla sua sofferenza. Ma mentre la mente le diceva una cosa , il corpo rispondeva in maniera diversa. E questa dicotomia tra dolore e piacere la distruggeva psicologicamente ogni secondo di più. Il culmine arrivó, lei a pecora , schiena completamente inarcata, lui, l'uomo più dotato , affondava i colpi sempre più forte, sempre più velocemente, con foga e con rabbia, lei sentiva arrivare quella minchia poderosa, sentiva l'essere allargata , sentiva l'essere riempita, sentiva la pressione salire , mentre gli altri due davanti a lei erano impegnati a riempirle la bocca o a tormentarle i capezzoli. L'orgasmo arrivó assordante , sconvolgendole i pensieri, lasciandola stordita. I tre se la ridevano mentre lei sprofondava nella vergogna.
" Non andare dalla polizia , sappiamo dove abiti ".
E se ne andarono , lasciandola sola con il suo pianto.
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