Ludovica #1.5 / Valentina #1.2

di
genere
etero

Sarò un coglione come dice Ludovica, ma intanto mi sto fottendo con gusto la bocca della sua amica.

Le ho afferrato la testa e la mando su e giù a piacimento, a mio uso e consumo, forte, e lei mi pianta le unghie nelle cosce e sbava e lacrima e respira a fatica e la strozzo col cazzo tanto che, quasi quasi - quasi quasi, penso - ora le spruzzo in gola, così, a sfregio, e me ne vado lasciandole qui.

Ludovica gradisce, si gode lo show masturbandosi stravaccata in posa oscena sulla poltroncina accanto al letto.

Andrei avanti così, ma quella si alza di scatto e mi forza in bocca l’indice e il medio fradici del suo sapore, avanti e indietro come io sto facendo con Valentina.

«però adesso scopala», e torna sedersi, attendendo la mia iniziativa.

Allora prendo questa creatura - che evidentemente stasera è solo materiale di scena, al limite una preda, altro che cacciatrice, ma è così che le va bene - e la butto sul letto, di tre quarti in modo tale che Ludo abbia una perfetta visuale della sua fica spalancata e del cazzo che entra ed esce.
E mentre la sbatto, deciso, affondando in lei fino alle palle e poi di nuovo, e di nuovo, e ancora – dalla poltroncina sospiri e mugugni ancora più forti.

«vorresti fartela tu, vero?», ansimo, grido tra una botta e l’altra verso l’angolo soffuso della stanza
«…»
«vorresti assaggiarla, dì la verità»
«…»
«vorresti sentire che sapore ha, lei non te lo ha mai permesso»
«…»
«è vero Ludo?»
«vaffanculo!», sbotta lei, finalmente arresa
«ma Valentina stasera si fa assaggiare, vero Valentina?»

Quella strabuzza gli occhi, fa sì con la testa, rigetta le braccia all’indietro sul materasso, urla, si perde nei colpi che le assesto mentre chiamo a noi la sua amica.

«vieni qui, vieni a vedere! mettiti in ginocchio», e come in trance Ludovica mi s’accuccia accanto, ancora martoriandosi, a pochi centimetri dai nostri sessi bagnati e gonfi.

Non ne ho più, mi svuoto le palle imbrattando il sesso di Valentina, con gli spruzzi che le coprono le labbra, il pube, tutta la sua intimità aperta al cospetto dello sguardo imbambolato dell’amica.

«ecco, leccala adesso. Può leccarti, vero Valentina?»
«… s-sì»

Esegue.
Ecco, brava Ludovica, lecca la tua amica che tanto volevi assaggiare, ma lecca via anche la mia sborra, gustala. Gusta i nostri sapori, mischiali, e vedi tu che farci. Divertiti. Era quello che volevi fin dall’inizio no? Dai.

Valentina gode così, grida mentre l’amica la lecca tra le cosce sporcandosi tutto il muso e io m’inginocchio ancora duro sul letto, picchiettandole la cappella paonazza sulle tette e schizzandoci su un altro orgasmo, strisciandola di bianco anche là.

«poi se vuoi ce n’è anche qui».

Mi alzo e sgocciolo fino alla porta e poi fuori. Vedessero un po’ loro come proseguire.
scritto il
2025-04-11
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