Lo sconosciuto

di
genere
gay


Tra i fumi dell'alcool, un ragazzo sconosciuto mi prese la mano. Mi invitò con sé, sulla riva d'un lido distante, ed io lo seguii. Non m'era chiaro chi fosse né cosa volesse.
Improvvisamente lo vidi con l'uccello da fuori, guardarmi, invitarmi a toccarlo. Io rifiutai, resistetti con tutte le mie forze alla mia volontà; c'era troppa gente quella sera sulla spiaggia, non potevo rischiare che qualcuno vedesse.
Sfruttando la sitazione, considerando la poca lucidità del momento, il ragazzo provò a forzarmi, impedendomi d'andare via. Gli afferrai il cazzo con la mano destra, senza accorgermene lo stavo già masturbando.
Vedendomi tranquillo, abbassò la guardia; m'alzai di scatto e dissi "io me ne vado, non le faccio ste cose".
" Ma che fai? Stai dicendo che non ti piace? Lo so che è una stronzata, torna qua, non farti pregare, divertiamoci un po'."
Lo guardai silenzioso; era magro con i capelli chiari, come gli occhi, ed una barbetta incolta. Gli guardai pure l'uccello, pensai non fosse niente male, e dissi "Passerò la notte con te, ma solo ad una condizione, che ce ne andiamo dalla spiaggia; ho paura che arrivi qualcuno".
"E dove dovremmo andare, hai un altro posto?"
"Prendiamo una camera all'albergo"
"E chi ce li dà i soldi?"
"Dividiamo".
Lui ci pensò su, poi afferrandomi per il braccio mi fece sedere sulle sue gambe, e mi sussurrò all'orecchio: "Se facciamo questa cosa... io ti scopo fino a domani mattina".
"D'accordissimo" risposi, "ma devo essere io la donna"
"Questo era ovvio" mi interruppe lui.
"e devi darmi il femminile, tutta la notte".
Mi seguì fin all'hotel più vicino, ed insieme chiedemmo una stanza, con letto matrimoniale.
Arrivammo alla nostra porta, per tutto il tragitto lui era stato dietro di me, ne avvertivo il calore e la presenza, pur non essendoci alcun contatto. Pensai che aveva il cazzo di marmo e non aspettava che saltarmi a addosso. Quando aprii la porta, mi afferrò stendendomi sul letto, abbassandomi il pantalone, le mutande, e tirandosi fuori il cazzo.
"Cristo, hai anche il culo depilato, sei un fottuto sogno", e mi si strusciava tra le natiche.
Mi piegai sul letto, in una sorta di pecorina, dandogli quindi tutto il culo. Lui subito ci infilò la lingua, la fece scorrere delicata sul contorno dell'ano, poi la infilò dentro, con rapidità, ed io presi a gemere, chiedendo di più, quasi sperando che avesse qualche metro di lingua da infilarmi. Gli mantenni la mano sulla nuca, con foga, e gliela passavo tra i capelli, scombinandoglieli.
Poi s'alzo, battè qualche volta sul mio culo, e mi disse "sei pronta?"
"prontissima", e me lo infilò in un attimo. Restò qualche secondo fermo, dentro, come se non credesse d'esser davvero dentro di me, e poi mi strinse i fianchi, iniziando a scoparmi.
"Ti piace il mio culo?"
"Cazzo se mi piace", affermò stringendomi una natica con forza, aggressivo, tanto da graffiarmi la pelle.
Non usavamo il preservativo, gli avevo concesso di non metterlo, già era stato troppo paziente ad aspettare per scoparmi; avrebbe potuto farlo sulla spiaggia, senza pagare l'albergo, sarebbe bastato soltanto forzarmi.
Mi uscì dal culo e mi sborrò sulla schiena. Allora m'alzai subito, e glielo presi tra le labbra, caldo di sperma.
"Quanti ti hanno scopata prima di me?", mi chiese, steso sul letto, guardando il soffitto; si rilassava prima di incominciare il secondo round.
"Solo il mio ex"
"Che tipo fortunato!"
"Beh, lo sei anche tu"
"Ma non sono il tuo fidanzato, domani è già tutto finito"
"Questo dipende da te" e lo guardai.
Lui mi si avvicinò lento, baciò le mie labbra  socchiuse, e poi ci lanciammo in un bacio appassionato, sensuale.
"Voglio scoparti per tutta la vita, amo il tuo culo rasato"
"Oh, ne sono davvero lusingata", dissi sorridendo.
Ed accorgendosi dell'erezione, s'alzò subito cavalcandomi il volto, infilandomi il cazzo tra le labbra. Gemeva forte, e dopo poco sborrò nuovamente; ed io ingoiai.
scritto il
2018-05-30
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