La donna di casa - parte 5
di
Inchiostro&Miele
genere
trio
Con Greta era davvero bello, tutto: il sesso ma anche la quotidianità, il semplice parlare e scambiarsi un bacio, sulle labbra o sulle guance.
Cercavamo di crearci degli spazi nostri, per sole ragazze, lontane dai fidanzati; spazi che poi impiegavamo sempre nello stesso modo: scopando.
Generalmente, lei indossava uno strap-on e mi penetrava. Era lei, anche in questo caso, il maschio della coppia; ed io, anche in questo caso, non ero che la donna.
Tuttavia, per Greta provavo qualcosa che mai avrei pensato di poter provare per una donna. Amavo il suo odore e le sue labbra, i suoi seni turgidi e la sua fica pelosa, nella quale passavo la lingua, ogni volta, prima di mettermi in posizione per la penetrazione.
Paradossale, forse, che finché ho avuto il cazzo, mai il più piccolo interesse per le donne, ora, invece...
Il tempo trascorse in fretta, ed arrivò l'inverno. Io e Greta, questa volta, c'eravamo scambiate i numeri di telefono, così da incontrarci anche al di là dell'estate.
Lorenzo riprese a lavorare, io ad occuparmi della casa, e tutto sembrava tranquillo, tutto come doveva essere. Successe però che un giorno, tornando dal lavoro, Lorenzo mi disse - ti devo parlare. Capii che qualcosa non andava.
Mi raccontò, con le lacrime agli occhi, di come fosse stato tutto uno sbaglio... già ora, diceva, dopo così poco tempo, non riesce ad apprezzare più il mio corpo... usò un'espressione che mi disturbò parecchio, mi disse "ibrido". Diceva infatti di aver scoperto d'essere bisessuale, di provare attrazione per uomini e donne, e d'essere stata io a farglielo scoprire. Tuttavia, ora, per me non provava più niente. Voleva o una donna o un uomo; mi arrabbiai tantissimo, chiaramente; gli rinfacciai che l'intervento, gli interventi, l'avevo fatti per lui, perchè lui mi voleva donna; lo cacciai di casa, - via - gli dissi, -non ti voglio vedere mai più.
Piansi per giorni e giorni; mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo; avevo fatto tutto questo, tutto, per lui, ed ora era andato via, lasciandomi un altro corpo ed un'altra mentalità. Si, perché non potevo essere più l'omosessuale di prima. Non potevo più rimorchiare come facevo prima.
Trascorsi giorni nel letto, con gli occhi chiusi e le dita nella fica, in profondità, pensando a Lorenzo, agli uomini; ma più mi masturbavo, più mi balenava in testa il corpo di Greta, quella sua fica pelosa, quei suoi capelli ricci, quei suoi seni turgidi e scuri.
Ora sono passati parecchi mesi, ed io e Greta siamo una coppia di lesbiche; viviamo insieme e dormiamo insieme, dopo che la sera abbiamo fatto l'amore.
Ed anche ora che sto con una donna, vera, resto sempre io "la donna di casa". E quindi mi viene da pensare una cosa, che alla fin fine sia stato un bene compiere l'intervento.
Era il corpo di prima, con quel cazzo attaccato lì, come con una punessa nella parete, che non era il mio corpo. Questo si. Credo, insomma, d'essere nata donna. E questo spiegherebbe anche il perché ora, dopo l'intervento, trovo eccitante il sesso femminile... prima non erano le donne a disgustarmi, ma io! Mi disgustava il modo che avrei avuto d'approcciarmi a loro, quel modo da maschio.
FINE
Cercavamo di crearci degli spazi nostri, per sole ragazze, lontane dai fidanzati; spazi che poi impiegavamo sempre nello stesso modo: scopando.
Generalmente, lei indossava uno strap-on e mi penetrava. Era lei, anche in questo caso, il maschio della coppia; ed io, anche in questo caso, non ero che la donna.
Tuttavia, per Greta provavo qualcosa che mai avrei pensato di poter provare per una donna. Amavo il suo odore e le sue labbra, i suoi seni turgidi e la sua fica pelosa, nella quale passavo la lingua, ogni volta, prima di mettermi in posizione per la penetrazione.
Paradossale, forse, che finché ho avuto il cazzo, mai il più piccolo interesse per le donne, ora, invece...
Il tempo trascorse in fretta, ed arrivò l'inverno. Io e Greta, questa volta, c'eravamo scambiate i numeri di telefono, così da incontrarci anche al di là dell'estate.
Lorenzo riprese a lavorare, io ad occuparmi della casa, e tutto sembrava tranquillo, tutto come doveva essere. Successe però che un giorno, tornando dal lavoro, Lorenzo mi disse - ti devo parlare. Capii che qualcosa non andava.
Mi raccontò, con le lacrime agli occhi, di come fosse stato tutto uno sbaglio... già ora, diceva, dopo così poco tempo, non riesce ad apprezzare più il mio corpo... usò un'espressione che mi disturbò parecchio, mi disse "ibrido". Diceva infatti di aver scoperto d'essere bisessuale, di provare attrazione per uomini e donne, e d'essere stata io a farglielo scoprire. Tuttavia, ora, per me non provava più niente. Voleva o una donna o un uomo; mi arrabbiai tantissimo, chiaramente; gli rinfacciai che l'intervento, gli interventi, l'avevo fatti per lui, perchè lui mi voleva donna; lo cacciai di casa, - via - gli dissi, -non ti voglio vedere mai più.
Piansi per giorni e giorni; mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo; avevo fatto tutto questo, tutto, per lui, ed ora era andato via, lasciandomi un altro corpo ed un'altra mentalità. Si, perché non potevo essere più l'omosessuale di prima. Non potevo più rimorchiare come facevo prima.
Trascorsi giorni nel letto, con gli occhi chiusi e le dita nella fica, in profondità, pensando a Lorenzo, agli uomini; ma più mi masturbavo, più mi balenava in testa il corpo di Greta, quella sua fica pelosa, quei suoi capelli ricci, quei suoi seni turgidi e scuri.
Ora sono passati parecchi mesi, ed io e Greta siamo una coppia di lesbiche; viviamo insieme e dormiamo insieme, dopo che la sera abbiamo fatto l'amore.
Ed anche ora che sto con una donna, vera, resto sempre io "la donna di casa". E quindi mi viene da pensare una cosa, che alla fin fine sia stato un bene compiere l'intervento.
Era il corpo di prima, con quel cazzo attaccato lì, come con una punessa nella parete, che non era il mio corpo. Questo si. Credo, insomma, d'essere nata donna. E questo spiegherebbe anche il perché ora, dopo l'intervento, trovo eccitante il sesso femminile... prima non erano le donne a disgustarmi, ma io! Mi disgustava il modo che avrei avuto d'approcciarmi a loro, quel modo da maschio.
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