La parola "puttana" pt. 2
di
Inchiostro&Miele
genere
etero
Quel nostro incontro, ti parlo sempre di quello del liceo, fu davvero piacevole; e ne organizzammo subito un altro. La invitai a bere qualcosa, quella sera stessa. Si presentò vestita da urlo: Cristo, non avrei mai detto che fosse Anna. Era così diversa. Il trucco era marcato, i vestiti provocanti le fasciavano il corpo, velandolo e svelandolo.
Fu quella sera che iniziò il nostro rapporto. E tutto ciò si è protratto nel tempo, capisci? Sia io che lei ci consideravamo ormai una coppia al di là della coppia; ti spiego meglio. Noi frequentavamo ragazze e ragazzi, ci fidanzavamo, ma mai, in nessun caso, pensavamo di mollarci. Per noi veniva normale fare tutto ciò. Ed è per questo... ti senti bene? Sei sbiancato improvvisamente... ok, tranquillo, va tutto bene, stiamo solo parlando. È per questo, come dicevo, che tu non puoi considerarlo un tradimento... Anna non ti tradisce. Al massimo, Anna tradisce me... l'unico errore che ha fatto, su questo potrei essere d'accordo, è stato non dirti niente. Io a Cristina ho detto tutto. Lei sa tutto. Tutto.
(Trascorse del tempo; il marito di Anna era con le mani nei capelli, poi s'era alzato improvvisamente ed aveva preso a camminare barcollando per il salotto, mettendo a rischio l'argenteria e la porcellana. D'un tratto era tornato sul divano, con il volto fra le mani, l'espressione decisa, ed aveva detto "Voglio tutta la storia, tutta!")
Dopo quel giorno, ti dicevo, il rapporto che ebbi con Anna fu strano. Ammetto, che per un periodo io fui innamorato di lei, volevo che la nostra relazione fosse una relazione, ma poi capii. Capii davvero cosa fossi io per Anna. E non era un sentimento simile a quello che può provare per un uomo come te, un uomo con cui trascorrere la vita, progettare ed avere dei figli; quello che provava per me era un sentimento molto meno intenso che l'amore, ma anche molto più primitivo. Io per lei ero un semplice strumento di piacere! Me ne accorsi in varie occasioni... con me, Anna voleva solo scopare. Nient'altro. Ero un fallo di gomma. Ero uno squallido vibratore. Ero un manichino erotico in una camera d'albergo.
Quello che non ti ho detto, è che Anna, alle medie ed al liceo, nonostante questa nuova consapevolezza, quest'accostamento Anna-puttana, non s'era mai comportata da puttana.
Era successo che alle medie fosse capitata in classe di una tale Eleonora; era una sua amica, compagna della vecchia classe. Probabilmente furono gli occhi di Eleonora a mantenere Anna nel suo vecchio corpo, un corpo incapace di provvedere alle esigenze del suo spirito - ed è strano, lo so, parlo di "esigenze dello spirito" anche se quel tipo di esigenze, chiunque, ci potrebbe giurare, sono esigenze del corpo. È il corpo che pulsa, che desidera. Ma in Anna non era così, in Anna il desiderio non partiva dal corpo, non c'era angolo del suo corpo il quale si potrebbe dire che "desiderava". Era il suo spirito a spingerla verso la sporcizia, era un sentimento totalemente intellettuale quello che la spingeva a considerarsi puttana. Puttana era quella curiosità intellettuale che spinge a mettere in dubbio, che spinge a discutere le idee e le scelte dei padri. E causa di tutto questo, ero io.
È difficile forse da comprendere, o da accettare, ma io non ero, quando stavo con lei, una persona; io ero un luogo. Il luogo dove tutto è concesso, dove quelle fantasie, quell'erotismo intellettuale, poteva prendere forma, manifestarsi. Con me era disinibita e libera, con me era sicura del suo corpo.
Tu allora puoi comprendere, tu allora puoi capire anche perché lei non ti abbia mai detto niente: lei non mi considera un individuo. Io sono il peccato. E lei ha un istinto, un impulso che la spinge a ricercare il peccato: lei mi scopa per introiettare il male dentro di sé... è difficile... è assurdo, me ne rendo conto... io stesso non lo capisco! Quante volte le ho detto, "Anna, lascia tuo marito, cambia vita, scappiamo via insieme". E lei? Mai, mai neanche una volta mi ha preso in considerazione. Chi scambierebbe, in fondo, un orgasmo vero con uno finto? Un uomo con un fallo?
Ed è così che devi considerarmi anche tu, un gioco erotico, un fallo di gomma; il necessario contrappeso per tenere in equilibrio il vostro matrimonio.
Fu quella sera che iniziò il nostro rapporto. E tutto ciò si è protratto nel tempo, capisci? Sia io che lei ci consideravamo ormai una coppia al di là della coppia; ti spiego meglio. Noi frequentavamo ragazze e ragazzi, ci fidanzavamo, ma mai, in nessun caso, pensavamo di mollarci. Per noi veniva normale fare tutto ciò. Ed è per questo... ti senti bene? Sei sbiancato improvvisamente... ok, tranquillo, va tutto bene, stiamo solo parlando. È per questo, come dicevo, che tu non puoi considerarlo un tradimento... Anna non ti tradisce. Al massimo, Anna tradisce me... l'unico errore che ha fatto, su questo potrei essere d'accordo, è stato non dirti niente. Io a Cristina ho detto tutto. Lei sa tutto. Tutto.
(Trascorse del tempo; il marito di Anna era con le mani nei capelli, poi s'era alzato improvvisamente ed aveva preso a camminare barcollando per il salotto, mettendo a rischio l'argenteria e la porcellana. D'un tratto era tornato sul divano, con il volto fra le mani, l'espressione decisa, ed aveva detto "Voglio tutta la storia, tutta!")
Dopo quel giorno, ti dicevo, il rapporto che ebbi con Anna fu strano. Ammetto, che per un periodo io fui innamorato di lei, volevo che la nostra relazione fosse una relazione, ma poi capii. Capii davvero cosa fossi io per Anna. E non era un sentimento simile a quello che può provare per un uomo come te, un uomo con cui trascorrere la vita, progettare ed avere dei figli; quello che provava per me era un sentimento molto meno intenso che l'amore, ma anche molto più primitivo. Io per lei ero un semplice strumento di piacere! Me ne accorsi in varie occasioni... con me, Anna voleva solo scopare. Nient'altro. Ero un fallo di gomma. Ero uno squallido vibratore. Ero un manichino erotico in una camera d'albergo.
Quello che non ti ho detto, è che Anna, alle medie ed al liceo, nonostante questa nuova consapevolezza, quest'accostamento Anna-puttana, non s'era mai comportata da puttana.
Era successo che alle medie fosse capitata in classe di una tale Eleonora; era una sua amica, compagna della vecchia classe. Probabilmente furono gli occhi di Eleonora a mantenere Anna nel suo vecchio corpo, un corpo incapace di provvedere alle esigenze del suo spirito - ed è strano, lo so, parlo di "esigenze dello spirito" anche se quel tipo di esigenze, chiunque, ci potrebbe giurare, sono esigenze del corpo. È il corpo che pulsa, che desidera. Ma in Anna non era così, in Anna il desiderio non partiva dal corpo, non c'era angolo del suo corpo il quale si potrebbe dire che "desiderava". Era il suo spirito a spingerla verso la sporcizia, era un sentimento totalemente intellettuale quello che la spingeva a considerarsi puttana. Puttana era quella curiosità intellettuale che spinge a mettere in dubbio, che spinge a discutere le idee e le scelte dei padri. E causa di tutto questo, ero io.
È difficile forse da comprendere, o da accettare, ma io non ero, quando stavo con lei, una persona; io ero un luogo. Il luogo dove tutto è concesso, dove quelle fantasie, quell'erotismo intellettuale, poteva prendere forma, manifestarsi. Con me era disinibita e libera, con me era sicura del suo corpo.
Tu allora puoi comprendere, tu allora puoi capire anche perché lei non ti abbia mai detto niente: lei non mi considera un individuo. Io sono il peccato. E lei ha un istinto, un impulso che la spinge a ricercare il peccato: lei mi scopa per introiettare il male dentro di sé... è difficile... è assurdo, me ne rendo conto... io stesso non lo capisco! Quante volte le ho detto, "Anna, lascia tuo marito, cambia vita, scappiamo via insieme". E lei? Mai, mai neanche una volta mi ha preso in considerazione. Chi scambierebbe, in fondo, un orgasmo vero con uno finto? Un uomo con un fallo?
Ed è così che devi considerarmi anche tu, un gioco erotico, un fallo di gomma; il necessario contrappeso per tenere in equilibrio il vostro matrimonio.
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