Un po' amica, un po' sorella, un po' madre e un po' amante.
di
Marta Carloni
genere
saffico
Nuovo esperimento e nuovi dubbi, un campo inesplorato per quanto mi riguarda, e un racconto completamente di fantasia ma vissuto fino in fondo. Spero vi piaccia leggerlo tanto quanto è piaciuto a me scriverlo... Critiche e consigli, come sempre, sono ben accetti, buona lettura :)
Le tue dita mi accarezzano gentili una spalla, leggere e delicate, una carezza che sa di comprensione e di amore, una carezza dolce, che mi porta a poggiare una mano sopra alla tua, per trattenerti, non voglio sentirti scivolare via.
Cogli il mio gesto e il tuo corpo si avvicina di più al mio, rannicchiato in quell'enorme letto bianco e soffice, in una posizione fetale di protezione, e ci si rannicchia contro, a cucchiaio, mentre continui ad accarezzarmi. La tua pelle contro la mia, separate solo dal tessuto leggero della tua camicia da notte e del mio vestito, il tuo respiro sul mio collo, profumato solletico, la forma dei tuoi seni sodi contro la schiena, il tuo ventre, le tue cosce lisce e nude contro le mie, il tuo odore mescolato a quello salato delle mie lacrime ormai secche sulle guance.
Una mano ad accarezzarmi il volto, proprio lì dove le lacrime hanno lasciato i loro solchi, a consolarmi, a dirmi che va tutto bene, che ci sei tu con me, che non mi abbandonerai, roccia nel deserto, faro in una tempesta.
Poi la tua mano che dalla spalla scivola giù, lenta ma inesorabile, facendo scivolare la spallina del mio vestito fino al mio seno, dove si appoggia piano, quasi pudica e vergognosa, ma tu non sei mai stata pudica e vergognosa, anzi, delle due ero io quella che cercava di trattenerti, non perché fossi particolarmente diversa da te, ma perché ho sempre saputo quanto tendi ad innamorarti con uno sguardo, quanto sotto quella facciata da ragazza sfrontata e coraggiosa ci sia in realtà la donna a cui ho imparato a voler bene come a una sorella, come a una madre a volte, quella donna dolce e romantica, umile e buona, per lo meno con me.
La tua mano sul mio seno e il tuo corpo contro il mio, strana situazione, un dolce cullare inaspettato, tu, la mia amica più cara, colei che c'è sempre stata, la ragazza con cui ho condiviso ogni cosa, tu ora mi tocchi come non mi sarei aspettata di essere toccata da una donna, tantomeno da te, tocchi dolci, tocchi leggeri, tocchi di chi agisce per amore, ma tocchi strani, imprevisti, quasi deviati, ma a chi importa? Stese al buio in quel letto grande e silenzioso, nascoste agli occhi del mondo, a chi può importare?
Non mi oppongo, ti lascio fare, il tuo tocco, ovunque esso sia, mi consola, e io ne ho così bisogno; così fragile che un piccolo scossone basterebbe per farmi andare in pezzi in questo istante. Io, che sono sempre stata quella forte, quella inattaccabile, una corazza resistente contro tutte le intemperie del mondo.
Una corazza che lui ha accarezzato e mi ha sfilato fino ad arrivare nei recessi più profondi del mio io, per leggermi, guardarmi dentro e farmi sua, fino a che non se ne è andato, annoiato forse, o spaventato magari, non lo so, e forse non lo saprò mai. Ma so che si è portato via la mia corazza e io ora mi sento nuda e vulnerabile, mi ha portato via la mia corazza e mi ha lasciata moribonda a lato della sua strada.
E lei ora è qui, nel silenzio soffice, abbracciata a me, in silenzio da ore ad ascoltare i miei singhiozzi e a tenermi stretta, e lei ora è qui, e le lacrime non scendono più, lei le ha asciugate tutte, accarezzando il mio corpo morente con una dolcezza infinita.
La sua mano sul mio seno, e poi sulla pancia, attraverso il tessuto scuro e frusciante, un tocco leggero, quasi un solletico, gli occhi chiusi mentre la sento scendere piano, sul mio fianco, ad accarezzare la pelle che sporge sopra l'osso del bacino, e poi seguire la curva del basso ventre, fino alla coscia destra, fino al ginocchio e poi all'indietro per risalire, trascinando con se la stoffa, fino all'incavo che protegge il mio sesso, delicata mentre accarezza e coccola causandomi dei leggeri brividi di pelle d'oca.
La sua bocca che bacia la mia nuca, e la pelle del mio collo, piano, le labbra appena dischiuse, mentre la sua mano spinge per farmi sollevare una gamba, e io obbedisco senza pensarci, lasciandomi trascinare da quelle attenzioni così dolci per me, così necessarie in questo istante. Voglio sentirmi apprezzata, voglio sentire che per qualcuno conto ancora qualcosa, che qualcuno ci tiene al mio sorriso.
Sollevo la mia gamba restando su un fianco, dischiudendo piano le mie cosce proprio come le tue labbra sull'incavo della mia spalla, umide proprio come loro. E sento la tua mano accarezzare, toccare, scivolare, stuzzicare e provocare; giocare sul mio sesso sempre più umido mentre io ancora non apro gli occhi, come per mantenere l'illusione che tutto questo sia giusto, che tutto questo sia normale fra di noi.
Sei tu a chiamarmi, a farmi voltare senza dire una parola ma facendomelo capire, gli occhi aperti si ritrovano nei tuoi, un attimo di esitazione, le braccia davanti al corpo per proteggermi da te -come se ce ne fosse davvero bisogno-, le cosce di nuovo chiuse, la tua mano su una guancia e il tuo sorriso rassicurante e dolce, "Va tutto bene" mi sta dicendo, e io gli credo, voglio credergli.
Tu prendi piano i miei polsi e li sposti, spingendo per farmi stendere sul piumone morbido; ti guardo, lì a cavalcioni su di me, il volto rilassato e sicuro, le tue dita affusolate sulle mie spalle a scivolare sopra le spalline del vestito facendole scendere lungo le braccia e senza fermarsi, tirandole verso il basso mentre sollevo il bacino per agevolarti il movimento, le tue dita affusolate che sfilano il mio vestito scuro e gli slip con lui, mentre i tuoi occhi non si staccano dai miei e le mie guance si colorano di un leggero rosso.
Il tuo viso sereno di fronte al mio, gli occhi che mi dicono di stare calma, perché è tutto ok, perché tu non mi farai mai del male, e il tuo viso che si abbassa sul mio senza interrompere quel contatto fra i nostri sguardi, e le tua labbra sulle mie, morbide e delicate, un bacio casto che sa di buono e di sicurezza, mentre io chiudo gli occhi per abbandonarmi a quella sensazione così dolce.
Gli occhi chiusi e la tua bocca sulla mia, le tue mani che scivolano sul mio corpo fino ai fianchi, fino ad andare a cercare il mio sesso pulsante e umido, fino ad andare con indice e medio ad aprire bene le labbra per poter immergere l'indice nei miei umori, mentre la mia bocca segue il mio sesso, schiudendosi al tuo tocco per assaggiare la tua lingua e il tuo sapore.
Le tue dita si muovono piano sulle mie labbra, godendo del mio godere, curiose di scoprirmi, movimenti circolari sempre più sottili fino a diventare verticali, dal basso verso l'alto, fino al clitoride, piano, senza fretta, mentre la passione fra le nostre labbra si fa più intensa e tu stacchi la mano da me per guidare la mia al tuo sesso, dove si ferma incerta, mentre la tua torna dove era senza fermarsi.
Incerte, timorose, le mie dita si fanno strada verso di te, ti cercano come cercherebbero me nei momenti più intimi che ho passato con me stessa, cercano le tue labbra, le aprono, scoprono un fiore bagnato e pulsante, e lo toccano, lo accarezzano, prima delicatamente, poi entrando piano e uscendo e scivolando umide fino al clitoride, un tocco leggero e di nuovo indietro ad affacciarsi dentro di te e ritorno, in un circolo straordinariamente coinvolgente e sempre più veloce, sempre più a fondo.
Mentre le tue dita ormai entrano completamente in me, un dito, lentamente, a sentire tutte le mie scanalature interne, a studiarmi, poi due, un po' più veloci, un po' più desiderose, mentre le nostre bocche non si baciano più, ma i nostri occhi si fissano luccicanti di desiderio e i nostri corpi vibrano sotto i nostri tocchi. Tre dita, prima incerte, poi soddisfatte e coraggiose, fino in fondo, a riempirmi mentre i primi gemiti cominciano ad uscire dalle mie labbra socchiuse e la mia mano continua ad esplorarti desiderosa di arrivare fino in fondo al tuo piacere.
Tre dita coraggiose che entrano ed escono da me lentamente ma con forza mentre il mio bacino si alza verso il tuo, voglio di più, voglio che mi fai godere, e allora sento il tuo sesso sfuggire alla mia mano mentre la tua bocca bacia il mio collo, morbida e umida, e le tue dita mantengono il ritmo, dentro e fuori, senza perdere un colpo; e la tua bocca scende, un seno, un capezzolo, i tuoi denti e i miei brividi, le costole e l'ombelico, una lingua curiosa, e una scia di baci fino al monte di venere e al clitoride, e una lappata veloce, come a testare il mio sapore, poi una più lenta, più a fondo, mentre mi assapori, mentre le tue dita entrano sicure in me e spingono sempre più forte, sempre più a fondo e le tue labbra si chiudono sul mio clitoride gonfio e succhiano e soffiano e leccano e stringono, facendomi tremare e sussultare ad ogni tocco fresco e umido, facendomi gemere implorando di averne di più, facendomi inarcare la schiena e alzare il bacino, sollevando il mio sesso, dandoti così un accesso più facile, che tu non ti fai sfuggire.
Tre dita dentro di me e fuori da me, veloci, forti, vogliose, una lingua fresca sul mio clitoride bollente, un alternarsi di sensazioni contraddittorie che reggo per poco, fino a che non sento forte la necessità di spingere di più la sua testa fra le mie cosce, mentre lei che capisce perfettamente che sono al limite aumenta il ritmo della masturbazione facendomi quasi urlare tanto e forte l'orgasmo che mi raggiunge e mi scuote dal basso ventre fino al cervello mentre le mie cosce si serrano forti sulla sua testa senza che lei interrompa il suo movimento, fino a che non mi sente accasciare sul letto, allora esce e si stacca lasciando un ultimo bacio leggero, per poi stendersi accanto a me, leccarsi le labbra e baciarmi piano mentre la mia mano destra scivola sul suo corpo verso il suo sesso ancora bagnato, desiderosa di restituire il favore.
È strano per me, nuovo e curioso: la tocco e la guardo mentre gli occhi le brillano di desiderio e le sue labbra si schiudono tumide e la sua lingua le lecca avida, intensifico il movimento e la osservo reclinare all'indietro la testa senza distogliere lo sguardo dal mio mentre dalla sua bocca esce un gemito basso, animale, e la osservo fremere quando le tocco il clitoride con il pollice senza diminuire il ritmo, la osservo volere di più, la osservo pregarmi di darle di più, e io l'accontento, mi accovaccio fra le sue cosce e guardo il suo sesso pulsante penetrato dalle mie dita, lo guardo e mi chiedo che sapore possa avere.
Chissà se ha lo stesso sapore un po' acre e un po' dolce del mio. Chissà se mi piacerà. E chissà se a lei il mio è piaciuto.
Lecco piano i suoi umori, curiosa, sa di dolce, un aroma delicato e buono, un aroma che voglio sentire ancora, allora do una lappata più forte soffermandomi sul clitoride e gustandomi quel nettare nuovo mentre sollevo lo sguardo per osservarla gemere e stringere fra le mani la stoffa del piumone. Riporto le attenzione al suo sesso, cominciando a leccare e a succhiare, immaginando le sensazioni che la mia lingua le sta provocando, immaginando una lingua come quella sul mio sesso e quelle sensazioni dentro di me e senza accorgermene intensifico il ritmo, cercando qualcosa di più, desiderosa di godere e farla godere, fino a che non la sento contorcere e gemere forte, allora mantengo il ritmo sentendo i suoi muscoli contrarsi e sollevando lo sguardo, voglio guardarla mentre gode, voglio vedere la sua espressione e i suoi occhi, voglio sapere di averle procurato io quel piacere che scuote il suo corpo.
Quando anche lei si lascia andare contro il materasso salgo e mi stendo accanto a lei, dandole la schiena, un po' confusa e un po' soddisfatta, mentre la sento voltarsi verso di me, toccarmi piano una spalla e abbracciarmi come prima di tutto questo.
E mi godo questo abbraccio, e mi godo il suo amore, mentre una piccola parte della mia mente corre al ricordo di lui, a quando era la sua di bocca a farmi gemere e i suoi occhi a osservarmi godere
Le tue dita mi accarezzano gentili una spalla, leggere e delicate, una carezza che sa di comprensione e di amore, una carezza dolce, che mi porta a poggiare una mano sopra alla tua, per trattenerti, non voglio sentirti scivolare via.
Cogli il mio gesto e il tuo corpo si avvicina di più al mio, rannicchiato in quell'enorme letto bianco e soffice, in una posizione fetale di protezione, e ci si rannicchia contro, a cucchiaio, mentre continui ad accarezzarmi. La tua pelle contro la mia, separate solo dal tessuto leggero della tua camicia da notte e del mio vestito, il tuo respiro sul mio collo, profumato solletico, la forma dei tuoi seni sodi contro la schiena, il tuo ventre, le tue cosce lisce e nude contro le mie, il tuo odore mescolato a quello salato delle mie lacrime ormai secche sulle guance.
Una mano ad accarezzarmi il volto, proprio lì dove le lacrime hanno lasciato i loro solchi, a consolarmi, a dirmi che va tutto bene, che ci sei tu con me, che non mi abbandonerai, roccia nel deserto, faro in una tempesta.
Poi la tua mano che dalla spalla scivola giù, lenta ma inesorabile, facendo scivolare la spallina del mio vestito fino al mio seno, dove si appoggia piano, quasi pudica e vergognosa, ma tu non sei mai stata pudica e vergognosa, anzi, delle due ero io quella che cercava di trattenerti, non perché fossi particolarmente diversa da te, ma perché ho sempre saputo quanto tendi ad innamorarti con uno sguardo, quanto sotto quella facciata da ragazza sfrontata e coraggiosa ci sia in realtà la donna a cui ho imparato a voler bene come a una sorella, come a una madre a volte, quella donna dolce e romantica, umile e buona, per lo meno con me.
La tua mano sul mio seno e il tuo corpo contro il mio, strana situazione, un dolce cullare inaspettato, tu, la mia amica più cara, colei che c'è sempre stata, la ragazza con cui ho condiviso ogni cosa, tu ora mi tocchi come non mi sarei aspettata di essere toccata da una donna, tantomeno da te, tocchi dolci, tocchi leggeri, tocchi di chi agisce per amore, ma tocchi strani, imprevisti, quasi deviati, ma a chi importa? Stese al buio in quel letto grande e silenzioso, nascoste agli occhi del mondo, a chi può importare?
Non mi oppongo, ti lascio fare, il tuo tocco, ovunque esso sia, mi consola, e io ne ho così bisogno; così fragile che un piccolo scossone basterebbe per farmi andare in pezzi in questo istante. Io, che sono sempre stata quella forte, quella inattaccabile, una corazza resistente contro tutte le intemperie del mondo.
Una corazza che lui ha accarezzato e mi ha sfilato fino ad arrivare nei recessi più profondi del mio io, per leggermi, guardarmi dentro e farmi sua, fino a che non se ne è andato, annoiato forse, o spaventato magari, non lo so, e forse non lo saprò mai. Ma so che si è portato via la mia corazza e io ora mi sento nuda e vulnerabile, mi ha portato via la mia corazza e mi ha lasciata moribonda a lato della sua strada.
E lei ora è qui, nel silenzio soffice, abbracciata a me, in silenzio da ore ad ascoltare i miei singhiozzi e a tenermi stretta, e lei ora è qui, e le lacrime non scendono più, lei le ha asciugate tutte, accarezzando il mio corpo morente con una dolcezza infinita.
La sua mano sul mio seno, e poi sulla pancia, attraverso il tessuto scuro e frusciante, un tocco leggero, quasi un solletico, gli occhi chiusi mentre la sento scendere piano, sul mio fianco, ad accarezzare la pelle che sporge sopra l'osso del bacino, e poi seguire la curva del basso ventre, fino alla coscia destra, fino al ginocchio e poi all'indietro per risalire, trascinando con se la stoffa, fino all'incavo che protegge il mio sesso, delicata mentre accarezza e coccola causandomi dei leggeri brividi di pelle d'oca.
La sua bocca che bacia la mia nuca, e la pelle del mio collo, piano, le labbra appena dischiuse, mentre la sua mano spinge per farmi sollevare una gamba, e io obbedisco senza pensarci, lasciandomi trascinare da quelle attenzioni così dolci per me, così necessarie in questo istante. Voglio sentirmi apprezzata, voglio sentire che per qualcuno conto ancora qualcosa, che qualcuno ci tiene al mio sorriso.
Sollevo la mia gamba restando su un fianco, dischiudendo piano le mie cosce proprio come le tue labbra sull'incavo della mia spalla, umide proprio come loro. E sento la tua mano accarezzare, toccare, scivolare, stuzzicare e provocare; giocare sul mio sesso sempre più umido mentre io ancora non apro gli occhi, come per mantenere l'illusione che tutto questo sia giusto, che tutto questo sia normale fra di noi.
Sei tu a chiamarmi, a farmi voltare senza dire una parola ma facendomelo capire, gli occhi aperti si ritrovano nei tuoi, un attimo di esitazione, le braccia davanti al corpo per proteggermi da te -come se ce ne fosse davvero bisogno-, le cosce di nuovo chiuse, la tua mano su una guancia e il tuo sorriso rassicurante e dolce, "Va tutto bene" mi sta dicendo, e io gli credo, voglio credergli.
Tu prendi piano i miei polsi e li sposti, spingendo per farmi stendere sul piumone morbido; ti guardo, lì a cavalcioni su di me, il volto rilassato e sicuro, le tue dita affusolate sulle mie spalle a scivolare sopra le spalline del vestito facendole scendere lungo le braccia e senza fermarsi, tirandole verso il basso mentre sollevo il bacino per agevolarti il movimento, le tue dita affusolate che sfilano il mio vestito scuro e gli slip con lui, mentre i tuoi occhi non si staccano dai miei e le mie guance si colorano di un leggero rosso.
Il tuo viso sereno di fronte al mio, gli occhi che mi dicono di stare calma, perché è tutto ok, perché tu non mi farai mai del male, e il tuo viso che si abbassa sul mio senza interrompere quel contatto fra i nostri sguardi, e le tua labbra sulle mie, morbide e delicate, un bacio casto che sa di buono e di sicurezza, mentre io chiudo gli occhi per abbandonarmi a quella sensazione così dolce.
Gli occhi chiusi e la tua bocca sulla mia, le tue mani che scivolano sul mio corpo fino ai fianchi, fino ad andare a cercare il mio sesso pulsante e umido, fino ad andare con indice e medio ad aprire bene le labbra per poter immergere l'indice nei miei umori, mentre la mia bocca segue il mio sesso, schiudendosi al tuo tocco per assaggiare la tua lingua e il tuo sapore.
Le tue dita si muovono piano sulle mie labbra, godendo del mio godere, curiose di scoprirmi, movimenti circolari sempre più sottili fino a diventare verticali, dal basso verso l'alto, fino al clitoride, piano, senza fretta, mentre la passione fra le nostre labbra si fa più intensa e tu stacchi la mano da me per guidare la mia al tuo sesso, dove si ferma incerta, mentre la tua torna dove era senza fermarsi.
Incerte, timorose, le mie dita si fanno strada verso di te, ti cercano come cercherebbero me nei momenti più intimi che ho passato con me stessa, cercano le tue labbra, le aprono, scoprono un fiore bagnato e pulsante, e lo toccano, lo accarezzano, prima delicatamente, poi entrando piano e uscendo e scivolando umide fino al clitoride, un tocco leggero e di nuovo indietro ad affacciarsi dentro di te e ritorno, in un circolo straordinariamente coinvolgente e sempre più veloce, sempre più a fondo.
Mentre le tue dita ormai entrano completamente in me, un dito, lentamente, a sentire tutte le mie scanalature interne, a studiarmi, poi due, un po' più veloci, un po' più desiderose, mentre le nostre bocche non si baciano più, ma i nostri occhi si fissano luccicanti di desiderio e i nostri corpi vibrano sotto i nostri tocchi. Tre dita, prima incerte, poi soddisfatte e coraggiose, fino in fondo, a riempirmi mentre i primi gemiti cominciano ad uscire dalle mie labbra socchiuse e la mia mano continua ad esplorarti desiderosa di arrivare fino in fondo al tuo piacere.
Tre dita coraggiose che entrano ed escono da me lentamente ma con forza mentre il mio bacino si alza verso il tuo, voglio di più, voglio che mi fai godere, e allora sento il tuo sesso sfuggire alla mia mano mentre la tua bocca bacia il mio collo, morbida e umida, e le tue dita mantengono il ritmo, dentro e fuori, senza perdere un colpo; e la tua bocca scende, un seno, un capezzolo, i tuoi denti e i miei brividi, le costole e l'ombelico, una lingua curiosa, e una scia di baci fino al monte di venere e al clitoride, e una lappata veloce, come a testare il mio sapore, poi una più lenta, più a fondo, mentre mi assapori, mentre le tue dita entrano sicure in me e spingono sempre più forte, sempre più a fondo e le tue labbra si chiudono sul mio clitoride gonfio e succhiano e soffiano e leccano e stringono, facendomi tremare e sussultare ad ogni tocco fresco e umido, facendomi gemere implorando di averne di più, facendomi inarcare la schiena e alzare il bacino, sollevando il mio sesso, dandoti così un accesso più facile, che tu non ti fai sfuggire.
Tre dita dentro di me e fuori da me, veloci, forti, vogliose, una lingua fresca sul mio clitoride bollente, un alternarsi di sensazioni contraddittorie che reggo per poco, fino a che non sento forte la necessità di spingere di più la sua testa fra le mie cosce, mentre lei che capisce perfettamente che sono al limite aumenta il ritmo della masturbazione facendomi quasi urlare tanto e forte l'orgasmo che mi raggiunge e mi scuote dal basso ventre fino al cervello mentre le mie cosce si serrano forti sulla sua testa senza che lei interrompa il suo movimento, fino a che non mi sente accasciare sul letto, allora esce e si stacca lasciando un ultimo bacio leggero, per poi stendersi accanto a me, leccarsi le labbra e baciarmi piano mentre la mia mano destra scivola sul suo corpo verso il suo sesso ancora bagnato, desiderosa di restituire il favore.
È strano per me, nuovo e curioso: la tocco e la guardo mentre gli occhi le brillano di desiderio e le sue labbra si schiudono tumide e la sua lingua le lecca avida, intensifico il movimento e la osservo reclinare all'indietro la testa senza distogliere lo sguardo dal mio mentre dalla sua bocca esce un gemito basso, animale, e la osservo fremere quando le tocco il clitoride con il pollice senza diminuire il ritmo, la osservo volere di più, la osservo pregarmi di darle di più, e io l'accontento, mi accovaccio fra le sue cosce e guardo il suo sesso pulsante penetrato dalle mie dita, lo guardo e mi chiedo che sapore possa avere.
Chissà se ha lo stesso sapore un po' acre e un po' dolce del mio. Chissà se mi piacerà. E chissà se a lei il mio è piaciuto.
Lecco piano i suoi umori, curiosa, sa di dolce, un aroma delicato e buono, un aroma che voglio sentire ancora, allora do una lappata più forte soffermandomi sul clitoride e gustandomi quel nettare nuovo mentre sollevo lo sguardo per osservarla gemere e stringere fra le mani la stoffa del piumone. Riporto le attenzione al suo sesso, cominciando a leccare e a succhiare, immaginando le sensazioni che la mia lingua le sta provocando, immaginando una lingua come quella sul mio sesso e quelle sensazioni dentro di me e senza accorgermene intensifico il ritmo, cercando qualcosa di più, desiderosa di godere e farla godere, fino a che non la sento contorcere e gemere forte, allora mantengo il ritmo sentendo i suoi muscoli contrarsi e sollevando lo sguardo, voglio guardarla mentre gode, voglio vedere la sua espressione e i suoi occhi, voglio sapere di averle procurato io quel piacere che scuote il suo corpo.
Quando anche lei si lascia andare contro il materasso salgo e mi stendo accanto a lei, dandole la schiena, un po' confusa e un po' soddisfatta, mentre la sento voltarsi verso di me, toccarmi piano una spalla e abbracciarmi come prima di tutto questo.
E mi godo questo abbraccio, e mi godo il suo amore, mentre una piccola parte della mia mente corre al ricordo di lui, a quando era la sua di bocca a farmi gemere e i suoi occhi a osservarmi godere
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