L'uomo misterioso

di
genere
etero

Il cliente parlava da almeno 10 minuti eppure Valentina aveva già smesso di ascoltarlo da tempo, impegnata com’era a guardare fuori dalla vetrina del negozio. “Eccolo di nuovo, ma che vuole?” pensò tra sé e sé decisamente turbata ma anche incuriosita. Quel giorno era effettivamente la terza volta che passava lì davanti quell’uomo misterioso, e nei giorni precedenti era passato altre volte ripetendo sempre gli stessi gesti: si avvicinava alla vetrina facendo finta di niente, guardava dentro e se c’era qualcuno andava via con un’espressione contrariata.

Stranamente in quell’occasione non era andato via ma era rimasto lì fuori passeggiando sul marciapiede, in attesa, e appena il cliente che era con Valentina lasciò il negozio si decise ad entrare. Era un uomo alto, sulla quarantina, leggermente brizzolato, con le spalle larghe, lo sguardo magnetico e sfoggiava un sorriso smagliante; aveva tutta l’aria di essere un imprenditore o un manager importante di qualche grossa azienda, e Valentina, seppur inquieta, lo trovava decisamente affascinante, colpita dall’eleganza con cui vestiva e dal modo disinvolto e sicuro di sé con cui camminava.

Cercò di fare finta di nulla e dopo essersi schiarita la voce lo accolse con un sorriso come faceva con tutti i clienti.

“Salve, come posso aiutarla?”
“effettivamente c’è qualcosa che può fare per me, signorina” rispose lui, fulminandola con uno sguardo penetrante.
“se mi dice di cosa ha bisogno in particolare posso consigliarla su quale articolo scegliere”
Lui accennò un sorriso senza smettere di fissarla: “non sono venuto qui per fare acquisti”
“ehm… e per cosa allora?” rispose lei leggermente imbarazzata
“beh… avrà notato che passo spesso qui davanti, e non ho mai avuto l’occasione per entrare e parlare da solo con lei… eppure è da tempo che ho notato la sua bellezza straordinaria, e fin dal primo momento il mio desiderio è stato quello di invitarla a cena con me”
“ma veramente starei lavorando, ora proprio non posso”
“non è un problema, tra quanto chiude il negozio?”
Lei guardò l’orologio e disse “tra un’ora, più o meno”
“posso anche aspettarla e tornare a prenderla alla chiusura ma le prego non mi dica di no”

disse infine prendendole la mano e baciandogliela in modo galante. Valentina si sentì lusingata ed affascinata da quell’uomo misterioso per cui non potè fare a meno di accettare. Un’ora dopo, puntuale come un orologio, lui si trovava fuori dal negozio ad aspettarla. Valentina uscì e disse:

“eccomi qua sono pronta, ma almeno il nome me lo vuole dire o no?”

Lui fece una faccia seria e rispose: “no, mi spiace… devo essere onesto con lei, io sono un uomo sposato e con figli quindi preferisco mantenere l’anonimato… posso dirle che ho 45 anni ma non dirò di più sul mio conto, le lascio la possibilità di decidere se venire con me o declinare l’invito”

Lei rimase qualche secondo a riflettere poi disse: “io sto morendo di fame, a questo punto tanto vale accettare… e poi un po’ di mistero renderà la serata più intrigante”

Salirono in macchina e partirono, e durante il tragitto chiacchierarono del più e del meno decidendo di darsi del tu. L’uomo era un abile conversatore e Valentina cominciò a sentirsi umida in mezzo alle gambe, reazione tipica che aveva ogni volta che incontrava un uomo che la faceva eccitare. Dopo circa 20 minuti di viaggio arrivarono in un posto da favola: un hotel 5 stelle lussuosissimo, un classico posto per gente molto ricca. Presero l’ascensore e l’uomo la accompagnò in una sfarzosissima suite all’ultimo piano dove era già stata apparecchiata una tavola stracolma di cibo costosissimo come aragoste e ostriche. Un cameriere in frac stappò davanti a loro una bottiglia di vino pregiato e riempì i loro bicchieri, poi si congedò ed uscì dalla suite lasciandoli soli.

Cominciarono a cenare conversando piacevolmente e, forse a causa del vino o dell’effetto afrodisiaco delle ostriche, Valentina si eccitò sempre di più e sentì che si stava bagnando fino a macchiare anche la sedia. Il suo accompagnatore ad un certo puntò si avvicinò e le mise la mano sul ginocchio, accarezzando lentamente la sua coscia così perfettamente liscia, e le disse:

“sai è tutto il giorno che mi chiedo una cosa: sarei proprio curioso di sapere il colore delle tue mutandine”
Valentina si appoggiò allo schienale della sedia, accavallò le gambe e con uno sguardo malizioso negli occhi rispose: “beh, in realtà… non le porto”
Lo sconosciuto scattò in avanti all’improvviso e la baciò appassionatamente cogliendola di sorpresa.

“mi fai impazzire” disse, facendola alzare per poi cominciare ad accarezzarla su tutto il corpo. Cominciò a sbottonarsi i pantaloni e tirò fuori un enorme cazzone che la lasciò sbalordita poi la prese energicamente mettendola con la faccia contro il muro. Tenendola per i polsi le sollevò il vestito e la penetrò da dietro scopandola in piedi contro il muro. Valentina sentì l’enorme cazzo che le entrava profondamente nella vagina con colpi secchi e decisi e le sue gambe quasi cedettero quando le sembrò quasi di svenire per l’intensità di quel lussurioso piacere che non aveva mai provato prima in vita sua.

Lei ebbe ben due orgasmi mozzafiato nel giro di pochi minuti in cui venne posseduta da un uomo più maturo di cui non conosceva neanche il nome, una situazione che la intrigava ed eccitava da morire; ad un certo punto lui la gettò sul letto e si piazzò dietro di lei. Valentina quasi automaticamente si mise a pecora alzando il vestito e mostrando un fantastico culo a mandolino sodo e armonioso, e lui inebriato da quella visione non potè resistere e glielo mise dentro tenendole i fianchi e scopandole l’ano furiosamente; dopo qualche minuto lo tirò fuori e si segò davanti a lei sborrandole in bocca e sul viso. Valentina oramai in estasi leccò tutto e ingoiò massaggiandosi la figa con la mano e leccandosi le dita per mischiare il suo sapore a quello dello sperma.

Si rivestirono e lasciarono l’albergo e l’uomo misterioso riaccompagnò Valentina davanti al negozio. Si salutarono, lei scese e lui ripartì e dopo qualche secondo dalla via dietro l’angolo arrivò il suo fidanzato che non si accorse dell’auto che era appena andata via. Baciò in bocca Valentina e poi le disse: “amore sono due ore che ti cerco, dov’eri? Hai uno strano sapore, hai mangiato qualcosa?” lei cercando di essere disinvolta rispose: “ehm… scusami, avevo il telefono scarico e non ho potuto avvertirti che andavo a cena fuori, ho mangiato… ehm… tanto pesce” il fidanzato sorrise e andarono a casa mano nella mano, mentre l’uomo misterioso li guardava dallo specchietto retrovisore ridendo mentre si allontanava.
scritto il
2017-08-21
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