Adorabile Stellina. Prima parte

di
genere
zoofilia

Quella che sto per raccontarvi è una serie di esperienze reali che ho vissuto qualche anno fa e che mi piace ricordare come l’estate di Stellina. Stellina lo anticipo era la mia cagna ai tempi in cui una quindicina di anni addietro, frequentavo l’università. All’epoca vivevo in una casa di campagna con i mie genitori e i miei due fratelli. La casa era situata in una zona abbastanza isolata poco fuori città, dove mi recavo abitualmente per frequentare le lezioni. Avevamo qualche animale, ma niente di troppo impegnativo: galline, conigli, tacchini, gatti e cani. Stellina era per l’appunto una cagna bastardina che abbiamo tenuto per qualche anno. Era uno splendido esemplare di taglia media, dalla forma flessuosa che ricordava molto alla lontana quella di un cane lupo. Pelo castano scuro con riflessi rossicci e tendente al nero sulle zampe e sul muso. Muso sporgente con orecchie a punta. Coda arricciata verso l’alto e spesso scodinzolante. Occhi molto dolci. Un abbaiare squillante e una vitalità fuori dal comune! Fungeva sia da cane da guardia, che da animale da compagnia. Infatti era molto territoriale e diffidente con gli estranei, quanto dolce e remissiva con noi della famiglia.
Quella lì era un’estate che si preannunciava abbastanza stressante, sia per via degli esami universitari, con i quali non ero in regola, ma soprattutto per la mancanza di una compagna e la voglia di figa si faceva sentire eccome. Del resto all’epoca non avevo molta fortuna, né tantomeno chissà quanta esperienza con le donne. A qualche pomiciata in cui avevo rimediato qualche esplorazione approfondita delle tette e della fica, avevo scopato una sola volta in tutta la mia vita e, devo dire, era stato abbastanza soddisfacente da volerne ancora. Le ragazze non mi filavano per cui dovevo trovare una soluzione alternativa per svuotarmi i coglioni. L’idea che stellina potesse essere in qualche modo attraente mi balenò per la prima volta quando una volta, in occasione della visita di mio cugino quest’ultimo, riferendosi a Stellina che aveva sgravato dei cuccioli da poco, mi fece notare: “Guarda, a Stellina sono venute delle zinne enormi!” Era vero. Erano grosse mammellone grigie, gonfie di latte con capezzoloni a bottoncino. Certamente diverse da quelle da cui ero stato attratto finora, ma sicuramente notevoli. Iniziai a pensare (e ne sono convinto tutt’ora) che Stellina fosse per gli esemplari di cane quello che per noi umani può essere una di quelle superpornostar dei film hard. E, col senno di poi, devo dire che i cani che avevano avuto il piacere di fottersela, fra cui l’ultimo che l’aveva ingravidata, sembrava che lo avessero fatto con estrema soddisfazione. Da quel giorno il pensiero che Stellina potesse essere non solo la mia cagna da compagnia, ma anche un oggetto di fantasie sessuali iniziò a farsi largo sempre più spesso nel corso delle mie giornate. Passavo sempre più tempo a osservarla e man mano che lo facevo aumentavano le mie fantasie nei suoi confronti. E questo benché all’epoca non fossi un fruitore di pornografia che potesse alimentare le mie idee erotiche. Ma sicuramente in parte era dovuto all’astinenza sessuale e al caldo anomalo di quell’estate che, come si suol dire, mi faceva ribollire gli ormoni.
Tuttavia da quando l’osservazione di mio cugino aveva attivato il circolo vizioso di fantasie che ogni giorno mi trascinava sempre di più, nel mondo reale i miei contatti fisici con Stellina si limitavano a quei normali rapporti padrone/cane che si limitano alle carezze sul pelo, alle coccole e ai giochi da riporto. Senza contare che in quel periodo, avendo avuto anche dei cuccioli, Stellina aveva anche il suo bel da fare per accudirli (con mia somma gioia e invidia nel vederli ciucciare quei bei capezzoloni grigi!). Ma i giorni passavano e le mie fantasie erotiche su Stellina crescevano sempre di più, al punto da disturbare la concentrazione che dovevo riporre sui libri per gli esami, ma anche la mia stessa attrazione per le ragazze. Si, perché ormai le stesse mie compagne di università sulle quali, a forza di seghe mi ci ero spellato le mani, non mi interessavano più. Tutte i miei desideri erotici che prima le vedevano protagoniste sembravano quasi non essermi mai appartenuti. Mi interessava una e una sola cosa: Stellina, la mia dolcissima e attraente cagna! E avevo notato anche un’altra cosa alla quale finora non avevo mai fatto caso: anche lei aveva una figa! Ed era qualcosa di molto diverso a quelle a cui ero abituato a pensare. Quelle tante che mi era capitato di vedere in foto o in video e quelle pochissime dal vivo. Se dovessi descriverla direi che sembrava una specie di tortellino. Un adorabile tortellino carnoso di colore tendente al grigio. L’unica differenza è che la fessa era, per l’appunto una fessura e non era di forma circolare. E poi. E poi c’era un particolare che mi faceva impazzire: alla punta del suo bellissimo tortellino carnoso aveva un ciuffo lungo e sottile di peli che si bagnava quando pisciava. Quanto ho fantasticato su quei peli… e anche sul suo buchino del culo, adorabilmente situato alla base della coda scodinzolante. Ormai la mia cagna riempiva i pensieri delle mie giornate come un piacevole e calda ossessione. Quasi non riuscivo a pensare ad altro. Ma ora basta: era venuto il momento di agire. In un modo o nell’altro avrei provato a mettere in atto le mie fantasie: Stellina doveva essere mia…

FINE PRIMA PARTE
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2017-09-09
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