Cristina in campagna

di
genere
sadomaso

Andiamo nella casa di campagna, una villetta con ampie vetrate che, d'autunno, mentre stai davanti al caminetto ti permettono di vedere il prato e il gruppo di alberi intorno, a volte sfumati da una nebbiolina che affievolisce i contorni... sarà un bel weekend. Ho voglia di godermi la mia schiava e ho voglia di sentirti urlare. Saranno quasi 3 giorni di fuoco e tu lo sai bene... a te piace tantissimo essere anche una schiava da frusta, superare i limiti del dolore e del piacere, ma vedi la mia voglia e hai paura che il gioco sarà duro......Quel giorno la nebbia era abbastanza fitta. Arrivammo nel pomeriggio, dopo un piacevole viaggio e una fermata in un buon ristorante. La casa era calda... la cameriera aveva acceso presto. Decisi di portarti a fare una passeggiata nel paesaggio ovattato dei boschi e campi vicini e ci vestimmo con abiti caldi e pesanti e un bel paio di stivali ai piedi. Mentre uscivamo accesi lo stereo. Una dolce musica si spandeva nella nebbia anche a parecchia distanza dalla villa. Fuori era bellissimo, lo sguardo si perdeva solo a pochi metri di distanza, ma io conoscevo bene la zona, tu no... Il terreno scricchiolava sotto i nostri piedi, per il resto solo silenzio e quella musica deliziosa.... Ma io sapevo dove ti portavo. Presto, superato il boschetto, ci inoltrammo in un prato coperto da erba
molto alta e rovi spinosi, ma i vestiti ci riparavano tranquillamente e tra la nebbia, camminando sull'aspro terreno, i contorni del bosco sparirono e ci ritrovammo in mezzo al nulla... solo la musica, lontana, ci agganciava alla realtà. Ora, in una zona solo sassi, ti feci spogliare completamente... la nebbia si infilava in ogni piega del tuo corpo, giocava coi tuoi capezzoli facendoli inturgidire, scalza su quelle pietre spigolose.....Improvvisamente, arretrai di qualche metro e sparii .... completamente, a tutti i tuoi sensi.... Eri sola, nuda, persa nella nebbia, su sassi aguzzi che ti pungevano . Inutile chiamare....
Sentivi la musica in lontananza che poteva guidarti verso casa. Ma fatti i primi passi, ti accorgesti che quell'erba, alta fino alla vita, in cui dovevi quasi nuotare era un enorme campo di ortica e che quei rovi alti come un uomo, che prima avevi superato con facilità, ora, nuda, facevano un altro effetto....l'erba alta si intrufolava tra le gambe strusciando contro la fica e i rovi, mentre ti proteggevi la faccia con le mani , ti ferivano la schiena, il seno, tutto il tuo corpo, lasciando sottili strisce sanguinanti... nonostante il freddo eri tutta un fuoco... finalmente arrivasti al boschetto, la musica era sempre più forte....
Uscendo da dietro gli alberi con un ramo flessibile in mano, ti percuotevo con qualche colpo violento per poi sparire verso un nuovo agguato......
Finalmente riuscisti a entrare in casa, lasciandoti cadere sul pavimento davanti al caminetto e io ti trovai così, mentre dormivi raggomitolata ......



scritto il
2017-09-27
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