Due fratelli e la loro sorella
di
pervert64
genere
sadomaso
Ciao a tutti.
Mi chiamo Lario e ho 20 anni, sono un ragazzo alto 180, capelli castano-bruno tagliato corto, la mia vita si svolgeva fra casa, scuola (università - facoltà di ingegneria) e la palestra (dove vado due volte alla settimana); poi c’è mio fratello Michele di un anno più grande alto all’incirca quanto me con dei capelli biondo-castano lasciti lunghi e portati a coda di cavallo, lui invece ha diploma professionale da elettromeccanico e lavora presso un officina meccanica di assemblaggio motori; nostra sorella, Maria Lina di 23 anni, anche lei alta circa 180, fisico snello capelli biondo-castano molto lunghi, una terza di seno e un culo molto ben modellato.
Siamo entrambi orfani dei, che ci hanno abbandonati da piccoli. Abbiamo quindi vissuto in una casa famiglia fino alla maggiore eta di tutti e tre. A tale età prendemmo un appartamento in affitto su tre piani dove al piano terra vi era una specie di deposito/cantina completamente spoglia, ai restanti due piani vi era la zona giorno con anche due stanze da letto e al piano di sopra la zona notte con due camere da letto e il bagno.
Ora dovete sapere che la nostra sorellina, durante tutto il periodo di vita nella casa famiglia, era la spia degli adulti su tutto quello che facevamo noi due, facendoci punire e lei ne godeva.
Quando prendemmo l’appartamento mio fratello Michele cominciò a lavorare nel deposito/cantina dicendoci di non entrare, ma nel dubbio chiudeva a chiave e se la portava dietro.
Un pomeriggio mentre stavamo riposando lui mi chiamò e disse: “ora ci vendicheremo di nostra sorella, seguimi e aiutami” detto fatto sali in camera della sorella e prendendola con la forza le mise un cappuccio mentre io la legavo egli disse: “ora, brutta troia, pagherai per tutti gli anni alla casa famiglia”.
La prese di peso, e la portò nel deposito, apri la porta e mi si aprii un mondo tutto nuovo per me.
Nella stanza, insonorizzata ad hoc, vi erano attrezzi da tortura fisica e sessuale di ogni tipo e rimasi scioccato e piacevolmente sorpreso.
Legammo mani e piedi ad una sedia la nostra sorellina, le togliemmo il cappuccio. Lei strabuzzo gli occhi di paura e cominciò a gridare “lasciatemi andare, figli di puttana, vi denuncerò, vi rovinerò e vi manderò in galera”, e Michele le urlò “grida quanto vuoi, se non l’hai notato la stanza e insonorizzata e non ci sono finestre, nessuno fuori ti sentirà. Finalmente sei in mano nostra, pagherai per tutto quello che ci hai fatto in questi anni, stronza, e quando avremo finito sarai la più docile delle cagne sulla faccia della terra”. Maria Lina a sentire questo si calmò leggermente e cominciando a piangere disse “vi prego, lasciatemi andare, vi chiedo scusa, perdonatemi” e io dissi “eh no, cara sorellina troppo facile. Sono con Michele”.
Nel frattempo mio fratello le aveva strappato i vestiti e l’intimo lasciandola completamente nuda, le infilo una ball-gag a forma di cazzo che le riempiva la bocca impedendole di parlare, andò verso un macchinario, lo scoprii ed era una sedia con due falli enormi uno per la fica e uno per il culo; Maria Lina vedendola apri gli occhi per la paura e cominciò ad agitarsi, Michele la slegò e con il mio aiuto la facemmo sedere sulla sedia, indirizzando i due falli, che erano anche vibranti, sui due buchi di nostra sorella, che come entrarono fece un grugnito animalesco per quanto erano grossi, ma purtroppo per lei non erano ancora entrati del tutto, allora caricandola sulle spalle la spingemmo con forza e con un colpo solo entrarono tutti e due dentro i suoi buchi, lei digrignò ancora più forte e vidi negli occhi di mio fratello un lampo di goduria misto a sadicità.
La legammo ben stretta, in modo che non potesse muoversi da quella posizione in nessun modo, accese i vibratori alla massima velocità, ma non contento le mise un piccolo vibratore sul clitoride, lo fermò con del nastro adesivo, accese anche quello e poi rivolgendosi a me disse “andiamo a farci una pizza? Offro io. Tanto lei ne avrà per circa tre ore” e dicendo così si chiuse dietro di se la porta chiave.
Mentre eravamo a mangiare la pizza, non molto distante dalla nostra abitazione, ci immaginavamo la nostra sorellina devastata da quei falli nei suoi orifizi e dal vibratore sul clitoride.
Dopo circa tre ore andammo nel deposito e trovammo Maria Lina semi incosciente preda di continui orgasmi dati contemporaneamente dal clitoride, dalla fica e dal culo e tutto intorno un lago di umori.
La slegammo, senza togliergli la ball-gag e lei cadde a terra completamente sfinita.
Michele disse “pensi che sia finita? Ti sbagli siamo solo all’inizio” e dicendo così la prese di peso le lego le mani dietro la schiena e poi fisso le mani cosi legane ad un gancio che sporgeva dal muro, le divarico le gambe le blocco a due perni sempre nel muro, in modo che risultasse oscenamente aperta. Al quel punto prese una scatola e tiro fuori degli elettrodi che cominciò fissare ai capezzoli, alle cosce, ne infilo uno nel buco del culo e uno dentro la fica fermandoli con del nastro adesivo in modo che non potessero uscire, e un paio li attacco alle grandi labbra della fica che così era oscenamente aperta; collegò i fili ad un trasformatore apposito e giro la chiave al minimo, in modo ce le arrivasse come una specie di leggero pungiglio, al che lei sussulto e comincio a gemere. Soddisfatti ce ne andammo a fare delle commissioni.
Dopo un paio d’ore, si era fatta l’ora di cena, andammo nel deposito e spegnemmo il trasformatore, togliemmo gli elettrodi, poi Michele prese due tappi appositi e ne mise uno nella fica e uno nel culo, fissandoli sempre con del nastro adesivo e poi mi disse “togligli quella cosa dalla bocca, e aspettami un attimo, torno subito “. Dopo un paio di minuti torno con un imbuto e una caraffa da litro di acqua e disse “ sorellina hai sete, vero? Toh, bevi”. E dicendo cosi le infilò l’imbuto in bocca e comincio a versarle l’acqua facendo in modo che la bevesse tutta. Poi fatto questo le disse ”ci vediamo domani mattina. Vieni Lario andiamo a mangiare che ho fame. Tu sorellina mangerai domani. Un po di digiuno ti farà bene, troia”.
Cosi dicendo ce ne salimmo in cucina, mangiammo e dopo aver visto un bel film alla televisione andammo a dormire.
Mi chiamo Lario e ho 20 anni, sono un ragazzo alto 180, capelli castano-bruno tagliato corto, la mia vita si svolgeva fra casa, scuola (università - facoltà di ingegneria) e la palestra (dove vado due volte alla settimana); poi c’è mio fratello Michele di un anno più grande alto all’incirca quanto me con dei capelli biondo-castano lasciti lunghi e portati a coda di cavallo, lui invece ha diploma professionale da elettromeccanico e lavora presso un officina meccanica di assemblaggio motori; nostra sorella, Maria Lina di 23 anni, anche lei alta circa 180, fisico snello capelli biondo-castano molto lunghi, una terza di seno e un culo molto ben modellato.
Siamo entrambi orfani dei, che ci hanno abbandonati da piccoli. Abbiamo quindi vissuto in una casa famiglia fino alla maggiore eta di tutti e tre. A tale età prendemmo un appartamento in affitto su tre piani dove al piano terra vi era una specie di deposito/cantina completamente spoglia, ai restanti due piani vi era la zona giorno con anche due stanze da letto e al piano di sopra la zona notte con due camere da letto e il bagno.
Ora dovete sapere che la nostra sorellina, durante tutto il periodo di vita nella casa famiglia, era la spia degli adulti su tutto quello che facevamo noi due, facendoci punire e lei ne godeva.
Quando prendemmo l’appartamento mio fratello Michele cominciò a lavorare nel deposito/cantina dicendoci di non entrare, ma nel dubbio chiudeva a chiave e se la portava dietro.
Un pomeriggio mentre stavamo riposando lui mi chiamò e disse: “ora ci vendicheremo di nostra sorella, seguimi e aiutami” detto fatto sali in camera della sorella e prendendola con la forza le mise un cappuccio mentre io la legavo egli disse: “ora, brutta troia, pagherai per tutti gli anni alla casa famiglia”.
La prese di peso, e la portò nel deposito, apri la porta e mi si aprii un mondo tutto nuovo per me.
Nella stanza, insonorizzata ad hoc, vi erano attrezzi da tortura fisica e sessuale di ogni tipo e rimasi scioccato e piacevolmente sorpreso.
Legammo mani e piedi ad una sedia la nostra sorellina, le togliemmo il cappuccio. Lei strabuzzo gli occhi di paura e cominciò a gridare “lasciatemi andare, figli di puttana, vi denuncerò, vi rovinerò e vi manderò in galera”, e Michele le urlò “grida quanto vuoi, se non l’hai notato la stanza e insonorizzata e non ci sono finestre, nessuno fuori ti sentirà. Finalmente sei in mano nostra, pagherai per tutto quello che ci hai fatto in questi anni, stronza, e quando avremo finito sarai la più docile delle cagne sulla faccia della terra”. Maria Lina a sentire questo si calmò leggermente e cominciando a piangere disse “vi prego, lasciatemi andare, vi chiedo scusa, perdonatemi” e io dissi “eh no, cara sorellina troppo facile. Sono con Michele”.
Nel frattempo mio fratello le aveva strappato i vestiti e l’intimo lasciandola completamente nuda, le infilo una ball-gag a forma di cazzo che le riempiva la bocca impedendole di parlare, andò verso un macchinario, lo scoprii ed era una sedia con due falli enormi uno per la fica e uno per il culo; Maria Lina vedendola apri gli occhi per la paura e cominciò ad agitarsi, Michele la slegò e con il mio aiuto la facemmo sedere sulla sedia, indirizzando i due falli, che erano anche vibranti, sui due buchi di nostra sorella, che come entrarono fece un grugnito animalesco per quanto erano grossi, ma purtroppo per lei non erano ancora entrati del tutto, allora caricandola sulle spalle la spingemmo con forza e con un colpo solo entrarono tutti e due dentro i suoi buchi, lei digrignò ancora più forte e vidi negli occhi di mio fratello un lampo di goduria misto a sadicità.
La legammo ben stretta, in modo che non potesse muoversi da quella posizione in nessun modo, accese i vibratori alla massima velocità, ma non contento le mise un piccolo vibratore sul clitoride, lo fermò con del nastro adesivo, accese anche quello e poi rivolgendosi a me disse “andiamo a farci una pizza? Offro io. Tanto lei ne avrà per circa tre ore” e dicendo così si chiuse dietro di se la porta chiave.
Mentre eravamo a mangiare la pizza, non molto distante dalla nostra abitazione, ci immaginavamo la nostra sorellina devastata da quei falli nei suoi orifizi e dal vibratore sul clitoride.
Dopo circa tre ore andammo nel deposito e trovammo Maria Lina semi incosciente preda di continui orgasmi dati contemporaneamente dal clitoride, dalla fica e dal culo e tutto intorno un lago di umori.
La slegammo, senza togliergli la ball-gag e lei cadde a terra completamente sfinita.
Michele disse “pensi che sia finita? Ti sbagli siamo solo all’inizio” e dicendo così la prese di peso le lego le mani dietro la schiena e poi fisso le mani cosi legane ad un gancio che sporgeva dal muro, le divarico le gambe le blocco a due perni sempre nel muro, in modo che risultasse oscenamente aperta. Al quel punto prese una scatola e tiro fuori degli elettrodi che cominciò fissare ai capezzoli, alle cosce, ne infilo uno nel buco del culo e uno dentro la fica fermandoli con del nastro adesivo in modo che non potessero uscire, e un paio li attacco alle grandi labbra della fica che così era oscenamente aperta; collegò i fili ad un trasformatore apposito e giro la chiave al minimo, in modo ce le arrivasse come una specie di leggero pungiglio, al che lei sussulto e comincio a gemere. Soddisfatti ce ne andammo a fare delle commissioni.
Dopo un paio d’ore, si era fatta l’ora di cena, andammo nel deposito e spegnemmo il trasformatore, togliemmo gli elettrodi, poi Michele prese due tappi appositi e ne mise uno nella fica e uno nel culo, fissandoli sempre con del nastro adesivo e poi mi disse “togligli quella cosa dalla bocca, e aspettami un attimo, torno subito “. Dopo un paio di minuti torno con un imbuto e una caraffa da litro di acqua e disse “ sorellina hai sete, vero? Toh, bevi”. E dicendo cosi le infilò l’imbuto in bocca e comincio a versarle l’acqua facendo in modo che la bevesse tutta. Poi fatto questo le disse ”ci vediamo domani mattina. Vieni Lario andiamo a mangiare che ho fame. Tu sorellina mangerai domani. Un po di digiuno ti farà bene, troia”.
Cosi dicendo ce ne salimmo in cucina, mangiammo e dopo aver visto un bel film alla televisione andammo a dormire.
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