Resoconto della mia prima volta
di
Mpunto
genere
prime esperienze
Non voglio raccontare una mia fantasia. Non voglio inventare una storia. Non è questo il mio scopo. Sono qui per raccontare una mia esperienza reale e lo faccio per una scommessa. Ecco, la tentazione sarà forte, lo so, ma giuro che non cambierò i fatti per abbellire la storia. Il mio è un resoconto dettagliato della prima volta che ho fatto sesso con due ragazzi, entrerò nei dettagli delle mie sensazioni e di come l'ho vissuta. Sono una ragazza di 22 anni con un nome e un cognome e non racconterei mai questa storia ad un mio conoscente ma qui l'anonimato mi consente di farlo. Questa è la mia prima e sarà l’ultima storia che pubblico.
Non sono una ninfomane. E' la prima cosa che potreste pensare, è la prima cosa che avrei pensato io di una ragazza che si concede a due ragazzi contemporaneamente. Bè, non è così. Prima di questa esperienza mi piaceva il sesso e ora mi piace ancora. Non ha risvegliato particolari istinti in me, semplicemente ho conosciuto una cosa nuova. Sono bella e non ho paura di ammetterlo. Atletica, capelli castani ma mi piace cambiare colore abbastanza spesso (adesso sono nera, ai tempi ero bionda), occhi azzurri. Ho una terza di seno. Ho un bel sedere. Non voglio nascondere niente e altri particolari del mio corpo ve li racconterò più avanti. Non sono sboccata o volgare nella vita reale, ma nella vita reale le persone si filtrano. Qui ne ho la possibilità e voglio provare a scrivere quello che penso, come lo penso.
E’ successo l’anno scorso. Ero, e sono tuttora, una studentessa fuori sede. Avevamo un appartamento in quattro, tutti compagni del liceo. Poi la mia amica ha mollato l’università e abbiamo deciso che non ci serviva un quarto. Siamo rimasti io e i due ragazzi. Si, senza colpi di scena, sono loro i due ragazzi con cui ho fatto sesso. Ho preso due cazzi insieme, e i due cazzi erano i loro. Posso scriverlo, è un po’ come dirlo ad alta voce. Mi fa effetto questa cosa. Durante il liceo -ovviamente- non avevo fatto sesso con loro. In realtà non ho mai fatto sesso quando andavo al liceo, ho perso la verginità piuttosto tardi, mi sento di dire, ma questa è un’altra storia.
Uno di loro è il classico sfigato che aveva una cotta per me, non me l’aveva mai detto, io ovviamente lo sapevo. Si chiama A. Non voglio divagare ma potete immaginare quanto io sia stata crudele il primo anno di convivenza. Perché sono fatta così, se una sera ero sul divano a vedere la tv gli chiedevo di venire vicino a me a farmi compagnia. Se potevo piegarmi con la scollatura o mettermi dei leggings con lui nei paraggi lo facevo. Ho reso l’idea. No, non mi vergogno. Ogni ragazza lo fa. Sono sicura che si sia segato più volte pensando a me. Non solo, ho motivo di pensare che per un certo periodo abbia nascosto in camera mia una telecamera o quantomeno un microfono. Malato? No, per me era divertente. In ogni caso è ed era innocuo.
Il secondo ragazzo, anche lui si chiamerebbe A. ma questo creerebbe confusione, per cui o chiamerò B. B., dicevamo, è meno sfigato di A.. Stava con la stessa ragazza dal liceo, ai tempi della mia storia, e ci sta tuttora. Lei è una mia amica tra l’altro, ci frequentiamo regolarmente e io so che forma ha il cazzo del suo ragazzo. A volte mi fa sorridere parlare con lei, che considero sinceramente un’amica, e sapere che il suo ragazzo ha il cazzo leggermente piegato all’ingiù e lungo 18 centimetri. Lo so in parte perchè gliel’ho visto, in parte perché ce l’ho avuto dentro e in parte perché capitava di vederlo spesso, non solo la mattina, con l’alza bandiera. Della qual cosa o non si rendeva conto in nessun modo o era del tutto normale per lui andare in giro per casa con i pantaloni della tuta gonfi. A differenza di A., B. non dimostrava particolare interesse sessuale per me durante la convivenza. Penso che parlasse con A. di me, notavo che gli cadeva l’occhio su parti del mio corpo ma nulla più. Per assurdo avevo più un rapporto normale con B. che con A.. A. stravedeva troppo per me. E infatti B. è il primo con cui ho scopato.
Non voglio però raccontare questa esperienza, forse non è troppo banale o forse lo è. Ma per non lasciare buchi nel racconto è sufficiente che sappiate che mi ero mollata con il mio ragazzo di allora, B. era in casa e avevo voglia sia di fare un torto al mio ex che di prende un cazzo. Ci sono cose che senti dire spesso e ti sembrano luoghi comuni, poi un giorno ti capita qualcosa e capisci che sono troppo veri. In quel giorno ho preso reale coscienza di questo: se sei un ragazzo e hai voglia di sesso ti chiudi in camera e fai altro, se sei una bella ragazza basta molto poco. Ho gli occhi azzurri con ciglia naturalmente voluminose, zigomi alti e labbra carnose. Un mio amico ubriaco recentemente mi ha detto che ogni volta che mi bagno le labbra con la lingua non riesce a non immaginarmi “con un cazzo in bocca”. Ora lo faccio spesso. Non ricordo se l’ho fatto quel giorno, ma ricordo che l’abbiamo fatto senza preservativo e B. è venuto in parte sul divano in parte sulla sua pancia. Mi ero avvicinata a lui sul divano, raccontandogli di come era finita col mio ex, ci siamo baciati, mi ha abbracciato un fianco e gli ho cercato il cazzo nei pantaloni con la mano. Da lì a farmi togliere la tuta, salirgli in braccio e prendermelo dentro ci è voluto davvero poco. Quattro minuti per una scopata non eccezionale che non mi ha portato all’orgasmo. Sapeva solo riempirmi di saliva i capezzoli e tenermi le mani sul culo. Quando mi ha detto che stava venendo mi sono tolta e l’ho fatto venire con la mano.
I giorni successivi sono stati strani, anche per me. Alcuni giorni dopo è venuta dormire da noi la ragazza di B. Si era seduta sul divano: strano forte. Anche A. da un giorno all’altro si è fatto strano. Aveva saputo da B. Io avevo un letto a una piazza e mezza e nel giro di venti giorni ci avevo fatto sesso con 4 ragazzi diversi. Non tutte le volte cambiando le lenzuola. Forse sarà normale per alcune, non per me fino ad un mese prima. Alcune di queste volte A. era in casa, e io non mi trattenevo più di tanto con i versi dell’orgasmo. Non è colpa mia, o forse sì, ma chissene. Non pensavo neanche più al mio ex. Non ho scuse morali. Volevo essere cattiva, ma sicuramente era anche un periodo in cui avevo voglia di cose nuove. Capite dove voglio arrivare. Con uno di quei quattro, non ricordo quale, ho provato il sesso anale per la prima volta nella mia vita. Un’esperienza interrotta, forzata e a tratti dolorosa.
In quei giorni con B. era tutto un fare finta di niente. Con A. non parlavo praticamente più. Ripensandoci ora: volevo portarlo ad esplodere. Non sono finita a fare sesso a tre per caso, o da una situazione che ne ha tirata un’altra. Una sera ho bussato e aperto velocemente la porta della camera di A., senza dargli tempo di dire “avanti” o “un attimo”. Volevo beccarlo mentre si faceva una sega, magari con una mia foto. Invece era sul letto che guardava il soffitto. Spiazzata.
Un paio di giorni dopo, stranamente, facevamo colazione insieme. O meglio, ognuno le sue cose, nel silenzio con la tv accesa. Avevo il the con le fette biscottate, senza marmellata. Sono l’unica che le mangia così, lo so. Pensavo di essere più sicura nel dirlo e invece mi era uscita una voce rotta: “Ragazzi… ho voglia di fare sesso a 3, con voi due”. Ero più imbarazzata per l’inattesa insicurezza con cui mi erano uscire quelle parole che per le loro reazioni. Erano un misto di risate, silenzi e ancora risate interrogative. Ma io ero convinta e gliel’ho fatto capire: voleva quella sera con loro due, nel letto di A. che è a due piazze (in realtà sono due brande unite con uno spago).
Ho ancora il gruppo whatsapp: “A 3”. L’avevo fatto io quel pomeriggio per organizzarci: cosa volevo fare e cosa non volevo fare, cosa non volevano loro. A. era ancora vergine ma sulla teoria sembrava molto preparato. Loro non volevano che i loro peni si toccassero, per il resto erano completamente a mia disposizione. Avevo una stramaleddata voglia di farlo. Pronta per un’esperienza nuova che potevo tenere sotto controllo. Sapevo esattamente le posizioni che volevo fare e che sensazioni cercavo.
Alle 9 erano entrambi in mutande nel letto di A., come d’accordo. Io sono entrata in camera con canottiera e perizoma e mi sono messa in mezzo tra loro due. Non avremmo dovuto parlare molto quella sera, anche per evitare eventuali imbarazzi. Ci eravamo detti già tutto nel pomeriggio. Avevo programmato come doveva iniziare, svolgersi e finire. Inutile dire che non andò così.
Iniziano a toccarmi. B. mi accarezza per primo la pancia, A. punta subito alle tette. Era decisamente la prima volta che lo faceva in vita sua: mani fredde che palpano senza uno scopo. Loro sono rivolti su un fianco verso di me, io a pancia in su. Allungo le mani e gli sento in cazzi dietro le mutande per capire come erano messi, gli dico di sfilarsele. Per la prima volta vedo in cazzo di A. e ho anche modo di analizzare meglio quello di B.: un cazzo ben fatto e proporzionato. Sui 18 centimetri, leggermente curvo allingiù, una cappella tondeggiante, leggermente più larga dell’asta, ancora rinchiusa nel prepuzio. Due vene gli corrono lungo l’asta ed è in quello stato di erezione appena avvenuta, traballante come un wurstel. La sorpresa è però il cazzo di A.: più lungo di quello di B., forse sui 20 centimetri, un colorito pallido e già scappellato. La vera sorpresa più che la dimensione la forma della cappella: enorme. Completamente sproporzionata rispetto al pene comunque grande. spuntava dall’asta della larghezza di un mignolo quasi. Sembra il fungo della casa dei puffi. Lì per lì non ho saputo se più mi piaceva o mi faceva ribrezzo.
Mi faccio spogliare: A. la canottiera e B. le mutande. Penso di avere un bel seno. Sodo. Volendo starebbe bene anche senza reggiseno. In estate a volte lo faccio. Ha l’areola abbastanza grande ma di un rosa poco più scuro della mia carnagione chiara. Il capezzolo è piccolino e in quel momento era ancora rilassato. A. resta immobile. Gli accarezzo il viso e gli dico se vuole baciarmi. Mi stendo e mi faccio baciare. Non un gran bacio. Lui tira fuori solo la lingua e io gliela avvolgo con la mia. Intanto lui mi raggela le tette con la sua mano sudaticcia e fredda. B. nel mentre ha preso l’iniziativa e contrariamente a quanto ci eravamo detti mi allarga le gambe e inizia a leccarmi. Ci sa fare, lo lascio fare.
Io sono completamente depilata, la prima volta che lo avevo provato non mi piaceva perchè sembro una bambina. La mia figa ha le grandi labbra pronunciate e le piccole che appena spuntano. Il clitoride quasi non si vede se non allargando ben bene la figa con le dita. Sembra quasi un taglio nella pelle più che una figa. Per fortuna quando mi eccito e mi bagno le piccole labbra si gonfiano un po’ e si dilatano. Al mio ex piaceva che non avessi nessun pelo così ho continuato a depilarmi. B. prova a infilarmi l’indice dentro ma non voglio ancora. Allora mi sollevo e dico: “No, ora tocca voi”. Sanno a cosa mi riferisco perchè secondo il programma che avevamo concordato dopo i baci in bocca avrei dovuto leccarglielo. Si mettono sdraiati a pancia in su: uno a fianco all’altro con le gambe divaricate. B. è bello teso e pronto a essere scapppellato, A. invece è floscio. Si imbarazza della cosa, io un po’ mi innervosisco ma inizio da lui. Lo prendo in mano e poi lo bacio sulla punta, sento che inizia subito a fluire il sangue e irrigidirsi. Lo lecco con la punta della lingua e intanto guardo A. negli occhi. Non so spiegarvi che espressione avesse. Ho il suo fungo in bocca ora, e la cappella è di nuovo gigantesca. Forse inizia a piacermi. Guardo B. mentre fatico leggermente per prende in bocca tutta la cappella di A. Poi mi fermo e passo al cazzo di B. Sta iniziando a piacermi la cosa finalmente perchè li vedo completamente sotto il mio controllo.
B. ha il cazzo bagnatissimo e traballante. A me il gusto dello sperma non piace però quello dolciastro del presperma si. Lui ne è pieno e io ho voglia di scappellarlo. Un bacino sulla punta, una sliguettata e gli sorrido. Chiudo gli occhi e vado giù con la testa facendo pressione con le labbra in modo da portarmi dietro la cappella. Questa è forse la cosa che mi piace di più del fare i pompini. Guardo sempre il ragazzo subito dopo. Ce l’ho in bocca per metà lunghezza quello di B., faccio due giochi con la lingua poi mi tiro via e inspiro profondamente. “Ragazzi, avete due bei cazzi”, dico. Ora secondo il programma avremmo dovuto passare alla penetrazione, ma voglio ritardare il momento. Mi piace come mi guardano: estasiati. Mi piace come restano immobili e mi lasciano fare. A. non mi ha mai detto cosa pensava in quei momenti, forse non lo sa neanche lui. B. mi aveva già visto nuda, ma forse non così presa dalla situazione. Io stessa quasi non mi riconosco così a mio agio, in quella situazione. Mi ritrovo perfettamente con il mio corpo nudo il loro presenza. Loro meno. E’ esattamente quello che volevo.
Li faccio spostare e mi sdraio in mezzo al letto. Allargo braccia e gambe. Sono contenta. “A., vieni qui” e mi indico la bocca. Voglio riassaggiare il suo cazzo e indico a B. la mia figa. Quella è una posizione che volevo provare: io sdraiata a pancia in su, uno che mi lecca e l’altro che domina pacatamente la bocca. Apro le labbra, sorrido e chiudo gli occhi: A. mi scavalca con le gambe e me lo pianta in bocca. Non me l’aspettavo così. Sono un attimo in difficoltà perché va a fondo. Mi ha allargato la bocca con la sua cappella a fungo che entra e devo averlo anche graffiato con i denti. Apro gli occhi e faccio per allontanarlo con le mani, ma il tempo di due gesti e sborra. Lo allontano subito, o lui esce di sua volontà, non lo so. Bastardo. Nel gesto do una ginocchiata a B. Uscendo mi schizza anche sul mento e guancia. Sono incazzata nera. Non mi piace farmi venire in bocca o sul viso. Lo detesto. Ci aveva provato una volta il mio ragazzo per scherzo, non glielo avevo più succhiato per settimane.
Mi tiro su seduta, arrabbiatissima. Vedo B. che si tiene la testa e sorride, A. mortificato e imbarazzatissimo. Si scusa e sembra sincero. Non so se è perchè mi venuto in bocca o perchè preferiva venire dopo. Sarebbe potuto finire tutto lì, con io che me ne vado incazzata. Invece mi metto a ridere. In quel momento mi rilasso sul serio. Prima in realtà ero tesa e volevo avere la situazione sotto controllo. Capisco che non si può e mi rilasso. Mi pulisco con un fazzoletto, ridendo. A. ha il cazzo ancora gonfio ma mollo, B. sembra messo bene, io ho voglia. Che fare? Io volevo provare la doppia penetrazione ma ora ha ancora senso?
Io: “che dite? io volevo provarla quella cosa… però ha senso?
B.:”per me si”
A.:”io non sono venuto del tutto, dovrei riprendermi”
Non mi era piaciuto il sesso anale quell’unica volta che l’avevo fatto qualche settimana prima, perchè mi era saltato in testa di rifarlo? per di più in doppia? Un’amica me ne aveva parlato così bene mesi prima da indurmi a provare. Poi un po’ di imbarazzo con il mio ragazzo un po’ di insicurezza, alla fine avevo provato con uno a caso che ce l’aveva piccolo. Mi aveva fatto male e non mi era piaciuto un granchè. Però mi aveva dato una sensazione contrastante di dolore e piacere il che aveva fatto emergere in me la curiosità di riprovarci. A questo si aggiunge un desiderio che non saprei esprimere adeguatamente, ma credo che sia quello di avermi portata a fare una cosa a tre: volevo sentirmi “riempita”. Non so se è una cosa che riesco a esprimere diversamente da così. Essere nella situazione di ricevere e dare piacere con ogni mio buco. Sentirmi infilzata dal piacere e restare ferma in quella situazione, in quell’incastro di corpi di cui io sono l’ingranaggio centrale.
Non rispondo. Sorrido, spengo la luce (non so perchè), e mi metto a pecorina, con il culo in alto e la faccia sul materasso. La porta è chiusa e la camera è molto buia. Gli occhi ci metto un attimo ad abituarsi. Sento A. e B. che mi tastano i fianchi per trovarmi. Da questo punto in poi non so chi fa cosa con il mio culo e la mia figa. E mi piace. Chiudo anche gli occhi. Mi baciano il buco del culo e lo riempiono di saliva. Mi divaricano leggermente le gambe e mi baciano la figa. Mi accarezzano le tette. Sento un dito che entra. Piano. Mi scappa un verso stridulo, ma di piacere. Si, mi piace. Sento il loro cazzi che si incrociano con i miei piedi, e sono entrambi duri. Probabilmente è un indice che mi sta entrando nel culo perché ora sento il pollice della stessa mano che con un movimento circolare si fa spazio nella figa. Sento che A. e B. si parlano ma non mi interessa cosa dicono. L’indice si sfila ed entra un pollice. Entra bene, stranamente bene. Ora entra e esce. Sono eccitata. Una mano mi prende una seno e gioca con il capezzolo duro.
“Hai voglia?”, “Si” rispondo. “Come ci vuoi?”, “A. sotto, B. dietro”. Si infilano i preservativi. A. ha delle difficoltà ma riesce. Mi metto in ginocchio, e faccio mettere A. sotto di me. Il giorno prima mi aspettavo che A. avesse il cazzo più piccolo di B. e che in questa situazione lo avrei messo dietro. Non so bene cosa mi aspetta, non so quanto riuscirà B. a essere dolce dietro. So che per ora mi sento abbastanza dilatata e che potrebbe non essere un problema. Prendo il fungo di A. con la mano e mi ci siedo sopra. E’ molto largo e gonfio ma mi entra bene. Dentro sono ancora stretta, ho bisogno di appoggiarmi a lui con le mani per farlo entrare tutto e bene. Mi chino su di lui, appoggio le tette sul petto, le mani intorno alla testa e lo bacio. Lui fa come per volermi sbattere ma gli dico di stare fermo. B. si posizione dietro a me e mi appoggia il suo wurstel sul buco del culo. E’ in ginocchio tra le mie gambe e quelle di A. Non inizia neanche a spingere che A. dice che sta venendo, “fa niente” dico, “forse però si è rotto”. Mi sollevo e mi sfilo. Si: è rotto. Dice che entrando si era strappato. Forse l’aveva messo male. Gliene rimetto uno io, ma non riesco. Sono un po’ sudata, stanca, eccitata. Prima sbaglio il verso e non riesco a srotorarlo, poi gli faccio male con le unghie e comunque mi ritorna su. Un incubo. Lo butto. Tanto ne avevano solo 3. “Cambiamo!” Mi giro verso B. lo spingo e lo faccio sdraiare. Gli salgo sopra e lo infilo dentro subito. Ora ho voglia di un cazzo in culo e lo avrò. “Dai”. A. si avvicina e gli dico di aspettare, mi chino bene su B.. “Leccamelo e mettici due dita prima”. Lo fa, mi piace e non vedo l’ora di sentirlo tutto. Appoggia il cazzo, si sistema e inizia a spingere.
E’ troppo grosso, penso, sono scema. Fa male ma sta entrando. Intanto però il letto che era uno scempio di lenzuola piegate e materassi spostati si apre in due per un pieda mal messo di A. e ci scivoliamo un po’ tutti ma lui di più. Per fortuna cade indietro anzichè avanti per cui si sfila.
Lo so, è incredibile. Ma ve lo giuro: è successo. Se solo avessi avuto un orgasmo sarebbe finita lì. Mi sarei accontentata. Però ero al limite. Mi sfilo il cazzo di B. Il preservativo si sfila. Fanculo, lo butto via. Sistemo i materassi come posso. Prendo A. e lo faccio sdraiare mi ci metto sopra a 69 e gli sbatto la figa in faccia. Lecca, bene: ha capito. Mi sollevo il culo e dico a B. di entrarmi da dietro. Non accettavo dei no. Forse erano anche stanchi. Non mi interessa. Aspettando che mi inculi smanetto il fungo di A. E’ difficile farlo bene perchè la cappella blocca il movimento. Sento in cazzo di B. senza preservativo che si appoggia e entra. Sono ancora umida e dilatata. Si sta entrando, cazzo si. Prendo il cazzo di A in bocca. Voglio sentirmi piena, voglio essere riempita. Lui non ci arriva con la bocca a leccarmi e mi stimola il clitoride con la mano. B. entrato del tutto e mi scopa. Lo sento bene. A. mi esplode in bocca ma non mi interessa. Inizio a fare un verso e vengo anche io. Urlo e mi esce tutto lo sperma dalla bocca. Mi sborra dentro anche B..
Non sono una ninfomane. E' la prima cosa che potreste pensare, è la prima cosa che avrei pensato io di una ragazza che si concede a due ragazzi contemporaneamente. Bè, non è così. Prima di questa esperienza mi piaceva il sesso e ora mi piace ancora. Non ha risvegliato particolari istinti in me, semplicemente ho conosciuto una cosa nuova. Sono bella e non ho paura di ammetterlo. Atletica, capelli castani ma mi piace cambiare colore abbastanza spesso (adesso sono nera, ai tempi ero bionda), occhi azzurri. Ho una terza di seno. Ho un bel sedere. Non voglio nascondere niente e altri particolari del mio corpo ve li racconterò più avanti. Non sono sboccata o volgare nella vita reale, ma nella vita reale le persone si filtrano. Qui ne ho la possibilità e voglio provare a scrivere quello che penso, come lo penso.
E’ successo l’anno scorso. Ero, e sono tuttora, una studentessa fuori sede. Avevamo un appartamento in quattro, tutti compagni del liceo. Poi la mia amica ha mollato l’università e abbiamo deciso che non ci serviva un quarto. Siamo rimasti io e i due ragazzi. Si, senza colpi di scena, sono loro i due ragazzi con cui ho fatto sesso. Ho preso due cazzi insieme, e i due cazzi erano i loro. Posso scriverlo, è un po’ come dirlo ad alta voce. Mi fa effetto questa cosa. Durante il liceo -ovviamente- non avevo fatto sesso con loro. In realtà non ho mai fatto sesso quando andavo al liceo, ho perso la verginità piuttosto tardi, mi sento di dire, ma questa è un’altra storia.
Uno di loro è il classico sfigato che aveva una cotta per me, non me l’aveva mai detto, io ovviamente lo sapevo. Si chiama A. Non voglio divagare ma potete immaginare quanto io sia stata crudele il primo anno di convivenza. Perché sono fatta così, se una sera ero sul divano a vedere la tv gli chiedevo di venire vicino a me a farmi compagnia. Se potevo piegarmi con la scollatura o mettermi dei leggings con lui nei paraggi lo facevo. Ho reso l’idea. No, non mi vergogno. Ogni ragazza lo fa. Sono sicura che si sia segato più volte pensando a me. Non solo, ho motivo di pensare che per un certo periodo abbia nascosto in camera mia una telecamera o quantomeno un microfono. Malato? No, per me era divertente. In ogni caso è ed era innocuo.
Il secondo ragazzo, anche lui si chiamerebbe A. ma questo creerebbe confusione, per cui o chiamerò B. B., dicevamo, è meno sfigato di A.. Stava con la stessa ragazza dal liceo, ai tempi della mia storia, e ci sta tuttora. Lei è una mia amica tra l’altro, ci frequentiamo regolarmente e io so che forma ha il cazzo del suo ragazzo. A volte mi fa sorridere parlare con lei, che considero sinceramente un’amica, e sapere che il suo ragazzo ha il cazzo leggermente piegato all’ingiù e lungo 18 centimetri. Lo so in parte perchè gliel’ho visto, in parte perché ce l’ho avuto dentro e in parte perché capitava di vederlo spesso, non solo la mattina, con l’alza bandiera. Della qual cosa o non si rendeva conto in nessun modo o era del tutto normale per lui andare in giro per casa con i pantaloni della tuta gonfi. A differenza di A., B. non dimostrava particolare interesse sessuale per me durante la convivenza. Penso che parlasse con A. di me, notavo che gli cadeva l’occhio su parti del mio corpo ma nulla più. Per assurdo avevo più un rapporto normale con B. che con A.. A. stravedeva troppo per me. E infatti B. è il primo con cui ho scopato.
Non voglio però raccontare questa esperienza, forse non è troppo banale o forse lo è. Ma per non lasciare buchi nel racconto è sufficiente che sappiate che mi ero mollata con il mio ragazzo di allora, B. era in casa e avevo voglia sia di fare un torto al mio ex che di prende un cazzo. Ci sono cose che senti dire spesso e ti sembrano luoghi comuni, poi un giorno ti capita qualcosa e capisci che sono troppo veri. In quel giorno ho preso reale coscienza di questo: se sei un ragazzo e hai voglia di sesso ti chiudi in camera e fai altro, se sei una bella ragazza basta molto poco. Ho gli occhi azzurri con ciglia naturalmente voluminose, zigomi alti e labbra carnose. Un mio amico ubriaco recentemente mi ha detto che ogni volta che mi bagno le labbra con la lingua non riesce a non immaginarmi “con un cazzo in bocca”. Ora lo faccio spesso. Non ricordo se l’ho fatto quel giorno, ma ricordo che l’abbiamo fatto senza preservativo e B. è venuto in parte sul divano in parte sulla sua pancia. Mi ero avvicinata a lui sul divano, raccontandogli di come era finita col mio ex, ci siamo baciati, mi ha abbracciato un fianco e gli ho cercato il cazzo nei pantaloni con la mano. Da lì a farmi togliere la tuta, salirgli in braccio e prendermelo dentro ci è voluto davvero poco. Quattro minuti per una scopata non eccezionale che non mi ha portato all’orgasmo. Sapeva solo riempirmi di saliva i capezzoli e tenermi le mani sul culo. Quando mi ha detto che stava venendo mi sono tolta e l’ho fatto venire con la mano.
I giorni successivi sono stati strani, anche per me. Alcuni giorni dopo è venuta dormire da noi la ragazza di B. Si era seduta sul divano: strano forte. Anche A. da un giorno all’altro si è fatto strano. Aveva saputo da B. Io avevo un letto a una piazza e mezza e nel giro di venti giorni ci avevo fatto sesso con 4 ragazzi diversi. Non tutte le volte cambiando le lenzuola. Forse sarà normale per alcune, non per me fino ad un mese prima. Alcune di queste volte A. era in casa, e io non mi trattenevo più di tanto con i versi dell’orgasmo. Non è colpa mia, o forse sì, ma chissene. Non pensavo neanche più al mio ex. Non ho scuse morali. Volevo essere cattiva, ma sicuramente era anche un periodo in cui avevo voglia di cose nuove. Capite dove voglio arrivare. Con uno di quei quattro, non ricordo quale, ho provato il sesso anale per la prima volta nella mia vita. Un’esperienza interrotta, forzata e a tratti dolorosa.
In quei giorni con B. era tutto un fare finta di niente. Con A. non parlavo praticamente più. Ripensandoci ora: volevo portarlo ad esplodere. Non sono finita a fare sesso a tre per caso, o da una situazione che ne ha tirata un’altra. Una sera ho bussato e aperto velocemente la porta della camera di A., senza dargli tempo di dire “avanti” o “un attimo”. Volevo beccarlo mentre si faceva una sega, magari con una mia foto. Invece era sul letto che guardava il soffitto. Spiazzata.
Un paio di giorni dopo, stranamente, facevamo colazione insieme. O meglio, ognuno le sue cose, nel silenzio con la tv accesa. Avevo il the con le fette biscottate, senza marmellata. Sono l’unica che le mangia così, lo so. Pensavo di essere più sicura nel dirlo e invece mi era uscita una voce rotta: “Ragazzi… ho voglia di fare sesso a 3, con voi due”. Ero più imbarazzata per l’inattesa insicurezza con cui mi erano uscire quelle parole che per le loro reazioni. Erano un misto di risate, silenzi e ancora risate interrogative. Ma io ero convinta e gliel’ho fatto capire: voleva quella sera con loro due, nel letto di A. che è a due piazze (in realtà sono due brande unite con uno spago).
Ho ancora il gruppo whatsapp: “A 3”. L’avevo fatto io quel pomeriggio per organizzarci: cosa volevo fare e cosa non volevo fare, cosa non volevano loro. A. era ancora vergine ma sulla teoria sembrava molto preparato. Loro non volevano che i loro peni si toccassero, per il resto erano completamente a mia disposizione. Avevo una stramaleddata voglia di farlo. Pronta per un’esperienza nuova che potevo tenere sotto controllo. Sapevo esattamente le posizioni che volevo fare e che sensazioni cercavo.
Alle 9 erano entrambi in mutande nel letto di A., come d’accordo. Io sono entrata in camera con canottiera e perizoma e mi sono messa in mezzo tra loro due. Non avremmo dovuto parlare molto quella sera, anche per evitare eventuali imbarazzi. Ci eravamo detti già tutto nel pomeriggio. Avevo programmato come doveva iniziare, svolgersi e finire. Inutile dire che non andò così.
Iniziano a toccarmi. B. mi accarezza per primo la pancia, A. punta subito alle tette. Era decisamente la prima volta che lo faceva in vita sua: mani fredde che palpano senza uno scopo. Loro sono rivolti su un fianco verso di me, io a pancia in su. Allungo le mani e gli sento in cazzi dietro le mutande per capire come erano messi, gli dico di sfilarsele. Per la prima volta vedo in cazzo di A. e ho anche modo di analizzare meglio quello di B.: un cazzo ben fatto e proporzionato. Sui 18 centimetri, leggermente curvo allingiù, una cappella tondeggiante, leggermente più larga dell’asta, ancora rinchiusa nel prepuzio. Due vene gli corrono lungo l’asta ed è in quello stato di erezione appena avvenuta, traballante come un wurstel. La sorpresa è però il cazzo di A.: più lungo di quello di B., forse sui 20 centimetri, un colorito pallido e già scappellato. La vera sorpresa più che la dimensione la forma della cappella: enorme. Completamente sproporzionata rispetto al pene comunque grande. spuntava dall’asta della larghezza di un mignolo quasi. Sembra il fungo della casa dei puffi. Lì per lì non ho saputo se più mi piaceva o mi faceva ribrezzo.
Mi faccio spogliare: A. la canottiera e B. le mutande. Penso di avere un bel seno. Sodo. Volendo starebbe bene anche senza reggiseno. In estate a volte lo faccio. Ha l’areola abbastanza grande ma di un rosa poco più scuro della mia carnagione chiara. Il capezzolo è piccolino e in quel momento era ancora rilassato. A. resta immobile. Gli accarezzo il viso e gli dico se vuole baciarmi. Mi stendo e mi faccio baciare. Non un gran bacio. Lui tira fuori solo la lingua e io gliela avvolgo con la mia. Intanto lui mi raggela le tette con la sua mano sudaticcia e fredda. B. nel mentre ha preso l’iniziativa e contrariamente a quanto ci eravamo detti mi allarga le gambe e inizia a leccarmi. Ci sa fare, lo lascio fare.
Io sono completamente depilata, la prima volta che lo avevo provato non mi piaceva perchè sembro una bambina. La mia figa ha le grandi labbra pronunciate e le piccole che appena spuntano. Il clitoride quasi non si vede se non allargando ben bene la figa con le dita. Sembra quasi un taglio nella pelle più che una figa. Per fortuna quando mi eccito e mi bagno le piccole labbra si gonfiano un po’ e si dilatano. Al mio ex piaceva che non avessi nessun pelo così ho continuato a depilarmi. B. prova a infilarmi l’indice dentro ma non voglio ancora. Allora mi sollevo e dico: “No, ora tocca voi”. Sanno a cosa mi riferisco perchè secondo il programma che avevamo concordato dopo i baci in bocca avrei dovuto leccarglielo. Si mettono sdraiati a pancia in su: uno a fianco all’altro con le gambe divaricate. B. è bello teso e pronto a essere scapppellato, A. invece è floscio. Si imbarazza della cosa, io un po’ mi innervosisco ma inizio da lui. Lo prendo in mano e poi lo bacio sulla punta, sento che inizia subito a fluire il sangue e irrigidirsi. Lo lecco con la punta della lingua e intanto guardo A. negli occhi. Non so spiegarvi che espressione avesse. Ho il suo fungo in bocca ora, e la cappella è di nuovo gigantesca. Forse inizia a piacermi. Guardo B. mentre fatico leggermente per prende in bocca tutta la cappella di A. Poi mi fermo e passo al cazzo di B. Sta iniziando a piacermi la cosa finalmente perchè li vedo completamente sotto il mio controllo.
B. ha il cazzo bagnatissimo e traballante. A me il gusto dello sperma non piace però quello dolciastro del presperma si. Lui ne è pieno e io ho voglia di scappellarlo. Un bacino sulla punta, una sliguettata e gli sorrido. Chiudo gli occhi e vado giù con la testa facendo pressione con le labbra in modo da portarmi dietro la cappella. Questa è forse la cosa che mi piace di più del fare i pompini. Guardo sempre il ragazzo subito dopo. Ce l’ho in bocca per metà lunghezza quello di B., faccio due giochi con la lingua poi mi tiro via e inspiro profondamente. “Ragazzi, avete due bei cazzi”, dico. Ora secondo il programma avremmo dovuto passare alla penetrazione, ma voglio ritardare il momento. Mi piace come mi guardano: estasiati. Mi piace come restano immobili e mi lasciano fare. A. non mi ha mai detto cosa pensava in quei momenti, forse non lo sa neanche lui. B. mi aveva già visto nuda, ma forse non così presa dalla situazione. Io stessa quasi non mi riconosco così a mio agio, in quella situazione. Mi ritrovo perfettamente con il mio corpo nudo il loro presenza. Loro meno. E’ esattamente quello che volevo.
Li faccio spostare e mi sdraio in mezzo al letto. Allargo braccia e gambe. Sono contenta. “A., vieni qui” e mi indico la bocca. Voglio riassaggiare il suo cazzo e indico a B. la mia figa. Quella è una posizione che volevo provare: io sdraiata a pancia in su, uno che mi lecca e l’altro che domina pacatamente la bocca. Apro le labbra, sorrido e chiudo gli occhi: A. mi scavalca con le gambe e me lo pianta in bocca. Non me l’aspettavo così. Sono un attimo in difficoltà perché va a fondo. Mi ha allargato la bocca con la sua cappella a fungo che entra e devo averlo anche graffiato con i denti. Apro gli occhi e faccio per allontanarlo con le mani, ma il tempo di due gesti e sborra. Lo allontano subito, o lui esce di sua volontà, non lo so. Bastardo. Nel gesto do una ginocchiata a B. Uscendo mi schizza anche sul mento e guancia. Sono incazzata nera. Non mi piace farmi venire in bocca o sul viso. Lo detesto. Ci aveva provato una volta il mio ragazzo per scherzo, non glielo avevo più succhiato per settimane.
Mi tiro su seduta, arrabbiatissima. Vedo B. che si tiene la testa e sorride, A. mortificato e imbarazzatissimo. Si scusa e sembra sincero. Non so se è perchè mi venuto in bocca o perchè preferiva venire dopo. Sarebbe potuto finire tutto lì, con io che me ne vado incazzata. Invece mi metto a ridere. In quel momento mi rilasso sul serio. Prima in realtà ero tesa e volevo avere la situazione sotto controllo. Capisco che non si può e mi rilasso. Mi pulisco con un fazzoletto, ridendo. A. ha il cazzo ancora gonfio ma mollo, B. sembra messo bene, io ho voglia. Che fare? Io volevo provare la doppia penetrazione ma ora ha ancora senso?
Io: “che dite? io volevo provarla quella cosa… però ha senso?
B.:”per me si”
A.:”io non sono venuto del tutto, dovrei riprendermi”
Non mi era piaciuto il sesso anale quell’unica volta che l’avevo fatto qualche settimana prima, perchè mi era saltato in testa di rifarlo? per di più in doppia? Un’amica me ne aveva parlato così bene mesi prima da indurmi a provare. Poi un po’ di imbarazzo con il mio ragazzo un po’ di insicurezza, alla fine avevo provato con uno a caso che ce l’aveva piccolo. Mi aveva fatto male e non mi era piaciuto un granchè. Però mi aveva dato una sensazione contrastante di dolore e piacere il che aveva fatto emergere in me la curiosità di riprovarci. A questo si aggiunge un desiderio che non saprei esprimere adeguatamente, ma credo che sia quello di avermi portata a fare una cosa a tre: volevo sentirmi “riempita”. Non so se è una cosa che riesco a esprimere diversamente da così. Essere nella situazione di ricevere e dare piacere con ogni mio buco. Sentirmi infilzata dal piacere e restare ferma in quella situazione, in quell’incastro di corpi di cui io sono l’ingranaggio centrale.
Non rispondo. Sorrido, spengo la luce (non so perchè), e mi metto a pecorina, con il culo in alto e la faccia sul materasso. La porta è chiusa e la camera è molto buia. Gli occhi ci metto un attimo ad abituarsi. Sento A. e B. che mi tastano i fianchi per trovarmi. Da questo punto in poi non so chi fa cosa con il mio culo e la mia figa. E mi piace. Chiudo anche gli occhi. Mi baciano il buco del culo e lo riempiono di saliva. Mi divaricano leggermente le gambe e mi baciano la figa. Mi accarezzano le tette. Sento un dito che entra. Piano. Mi scappa un verso stridulo, ma di piacere. Si, mi piace. Sento il loro cazzi che si incrociano con i miei piedi, e sono entrambi duri. Probabilmente è un indice che mi sta entrando nel culo perché ora sento il pollice della stessa mano che con un movimento circolare si fa spazio nella figa. Sento che A. e B. si parlano ma non mi interessa cosa dicono. L’indice si sfila ed entra un pollice. Entra bene, stranamente bene. Ora entra e esce. Sono eccitata. Una mano mi prende una seno e gioca con il capezzolo duro.
“Hai voglia?”, “Si” rispondo. “Come ci vuoi?”, “A. sotto, B. dietro”. Si infilano i preservativi. A. ha delle difficoltà ma riesce. Mi metto in ginocchio, e faccio mettere A. sotto di me. Il giorno prima mi aspettavo che A. avesse il cazzo più piccolo di B. e che in questa situazione lo avrei messo dietro. Non so bene cosa mi aspetta, non so quanto riuscirà B. a essere dolce dietro. So che per ora mi sento abbastanza dilatata e che potrebbe non essere un problema. Prendo il fungo di A. con la mano e mi ci siedo sopra. E’ molto largo e gonfio ma mi entra bene. Dentro sono ancora stretta, ho bisogno di appoggiarmi a lui con le mani per farlo entrare tutto e bene. Mi chino su di lui, appoggio le tette sul petto, le mani intorno alla testa e lo bacio. Lui fa come per volermi sbattere ma gli dico di stare fermo. B. si posizione dietro a me e mi appoggia il suo wurstel sul buco del culo. E’ in ginocchio tra le mie gambe e quelle di A. Non inizia neanche a spingere che A. dice che sta venendo, “fa niente” dico, “forse però si è rotto”. Mi sollevo e mi sfilo. Si: è rotto. Dice che entrando si era strappato. Forse l’aveva messo male. Gliene rimetto uno io, ma non riesco. Sono un po’ sudata, stanca, eccitata. Prima sbaglio il verso e non riesco a srotorarlo, poi gli faccio male con le unghie e comunque mi ritorna su. Un incubo. Lo butto. Tanto ne avevano solo 3. “Cambiamo!” Mi giro verso B. lo spingo e lo faccio sdraiare. Gli salgo sopra e lo infilo dentro subito. Ora ho voglia di un cazzo in culo e lo avrò. “Dai”. A. si avvicina e gli dico di aspettare, mi chino bene su B.. “Leccamelo e mettici due dita prima”. Lo fa, mi piace e non vedo l’ora di sentirlo tutto. Appoggia il cazzo, si sistema e inizia a spingere.
E’ troppo grosso, penso, sono scema. Fa male ma sta entrando. Intanto però il letto che era uno scempio di lenzuola piegate e materassi spostati si apre in due per un pieda mal messo di A. e ci scivoliamo un po’ tutti ma lui di più. Per fortuna cade indietro anzichè avanti per cui si sfila.
Lo so, è incredibile. Ma ve lo giuro: è successo. Se solo avessi avuto un orgasmo sarebbe finita lì. Mi sarei accontentata. Però ero al limite. Mi sfilo il cazzo di B. Il preservativo si sfila. Fanculo, lo butto via. Sistemo i materassi come posso. Prendo A. e lo faccio sdraiare mi ci metto sopra a 69 e gli sbatto la figa in faccia. Lecca, bene: ha capito. Mi sollevo il culo e dico a B. di entrarmi da dietro. Non accettavo dei no. Forse erano anche stanchi. Non mi interessa. Aspettando che mi inculi smanetto il fungo di A. E’ difficile farlo bene perchè la cappella blocca il movimento. Sento in cazzo di B. senza preservativo che si appoggia e entra. Sono ancora umida e dilatata. Si sta entrando, cazzo si. Prendo il cazzo di A in bocca. Voglio sentirmi piena, voglio essere riempita. Lui non ci arriva con la bocca a leccarmi e mi stimola il clitoride con la mano. B. entrato del tutto e mi scopa. Lo sento bene. A. mi esplode in bocca ma non mi interessa. Inizio a fare un verso e vengo anche io. Urlo e mi esce tutto lo sperma dalla bocca. Mi sborra dentro anche B..
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