Ancora Veri Ricordi - continua Militari

di
genere
gay

Ci furono volte in cui il tour de force sessuale a cui volentieri mi sottoponevo mi stancava. Ci furono periodi in cui dovetti marcare visita per emorroidi, ci furono volte in cui - l’estate - domandavo ai due stalloni docce più frequenti perché il loro odore di maschi veri, pungente e muschiato mi piaceva sempre molto ma col caldo diventava penetrante come quello di cavalli sudati.
Ci furono volte in cui avrei preferito più chiacchiere tranquilli con un buon bicchierino di grappa, e in verità facemmo anche quello ma il sesso e l’azione sessuale rimasero sempre il centro del nostro rapporto.
Il baffone mi sorreggeva con tutti i miei 85 kg lui in piedi e io aggrappato al suo collo enorme. Mi scopava in piedi. Sgusciava poi dal mio culo pulsante e mi metteva a pancia in su sulla branda, per darmi all’altro, il rasato che negli anni era diventato sempre più esperto.
Mi segavo in continuazione e chiedevo i loro cazzi come il vitello chiede il latte.
Una volta leccai il baffone dalla testa ai piedi senza tralasciare nulla. Fu una mappatura di quello corpo grande come una montagna, dove incontrai foreste di peli e odori di maschio da far girare la testa.
Mai una volta mi lasciai andare ad atteggiamenti che potevano essere visti come femminili. Rimanevo - e questo li eccitava molto - un gran maschio, soldato e cazzuto.
Con loro provai anche altri uomini, che loro invitavano ai nostri incontri: persino un colonnello compiacente sui 50 anni, forte come un toro che mi monto’ veloce con un cazzo lungo e stretto. Sapeva di acqua di colonia ed era anche bello ma non ci fu nessuna passione. Forse proprio a causa dell’acqua di colonia.

Mi fecero impazzire con un regalo una volta: due stalloni di campagna, due loro amici tarchiati e pesanti che a quanto dicevano non erano mai stati con un uomo.
Si spogliarono e pompai due cazzi larghi sopra palle spropositate.
Baffone e Rasato si masturbavano e io li guardavo.
Poi fui scopato dai due stalloni di campagna e non mi parve affatto che fosse la loro prima volta: mi misero sul tavolo e si misero i miei coscioni sulle spalle. Sapevano di legna e cenere, di sudore e di cavallo. Con le mie cosce sulle spalle prima dell’uno e poi dell’altro li ebbi entrambi, durarono un tempo infinito duri e larghi fino a sfondarmi il culo.
Baffone e Rasato si erano intanto avvicinati al tavolo e quasi premurosi inizia atono a turno a riempirmi la bocca. Mi trovai a un certo punto in una situazione di puro piacere: non capivo più nemmeno di chi fossero i cazzi.
Prendevo cazzo in culo e in bocca, larghi e ormai unti di ogni umore.
Puzzavamo tutti di sesso fino a quando a turno i due stalloni mi vennero in culo e Baffo e Rasato in bocca.
Bevvi tutto senza ritegno.
Ci facemmo docce bolllenti e ci asciugammo a vicenda senza troppe parole.
Ero sazio... per quella settimana.


scritto il
2017-12-13
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