Bella e Giovane Parte I
di
ColazionedaTiffany
genere
prime esperienze
Faccio l'idraulico da ben 10 anni, ho iniziato che ero un bambino seguendo le orme di mio papà. Con il tempo ho potuto confermare che quella leggenda metropolitana che vede l'idraulico il sogno erotico di qualsiasi donna poi, tanto leggenda non è. Ci sono state svariate occasioni in cui mi sono trovato davanti donne, prevalentemente mature, anche superata la quarantina che mi hanno proposto di fare cose per il mero scopo di soddisfare la curiosità. E come non accettare?
Ricordo bene un giorno che dovetti sostituire mio padre da quest'anziana signora: mi colse di sorpresa il fatto che, approfittatasi della posizione supina che avevo assunto sotto il lavello, si alzò la lunga gonna, si mise cavalcioni sul mio inguine ed iniziò ad urlare:"Sodomizzami, bel giovanotto, sodomizzami". Rido ancora, hai capito la nonnetta...
Insomma, di incontri insoliti ne ho fatti e posso reputarmi un temerario per il semplice fatto di non essermi mai tirato indietro, ma non ho mai incontrato l'amore. Quello mi manca. Fino a quel giorno...
Ne parlo come se fosse accaduto tanto tempo fa ma in realtà è successo l'altro ieri, ovvero il 14 dicembre 2017, giorno del mio trentesimo compleanno, fra l'altro.
Avevo ricevuto la richiesta d'aiuto già da una settimana, ma poi con il cliente abbiamo concordato che sarebbe stato più opportuno fissare l'appuntamento per quella data. La voce mi è parsa da subito quella di un uomo adulto, però alla fine della chiamata mi avvisa del fatto che per quell'ora non avrei trovato lui in casa, ma bensì la figlia, :"Okay" fu la mia risposta conclusiva. I giorni passano.
Quella mattina c'è un sole che mette uno strano brio addosso, sebbene facesse freddo comunque. Mi alzo, faccio colazione, mi lavo, mi vesto poi, vado diretto in officina da mio padre per sistemare altre cose. Non riesco proprio a togliermi quel sorriso da ebete dal viso, di fatto mio padre se ne accorge. Verso le 9.35 prendo l'auto di servizio e mi dirigo dal cliente. Un portone in legno vecchio stile corrisponde al numero civico che sto cercando. Ci parcheggio proprio davanti, mi assicuro che nella cassetta degli attrezzi ci sia tutto l'occorrente, dopodiché scendo. Noto immediatamente sul piccolo balconcino situato proprio sopra il portone che c'è una ragazza. La prima cosa che mi salta all'occhio sono i suoi capelli: inverosimilmente lunghi, boccoloni neri che le ricadono addirittura sulle natiche. Di spalle, irriga le piante a muro. : "Signorina?" dico discretamente per destare la sua attenzione, si volta di scatto con ancora l'innaffiatore in mano :"Vengo ad aprirle". Entra sparendo tra due grossi drappeggi aranciati e dopo qualche minuto sento la chiusura scattare. Spingo il portone. Una quindicina di scale mi divide da un'altra porta, più piccola. Poi vedo comparire quella che a distanza ravvicinata mi sembrava un angelo: viso tondo, quasi paffuto, diafano; occhi vagamente a mandorla, color del più bello dei cieli ; labbra che designavano una netta forma di cuore. Rimango per un istante accecato per quanto fosse bella. Ho presupposto fosse molto giovane e, quindi le ho dato subito del tu. :"Si accomodi, prego" risponde prontamente. Do un'occhiata in giro: l'arredamento è elegante ma minimal, molto contemporaneo, in contrasto con la facciata del palazzo; seguito a dire:"Gran bella casa!" "Grazie" pronuncia lei spedita. Si ferma davanti al tavolo della cucina ed indicandomi la lavatrice afferma:"Ecco il problema!", "Tuo papà mi aveva detto che c'erano da cambiare dei tubi" annuncio io battendo la mano al di sopra della superficie dell'oggetto. Scoprendo le mie spalle ed il mio addome ben scolpiti, mi accorgo che lei è leggermente arrossita, al che le sorrido dolcemente. Mi accingo a spostare l'elettrodomestico, quando la sua voce mi interrompe :"Ma ci vorrà tanto?" "Affatto. Capitano all'ordine del giorno questi lavoretti, potrei risolverli ad occhi chiusi" dico pavoneggiandomi . Mi metto all'opera, ma non è raro che distolga lo sguardo da ciò che sto facendo, più e più volte. Lei appoggiata allo schienale di una sedia smanetta con il cellulare, ogni tanto la vedo che alza lo sguardo verso di me. :"Come ti chiami?" accenno io ad una conversazione, "Demetra". Rimango folgorato per l'ennesima volta. :"I miei sono appassionati di mitologia greca" aggiunge scocciata quasi a volersi giustificare. :"No, ma è un bellissimo nome... Esotico" "Se lo dice lei" "Dammi pure del tu, altrimenti mi sento vecchio. Comunque piacere Massimo" aggiungo io alzandomi da terra "Piacere mio, Massimo" dice scandendo lettera per lettera il mio nome. Ci mettemmo a parlare del più e del meno, la guardavo intensamente e sentivo che qualcosa stava nascendo dentro di me. Un brivido, seguito da tanti altri di assestamento, come fosse un terremoto. Mi chiede se volessi un'aranciata, accetto molto volentieri, dopodiché attimi di silenzio imbarazzante durante i quali lei si volta per andare a prendere la bevanda dal frigo. Poi esordisco:"Ma fai la modella? "No" dice lei riportando la sua attenzione su di me "Studio", "Ah bene e, cosa?" "Medicina" "Tosta eh?" "Non sai quanto, però è il mio sogno di bambina" si apre in un sorriso dolcissimo, "Bella e brava!" esclamo io avvicinandomi. Le sfioro il dorso della mano con due dita,al che la ritrae. Mi avvicino ulteriormente, le accarezzo dolcemente la spalla. Lei si irrigidisce di colpo. Continuo ad accarezzarla sulla guancia :"Mamma mia, quanto sei bella" sussurro in modo da rassicurarla. Lei volta la testa dall'altra parte, la segue tutto il corpo:"Forse è meglio se te ne vai. Voglio dire, hai finito con la lavatrice." spinge fuori le parole tutte d'un fiato. Io le prendo l'avambraccio :"E se volessi rimanere per te?", la tiro a me quel tanto che basta per inebriarmi del profumo dei suoi capelli :"Non me ne voglio andare, non ancora..." parlo sospirando, ho il battito accelerato, avverto il sangue affluire all'uccello. La cingo sull'esile girovita, si scontra contro il mio addome. Il mio inguine confina ora con le sue natiche morbide, premo, sento che i paesi bassi stanno diventando cemento :"Vedi cosa mi fai, Demetra"; lei comincia a dimenarsi facendo lievi movimenti sussultori con le spalle allorché porto la bocca al suo orecchio :"Voglio farti sognare, lasciami fare". Detto ciò con la mia mano destra, quella libera, mi fiondo sui bottocini della camicetta del pigiama che sembrava soffocare i due seni, :"Aspetta" si precipita a dire lei "Ci conosciamo neanche da un'ora e già sei eccitato da volermi scopare?" "Amore mio, sei stata già fortunata che non ti sia saltato addosso quando mi hai aperto la porta!" dico io in tono ironico, lei ride . Io ne approfitto per palparle un seno, seppur a contatto con il tessuto. :" Quanta fretta..." scherza lei appoggiando la mano alla mia, come ad incitarla nel continuare, "Non resisto più, cazzo!" esulto, dopodiché infilo la mano all'interno del pigiama massaggiando accuratamente la zona. La voglia di lei è in crescendo. La volto verso di me, di modo che potessi vedere il suo meraviglioso visino, le metto le mani sui fianchi e la spingo contro il frigo. Inizio a baciarla con foga le gote accaldate, le mordicchio il soffice labbro inferiore, la bacio molto appassionatamente, le nostre lingue si uniscono, un trionfo di sapori pervade la mia bocca. :"Caspita se sai baciare!" ammette sorpresa, "So fare anche qualcos'altro, ma tanto tanto meglio..." "Tipo?" dice guardandomi in modo ammiccante, "Non guardarmi così perché potrei non rispondere delle mie azioni" faccio a malapena in tempo di finire la frase che sento il calore della sua mano adagiarsi sulla mia potente erezione. :"Stai morendo dalla voglia di averlo dentro, ammettilo" e guardai verso il basso, "Sono soltanto curiosa!" esclama in tono bambinesco. Quella frase l'ho sentita svariate volte nel corso della mia carriera lavorativa, ma in questo caso è diverso. Lei smuove qualcosa di più profondo, di fatto è riuscita a sedurmi solo con uno sguardo poco fa. E poi, non è temerarietà è che proprio voglio fotterla come Dio comanda!
Hey, il racconto non finisce qui! Segui questo format per scoprire come andrà a finire. Ciao!
Ricordo bene un giorno che dovetti sostituire mio padre da quest'anziana signora: mi colse di sorpresa il fatto che, approfittatasi della posizione supina che avevo assunto sotto il lavello, si alzò la lunga gonna, si mise cavalcioni sul mio inguine ed iniziò ad urlare:"Sodomizzami, bel giovanotto, sodomizzami". Rido ancora, hai capito la nonnetta...
Insomma, di incontri insoliti ne ho fatti e posso reputarmi un temerario per il semplice fatto di non essermi mai tirato indietro, ma non ho mai incontrato l'amore. Quello mi manca. Fino a quel giorno...
Ne parlo come se fosse accaduto tanto tempo fa ma in realtà è successo l'altro ieri, ovvero il 14 dicembre 2017, giorno del mio trentesimo compleanno, fra l'altro.
Avevo ricevuto la richiesta d'aiuto già da una settimana, ma poi con il cliente abbiamo concordato che sarebbe stato più opportuno fissare l'appuntamento per quella data. La voce mi è parsa da subito quella di un uomo adulto, però alla fine della chiamata mi avvisa del fatto che per quell'ora non avrei trovato lui in casa, ma bensì la figlia, :"Okay" fu la mia risposta conclusiva. I giorni passano.
Quella mattina c'è un sole che mette uno strano brio addosso, sebbene facesse freddo comunque. Mi alzo, faccio colazione, mi lavo, mi vesto poi, vado diretto in officina da mio padre per sistemare altre cose. Non riesco proprio a togliermi quel sorriso da ebete dal viso, di fatto mio padre se ne accorge. Verso le 9.35 prendo l'auto di servizio e mi dirigo dal cliente. Un portone in legno vecchio stile corrisponde al numero civico che sto cercando. Ci parcheggio proprio davanti, mi assicuro che nella cassetta degli attrezzi ci sia tutto l'occorrente, dopodiché scendo. Noto immediatamente sul piccolo balconcino situato proprio sopra il portone che c'è una ragazza. La prima cosa che mi salta all'occhio sono i suoi capelli: inverosimilmente lunghi, boccoloni neri che le ricadono addirittura sulle natiche. Di spalle, irriga le piante a muro. : "Signorina?" dico discretamente per destare la sua attenzione, si volta di scatto con ancora l'innaffiatore in mano :"Vengo ad aprirle". Entra sparendo tra due grossi drappeggi aranciati e dopo qualche minuto sento la chiusura scattare. Spingo il portone. Una quindicina di scale mi divide da un'altra porta, più piccola. Poi vedo comparire quella che a distanza ravvicinata mi sembrava un angelo: viso tondo, quasi paffuto, diafano; occhi vagamente a mandorla, color del più bello dei cieli ; labbra che designavano una netta forma di cuore. Rimango per un istante accecato per quanto fosse bella. Ho presupposto fosse molto giovane e, quindi le ho dato subito del tu. :"Si accomodi, prego" risponde prontamente. Do un'occhiata in giro: l'arredamento è elegante ma minimal, molto contemporaneo, in contrasto con la facciata del palazzo; seguito a dire:"Gran bella casa!" "Grazie" pronuncia lei spedita. Si ferma davanti al tavolo della cucina ed indicandomi la lavatrice afferma:"Ecco il problema!", "Tuo papà mi aveva detto che c'erano da cambiare dei tubi" annuncio io battendo la mano al di sopra della superficie dell'oggetto. Scoprendo le mie spalle ed il mio addome ben scolpiti, mi accorgo che lei è leggermente arrossita, al che le sorrido dolcemente. Mi accingo a spostare l'elettrodomestico, quando la sua voce mi interrompe :"Ma ci vorrà tanto?" "Affatto. Capitano all'ordine del giorno questi lavoretti, potrei risolverli ad occhi chiusi" dico pavoneggiandomi . Mi metto all'opera, ma non è raro che distolga lo sguardo da ciò che sto facendo, più e più volte. Lei appoggiata allo schienale di una sedia smanetta con il cellulare, ogni tanto la vedo che alza lo sguardo verso di me. :"Come ti chiami?" accenno io ad una conversazione, "Demetra". Rimango folgorato per l'ennesima volta. :"I miei sono appassionati di mitologia greca" aggiunge scocciata quasi a volersi giustificare. :"No, ma è un bellissimo nome... Esotico" "Se lo dice lei" "Dammi pure del tu, altrimenti mi sento vecchio. Comunque piacere Massimo" aggiungo io alzandomi da terra "Piacere mio, Massimo" dice scandendo lettera per lettera il mio nome. Ci mettemmo a parlare del più e del meno, la guardavo intensamente e sentivo che qualcosa stava nascendo dentro di me. Un brivido, seguito da tanti altri di assestamento, come fosse un terremoto. Mi chiede se volessi un'aranciata, accetto molto volentieri, dopodiché attimi di silenzio imbarazzante durante i quali lei si volta per andare a prendere la bevanda dal frigo. Poi esordisco:"Ma fai la modella? "No" dice lei riportando la sua attenzione su di me "Studio", "Ah bene e, cosa?" "Medicina" "Tosta eh?" "Non sai quanto, però è il mio sogno di bambina" si apre in un sorriso dolcissimo, "Bella e brava!" esclamo io avvicinandomi. Le sfioro il dorso della mano con due dita,al che la ritrae. Mi avvicino ulteriormente, le accarezzo dolcemente la spalla. Lei si irrigidisce di colpo. Continuo ad accarezzarla sulla guancia :"Mamma mia, quanto sei bella" sussurro in modo da rassicurarla. Lei volta la testa dall'altra parte, la segue tutto il corpo:"Forse è meglio se te ne vai. Voglio dire, hai finito con la lavatrice." spinge fuori le parole tutte d'un fiato. Io le prendo l'avambraccio :"E se volessi rimanere per te?", la tiro a me quel tanto che basta per inebriarmi del profumo dei suoi capelli :"Non me ne voglio andare, non ancora..." parlo sospirando, ho il battito accelerato, avverto il sangue affluire all'uccello. La cingo sull'esile girovita, si scontra contro il mio addome. Il mio inguine confina ora con le sue natiche morbide, premo, sento che i paesi bassi stanno diventando cemento :"Vedi cosa mi fai, Demetra"; lei comincia a dimenarsi facendo lievi movimenti sussultori con le spalle allorché porto la bocca al suo orecchio :"Voglio farti sognare, lasciami fare". Detto ciò con la mia mano destra, quella libera, mi fiondo sui bottocini della camicetta del pigiama che sembrava soffocare i due seni, :"Aspetta" si precipita a dire lei "Ci conosciamo neanche da un'ora e già sei eccitato da volermi scopare?" "Amore mio, sei stata già fortunata che non ti sia saltato addosso quando mi hai aperto la porta!" dico io in tono ironico, lei ride . Io ne approfitto per palparle un seno, seppur a contatto con il tessuto. :" Quanta fretta..." scherza lei appoggiando la mano alla mia, come ad incitarla nel continuare, "Non resisto più, cazzo!" esulto, dopodiché infilo la mano all'interno del pigiama massaggiando accuratamente la zona. La voglia di lei è in crescendo. La volto verso di me, di modo che potessi vedere il suo meraviglioso visino, le metto le mani sui fianchi e la spingo contro il frigo. Inizio a baciarla con foga le gote accaldate, le mordicchio il soffice labbro inferiore, la bacio molto appassionatamente, le nostre lingue si uniscono, un trionfo di sapori pervade la mia bocca. :"Caspita se sai baciare!" ammette sorpresa, "So fare anche qualcos'altro, ma tanto tanto meglio..." "Tipo?" dice guardandomi in modo ammiccante, "Non guardarmi così perché potrei non rispondere delle mie azioni" faccio a malapena in tempo di finire la frase che sento il calore della sua mano adagiarsi sulla mia potente erezione. :"Stai morendo dalla voglia di averlo dentro, ammettilo" e guardai verso il basso, "Sono soltanto curiosa!" esclama in tono bambinesco. Quella frase l'ho sentita svariate volte nel corso della mia carriera lavorativa, ma in questo caso è diverso. Lei smuove qualcosa di più profondo, di fatto è riuscita a sedurmi solo con uno sguardo poco fa. E poi, non è temerarietà è che proprio voglio fotterla come Dio comanda!
Hey, il racconto non finisce qui! Segui questo format per scoprire come andrà a finire. Ciao!
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