Intervista a me stessa

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interviste

Visto il favore che ha incontrato "Intervista a una puttana", cioè l'intervista da me fatta a mia cognata Loredana circa la sua attività di prostituta (conclusasi a fine luglio del 2008), stavolta mia cognata ha pensato bene di rivoltare la frittata. Solo che, sostenendo lei di non saper scrivere (sarà vero?), il pezzo l'ho confezionato io, ma le domande sono poste da lei a me. Senza dimenticare che prima di postare questa intervista, che io volevo titolare "Intervista all'altra puttana" e invece lei ha deciso di titolare come avete visto, decisiva è stata l'approvazione da parte della Lory. L.- Inutile precorrere le tappe che ti hanno portato a fare la prostituta, c'è il racconto "Donna di vita" molto esaustivo in argomento e chi vuole può andarselo a leggere. Il primo quesito che ti pongo è: se non fossi rimasta incinta avresti sposato lo stesso mio fratello Franco? E.- Sicuramente si. Con ogni probabilità ci saremmo uniti magari un paio di anni dopo, ma è certo che ci saremmo sposati. Ci siamo sempre amati alla follìa, dal primo all'ultimo giorno. Ultimo giorno che, purtroppo, è arrivato troppo presto. L.- Non ti spaventava l'idea di dover abbandonare la tua città e trasferirti in una città che dista 150 km. dalla tua? E.- Assolutamente no. Quando l'amore è forte, quando l'amore è vero, non esistono ostacoli in grado di fermarlo. L.- Ti saresti sposata anche se avessi saputo che vita saresti venuta a fare qui? E.- E' una domanda che mi sono posta anch'io, ma è una domanda che non trova risposta. Io solo qui, dopo il matrimonio, ho saputo cosa avrei dovuto fare, mi sono trovata davanti al fatto compiuto e, così come si erano poste le cose, non avevo la possibilità di tornare indietro. Di sicuro non ne avevo avuto nemmeno il minimo sentore, sia perchè vi conoscevo poco, sia perchè tua madre era si un tantino vistosa, ma come capita ad altre donne cosiddette "normali". Tuo padre era molto bravo a comportarsi in pubblico e a dissimulare la sua natura di duro, e tu, poi, sei troppo fine per essere scambiata per una zoccola da chi non ti conosce bene. L.- Grazie del complimento... E.- E' la verità, e te l'ho già detto altre volte. Io, del resto, sono come te: chi non lo sa, mai direbbe che faccio la troia da 39 anni. Tornando alla domanda, che dire? Beh, se l'avessi saputo prima non so: tieni presente che quando tuo fratello mi ha sverginato avevo già 21 anni e mezzo, quindi puoi ben capire che prima di aprire le gambe ci ho pensato bene... Il tutto frutto di un certo tipo di educazione, anche se mia madre arrotondava le magre entrate di una famiglia di sei persone facendo qualche marchetta casalinga. Non so, guarda, potrei dirti che amando tanto tuo fratello sarei passata sopra a tutto. Ma sinceramente non so. Quello che so di sicuro è che sono contenta di come sono andate le cose. E che in questo modo ho potuto amare, ed amo tuttora a nove anni dalla sua scomparsa, quell'uomo meraviglioso che è stato Franco. L.- Un uomo meraviglioso che però te le suonava anche... E.- Guarda, a picchiarmi erano le sue mani, ma la volontà era quella di tuo padre e, anche, di tua madre. L.- Non ti dava fastidio che Fanco avesse poco carattere? Che, in sostanza, fosse un uomo senza palle? E.- Senza palle mi sembra esagerato. Certo, non aveva un carattere forte e ubbidiva al padre e alla madre come un bambino. Ebbene, vuoi saperlo? Io lo ammiravo anche per questo, per il rispetto che portava verso i suoi genitori. Che la cosa sfociasse, poi, in qualcosa di sbagliato non inficia la sostanza di fondo. Che è poi un amore profondo nei confronti della sua famiglia. E, non dimenticarlo, nei confronti della sua "sorellina". L.- Una curiosità: è vero che con Franco hai sempre fatto sesso senza preservativo? E.- Si. Infatti sono rimasta incinta.... L.- Anche la seconda garvidanza....? E.- No, quella è stata fortemente voluta. Nonostante, a parte i pompini fino all'89, abbia sempre lavorato col guanto, prendevo la pillola. Anche tu ha sempre fatto così, un preservativo si potrebbe lacerare (cosa mai successa, ma...). Ho sospeso la pillola, ma in barba a quanto mi era stato detto, che cioè se prendi la pillola e poi la sospendi resti incinta subito, ci son voluti quattro mesi per centrare l'obettivo. Si vede che era destino che anche Ines, come Noemi, dovesse nascere in ottobre. L.- Come l'hanno presa i tuoi sapendo che qui facevi la puttana? E.- In realtà non l'hanno mai saputo. Gli unici a saperlo, della mia famiglia, sono le mie figlie. Ma loro, già fin da piccole, hanno saputo tenere la bocca chiusa, e che io sappia non l'hanno detto a nessuno. Nemmeno ai loro mariti, credo. La lontananza, in questi casi, aiuta. L.- Senti la mancanza delle tue figlie? E.- In tutta sincerità, meno della mancanza di Franco. I figli, si sa, prima o poi se ne vanno. Loro due hanno fatto il percorso inverso rispetto a me. Penso, però, che sia stato un bene per loro. Innanzitutto perchè, andando dopo il diploma a lavorare nella ditta di uno dei miei fratelli, si sono potute esprimere bene nel lavoro partendo da presupposti favorevoli. E poi stanno in una città dove non sanno chi io sia. Fossero rimaste qua sarebbero sempre state le figlie di una puttana. E magari avrebbero faticato a coltivare affetti e a far famiglia, per la diffidenza altrui. Così, invece, hanno fatto un percorso che le ha portate ad essere felici. Sicuramente mi piacerebbe averle qui più spesso delle sei-sette volte che le vedo in un anno, ma le sento spesso. E per loro, credimi, è meglio così. Quindi va bene anche per me. Una madre non deve essere egoista. L.- Ti piacerebbe avere un nipotino? E.- Mi piacerebbe si, più che altro mi piacerebbe l'idea perchè lo vedrei poco. Ma non ci riescono, pazienza. Ormai Noemi viaggia verso i 39, Ines verso i 35...mi sa tanto che non ci sia niente da fare. L.- Rimpiangi la tua città? C'è ancora qualcosa che ti lega alla tua città? Ci torneresti? E.- All'inizio si, mi è mancata, ma poi mi sono abituata. Tornarci, però, no, proprio non se ne parla: da 39 anni vivo qui e mi sento di appartenere a questa città. Se c'è qualcosa che mi lega alla mia città d'origine? Certo! Alcune espressioni dialettali rimaste nel mio lessico in modo indelebile, ovviamente i miei tre fratelli e le loro famiglie, le mie figlie coi loro mariti e.....l'Inter! La più bella squadra del mondo! L.- Non dirmi che il tuo amore per Franco è nato grazie all'Inter.... E.- No dai, non scherziamo. E' un fatto, però, che alle nostre figlie abbiamo dato una bella educazione nerazzurra. Ti dirò di più, le mie figlie hanno sposato due interisti e non si perdono una partita che una a San Siro. Nella mia famiglia, poi, se non sei interista vieni mandato...in esilio! Quando vado a trovarli a Natale, prima o poi si parla di Inter. Ma con Franco no, dai. Certo, prima di dirgli qual era la mia squadra ce n'ho messo. Quando poi ho saputo che era interista quasi non ci credevo. Essere interisti in questa città è una sorta di anomalìa. L.- Ti sei ambientata presto qui? E.- Abbastanza, nonostante lo stravolgimento della mia vita. Tuo padre non l'ho mai considerato mio suocero ma il mio protettore, tua madre non mi ha mai trattato come una nuora ma, più o meno, come una serva. Grazie a te, con la quale ho avuto subito feeling, e ovviamente a Franco ho superato tutto questo e ho vissuto serenamente, nonostante tutto. Devo dire,a onor del vero, che tua madre con la Noemi e la Ines è stata una nonna premurosa e presente. E anche tuo padre è stato un nonno all'altezza. Questo va detto. L.- E il mestiere? E.- Beh, me lo sono fatto piacere. Dopotutto se fossi andata in fabbrica avrei fatto l'operaia. E secondo te un'operaia se la passa meglio di una puttana? Non dimentichiamo poi che i guadagni sono ben diversi, nonostante tutto. L.- Hai detto che coi clienti, a parte l'oral fino all'89, hai sempre lavorato col guanto. E.- Certo il lavoro è il lavoro, l'amore è l'amore. Il preservativo per me è la barriera che divide il lavoro dalla vita privata, dagli affetti. L.- Con Walter scopi col preservativo o senza? E.- Me l'aspettavo. So che Walter, una persona veramente a me molto cara che tu mi hai presentato, lo vedresti bene a convivere con me. Ebbene, Walter mi è così caro che con lui non scopo ma faccio l'amore, e lo faccio senza guanto. Ti precedo una domanda dicendo che va bene come va adesso, io a casa mia e lui a casa sua. Nonostante ci si veda da poco, tra noi si è formata una bella intesa. Ma l'amore, credimi, è un'altra cosa. Gli voglio bene, ha il privilegio di essere l'unico, dopo Franco, a penetrarmi al naturale, ma...Franco non si può rimpiazzare. Era e resta unico. L.- Fino a quando continuerai a far marchette? E.- Ricevere in casa è comodo, e fino a che ci sarà qualcuno che mi farà un "regalino" per mettermelo dentro....perchè no?
scritto il
2011-03-01
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