Amici maialoni

di
genere
gay

Non era certo quella la prima estate che passavo in quel residence ospite della famiglia del mio amico Mario.
Le calde giornate di quei nostri sedici anni passavano lente, l’allegro risveglio nella stessa camera, i tuffi e le gare di nuoto e di palline, le partitelle di pallone.
Essendo quasi coetanei, ci confidavamo tutto, comprese le nostre esperienze sessuali (!) imbranate.
Gli avevo raccontato di quella volta a scuola che una mia compagna di classe aveva appoggiato la sua mano sui miei jeans, sfiorandomi il sesso e di come a casa solo al ricordo mi ero sparato due seghe.
Ricordo ancora che quando gli raccontai questo episodio, alla parola “ragazza “ un’ombra passò sul suo viso.
Per qualche giorno Mario mi trattò con freddezza e solo dopo un po’ capii il perché.
Era passato un altro di quei meravigliosi giorni d’agosto in cui si può solo far passare la vita meravigliosa su di noi ed al bordo della piscina guardai il bellissimo corpo di Mario che usciva dall’acqua: le braccia forti, le cosce e le gambe con bei muscoli, tutto abbronzato meravigliosamente.
Peccato che lui fosse convinto di essere bruttino e di conseguenza aveva sempre la testa e lo sguardo abbassati da cane bastonato, invece quel giorno vidi un altro particolare che non avevo mai
notato: il grosso pacco che aveva sul davanti del costume azzurro.
Lui si accorse che lo stavo guardando lì e iniziò a fissarmi con espressione furbetta; lo guardai anch’io negli occhi, ma se per caso avessi frainteso?
Non potevo rischiare una delusione né una figuraccia, quindi e cominciai a chiacchierare del più e del meno.
Ma entrambi pensavamo ad altro: alla mia occhiata inequivocabilmente vogliosa al suo pacco!
Ero molto imbarazzato, magari era eterosessuale e forse ora mi disprezzava,
Usciti dalla piscina entrambi ci dirigemmo verso le docce e lì, inaspettatamente, mi invitò a fare la doccia con lui: “come facevamo da ragazzini” mi disse.
Chiuse la porta della nostra cabina e aprì l’acqua calda, il getto caldo ci investì in pieno; Mario cominciò a lavarsi i capelli, ma non resistette molto a far finta di niente; dopo un paio di minuti mise le mani sulle mie spalle e mi sussurrò che aveva capito tutto.
Quindi in silenzio si tolse il costume ed io rimasi senza fiato, avevo notato il grosso pacco, ma quando tirò fuori il cazzo era in tiro ed enorme !
Mi venne la pelle d’oca dalla voglia e dal piacere; lui cominciò a strofinarsi sul mio costume e sentendo anche il mio cazzo indurirsi al contatto col suo, cominciò ad ansimare.
Passò le sue mani sul dietro del mio corpo e piano piano le infilò nel mio costume, piazzandomele saldamente sulle mie chiappe; intanto continuava a strusciarsi sul mio costume e mi aveva spinto contro la parete della doccia; a quel punto mi sfilò il costume ed anch’io restai nudo.
I nostri cazzi erano talmente appiccicati che sembravano un unico, enorme cazzone; Mario s’avvinghiò con la bocca al mio collo e poi, lentamente, iniziò a scendere verso il torace, quindi sulla pancia, sull’ombelico, finché raggiunse quello che fin dall’inizio aveva voglia di ciucciare!
Me lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo ingordamente………..io ero fuori di testa dalla goduria perché era il mio primo pompino, deliravo dal piacere sentendo la sua lingua che mi avvolgeva, titillava e succhiava la mia cappella dura e congestionata.
Ogni tanto se lo toglieva dalla bocca in modo da poter ciucciare anche la base dell’uccello e ne approfittava per prendere in bocca anche le palle.
Da parte mia, lo afferravo dietro la nuca e, come avevo visto fare nei film porno, gli spingevo la faccia il più vicino possibile al mio corpo.
Naturalmente da bravo sedicenne, sborrai quasi subito, ma a quel punto ero certo che Mario era omosessuale, infatti nessun etero avrebbe mai ingoiato con gusto tutta la mia sborra come fece lui!
Quando ebbe finito di bere tutto il mio succo, mi guardò con uno sguardo sorridente e furbetto, mi inginocchiai anch’io e cominciammo a pomiciare infilandoci con forza la lingua in bocca e sentii il sapore della mia sborra; lui si alzò in piedi e mi trovai il suo cazzone davanti agli occhi, sembrava una boccuccia che mi diceva: ciucciami, ciucciami, e che potevo fare?
Glielo leccai a lungo e più avidamente che potevo, come se si trattasse del mio gelato preferito, poi me lo levai dalla bocca e cominciai a spipparglielo con una mano, mentre con l’altra mi avventurai tra le sue cosce fino a raggiungere il suo buco di culo, caldo e peloso.
Lo sentii ansimare come un maiale e quando gli infilai un dito dentro, quasi mi cadde addosso mentre spruzzava sborra a destra ed a manca come un idrante impazzito!
Durante questa infinita sborrata gli si incastrò la catenina nella doccia e si ruppe cadendo sul piatto della doccia.
Ripresosi si inchinò per raccogliere i pezzi ed io, ancora accucciato, ebbi la visione del suo culo giusto davanti alla faccia; il mio cazzo si alzò ed anch’io, misi le mie mani sulle sue chiappe e gliele aprii per bene, affondando i pollici sui bordi del buco del culo per aprirlo ben bene e Mario, capito le mie intenzioni, spinse indietro il sedere.
Passai quindi una mano davanti a lui e gli riafferrai il cazzo spingendolo verso di me.
Iniziai a spingere pian piano, masturbandolo lentamente ma senza introdurre, lo volevo vedere morire dalla voglia!
Appena cominciai a spingere un po’ di più avvertii un certo fastidio: mi sembrava troppo stretto quel buco ancora vergine, ma appena riuscii ad entrare, il fastidio divenne piacere, da bravo giovane imbranato uscii subito e sborrai sulla sua schiena.
Ancora non contento, vidi il suo cazzone che, per le mie stimolazioni anali e manuali, era di nuovo in tiro; gli feci così un bel pompino che, essendo il secondo in poco tempo, durò un po’ di più ed anche la sborrata fu meno copiosa, ma anch’io la ingoiai tutta con gusto.
Ci siamo frequentati ancora per molto tempo, ma il mio culo non gliel’ho mai dato perché sono stato sempre attivo, ma da un po’ ho cominciato a giocare da solo con i vibratori e chissà……. forse andrò a cercarlo per inginocchiarmi anch’io davanti a lui e allora………………altra puntata.
di
scritto il
2011-03-02
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