Relax e candele
di
ChopstickNick
genere
masturbazione
Giulia ritiene che Novembre sia il mese più deprimente dell'anno. Grigio, freddo e piovoso, la cui unica festività non è per niente festosa, anzi, è triste pure quella. Inoltre quel giorno di metà settimana è stato terribile: al bar è stato un viavai continuo che non le ha lasciato nemmeno due minuti per staccare e i clienti sono stati tutti intrattabili. Dulcis in fundo, nel tornare a casa un'auto di passaggio le ha schizzato addosso un'enorme pozzanghera.
Per oggi ne ha abbastanza. Stanca, bagnata e irritata, Giulia decide di risollevare il suo morale facendosi un bagno caldo. Sì, è proprio una buona idea. Non appena apre la porta del suo appartamento, scaraventa con noncuranza la borsa sul pavimento. Mentre si toglie con difficoltà la giacca di pelle che con l'acqua le si è incollata alla pelle, con la punta di un piede si sfila lo stivaletto nero dall'altro. Un leggero tintinnio riecheggia nel salotto vuoto quando la fibbia tocca il pavimento.
Con ancora la giacca infilata su un braccio e scalza per metà, Giulia si distrae un momento a controllare qualcosa sul suo smartphone. Nuovamente irritata, sbuffa e lancia il telefono sul divano. Mentre si dirige verso il bagno, riesce finalmente a levarsi la giacca e anche l'altro stivaletto. I suoi teneri piedini facevano cick ciack nei loro calzini di stoffa bianca zuppi di acqua. Giulia vi ci infila un indice e toglie anche quelli, che si arrotolano e vanno ad aggiungersi agli altri indumenti sul pavimento.
Quando entra in bagno, accende per la prima volta la luce da quando è entrata. È una di quelle lampade di sale che millantano proprietà taumaturgiche, ma che comunque rendono l'ambiente caldo e rilassato. Poi apre il rubinetto al massimo e, mentre aspetta che l'acqua giunga alla temperatura che le piace, sceglie quale bagnoschiuma userà. Vuole un profumo morbido e delicato, quindi apre un flacone di sapone liquido ai profumi di pesca, miele e cannella e lo versa nell'acqua. Le piccole rughe sulla fronte cominciano già a distendersi.
Mentre la vasca si riempie, Giulia finisce di spogliarsi. Si sbottona il bottone dei jeans e ne abbassa la zip, poi sfila la camicetta bianca dall'orlo dei pantaloni e sbottona anche quella. Lentamente i lembi della camicia si aprono e mostrano dapprima un adorabile ombelico che sembra quasi un gioiello, poi una pancia piatta con della fine peluria bianca e infine due meravigliosi seni sorretti da un delicato reggiseno di pizzo nero. Appallottola la camicia e la getta in lavatrice. Si toglie poi i pantaloni che rivelano i glutei sodi che troneggiano sopra un paio di gambe perfette e senza peli. Un perizoma intonato al reggiseno copre tutto e niente.
Giulia si siede sull'orlo della vasca e si gode la schiuma che sta crescendo. Con la mano sfiora appena la superficie dell'acqua per qualche momento e poi, con le dita ricoperte di bollicine, si sfila l'elastico dalla coda di cavallo. I suoi lunghi capelli castani ricadono sulle sue tenere spalle, nascondendo un piccolo neo che ha sulla scapola.
D'un tratto le viene in mente di avere una bottiglia di vino bianco già aperta in frigo, così decide di andare in cucina per versarne un bicchiere da sorseggiare in mezzo alla schiuma. Proprio come le dive di Hollywood!
I suoi piedi umidi schiaffeggiano le piastrelle del pavimento, riecheggiando in tutta la casa. Il seno dondola beatamente al passo della sua padrona, mentre i glutei ballonzolano buffamente. Giulia stappa la bottiglia, ne beve un sorso per valutare se si sia inacidito nel frattempo e, soddisfatta, se ne versa un bicchiere.
Tornata in bagno, appoggia il calice in un angolo e si prepara per entrare in acqua. Con mano ferma si slaccia il reggiseno e se lo toglie dalle spalle. Ne escono due seni meravigliosi e tondi, grandi appena per sforare la capienza di una mano normale. I capezzoli, turgidi per i brividi, sono di un acceso color ciliegia. Giulia si abbassa poi il perizoma, lasciando scoperti due buchini che sono un'opera d'arte. Così morbido e delicato, senza nemmeno l'ombra di un pelo, il suo monte di venere è così bello che si è quasi invogliato a mangiarlo con un sol boccone.
La dolce Giulia alza una gamba per tastare con il suo piedino la temperatura dell'acqua, mostrando a piastrelle e prodotti per l'igiene una meraviglia che mai potranno capire. L'acqua è calda al punto giusto, così interrompe il flusso e lentamente vi si immerge: prima solo i piedi, poi si siede e bagna le gambe, infine con un modesto atto di coraggio si sdraia e lascia che il tepore pervada tutto il suo busto. I fianchi, il ventre, i seni, i gomiti, le braccia, le mani, le ascelle, le spalle, il collo, il viso e i capelli, i quali disperati tentavo di liberarsi di quella umida morsa avvinghiandosi come contorti tentacoli di piovra.
A Giulia scappa un gemito di piacere nel sentire tutto quel calore che la invade. Rimase così per un lungo momento, solo con le ginocchia e il viso fuori dall'acqua, mentre intorno a lei il mondo diventava pappa. I seni, grossi e tondi come pompelmi, galleggiano sereni e fanno sfiorare appena la superficie ai capezzoli. Passa del tempo: un minuto, un'ora o forse addirittura un giorno. Alla fine si sveglia come da un letargo e si issa fuori dal suo stesso brodo.
Beve un sorso di vino, immerge la spugna nell'acqua bollente e la cosparge di bagnoschiuma. Con delicatezza comincia a strofinarla su tutto il braccio, poi sull'altro. Se la passa un po' sulla schiena con qualche difficoltà, poi si allunga sulle spalle e infine sul petto. Quando si ferma sui seni, indugia un momento di più, alleviata dal piacevole solletico sui capezzoli. Finito di lavare il busto, dall'acqua viene fuori una gamba che potrebbe benissimo appartenere a una ninfa. Con delicatezza si strofina il piede, il polpaccio, la coscia, prima di una e poi dell'altra gamba. Gambe così belle si trovano solo in pubblicità di solito.
Al termine, si lava le parti intime con cura. La spugna passa attraverso le cosce morbide come pesche e accarezza il pube una, due, sei, tredici volte. Alla sedicesima, si rende conto che oramai debba essere adeguatamente pulito, tuttavia ci ha preso gusto, così accantona la spugna e parte alla ricerca di Atlantide. Le sue dita affusolate iniziano giocherellando con il clitoride, che immediatamente le trasmette scosse di piacere. Prima lentamente, poi veloce, dopo ancora piano: si sta, per così dire, torturando da sola, ma sa che ne sarebbe valsa la pena alla fine.
E mentre una mano si occupa di quello, nel frattempo l'altra inconsciamente si muove verso il basso per dare manforte. Le gambe spalancate aspettano solo un ospite da invitare. Giulia è pronta a immergersi quando ha la strana sensazione di essere guardata, come se fosse l'inconsapevole protagonista di un film o di un racconto erotico. Eppure è sola in casa e la finestra del bagno è chiusa, non può essere possibile. Tuttavia questa sensazione né la mette a disagio né tantomeno la inquieta, anzi, la eccita. Consapevole della propria bellezza, Giulia sa di attirare occhiate di apprezzamento da parte degli uomini e di invidia da parte delle donne, così ha cominciato a prenderci gusto da quando lo nota.
Accesa da un nuovo stimolo, le sue dita cominciano a muoversi sicure dentro e fuori dal suo corpo. Non appena le sue dita entrano nella vagina, emette un lungo gemito di piacere, come quando ci si toglie un sassolino che si ha nella scarpa da tutto il giorno. Con una mano continua a stimolare il clitoride, mentre con tre dita dell'altra si penetra dolcemente e asseconda le proprie sensazioni. Ogni tanto si scoordina, concentrandosi di più su un lato o sull'altro in base a cosa le piace di più. Giulia ansima, trattiene il fiato, poi riprende a respirare veloce. Le sue mani si muovono sempre più velocemente e il suo bacino le asseconda, evocando un piccolo maremoto nella vasca. Le dita all'interno della sua vagina sanno dove andare, quali punti toccare e di dover fare un movimento rotatorio.
Giulia si muove sempre più veloce, più veloce, veloce, creando tante piccole bolle nell'acqua. Le sue gambe di seta hanno piccoli spasmi, mentre coi piedi sembra voglia aggrapparsi a qualcosa.
Ormai vicina all'orgasmo, il fiato le si fa sempre più corto. Gira la testa tutta da un lato. Le mani rallentano ma fanno movimenti più decisi. Il corpo si tende in grande attesa.
Alla fine, uno tsunami di piacere e di goduria pervade il suo corpo che, come se fosse fatto di burro, si lascia andare e smette di muoversi. Il battito comincia a regolarizzarsi, mentre i suoi bellissimi seni entrano ed escono dall'acqua a ogni respiro. Sul viso di Giulia si dipinse un'espressione angelica di piacere. Non era mai stata così bella. Poi con la punta della lingua inumidisce le labbra, le quali vanno poi a comporre un sorrisetto soddisfatto e malizioso.
Per oggi ne ha abbastanza. Stanca, bagnata e irritata, Giulia decide di risollevare il suo morale facendosi un bagno caldo. Sì, è proprio una buona idea. Non appena apre la porta del suo appartamento, scaraventa con noncuranza la borsa sul pavimento. Mentre si toglie con difficoltà la giacca di pelle che con l'acqua le si è incollata alla pelle, con la punta di un piede si sfila lo stivaletto nero dall'altro. Un leggero tintinnio riecheggia nel salotto vuoto quando la fibbia tocca il pavimento.
Con ancora la giacca infilata su un braccio e scalza per metà, Giulia si distrae un momento a controllare qualcosa sul suo smartphone. Nuovamente irritata, sbuffa e lancia il telefono sul divano. Mentre si dirige verso il bagno, riesce finalmente a levarsi la giacca e anche l'altro stivaletto. I suoi teneri piedini facevano cick ciack nei loro calzini di stoffa bianca zuppi di acqua. Giulia vi ci infila un indice e toglie anche quelli, che si arrotolano e vanno ad aggiungersi agli altri indumenti sul pavimento.
Quando entra in bagno, accende per la prima volta la luce da quando è entrata. È una di quelle lampade di sale che millantano proprietà taumaturgiche, ma che comunque rendono l'ambiente caldo e rilassato. Poi apre il rubinetto al massimo e, mentre aspetta che l'acqua giunga alla temperatura che le piace, sceglie quale bagnoschiuma userà. Vuole un profumo morbido e delicato, quindi apre un flacone di sapone liquido ai profumi di pesca, miele e cannella e lo versa nell'acqua. Le piccole rughe sulla fronte cominciano già a distendersi.
Mentre la vasca si riempie, Giulia finisce di spogliarsi. Si sbottona il bottone dei jeans e ne abbassa la zip, poi sfila la camicetta bianca dall'orlo dei pantaloni e sbottona anche quella. Lentamente i lembi della camicia si aprono e mostrano dapprima un adorabile ombelico che sembra quasi un gioiello, poi una pancia piatta con della fine peluria bianca e infine due meravigliosi seni sorretti da un delicato reggiseno di pizzo nero. Appallottola la camicia e la getta in lavatrice. Si toglie poi i pantaloni che rivelano i glutei sodi che troneggiano sopra un paio di gambe perfette e senza peli. Un perizoma intonato al reggiseno copre tutto e niente.
Giulia si siede sull'orlo della vasca e si gode la schiuma che sta crescendo. Con la mano sfiora appena la superficie dell'acqua per qualche momento e poi, con le dita ricoperte di bollicine, si sfila l'elastico dalla coda di cavallo. I suoi lunghi capelli castani ricadono sulle sue tenere spalle, nascondendo un piccolo neo che ha sulla scapola.
D'un tratto le viene in mente di avere una bottiglia di vino bianco già aperta in frigo, così decide di andare in cucina per versarne un bicchiere da sorseggiare in mezzo alla schiuma. Proprio come le dive di Hollywood!
I suoi piedi umidi schiaffeggiano le piastrelle del pavimento, riecheggiando in tutta la casa. Il seno dondola beatamente al passo della sua padrona, mentre i glutei ballonzolano buffamente. Giulia stappa la bottiglia, ne beve un sorso per valutare se si sia inacidito nel frattempo e, soddisfatta, se ne versa un bicchiere.
Tornata in bagno, appoggia il calice in un angolo e si prepara per entrare in acqua. Con mano ferma si slaccia il reggiseno e se lo toglie dalle spalle. Ne escono due seni meravigliosi e tondi, grandi appena per sforare la capienza di una mano normale. I capezzoli, turgidi per i brividi, sono di un acceso color ciliegia. Giulia si abbassa poi il perizoma, lasciando scoperti due buchini che sono un'opera d'arte. Così morbido e delicato, senza nemmeno l'ombra di un pelo, il suo monte di venere è così bello che si è quasi invogliato a mangiarlo con un sol boccone.
La dolce Giulia alza una gamba per tastare con il suo piedino la temperatura dell'acqua, mostrando a piastrelle e prodotti per l'igiene una meraviglia che mai potranno capire. L'acqua è calda al punto giusto, così interrompe il flusso e lentamente vi si immerge: prima solo i piedi, poi si siede e bagna le gambe, infine con un modesto atto di coraggio si sdraia e lascia che il tepore pervada tutto il suo busto. I fianchi, il ventre, i seni, i gomiti, le braccia, le mani, le ascelle, le spalle, il collo, il viso e i capelli, i quali disperati tentavo di liberarsi di quella umida morsa avvinghiandosi come contorti tentacoli di piovra.
A Giulia scappa un gemito di piacere nel sentire tutto quel calore che la invade. Rimase così per un lungo momento, solo con le ginocchia e il viso fuori dall'acqua, mentre intorno a lei il mondo diventava pappa. I seni, grossi e tondi come pompelmi, galleggiano sereni e fanno sfiorare appena la superficie ai capezzoli. Passa del tempo: un minuto, un'ora o forse addirittura un giorno. Alla fine si sveglia come da un letargo e si issa fuori dal suo stesso brodo.
Beve un sorso di vino, immerge la spugna nell'acqua bollente e la cosparge di bagnoschiuma. Con delicatezza comincia a strofinarla su tutto il braccio, poi sull'altro. Se la passa un po' sulla schiena con qualche difficoltà, poi si allunga sulle spalle e infine sul petto. Quando si ferma sui seni, indugia un momento di più, alleviata dal piacevole solletico sui capezzoli. Finito di lavare il busto, dall'acqua viene fuori una gamba che potrebbe benissimo appartenere a una ninfa. Con delicatezza si strofina il piede, il polpaccio, la coscia, prima di una e poi dell'altra gamba. Gambe così belle si trovano solo in pubblicità di solito.
Al termine, si lava le parti intime con cura. La spugna passa attraverso le cosce morbide come pesche e accarezza il pube una, due, sei, tredici volte. Alla sedicesima, si rende conto che oramai debba essere adeguatamente pulito, tuttavia ci ha preso gusto, così accantona la spugna e parte alla ricerca di Atlantide. Le sue dita affusolate iniziano giocherellando con il clitoride, che immediatamente le trasmette scosse di piacere. Prima lentamente, poi veloce, dopo ancora piano: si sta, per così dire, torturando da sola, ma sa che ne sarebbe valsa la pena alla fine.
E mentre una mano si occupa di quello, nel frattempo l'altra inconsciamente si muove verso il basso per dare manforte. Le gambe spalancate aspettano solo un ospite da invitare. Giulia è pronta a immergersi quando ha la strana sensazione di essere guardata, come se fosse l'inconsapevole protagonista di un film o di un racconto erotico. Eppure è sola in casa e la finestra del bagno è chiusa, non può essere possibile. Tuttavia questa sensazione né la mette a disagio né tantomeno la inquieta, anzi, la eccita. Consapevole della propria bellezza, Giulia sa di attirare occhiate di apprezzamento da parte degli uomini e di invidia da parte delle donne, così ha cominciato a prenderci gusto da quando lo nota.
Accesa da un nuovo stimolo, le sue dita cominciano a muoversi sicure dentro e fuori dal suo corpo. Non appena le sue dita entrano nella vagina, emette un lungo gemito di piacere, come quando ci si toglie un sassolino che si ha nella scarpa da tutto il giorno. Con una mano continua a stimolare il clitoride, mentre con tre dita dell'altra si penetra dolcemente e asseconda le proprie sensazioni. Ogni tanto si scoordina, concentrandosi di più su un lato o sull'altro in base a cosa le piace di più. Giulia ansima, trattiene il fiato, poi riprende a respirare veloce. Le sue mani si muovono sempre più velocemente e il suo bacino le asseconda, evocando un piccolo maremoto nella vasca. Le dita all'interno della sua vagina sanno dove andare, quali punti toccare e di dover fare un movimento rotatorio.
Giulia si muove sempre più veloce, più veloce, veloce, creando tante piccole bolle nell'acqua. Le sue gambe di seta hanno piccoli spasmi, mentre coi piedi sembra voglia aggrapparsi a qualcosa.
Ormai vicina all'orgasmo, il fiato le si fa sempre più corto. Gira la testa tutta da un lato. Le mani rallentano ma fanno movimenti più decisi. Il corpo si tende in grande attesa.
Alla fine, uno tsunami di piacere e di goduria pervade il suo corpo che, come se fosse fatto di burro, si lascia andare e smette di muoversi. Il battito comincia a regolarizzarsi, mentre i suoi bellissimi seni entrano ed escono dall'acqua a ogni respiro. Sul viso di Giulia si dipinse un'espressione angelica di piacere. Non era mai stata così bella. Poi con la punta della lingua inumidisce le labbra, le quali vanno poi a comporre un sorrisetto soddisfatto e malizioso.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Amiche al mare
Commenti dei lettori al racconto erotico