O' Sciupafemmine. Presentazione.
di
O'Sciupafemmine
genere
comici
Premessa:
Salve gente, salve belle donne, mi presento:
Domenico, siciliano di Cefalù, piacere!
Non sono reale, lo immaginate, credo. Sono una invenzione di un autore di Er, fino a poco fa ero un ologramma, un fuoco fatuo, ma ora mi sono svincolato e ho preso vita finalmente!
Sono vivo!
Lui, il mio autore mi ha sempre trattato da subordinato, presentandomi come un macho spavaldo e sbruffone, molto dotato da madre natura ma come ebbe a dire una sua amica: ”in maniera non omogenea, troppo nei pantaloni e troppo poco sotto i capelli e troppo amante delle donne dalle quali viene continuamente turlupinato, ma è simpatico e molto bello”
Scusatemi se il cognome lo ometto ma è per ragioni di riservatezza e per obblighi d'ufficio, sapete per il mio incarico, si, perché sono un Agente Speciale del nostro servizio di sicurezza, Ufficio Operazioni.
Il mio nome in codice?
"O' Sciupafemmine!"
Sono destinato ad azioni di infiltrazione, seduzione e corruzione di donne in genere, cosa che mi riesce abbastanza bene, dato che possiedo modestamente "le physique du rôle" come dicono i cisalpini, infatti ho trentasei anni, alto uno e ottantasette, peso ottantacinque, capelli corvini leggermente ondulati, occhi verdi, naso diritto, bocca tumida e trentadue denti da abbagliare, una fossetta sul mento, due spalle larghe, la famosa tartaruga sullo stomaco, un bel sedere e infine il pezzo speciale, tanto speciale che non ne esistono simili, un tarallo di carne da ventidue centimetri! Bello come quello di Eros o se preferite come quello di Paride che quando lo fece vedere e provare a Elena, questa perse la ragione e causò il disastro che sapete!
Ventidue centimetri?
Vi aspettavate di più? E che ve ne fate?
Il resto resta fuori, non serve.
Uno più lungo vi eccita, dite?
Si, lo capisco, ma bambine dal lato pratico è solo un impiccio, ricordate la vecchia saggezza popolare, quello che dicevano le vostre nonne?
Non lungo che tocchi!
Non grosso che turi!
MA DURO CHE DURI!
Queste si che sono parole ben dette!
Allora torniamo a me, il mio palmares è di tutto rispetto, un successo dopo l’altro, il massimo?
Fare innamorare la famosa miliardaria T. F. di ben settantotto anni e convincerla a non trasferire le sue aziende di interesse nazionale all'estero, opera durissima e impegnativa, immaginatevi scopare la mummia di Tutankamon e ci siete vicino!
Però nonostante questi ottimi trascorsi, ora un passo falso mi costringe a un periodo di aspettativa, una pausa di riflessione.
La causa?
Tutto successe durante l'ultima operazione che mi assegnarono.
Sembrava una cosa semplice, sedurre una donna e durante la mia permanenza in casa sua mettere una cimice, si dice così in gergo, si tratta di una piccola minuscola trasmittente, dovevo metterla nella sua camera da letto e poi mantenere il contatto.
Lei era una agente di un paese sudamericano, bella e seducente, e io pensai “una volta tanto, cazzo! Basta racchie e vecchie bavose, finalmente una bella femmina!”
Aveva un ufficio di import/export e iniziai a pedinarla, dovevo trovare il modo di agganciarla, ma tutto si rese facile, eravamo in un bar la fissai intensamente negli occhi e lei non staccò più i suoi dai miei, due frasette e aveva ingoiato l'esca con tutto l'amo, neanche mezz'ora dopo eravamo diretti a casa sua, ma qui la sorpresa ma sinceramente ero in foia come un mandrillo arrapato e mi lasciai sorprendere.
C'era qualcosa di sottilmente ambiguo in lei che avrebbe dovuto insospettirmi, ma il mio campanello d'allarme interno non suonò!
Silenzio assoluto! Silenzio assordante!
Ah! Il mio proverbiale sesto senso era in libera uscita quel giorno!
Torniamo ai fatti, apre una bottiglia di champagne, beviamo e poi mi prega di scusarla, va a mettersi in libertà!
Torna, indossa un negligé nero e sotto si intravede l'intimo, reggiseno, tanga, reggicalze e calze nere, con i tacchi delle scarpe che indossa è alta quasi quanto me!
Che gran pezzo di gnocca!
Inizio il gioco, lo scopo è di poter mettere la famosa cimice in camera sua, la bacio e la sua bocca è un vortice che mi trascina da qualche parte, in qualche luogo meraviglioso e da seduttore divento quasi subito il sedotto, i baci si susseguono, caldi sempre più incandescenti, l'accarezzo e la sua pelle sembra alabastro, liscia, calda, vellutata, le mie mani le tolgono il negligé, accarezzo le sue spalle, le braccia, il petto, le abbasso il reggiseno e palpo le sue tette, ma accidenti!
Minchia! No! Sono rifatte!
Belle, magnifiche, complimenti al chirurgo, ma sono rifatte, che delusione!
Non mi vanno, è come accarezzare un peluche anziché un animale vero, stessa sensazione.
Va bé, il dovere innanzi tutto!
Ma poi lei riesce a farmele dimenticare, la sua mano mi ha raggiunto sotto e in un attimo me lo sta menando, la sua mano opera con una maestria inusuale, mi sta facendo impazzire.
Le sussurro all'orecchio se possiamo andare sul suo letto, mi prende per mano e mi conduce in camera sua, qui una sorpresa! Il soffitto è tutto di specchi, beh il suo muoversi, il movimento dei suoi glutei ha dello straordinario, un su e giù, su e giù formidabile!
Ai piedi del letto inizia a spogliarmi, mi strappa di dosso la camicia e mi passa le unghie sul petto, sui capezzoli e mi fa fare un salto, li strizza fra le dita e nuovamente sento i brividi, mentre mi toglie i pantaloni riesco a prendere la cimice in una mano, la voglio mettere dietro la testiera del letto, ora sono i suoi denti a tormentarmi i capezzoli, si abbassa e la lingua inizia a leccarmi la minchia che è dura come un manico di badile, parte dalla cappella e passa la lingua fino allo scroto e ritorna alla cappella, me lo sta bagnando della sua saliva e inizia a introdurselo, lo bagna e lo introduce, pochi movimenti e me lo prende dentro la sua bocca fino al pelo, notevole!
La sua bocca sembra avere vita propria, succhia, lecca, inghiotte, le prendo la testa e la scopo in bocca, approfitto e metto la cimice dietro la spalliera e l'attivo!
Non l'avessi mai fatto!
Ora i fatti miei li sanno in tutto il dipartimento e ridono.
Ridono del grande "O' sciupafemmine"!
Ridono di me!
Mi stacco e inizio ad accarezzarla, voglio arrivare alla sua micina.
Micina?
A vedere la consistenza del suo monte di venere si tratta di una gatta intera!
Le passo la mano fra le cosce, accidenti!
Ma cosa è questa roba?
Ha un pacco fra le gambe e che pacco!
Non è possibile! Una cosa del genere a me!
Sono in preda ad un conflitto, una parte di me vorrebbe incazzarsi e prenderla a calci, l'altra, beh e sarà quella che prevarrà vuole continuare, vuole toccarla!
Sono infoiato le abbasso il tanga e il suo attrezzo scatta verso l'alto, uhhhh! Accidenti!
Lungo e grosso, ma dove lo teneva?
Premuto in mezzo alle cosce? Rivolto all'indietro sul tratto perineo?
Vedere un affare del genere inserito in un magnifico corpo di femmina mi fa perdere la testa, ho voglia di toccarglielo.
No! Non è possibile!
Non a me, non al grande "O' sciupafemmine"!
Io sono etero!
Macho! Il macho per antonomasia!
The Number One!
Eppure le sto accarezzando le natiche, ho voglia di prenderla! Le forzo la valle fra le natiche e raggiungo il suo garofano, è già abbondantemente lubrificato, mi stendo e lei mi da la schiena, mi scavalca, si abbassa, con la mano mi prende e se lo punta, un attimo e la mia minchia è dentro!
Fino in fondo, sento le sue natiche sul ventre, mi cavalca, poi si stende su di me e mentre le abbranco le tette con le mani l'alzo con forza per penetrarla a fondo e qui la sua proboscide comincia a oscillare!
Su e giù, su e giù!!
Sembra che abbia vita, lo vedo sullo specchio del soffitto, cazzo che spettacolo! Sbatacchia su e giù quel gran pezzo di minchia!
E mentre la scopo nel suo culone, sento la sua voce chiedermi di prenderglielo in mano.
E la mia voce che esce con quella frase che poi circolerà per tutto il nostro dipartimento.
Minchia che figura!
"Si, bella porcona, dai che te lo tocco, che te lo meno, hai un gran bel cazzone!”
Effettivamente lo prendo in mano e mi piace.
Mi piace quella grossa minchia in quel gran pezzo di gnocca.
Poi l'orgasmo, io che vengo dentro di lei/lui e lui/lei che spruzza il suo sperma ad altezze insuperabili!
Dimentico perché sono lì e quel giorno mi lascio andare a cose inimmaginabili prima.
Purtroppo mi scordo della cimice che trasmette alla centrale.
Ora?
Non vi racconto che voci circolano lungo i corridoi del Ministero, i sorrisini, le occhiate sbalordite delle donne, sono incredule! Sono addolorate! Portano il lutto!
Ho chiesto un periodo di aspettativa, voglio studiarmi dentro.
Però in fin dei conti la missione è andata a buon fine.
L'ho sedotto/a o no? Ho messo la cimice o no?
Si. Tutto fatto come da ordini.
Lei/lui?
Ci vediamo ogni tanto devo mantenere i contatti.
Il vostro Sciupa affranto.
Salve gente, salve belle donne, mi presento:
Domenico, siciliano di Cefalù, piacere!
Non sono reale, lo immaginate, credo. Sono una invenzione di un autore di Er, fino a poco fa ero un ologramma, un fuoco fatuo, ma ora mi sono svincolato e ho preso vita finalmente!
Sono vivo!
Lui, il mio autore mi ha sempre trattato da subordinato, presentandomi come un macho spavaldo e sbruffone, molto dotato da madre natura ma come ebbe a dire una sua amica: ”in maniera non omogenea, troppo nei pantaloni e troppo poco sotto i capelli e troppo amante delle donne dalle quali viene continuamente turlupinato, ma è simpatico e molto bello”
Scusatemi se il cognome lo ometto ma è per ragioni di riservatezza e per obblighi d'ufficio, sapete per il mio incarico, si, perché sono un Agente Speciale del nostro servizio di sicurezza, Ufficio Operazioni.
Il mio nome in codice?
"O' Sciupafemmine!"
Sono destinato ad azioni di infiltrazione, seduzione e corruzione di donne in genere, cosa che mi riesce abbastanza bene, dato che possiedo modestamente "le physique du rôle" come dicono i cisalpini, infatti ho trentasei anni, alto uno e ottantasette, peso ottantacinque, capelli corvini leggermente ondulati, occhi verdi, naso diritto, bocca tumida e trentadue denti da abbagliare, una fossetta sul mento, due spalle larghe, la famosa tartaruga sullo stomaco, un bel sedere e infine il pezzo speciale, tanto speciale che non ne esistono simili, un tarallo di carne da ventidue centimetri! Bello come quello di Eros o se preferite come quello di Paride che quando lo fece vedere e provare a Elena, questa perse la ragione e causò il disastro che sapete!
Ventidue centimetri?
Vi aspettavate di più? E che ve ne fate?
Il resto resta fuori, non serve.
Uno più lungo vi eccita, dite?
Si, lo capisco, ma bambine dal lato pratico è solo un impiccio, ricordate la vecchia saggezza popolare, quello che dicevano le vostre nonne?
Non lungo che tocchi!
Non grosso che turi!
MA DURO CHE DURI!
Queste si che sono parole ben dette!
Allora torniamo a me, il mio palmares è di tutto rispetto, un successo dopo l’altro, il massimo?
Fare innamorare la famosa miliardaria T. F. di ben settantotto anni e convincerla a non trasferire le sue aziende di interesse nazionale all'estero, opera durissima e impegnativa, immaginatevi scopare la mummia di Tutankamon e ci siete vicino!
Però nonostante questi ottimi trascorsi, ora un passo falso mi costringe a un periodo di aspettativa, una pausa di riflessione.
La causa?
Tutto successe durante l'ultima operazione che mi assegnarono.
Sembrava una cosa semplice, sedurre una donna e durante la mia permanenza in casa sua mettere una cimice, si dice così in gergo, si tratta di una piccola minuscola trasmittente, dovevo metterla nella sua camera da letto e poi mantenere il contatto.
Lei era una agente di un paese sudamericano, bella e seducente, e io pensai “una volta tanto, cazzo! Basta racchie e vecchie bavose, finalmente una bella femmina!”
Aveva un ufficio di import/export e iniziai a pedinarla, dovevo trovare il modo di agganciarla, ma tutto si rese facile, eravamo in un bar la fissai intensamente negli occhi e lei non staccò più i suoi dai miei, due frasette e aveva ingoiato l'esca con tutto l'amo, neanche mezz'ora dopo eravamo diretti a casa sua, ma qui la sorpresa ma sinceramente ero in foia come un mandrillo arrapato e mi lasciai sorprendere.
C'era qualcosa di sottilmente ambiguo in lei che avrebbe dovuto insospettirmi, ma il mio campanello d'allarme interno non suonò!
Silenzio assoluto! Silenzio assordante!
Ah! Il mio proverbiale sesto senso era in libera uscita quel giorno!
Torniamo ai fatti, apre una bottiglia di champagne, beviamo e poi mi prega di scusarla, va a mettersi in libertà!
Torna, indossa un negligé nero e sotto si intravede l'intimo, reggiseno, tanga, reggicalze e calze nere, con i tacchi delle scarpe che indossa è alta quasi quanto me!
Che gran pezzo di gnocca!
Inizio il gioco, lo scopo è di poter mettere la famosa cimice in camera sua, la bacio e la sua bocca è un vortice che mi trascina da qualche parte, in qualche luogo meraviglioso e da seduttore divento quasi subito il sedotto, i baci si susseguono, caldi sempre più incandescenti, l'accarezzo e la sua pelle sembra alabastro, liscia, calda, vellutata, le mie mani le tolgono il negligé, accarezzo le sue spalle, le braccia, il petto, le abbasso il reggiseno e palpo le sue tette, ma accidenti!
Minchia! No! Sono rifatte!
Belle, magnifiche, complimenti al chirurgo, ma sono rifatte, che delusione!
Non mi vanno, è come accarezzare un peluche anziché un animale vero, stessa sensazione.
Va bé, il dovere innanzi tutto!
Ma poi lei riesce a farmele dimenticare, la sua mano mi ha raggiunto sotto e in un attimo me lo sta menando, la sua mano opera con una maestria inusuale, mi sta facendo impazzire.
Le sussurro all'orecchio se possiamo andare sul suo letto, mi prende per mano e mi conduce in camera sua, qui una sorpresa! Il soffitto è tutto di specchi, beh il suo muoversi, il movimento dei suoi glutei ha dello straordinario, un su e giù, su e giù formidabile!
Ai piedi del letto inizia a spogliarmi, mi strappa di dosso la camicia e mi passa le unghie sul petto, sui capezzoli e mi fa fare un salto, li strizza fra le dita e nuovamente sento i brividi, mentre mi toglie i pantaloni riesco a prendere la cimice in una mano, la voglio mettere dietro la testiera del letto, ora sono i suoi denti a tormentarmi i capezzoli, si abbassa e la lingua inizia a leccarmi la minchia che è dura come un manico di badile, parte dalla cappella e passa la lingua fino allo scroto e ritorna alla cappella, me lo sta bagnando della sua saliva e inizia a introdurselo, lo bagna e lo introduce, pochi movimenti e me lo prende dentro la sua bocca fino al pelo, notevole!
La sua bocca sembra avere vita propria, succhia, lecca, inghiotte, le prendo la testa e la scopo in bocca, approfitto e metto la cimice dietro la spalliera e l'attivo!
Non l'avessi mai fatto!
Ora i fatti miei li sanno in tutto il dipartimento e ridono.
Ridono del grande "O' sciupafemmine"!
Ridono di me!
Mi stacco e inizio ad accarezzarla, voglio arrivare alla sua micina.
Micina?
A vedere la consistenza del suo monte di venere si tratta di una gatta intera!
Le passo la mano fra le cosce, accidenti!
Ma cosa è questa roba?
Ha un pacco fra le gambe e che pacco!
Non è possibile! Una cosa del genere a me!
Sono in preda ad un conflitto, una parte di me vorrebbe incazzarsi e prenderla a calci, l'altra, beh e sarà quella che prevarrà vuole continuare, vuole toccarla!
Sono infoiato le abbasso il tanga e il suo attrezzo scatta verso l'alto, uhhhh! Accidenti!
Lungo e grosso, ma dove lo teneva?
Premuto in mezzo alle cosce? Rivolto all'indietro sul tratto perineo?
Vedere un affare del genere inserito in un magnifico corpo di femmina mi fa perdere la testa, ho voglia di toccarglielo.
No! Non è possibile!
Non a me, non al grande "O' sciupafemmine"!
Io sono etero!
Macho! Il macho per antonomasia!
The Number One!
Eppure le sto accarezzando le natiche, ho voglia di prenderla! Le forzo la valle fra le natiche e raggiungo il suo garofano, è già abbondantemente lubrificato, mi stendo e lei mi da la schiena, mi scavalca, si abbassa, con la mano mi prende e se lo punta, un attimo e la mia minchia è dentro!
Fino in fondo, sento le sue natiche sul ventre, mi cavalca, poi si stende su di me e mentre le abbranco le tette con le mani l'alzo con forza per penetrarla a fondo e qui la sua proboscide comincia a oscillare!
Su e giù, su e giù!!
Sembra che abbia vita, lo vedo sullo specchio del soffitto, cazzo che spettacolo! Sbatacchia su e giù quel gran pezzo di minchia!
E mentre la scopo nel suo culone, sento la sua voce chiedermi di prenderglielo in mano.
E la mia voce che esce con quella frase che poi circolerà per tutto il nostro dipartimento.
Minchia che figura!
"Si, bella porcona, dai che te lo tocco, che te lo meno, hai un gran bel cazzone!”
Effettivamente lo prendo in mano e mi piace.
Mi piace quella grossa minchia in quel gran pezzo di gnocca.
Poi l'orgasmo, io che vengo dentro di lei/lui e lui/lei che spruzza il suo sperma ad altezze insuperabili!
Dimentico perché sono lì e quel giorno mi lascio andare a cose inimmaginabili prima.
Purtroppo mi scordo della cimice che trasmette alla centrale.
Ora?
Non vi racconto che voci circolano lungo i corridoi del Ministero, i sorrisini, le occhiate sbalordite delle donne, sono incredule! Sono addolorate! Portano il lutto!
Ho chiesto un periodo di aspettativa, voglio studiarmi dentro.
Però in fin dei conti la missione è andata a buon fine.
L'ho sedotto/a o no? Ho messo la cimice o no?
Si. Tutto fatto come da ordini.
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