Sono Vanessa e questa è la mia storia
di
Butterfly Moonlight
genere
etero
Ci è sempre stato insegnato che abbiamo a disposizione soltanto una possibilità per goderci al meglio questa vita, sappiamo tutti che bisogna cogliere ogni attimo più sfuggente e dobbiamo trasformare ogni circostanza in fonte di esperienza.
Cosa faresti però se nel mezzo della tua vita si dovesse totalmente stravolgere il tuo destino?
Mi chiamo Vanessa e questa è la mia storia.
Sono le 3.30 AM del 17 agosto, mi sono appena svegliata, ho la canottiera fradicia e il mio tanga in microfibra bagnatissimo per io troppo sudore. Mi guardo allo specchio e vedo il mio viso stravolto da una notte esageratamente afosa, i pensieri che mi incitano a cambiare lavoro non sono che aumentati. Faccio una doccia al volo, il tempo di una truccata leggera ed esco a prendere la metro per iniziare una nuova giornata lavorativa; il mio turno al bar inizia alle 5.00 AM, quello stronzo di Samuel si ostina a farmi turni improponibili ed esageratamente lunghi...il suo obiettivo però l'ho capito da un pezzo: vuole farmi stancare e mettermi nella condizioni di dare le dimissioni, e ci sta riuscendo. Come sia riuscito a sbattersi a turno tutte le bariste nel bagno del locale non l'ho ancora capito, non è un gran fico e mi sorprende che le mie colleghe siano riuscite ad avere la fica bagnata per un tipo rude come lui; i suoi dispetti nei miei confronti hanno avuto inizio perché io invece l'ho rifiutato, non mi sacrificherò per un lavoro di merda come questo, preferisco continuare cosí finché durerà. Accantono i miei pensieri e mi concentro sul da farsi fino la pausa pranzo, mi fermo 15 minuti per mangiare un boccone e proseguo la giornata fino l'ora di chiusura le 7.00 Pm. Uscendo mi fermo alla tavola calda a 500 metri dal bar, lì lavora Tiziano, un mio coetaneo ventiquattrenne che sta riuscendo a catturare sempre di piú la mia attenzione.Tiziano è alto e con un fisico scolpito, ha i lineamenti del viso ben delineati e squadrati, ed il suo cazzo lo immagino possente esattamente come la sua figura...
«Buonasera Vane, sei stupenda come sempre... cosa posso portarti?» mi guarda con occhi ammiccanti mentre attende una risposta
«Hey macho! Una birra chiara media è un cheeseburger» gli faccio l' occhiolino e tirando fuori il telefono mi accorgo di averlo dimenticato al bar quindi...
«Tiziano torno tra 10 minuti preparate pure l'ordine, recupero solo il telefono al bar... Non passo già abbastanza ore lì?» chiedo ironica.
«Vai bellissima, così appena lo recuperi ti faccio segnare il mio numero e usciamo una di queste sere» dice sorridendomi.
Mi avvio al bar con i miei castelli in aria, già me lo immagino penetrarmi sul tavolo di casa mia, inondarmi di seme caldo sui capezzoli duri dopo avermi fatta venire più volte consecutivamente...
I pensieri si interrompono entrando nel seminterrato del bar che usiamo come magazzino e spogliatoio quando vedo Samuel in un complesso con altre donne, non riesco a decifrare quante, forse sei/sette, e i miei occhi scorrono veloci sulle dita nelle foche bagnate, sui clitoridi succhiati e sui falli enormi infilati in tutti i buchi possibili.
Il mio cervello in tilt viene sbloccato dalle parole di Samuel:
«Vanessa, mi dai ciò che ti ho chiesto unendoti a me o da domani vuoi essere disoccupata?»
Questo dovrebbe essere l'inizio di diversi capitoli ho tante diverse idee da sviluppare, fatemi sapere cosa ve ne pare, liberate i vostri giudizi
Cosa faresti però se nel mezzo della tua vita si dovesse totalmente stravolgere il tuo destino?
Mi chiamo Vanessa e questa è la mia storia.
Sono le 3.30 AM del 17 agosto, mi sono appena svegliata, ho la canottiera fradicia e il mio tanga in microfibra bagnatissimo per io troppo sudore. Mi guardo allo specchio e vedo il mio viso stravolto da una notte esageratamente afosa, i pensieri che mi incitano a cambiare lavoro non sono che aumentati. Faccio una doccia al volo, il tempo di una truccata leggera ed esco a prendere la metro per iniziare una nuova giornata lavorativa; il mio turno al bar inizia alle 5.00 AM, quello stronzo di Samuel si ostina a farmi turni improponibili ed esageratamente lunghi...il suo obiettivo però l'ho capito da un pezzo: vuole farmi stancare e mettermi nella condizioni di dare le dimissioni, e ci sta riuscendo. Come sia riuscito a sbattersi a turno tutte le bariste nel bagno del locale non l'ho ancora capito, non è un gran fico e mi sorprende che le mie colleghe siano riuscite ad avere la fica bagnata per un tipo rude come lui; i suoi dispetti nei miei confronti hanno avuto inizio perché io invece l'ho rifiutato, non mi sacrificherò per un lavoro di merda come questo, preferisco continuare cosí finché durerà. Accantono i miei pensieri e mi concentro sul da farsi fino la pausa pranzo, mi fermo 15 minuti per mangiare un boccone e proseguo la giornata fino l'ora di chiusura le 7.00 Pm. Uscendo mi fermo alla tavola calda a 500 metri dal bar, lì lavora Tiziano, un mio coetaneo ventiquattrenne che sta riuscendo a catturare sempre di piú la mia attenzione.Tiziano è alto e con un fisico scolpito, ha i lineamenti del viso ben delineati e squadrati, ed il suo cazzo lo immagino possente esattamente come la sua figura...
«Buonasera Vane, sei stupenda come sempre... cosa posso portarti?» mi guarda con occhi ammiccanti mentre attende una risposta
«Hey macho! Una birra chiara media è un cheeseburger» gli faccio l' occhiolino e tirando fuori il telefono mi accorgo di averlo dimenticato al bar quindi...
«Tiziano torno tra 10 minuti preparate pure l'ordine, recupero solo il telefono al bar... Non passo già abbastanza ore lì?» chiedo ironica.
«Vai bellissima, così appena lo recuperi ti faccio segnare il mio numero e usciamo una di queste sere» dice sorridendomi.
Mi avvio al bar con i miei castelli in aria, già me lo immagino penetrarmi sul tavolo di casa mia, inondarmi di seme caldo sui capezzoli duri dopo avermi fatta venire più volte consecutivamente...
I pensieri si interrompono entrando nel seminterrato del bar che usiamo come magazzino e spogliatoio quando vedo Samuel in un complesso con altre donne, non riesco a decifrare quante, forse sei/sette, e i miei occhi scorrono veloci sulle dita nelle foche bagnate, sui clitoridi succhiati e sui falli enormi infilati in tutti i buchi possibili.
Il mio cervello in tilt viene sbloccato dalle parole di Samuel:
«Vanessa, mi dai ciò che ti ho chiesto unendoti a me o da domani vuoi essere disoccupata?»
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