La compagna d'università

di
genere
etero

Ho iniziato questo anno l'università, e già da questo potete immaginare quanto sia giovane e quanto sia voglioso. Al mio primo giorno mi siedo affianco ad una ragazza abbastanza carina: è alta 1.70 m, è bionda ed è molto timida, a giudicare da come cerca di nascondersi dagli occhi del professore. Al termine delle lezioni la vedo salire sul mio stesso pullman. Non cerco il contatto visivo, tantomeno quello verbale. Mi limito ad ammirare il suo lato B nel momento in cui scende dal pullman: lo ammetto, gli ormoni stavano impazzendo. Andai a casa e mi "liberai" su uno dei classici siti. Le fantasie però aumentavano con il passare dei giorni, dei mesi, ma poi successe qualcosa di inaspettato: alla festa di fine sessione invernale, ad una festa, ci incontriamo. Entrambi nascondiamo un timido imbarazzo, mitigato dalla presenza dei nostri amici affianco, poi decisi di rompere il ghiaccio: "Ciao...tu fai il mio stesso corso, vero?". Lei arrossì e mosse la testa annuendo. Dopo una lunga chiacchierata ci lasciamo, il tempo era volato ed è il momento di rincasare. Il primo giorno del secondo semestre però inevitabilmente ci rincontriamo a lezione e decidiamo di andare a mangiare assieme. Dopodiché abbandoniamo l'istituto per dirigerci verso i giardinetti dove generalmente si studia e si ripassa. Siamo da soli in tutta l'area: decido di sdraiarmi sulla panca e mi sbottono i pantaloni, avevo la pancia davvero troppo piena. Lei, la chiamerò Giulia, dopo delle timide carezze prende con forza il mio uccello in mano senza preavviso ed inizia a masturbarmi. "Andiamo in bagno, almeno nessuno ci vede". Lei, timida ragazza con un solo vizio, si alza e con passo veloce detta la strada. Avevo il liquido seminale pronto a schizzare fuori da un momento all'altro e così fu: appena me lo prese in bocca le inondai la gola. Una goduria immensa. Ma decisi di non fermarmi e le abbassai quei leggins che erano ormai l'unico ostacolo tra la mia goduria e la sua. Prima mi misi il preservativo: non volevo rischiare nulla. Glielo spinsi infondo ripetutamente e con vigore mentre mi dava le spalle, poi la girai perché la mia ingordigia mi obbligò a leccare le sue piccole tette con una ferocia inaudita. Giulia emetteva gemiti intensi ma a bassa voce, non potevamo farci scoprire e lo sapeva bene. Mi cavalcò per 15 minuti circa ed al momento di venire il vero porco che era in me uscì: la girai, mi tolsi il preservativo e infilai giusto la punta dell'uccello nel suo buchetto del culo. Lo riempii e la sborra colava grondando. È stata un'avventura incredibile, e la prossima volta spero di poter riservarle qualche altro scherzetto...
scritto il
2018-02-20
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