La notte in cui andai all'inferno e non ritornai piu

di
genere
sentimentali

Era una notte di ferragosto, guardai il cielo ed era bellissimo, le stelle così luminose che brillavano nei miei occhi pieni di gioia e di felicità. La luna piena, così grande che sembrava si potesse toccare. Avevo trovato colei che potesse dare un senso alla mia vita così buia, trasparente, colma di tristezza e senso di vuoto.
Mi sentii abbracciare da dietro e arrossii sentendo il suo enorme seno poggiare su di me. Non le avevo mai chiesto quale fosse la sua taglia, forse era una quinta o una quarta, ma di certo non passavano inosservate. Quando andavamo insieme a passeggiare, lei aveva una maglietta scollata, il suo ombelico così bello e le sue maniglie d'amore oddio quanto erano belle, tutti la guardavano, il mio cuore ogni volta sobbalzava, lo stomaco si chiudeva, il respiro si faceva più affannoso, ma le tenevo la mano, gliela stringevo per farle capire la mia paura. Lei mi conosceva fin troppo bene. Mi guardo' e mi disse: "tranquillo nessuno mi toccherà se non tu, questo seno gli altri lo potranno solo guardare, ma quello che ci giocherà, lo lecchera', lo succhiera' sei solamente e solo tu".
Pensando a cosa successe quel giorno mi eccitai, succedeva raramente, ma con lei a fianco anche io non riuscivo a trattenere i miei istinti da uomo.
Eravamo nel balcone di casa, soli, lei capii subito dal mio silenzio che non riuscivo a parlare, me lo tocco' delicatamente sopra ai pantaloni e con la sua mano fatata, perfetta, liscia, profumata mi disse: tranquillo stasera ti porterò con me in un posto dove non sei stato mai e capirai che essere puri non è un motivo per essere orgogliosi.
Acconsentii cercando di non venire subito e far capire che ero un uomo forte e non debole, anche se lei già lo sapeva, ma l'orgoglio era troppo forte.
Ci andammo a vestire, io ero vestito normale, una camicia stretta, pantaloncini e delle infradito.
Appena finii di sistemarmi la aspettai all'entrata, sapendo che ci stava molto per prepararsi, non le misi fretta, non vedevo l'ora di sapere cosa stesse architettando.
Sentii dei passi da lontano, era lei, il suo profumo era fortissimo. Mi girai e la vidi, era bellissima, quei occhi marroni che mi trafiggevano il cuore ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Era come stessi vivendo un sogno, un sogno di cui non volevo più risvegliarmi.
Si avvicinò piano piano e la guardai, aveva una gonna corta, una magliettina che le arrivava proprio sotto il seno, e delle infradito.
" Vieni con me amore", mi disse con voce sospetta.
Acconsentii. Chiusi la porta e la vidi andare in macchina, il suo sedere sembrava il tragitto di una gara di Formula 1, grande, ma di una perfezione unica, carnosa come piaceva a me. Non potevo chiedere nient altro che avere lei al suo fianco.
Entrammo in macchina, lei volle guidare. Io non le toglievo gli occhi di dosso. Sembrava come se volesse in qualche modo provocarmi, si mordeva le labbra, la vedevo. Quel silenzio era colmo di 1000 parole. Una continua conversazione fra me e lei che sembrava non finire mai.
Cominciammo il tragitto.
Lei guidava, io ero accanto a lei, la osservavo, da punto a punto, non mi perdevo niente di lei, o forse non era veramente così.
La sua maglietta era strettissima, sembrava soffocare, sembrava che si stesse per rompere di quanto il suo seno fosse enorme, e questo mi eccitava così tanto da tenermi sul sedile cercando di non rischiare che si accorgesse che stessi scoppiando.
Invece non era così, abbassai lo sguardo e avevo visto male. La sua maglietta non era stretta, era solo appoggiata, metà seno era a contatto col vento. Si vedeva quasi tutto. Mi arrabbiai dentro ma ero sicuro ci fosse un motivo ben preciso a questo suo strano comportamento alquanto strano e sospettoso.
Non le dissi nulla. Stetti al suo gioco molto pericoloso e cercai di calmarmi.
Arrivammo in un posto che sembrava desolato. C'erano un paio di veicoli parcheggiati ma non mi interessava moltissimo. Scesi dalla macchina insieme a lei e la seguii. Eravamo in spiaggia. La sabbia era pulita e soffice con un profumo meraviglioso. Le tenevo la mano, si vedeva molto poco, gliela strinsi perché avevo paura e non sapevo a cosa andassi incontro.
In lontananza vidi un falò. Si, c'era molto freddo quella sera. Nonostante fosse estate era tardi quindi un po' di fresco e un po' di vento era giunto.
"Amore questo é il mio regalo per questo ferragosto". Sembrava felice. Io non sapevo cosa dire. La ringraziai per il suo regalo.
Mi girai e vidi una grossa tenda. Era così grossa che ci poteva entrare anche una famiglia intera.
In lontananza vidi qualche falò e altre tende con della musica in sottofondo quindi mi spaventai. Se fossero venuti vicino a noi sarei stato molto in imbarazzo, volevo proteggere la mia ragazza a costo anche della mia vita.
Il cibo era già pronto. Sembrava che lei fosse già venuta in quel posto per preparare tutto ed ero felice. Ero felice che qualcuno avesse fatto qualcosa di così grande per me, anche se per una persona normale forse sarebbe stato poco, ma per me non era così.
Cenammo, parlammo di tutto, delle nostre passioni, del nostro futuro insieme, eravamo troppo sdolcinati, soprattutto io visto che non sono abituato a così tanta perversione in confronto a lei.
Finimmo di cenare, la ringraziai ancora per il pasto. Lei Si alzò e si avvicinò a me in maniera molto veloce, si abbasso' mettendomi il senso sul viso e mi disse all'orecchio: Amore: "sai che non ho l'intimo? ".
Io rimasi allibito da questa frase.
Avevo praticante il suo seno sugli occhi.
Non resistevo però non volevo sembrare un'animale in calore pronto ad accoppiarsi. La abbracciai e misi il mio viso fra il suo seno. Era così morbido, aveva i capezzoli duri, probabilmente aveva un po' di freddo e non l'aveva detto, sembrava fosse il posto più bello del mondo, l'unico posto dove volevo restare per sempre.
Mi fece vedere la tenda. Era pieno di candele profumate, giocattoli erotici, una piccola radio delle nostre canzoni preferite. Entrammo.
"Hey amore adesso sei mio, non puoi più scappare".
Mi butto' sopra il lettino e si mise sopra di me.
Accennai a parlare, ma lei mise il suo dito sulla mia bocca per zittirmi.
"Amore sai che ti voglio vero? Questo é il mio regalo, poi mi darai il tuo ok?"
Non capii cosa volesse dire con il ricevere il suo regalo da me. Io non le avevo fatto niente. Sapeva che per me queste erano feste inutili e che non le festeggiavo.
Stetti al suo gioco come se fossi il suo burattino, i suoi fili invisibili erano collegati al mio corpo, ero ormai una persona alle dipendenze delle sue perversioni e delle sue notevoli provocazioni che a dire il vero mi eccitavano alquanto.
Si alzo' un po' la gonna e vidi un mondo inesplorato fino ad allora. Non aveva niente la sotto, aveva detto la verità. Era uscita senza intimo. Mi eccitai alla vista di così tanta magnificienza. Non aveva pochi né tanti peli, erano curati molto bene. Vidi il suo sorrisetto come se lei fosse il diavolo e io la sua preda pronta per andare all'inferno.
Mi sbottono' la camicia mostrando il mio petto virile, un po di peli nel petto, i miei fianchi così tanto tenerini. Sorrise alla vista e mi diede un paio di pizzicotti ma stesi in silenzio facendo rumori di sottofondo succhiandole il dito e leccandolo.
Mi sbottono' i pantaloni. Ebbi un sussulto e il mio arnese comincio a muoversi al sentire delle sue mani così delicate ma decise.
Li abbasso' lentamente, io ero quasi nudo. Dal suo viso si capiva che anche lei stava impazzendo ormai, era al culmine dell'eccitazione. Mi levo' i boxer blu come il cielo quella notte. Il mio pene venne fuori dalla sua tana. Era a contatto con la sua fragolina. Cominciò ad alzarsi sempre di più ma non abbastanza. Lei capì che avevo bisogno di aiuto, così uso' la sua mano. Prese il pene e fece dei movimenti a salire e a scendere. Era caldo, pompava, io soffrivo. Cercavo in qualche modo di riuscire a trattenermi ma era difficile. Alzai la mano verso di lei e toccai il suo seno. Cercai di alzarlo per vedere la sua quinta con i miei occhi. Da lì, potevo conoscere come era fatta, l'intero corpo della donna.
La sua maglietta era sudata, aveva troppo caldo li dentro. Si spoglio' tutta senza dire niente e vidi il suo seno. Era perfetto. Grande ma non troppo, i suoi capezzoli turgidi facevano capire che era fortemente eccitata e non vedeva l'ora di entrare dentro di me in tutti i sensi e divenire finalmente una cosa soltanto.
Mi Alzai, le baciai il seno. Ero felice che lei fosse lì in quel momento e non qualcun altra.
Mi spinse con la schiena a terra e si avvicino'. Mi bacio' intensamente come non aveva mai fatto prima d'ora. Giocammo per minuti e minuti con le nostre labbra, con le nostre lingue mentre con le mani giocava col mio arnese. Era ormai duro e pronto alla penetrazione.
Lo prese, lo entrò lentamente fin quando entro' tutto.
Ci guardammo intensamente negli occhi. Sembravamo due distinte persone, ma in quel momento eravamo due persone e un cuore solo. Eravamo riusciti a dar vita al nostro amore definitivo. Lei comincio' a muoversi cercando di non farmi del male. Godeva, gemeva, i suoi capezzoli erano duri. Io ci giocavo,li palpavo, li accarezzavo. Era un fare l'amore sincero. Niente aggressività, niente egoismo nel provare solo il proprio piacere ma era un susseguirsi di emozioni tutte col fine di piacerci e amarci ancora di più. Ci stavamo legando, eravamo ormai attorcigliati. Continuo a muoversi in modo rotatorio e inarcando la schiena. La sua fragolina era ormai colma di liquidi e non riusciva più a trattenersi. Io avevo ormai raggiunto l'orgasmo insieme a lei. Eravamo solo noi li, si sentivano sono le nostre urla. Venimmo insieme, gemevano insieme, godevamo insieme. Le sue grida mi fecero eccitare ancora di più.
Ormai stremata, si accascio' su di me. Eravamo stanchi ma eravamo innamorati. Nudi, ci abbracciammo, ci baciammo e prima di chiudere gli occhi mi disse: " il tuo regalo me l hai fatto. Grazie. Avremo un bambino. Ti amo".
Da quel momento, la mia purezza svani'. Riuscì ad entrare nel mondo dell'inferno insieme a lei e da quel momento non la lasciai più. Non ero più la sua ombra, e non le camminavo indietro ma ero sempre accanto a lei perché eravamo ormai una cosa sola.
scritto il
2018-02-21
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