Autostop da studente

di
genere
prime esperienze

Chi non ha mai fatto autostop da studente o marinato la scuola, o tutte e due insieme?
La voglia di sentirsi grandi, scoprire il “mondo”, sentirsi indipendenti e liberi quando non erano stati inventati i social era molto forte. Specialmente per persone curiose come me.
A scuola ero molto bravo tanto che a volte mi annoiavo, quindi alcune mattine visto che per raggiungere la scuola dovevo prendere l’autobus lasciavo decidere al destino ed invece di prendere l’autobus facevo l’autostop.
Mi piaceva conoscere persone nuove ed andare in auto mi sembrava più confortevole che andare in corriera stipati come buoi.
Di solito le persone che mi accompagnavano erano sempre le stesse, persone che lavoravano in qualche ente vicino la mia scuola per esempio, ma a volte a causa di un mio ritardo o di qualche problema loro mi trovavo ad accettare passaggi da “estranei”.
Quella mattina a darmi un passaggio fu un camionista che doveva andare a consegnare la merce in una grande città distante circa 120 km. Mi offrì di accompagnarlo e visto che quella mattina non vi era nessuna lezione interessante, decisi di marinare la scuola e di accompagnarlo a fare la consegna.
Era divertente viaggiare dal punto di vista di un camionista, guardare le auto da quell’altezza ti faceva sentire invincibile, le auto si spostavano e sembrava di essere i padroni della strada.
Arrivammo in un mega magazzino e scaricammo la merce, ovvero io assistetti a tutte le operazioni come osservatore privilegiato, non ero mai entrato nel mondo del lavoro ed ero eccitato a tutto quell’andirivieni, muletti, persone addette al controllo, firma dei vari documenti, tanto che quasi mi dispiacque che tutto finì molto presto.
Iniziammo il viaggio di ritorno ed il camionista mi sembrò molto più rilassato, iniziò a parlarmi della sua famiglia, dei suoi bambini, dei suoi interessi, etc. etc.
Una cosa a cui cercavo di stare attento quando mi davano un passaggio era di essere educato e gentile e di mettere al proprio agio il conducente, sempre restando attento a cosa accadeva. Ero sempre pronto a difendermi ed a uscire dalla macchina o in questo caso da un camion. Ma il camionista mi sembrava veramente una brava persona e così mi rilassai. Arrivati a circa venti km. dalla mia città, invece di continuare dritto girò per una stradina secondaria e si fermò in uno spiazzo.
Era una di quelle stradine poco frequentate che costeggiava un canale.
-Scusami ma devo fare pipì mi disse, una volta sceso la fece proprio sul bordo del canale proprio a qualche metro da me.
Mentre faceva pipì si girò per vedere se lo guardassi , io tutto rosso mi girai subito dall’altra parte ma non riuscii a fare a meno di vedere il suo arnese. Si ricompose e salì al suo posto di guida, ma invece di mettere in moto e partire iniziò a chiedermi se avevo mai avuto rapporti con lo stesso sesso.
Risposi di no e che mi piacevano troppo le ragazze. Lui continuò dicendomi che anche lui la pensava allo stesso modo, infatti era sposato con dei figli e mi raccontò che una volta un suo amico camionista gli aveva proposto un atto omosessuale, lui all’inizio si rifiutò ma alla fine sotto le continue pressioni dell’uomo cedette e mi disse testuali parole:
-Prova, prova e prova, alla fine ho provato e mi è piaciuto!-
Educatamente risposi che sicuramente sarebbe stato piacevole, ma che io non ero interessato.
Lui mi disse che rispettava le mie idee. Poi con la scusa di prendere qualche cosa nella tasca dello sportello al mio lato quasi si sdraiò su di me facendomi sentire tutta la pressione del suo corpo. Io mi irrigidii ed indietreggiai schiacciando la schiena contro il mio sedile, lui continuava a strofinarsi su di me portando la sua mano sul mio “pacco” . Mi fu difficile coprire la mia eccitazione, quello strofinarsi e la pressione di quel corpo su di me avevano causato un’inaspettata erezione.
Accortosi della mia erezione si sentì incoraggiato a continuare, iniziò a sbottonarmi i pantaloni ed io non riuscii a ribellarmi. Anzi lo aiutai ad abbassarmi i pantaloni e sentii il mio cazzo vicinissimo alla sua bocca. Accostò le labbra alla cappella iniziando a giocarci, la sua lingua scorreva per tutta l’asta, il suo respiro mi faceva venire i brividi poi in un colpo solo vidi sparire il mio pene . Iniziò un movimento verticale su e giù lungo il mio pene durissimo, stavo ricevendo il mio primo pompino!
All’improvviso si fermò e cercando la mia mano cercò di portarla sulle sue parti intime, anche se tentato dal toccarlo riuscii a bloccare il mio desiderio, però quando lui smise di insistere quasi ne rimasi dispiaciuto. Il camionista allora si dedicò soltanto a succhiarmelo e dopo un po’ mi ritrovai a sborrare nella sua bocca. Gli attimi successivi si dimostrarono molto imbarazzanti, almeno per me. Mi ricomposi e lui ripartì.
Per una decina di km nessuno aprì bocca e fu lui a parlare per primo.
- E’ stato molto bello ed hai proprio un bell’affare tra le gambe, sinceramente sono rimasto un po’ sorpreso, piacevolmente sorpreso. La settimana prossima ho di nuovo una consegna da fare nello stesso posto, se ti va di venire fatti trovare allo stesso posto e più o meno alla stessa ora. Mi piacerebbe rivederti.
Fui molto vago nella risposta, ero ancora turbato da quell’atto allora così forte per me che in quel momento non avevo nessuna voglia di rivederlo. Arrivati a destinazione scesi dal camion e salutai gentilmente ma in modo molto distaccato.
Arrivato a casa mi rifugiai sotto la doccia per liberarmi del “peccato”, poi il pomeriggio con gli amici mi fece dimenticare l’accaduto.
La notte appena messomi a letto iniziai nuovamente a pensare a quanto avvenuto in mattinata e mi ritrovai nuovamente eccitatissimo, e pensando a come sarebbe stato se gliel’avessi preso in mano e magari in bocca, mi masturbai sperando di provarlo la settimana successiva.

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Arrivai in anticipo all’appuntamento, mi ero vestito tutto carino ed avevo indossato un paio di pantaloni con la zip e non con i bottoni in modo da poterli sfilare più agevolmente.
Alla vista del camion il cuore iniziò a pompare più forte a causa dell’agitazione, poi una volta che il camion si affiancò e si aprì la portiera , un senso di delusione mi investì.
Il camionista che ora chiamerò per nome (Giuseppe) non era solo, ma accanto a lui vi era un altro uomo sui quaranta.
Dai Sali, esordì Giuseppe con un sorriso, questo è Massimo un mio collega, oggi viene con noi.
Per un attimo rimasi impietrito pensando sul da farsi, forse era il caso di inventare una scusa per non andarci, ma ci pensò Massimo a togliermi ogni dubbio, sorridendomi allungò la mano verso la mia e quasi senza rendermene conto mi ritrovai in mezzo a loro. Decisi di prendere tempo, avevo circa quaranta minuti per decidere se andare a scuola o continuare con loro.
Massimo e Giuseppe mi sembravano molto affiatati, mi misero a mio agio, iniziarono a farmi domande sui miei studi, cosa mi sarebbe piaciuto fare dopo la maturità etc. etc., ma soprattutto mi consigliarono di non lasciare gli studi dopo la maturità. Anche Massimo era sposato e padre di tre figli che mi mostrò in una foto.
Mostrandomi la foto notai i suoi occhi diventare lucidi. Quella scena mi rassicurò e decisi di accompagnarli a scaricare la merce. Ci aspettava ancora un’ora di strada e con loro non ci si annoiava. Certo, avrei preferito che fossimo solo io e Giuseppe sperando di mettere in atto le mie fantasie, ma forse era meglio così.
Al ritorno si fermarono in una trattoria e mi invitarono a mangiare con loro. Il posto era frequentato soprattutto da camionisti e mi sembrava che tutti si conoscessero tra di loro. Rientrati nel camion Massimo decise di sdraiarsi sulla brandina presente nella cabina e dopo un po’ mi accorsi che era rimasto solo in mutande.
Fa così caldo oggi! Esclamò. Mi girai e lo spettacolo che mi si offriva non fu dei migliori, sulla brandina era sdraiato un omone dal petto villoso e da uno stomaco abbastanza prominente, anche le gambe erano coperte da peli scuri. Quella vista però mi turbò, non ero mai stato così vicino ad un uomo seminudo e anche se i finestrini erano aperti per far circolare l’aria la cabina era pervasa da un forte odore di maschio.
Mi girai a guardare la strada perché mi sentivo un po’ imbarazzato.
Ma guarda qua che combinano questi due! Massimo sembrava parlare da solo ma ovvio che suscitò in me la curiosità. Mi girai e vidi che stava sfogliando una rivista porno, ed in quella pagina un uomo stava sodomizzando una donna che sembrava molto compiaciuta.
- Che gli farei ad una donna così! E tu Federico ( non mi ero presentato)?
- Io annuii, ma in verità anche se ero sempre arrapato ancora non avevo avuto rapporti completi, con le mie ragazze al massimo avevo ottenuto una” pippa”.
Non ricevendo risposta Massimo mi rincuorò.
- Bello come sei non avrai certo problemi a scoparti tutte le donne di questo mondo!
- Speriamo!- risposi-
Mentre mi parlava Massimo si toccava il pene da sotto le mutande eccitandomi ancora di più.
- Devi vedere che cazzo che ha Federico, disse Giuseppe a Massimo.
Mentre diventai tutto rosso e nello stesso tempo fiero di tutti quei complimenti Massimo mi invitò a raggiungerlo sul lettino per guardare la rivista ed a mettermi in libertà visto il caldo che faceva …
Mi tolsi la camicia ma rimasi titubante a togliermi anche i pantaloni perché sotto le mutande vi era un’erezione in corso. Massimo se ne accorse e mi tirò a se dicendomi che era normale alla mia età essere sempre arrapato, e che lui mi invidiava per questo.
Quelle parole mi rilassarono e mi sdraiai vicino a lui, lo spazio era così stretto che praticamente stavamo attaccati. Potevo sentire tutto il calore di quel corpo grande il doppio del mio, le mie gambe snelle erano attaccate alle sue gambe pelose, quelle pagine hot e quell’odore che quasi dava alla nausea contribuivano ad eccitarmi come non mai.
Massimo allungò la mano sul mio pene durissimo ed iniziò ad accarezzarlo, da sotto i boxer. Ci sapeva fare, alternava tocchi energici a carezze dolci, mi stava praticamente facendo impazzire! Visto che lo spazio a disposizione era veramente ridotto Massimo si girò su un lato ed ora avevo quasi la sua pancia sulla mia, la sua mano continuava a segarmi tanto che dovetti fermarla per non sborrare.
Lui smise di toccarmi il pene ma non smise di accarezzarmi, la sua mano scendendo si insinuò tra le mie chiappe fino a sfiorarmi il buco del culo. Un brivido di piacere percosse tutto il mio corpo e Massimo accorgendosene si sentì più incoraggiato. Sentivo il suo respiro pesante sul collo, iniziò a baciarmi il collo mentre non smetteva di solleticarmi il buchetto. Il mio corpo non era più in grado di ribellarsi a quel momento così eccitante, mi ritrovai ad allungare il braccio e ad afferrare il suo pene che al tatto mi sembrava durissimo e molto grande. Il contatto attraverso le mutande non mi bastava più, lo presi in mano da sotto le mutande e da subito mi piacque stringerlo per sentire quanto fosse eccitato .
Tutto questo senza girarmi ed a occhi chiusi per non interrompere l’incantesimo. Per un attimo Massimo allontanò la mano dal mio buchetto per riavvicinarla qualche secondo dopo per spalmarmi della crema. Avvertii un senso di freddo e di sollievo allo stesso tempo proprio sul buchetto, avevo capito le intenzioni di Massimo ma rimasi fermo ad aspettare, continuando a stringergli il cazzo sempre più duro.
Massimo sfilò le mutande sia a me che a se stesso in modo da farmi sentire il suo cazzo direttamente sulla pelle del fondo schiena. Mi prese la mano e la portò nuovamente sul suo cazzo, capii che dipendeva tutto da me! Cercai di non pensare e di godere solo di quel momento, misi la cappella di Massimo di fronte al mio forellino, il contatto tra quelle due parti fu inaspettatamente eccitante, Massimo cercava di contenere la sua irruenza, aveva capito che stava ad un passo dallo sverginare il mio culetto e non voleva rovinare tutto, lasciando tutto alla mia sensualità e perversione. Continuavo a tenere fermo quell’asta nerboruta centrata sul mio buco ma indietreggiando con il sedere l’avvicinavo ed invitavo ad entrare dentro di me. Sentii la parte esterna allargarsi per far posto a quella cappella enorme che fece capolino al mio interno. Massimo lo tirò fuori e pensai che stessi facendo qualcosa di sbagliato, ma fortunatamente si era “allontanato” soltanto per spalmare ancora della crema.
Mi prese la mano riportandola sul suo cazzo ed io ripresi ad “incularmi”.
Quel cazzo durissimo entrava sempre più dentro di me, ogni tanto dovevo fermarlo per riprendere fiato, nel frattempo Massimo mi baciava sul collo, mi accarezzava i capezzoli. Provò anche a baciarmi ma quello per me era troppo e non ricambiai.
Mi ritrovai però a godere senza dover pensare a niente se non a me stesso. Giuseppe nel frattempo aveva parcheggiato in uno spiazzo sicuro e dopo aver fermato il camion lo vidi avvicinarsi a me completamente nudo e con il suo pisello a mezz’asta. Massimo intanto aveva iniziato ad incularmi senza il mio aiuto, sembrava avesse capito il mio ritmo ed entrava ed usciva lentamente senza strappi, ogni tanto aggiungeva della crema ed il suo cazzo entrava ed usciva dolcemente. Giuseppe portò il suo cazzo vicino la mia bocca ed un forte odore pervase le mie narici, era un odore forte ma caldo allo stesso tempo, aprii la bocca in modo da assaporarlo. Lasciai entrare solo la cappella per poterla assaggiare e succhiare, sotto i colpi inesperti della mia lingua il cazzo di Giuseppe si irrigidì ed io ebbi difficoltà a succhiarlo visto il poco spazio a disposizione. Massimo sembrò leggermi nel pensiero e scese con i nostri corpi verso il basso in modo che potessi avere più spazio per Giuseppe, che era inginocchiato sul vano del camion che conteneva il cambio.
Ora con la mano potevo guidare il cazzo di Giuseppe nella mia bocca. Qualche ora prima non avevo mai avuto rapporti sessuali ed ora stavo addirittura godendo con due cazzi! Massimo continuava ad incularmi con più dinamismo, i suoi colpi pressavano l’intestino facendomi sobbalzare, mentre Giuseppe impossessatosi dei miei capelli mi teneva la testa ferma e mi scopava la bocca. Ora ero veramente stretto in una morsa, il mio corpo in mezzo a quei due energumeni era completamente bagnato dal sudore. Iniziarono contemporaneamente ad alzare il ritmo dei loro movimenti e quasi all’unisono vennero dentro di me. Massimo mi inondò il sedere di sperma caldo, mentre Giuseppe non permettendomi di muovermi mi riempì la bocca di sperma senza lasciarmi la possibilità di sputarla. Ingoiai tutto fino all’ultima goccia, avendo ancora il cazzo di Massimo dentro di me che lo sfilò soltanto quando perse di consistenza. Si sedettero tutti e sul lettino ed io in mezzo a loro.
Mi chiesero se mi fosse piaciuto, complimentandosi per quanto ero stato bravo, mi dissero anche che raramente avevano goduto così. Poi ricordandosi che io non avevo ancora goduto portarono le loro manone sul mio cazzo iniziando ad accarezzarlo. Mi fecero mettere quasi in piedi tra di loro ed a turno lo succhiavano, dandosi da fare per dimostrarmi chi fosse il più bravo tra di loro. Quando esplosi tutto il mio sperma nella bocca di Massimo, Giuseppe si avventò sulla mia cappella per leccare lo sperma rimasto. Ci ricomponemmo e continuammo il viaggio fino a casa, con un forte odore di sesso che ci accompagnava tutti. Tutto il mio corpo ne era rimasto impregnato, dal sedere mi colava lo sperma di Massimo bagnandomi le mutande.
Non bastò un’ora di doccia bollente per togliermi quell’odore. Ancora oggi dopo tanti anni ripensando a quel giorno mi ritrovo a masturbarmi sotto la doccia.


scritto il
2018-03-03
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