Culo a nord-est (capitolo 2)
di
Andre_u
genere
gay
Punto di vista di Marco
Appena arrivato a casa, corro in camera ad abbassarmi i pantaloni della tuta. Ho fatto tutta la strada per arrivare a casa pregustando questo momento: ancora vestito con la maglietta e i pantaloni calati, ho solamente le mie due chiappe tonde e nude davanti allo specchio. Il jockstrap continua a coprire il cazzo, ma in questo momento non mi interessa, sono solamente concentrato sul culo e sulla sensazione che provo.
Lentamente separo quelle due chiappe scure, piegato a 90 sul letto, per trovare il buchino ancora bagnato della mia stessa saliva. Ovviamente il mio dito medio scivola dentro, dolcemente, e porta la mia mente a Brandon, il mio scopamico inglese che purtroppo non posso incontrare più, perché è a Londra.
Mai come adesso ho sentito la sua mancanza, quindi prendo immediatamente il telefono e scatto una bella foto del dito infilato dentro di me. "Hey mate, thinking of you", con un occhiolino.
A quel punto sento degli strani rumori provenire dal giardino. Per quanto mi girino i coglioni perché voglio concedermi un momento per me stesso, decido diguardare fuori dalla finestra.
Via il dito dal culo, pantaloni tirati su in fretta e furia, mi avvicino alla finestra ed eccoli lì: 3 ragazzi, probabilmente appena maggiorenni, che stanno cercando di rubare le statue del giardino.
Non mi fraintendete eh, a me non me ne frega un cazzo di avere i nani da giardino in giardino. Ma la casa mi è stata affittata così e non voglio rogne col padrone di casa. E poi, come cazzo si permettono di entrarmi nel giardino?
Decido di giocare di astuzia. Esco di soppiatto di casa, cammino molto lentamente nel buio, mi nascondo dietro a una siepe, poi improvvisamente lancio un agguato. Due dei ragazzi si dileguano all'istante, urlando, e non lasciano tracce, mentre il terzo lo riesco ad agguantare. Lo afferro, lo sbatto contro il cancello di forza e gli urlo "che cazzo fai???".
E lo riconosco. Si chiama Mattia ed è un ragazzetto appena maggiorenne, che frequenta la mia palestra. Piccolino, alto al massimo 170 cm ma sempre ad allenarsi, con un bel corpo definito. Capelli neri e occhi di un bel verde intenso, sarebbe anche un bel ragazzo se non fosse un bulletto, un poco di buono. Non nego di aver rubato qualche occhiata al suo corpo ben definito, muscolosetto.
"Lasciami andare!" lo sento frignare mentre si dimena e cerca di scappare. Ma io non ho alcuna intenzione di farlo fuggire, quindi apro la porta, sussurro "no no, tu vieni con me", e lo spingo dentro in casa. E a quel punto ci guardiamo negli occhi.
"Cosa cazzo stavi cercando di fare? Pensi che sia divertente? Rubare i nani? Fanno cagare, sono d'accordo, ma poi il padrone di casa mi spacca il culo se non li ritrova, lo capisci coglione?" Gli urlo contro, tenendolo afferrato per le spalle. E lui esita, cerca di salvarsi, ma cerca ancora di fare il duro. "Non me ne frega un cazzo, hai capito?" risponde, per poi rendersi conto di non avere degli spettatori perché i suoi amichetti l'hanno lasciato solo. Siamo solo io e lui, quindi inizia ad avere più paura. Ma a me non interessa, sono furibondo e di nuovo lo spingo contro il muro, questa volta con la schiena rivolta verso di me.
E a quel punto lo vedo. Vedo un pezzo di una statuetta sbucare dalla tasca sul retro dei suoi pantaloni, ma vedo soprattutto quelle due chiappe strette in un paio di pantaloncini da corsa, che sfumano sulle sue gambe un po' pelose. Vedo quel culo muscoloso quasi sfrontato, rivolto verso di me, e decido che devo averlo. Quindi sussurro "Eccolo! Adesso mi prendo ciò che è mio!".
Lui tira un leggero sospiro di sollievo, salvo poi inorridire al rendersi conto che la mia mano non si sta appropriando del pezzo di statua, ma si sta infilando dritta dritta dentro ai suoi pantaloni e alle sue mutande.
Lui oppone resistenza, digrigna i denti come se fosse un cane e mi intima di smetterla, di lasciarlo andare. Non osa insultarmi, ma mi guarda dritto negli occhi: è in quel momento che vedo una specie di scintilla, è come se riuscissi a leggere una battaglia interiore che sta avvenendo dentro a questo ragazzo, tra il suo subconscio e la sua parte razionale.
Mentre lo spingo contro il muro con il corpo, decido che è il momento di agire. Gli palpo quelle chiappe tonde con forza, ma mi avvicino sempre di più a ciò che si trova in mezzo, per poi finalmente sfiorargli il buchino.
Il suo culo, a differenza delle gambe, non ha nemmeno un pelo, tanto da chiedermi se per caso si è depilato. E il suo buco è già un po' umido, sudato per il caldo e per la paura. E' a quel punto che decido di spingere e di violare il suo buco con il dito medio, aiutato dal fatto che è già bagnato, e incontrando tutta la sua strettezza. Un po' come ha fatto Maurizio con me, con la differenza che io ero consenziente però!
Non mi lascio impietosire. Il ladruncolo è tutto sommato un bel ragazzo, con un bel corpo ma soprattutto con un culo spaziale. Quando ho affondato l'intero dito nel suo buchino stretto, mi rendo conto che tutto sommato lui si sta lasciando fare: faccia e mani al muro, culo in fuori e soprattutto testa bassa. Però sono un bastardo, e decido di infierire: con una mano gli afferro i suoi capelli neri spettinati e li tiro indietro, costringendolo a guardarmi negli occhi.
"Brutto ladro, come cazzo ti chiami?" Gli chiedo, con la voce tra l'eccitato e l'incazzato.
"M..Mattia!" risponde lui, quasi balbettando.
"Bene Mattia, hai proprio un bel culo sai?" è la mia risposta.
Non attendo una reazione. Mi abbasso i pantaloni, mi sputo abbondantemente sulla mano e mi bagno per bene il mio cazzo durissimo. In una frazione di secondo prendo la decisione di scoparlo senza preservativo, anche se non è la scelta migliore, ma non ho comunque scelta perché lui riuscirebbe a scappare mentre io vado a cercare i preservativi.
Eh sì, perché Mattia ha ricominciato ad essere inquieto a partire dal mio complimento al suo culo. Quindi passo all'attacco: due begli sculaccioni, forti, uno per chiappa, per fargli capire che faccio sul serio. "Stai fermo, stronzo!" Gli urlo.
Ma poi ho un po' di pietà nei suoi confronti: glielo appoggio sul buchino, ma decido di spingere con gentilezza. E gli sussurro in un orecchio "Ehi Mattia, rilassati, vedrai che ti piacerà".
Il mio cazzo è assolutamente nella media come dimensioni, anzi forse anche di meno: si ferma attorno ai 14 cm di lunghezza, pur essendo abbastanza grosso. Questa cosa è perfetta quando faccio l'attivo, perché significa che una volta che il culo si adatta alla circonferenza, posso spingerlo anche abbastanza forte senza paura di far male al passivo.
Ed è così anche con Mattia: glielo spingo piano nel culo e mi accorgo che lui sta seguendo il mio consiglio, infatti il suo buco dopo poco si arrende e lascia che il mio cazzo ci scivoli dentro.
Solo a quel punto mi rendo conto di due cose: io lo sto abbracciando da dietro mentre glielo spingo nel culo, e lui potrebbe scappare da un momento all'altro. Quindi sta aspettando il momento ideale per scappare, oppure... Gli sta piacendo.
Non mi sta bene, io stavo cercando di umiliarlo e lui ci sta godendo. Sento un altro moto di rabbia e di eccitazione, afferro Mattia per i fianchi e glielo spingo dentro di prepotenza, rendendomi conto che il suo buco del culo si è perfettamente già adattato. Questo mi fa insospettire e gli ringhio, in un orecchio "ladro del cazzo... Non è la prima volta che lo prendi nel culo!!".
Mattia si affretta a balbettare un "n...no, cosa dici, è la prima volta!", quasi sconsolato. Tiene lo sguardo basso, sottomesso e pieno di senso di colpa, però il suo culo è inaspettatamente accogliente. Così accogliente che, maledicendomi per il poco controllo, supero il punto di non ritorno e sono costretto a sborrare più presto di quanto vorrei.
"Oh cazzo!!" grugnisco, con rabbia, cercando di schizzargli più in profondità possibile. Una decina di schizzi, abbondanti, placano il mio desiderio ma non la mia rabbia. Sfilo il mio cazzo dal suo culo, ammiro per un secondo il buco che ho appena violato e poi afferro Mattia e lo spingo via.
Lui, ingenuamente, forse si aspetta delle scuse, o di essere rassicurato, o addirittura delle coccole. Ma io gli sollevo i pantaloni e lo spingo verso la porta, ancora incazzato: "ora vattene di qui, sparisci e non farti mai più vedere. E tieni questo, spero che ne sia valsa la pena!" gli urlo, lanciandogli il pezzo di statua rubato orrendo, che ora appartiene a lui.
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Casa di Mattia
Se qualcuno entrasse in camera di Mattia in questo momento, si troverebbe di fronte a una situazione un po' particolare. Mattia nudo, disteso nel letto a piangere, ma allo stesso tempo con il suo cazzo oscenamente grande e duro in mano. E' finalmente da solo e al sicuro in camera sua, dopo la violenza subita, e continua a pensarci, alternando qualche singhiozzo al movimento della mano sul suo cazzo.
Mentre piange e si masturba, Mattia ha mille domande nella sua testa: come ha potuto accettare di subire una cosa del genere? Perché non ha fatto abbastanza per scappare, ma anzi ad un certo punto si sentiva come paralizzato? Ma soprattutto... Perché non ha quasi provato dolore?
In quel momento Mattia decide di controllare lo stato del suo buchino. Non senza timore, lentamente porta la mano dietro e inizia a toccarselo. Si rende conto che è ancora bagnato, di saliva ma anche dello sperma del ragazzo che l'ha forzato non più di 15 minuti prima, e che il dito ci scivola dentro molto facilmente.
Mattia non sa cosa gli passa per la mente, ma si gira a pancia in giù nascondendo la faccia nel cuscino, sollevando quelle chiappe dure e un po' muscolose in aria, per infilare meglio il dito. Poi intravede sul comodino un oggetto cilindrico, il tubetto del deodorante: ignorando le proteste della sua stessa parte razionale, lo afferra e lo porta subito dietro, appoggiandolo al buchino già bello bagnato.
Di nuovo come prima, basta una pressione relativamente leggera e il suo buco si arrende, essendo già stato allenato poco prima. Nessun dolore, ma il tubetto entra nel culo facendo sentire una sensazione fortissima al povero ragazzo, che subito prova un orgasmo diffuso ed estremamente intenso, più di ogni orgasmo mai provato in vita sua.
Distrutto dai sensi di colpa una volta che il desiderio sessuale è svanito, Mattia sfila il tubetto dal culo, provando per la prima volta un certo fastidio. Raccoglie la maglietta e la usa per asciugare lo sperma dal letto, poi chiude gli occhi e piomba in un sonno molto rilassante e profondo fino al giorno successivo.
... Continua
P.s.: è (quasi) la prima volta che mi metto a scrivere racconti erotici. Scrivetemi! Anche solo per un commento, per suggerimenti, critiche o anche solo per dire ciao! andre_u@hotmail.it
Appena arrivato a casa, corro in camera ad abbassarmi i pantaloni della tuta. Ho fatto tutta la strada per arrivare a casa pregustando questo momento: ancora vestito con la maglietta e i pantaloni calati, ho solamente le mie due chiappe tonde e nude davanti allo specchio. Il jockstrap continua a coprire il cazzo, ma in questo momento non mi interessa, sono solamente concentrato sul culo e sulla sensazione che provo.
Lentamente separo quelle due chiappe scure, piegato a 90 sul letto, per trovare il buchino ancora bagnato della mia stessa saliva. Ovviamente il mio dito medio scivola dentro, dolcemente, e porta la mia mente a Brandon, il mio scopamico inglese che purtroppo non posso incontrare più, perché è a Londra.
Mai come adesso ho sentito la sua mancanza, quindi prendo immediatamente il telefono e scatto una bella foto del dito infilato dentro di me. "Hey mate, thinking of you", con un occhiolino.
A quel punto sento degli strani rumori provenire dal giardino. Per quanto mi girino i coglioni perché voglio concedermi un momento per me stesso, decido diguardare fuori dalla finestra.
Via il dito dal culo, pantaloni tirati su in fretta e furia, mi avvicino alla finestra ed eccoli lì: 3 ragazzi, probabilmente appena maggiorenni, che stanno cercando di rubare le statue del giardino.
Non mi fraintendete eh, a me non me ne frega un cazzo di avere i nani da giardino in giardino. Ma la casa mi è stata affittata così e non voglio rogne col padrone di casa. E poi, come cazzo si permettono di entrarmi nel giardino?
Decido di giocare di astuzia. Esco di soppiatto di casa, cammino molto lentamente nel buio, mi nascondo dietro a una siepe, poi improvvisamente lancio un agguato. Due dei ragazzi si dileguano all'istante, urlando, e non lasciano tracce, mentre il terzo lo riesco ad agguantare. Lo afferro, lo sbatto contro il cancello di forza e gli urlo "che cazzo fai???".
E lo riconosco. Si chiama Mattia ed è un ragazzetto appena maggiorenne, che frequenta la mia palestra. Piccolino, alto al massimo 170 cm ma sempre ad allenarsi, con un bel corpo definito. Capelli neri e occhi di un bel verde intenso, sarebbe anche un bel ragazzo se non fosse un bulletto, un poco di buono. Non nego di aver rubato qualche occhiata al suo corpo ben definito, muscolosetto.
"Lasciami andare!" lo sento frignare mentre si dimena e cerca di scappare. Ma io non ho alcuna intenzione di farlo fuggire, quindi apro la porta, sussurro "no no, tu vieni con me", e lo spingo dentro in casa. E a quel punto ci guardiamo negli occhi.
"Cosa cazzo stavi cercando di fare? Pensi che sia divertente? Rubare i nani? Fanno cagare, sono d'accordo, ma poi il padrone di casa mi spacca il culo se non li ritrova, lo capisci coglione?" Gli urlo contro, tenendolo afferrato per le spalle. E lui esita, cerca di salvarsi, ma cerca ancora di fare il duro. "Non me ne frega un cazzo, hai capito?" risponde, per poi rendersi conto di non avere degli spettatori perché i suoi amichetti l'hanno lasciato solo. Siamo solo io e lui, quindi inizia ad avere più paura. Ma a me non interessa, sono furibondo e di nuovo lo spingo contro il muro, questa volta con la schiena rivolta verso di me.
E a quel punto lo vedo. Vedo un pezzo di una statuetta sbucare dalla tasca sul retro dei suoi pantaloni, ma vedo soprattutto quelle due chiappe strette in un paio di pantaloncini da corsa, che sfumano sulle sue gambe un po' pelose. Vedo quel culo muscoloso quasi sfrontato, rivolto verso di me, e decido che devo averlo. Quindi sussurro "Eccolo! Adesso mi prendo ciò che è mio!".
Lui tira un leggero sospiro di sollievo, salvo poi inorridire al rendersi conto che la mia mano non si sta appropriando del pezzo di statua, ma si sta infilando dritta dritta dentro ai suoi pantaloni e alle sue mutande.
Lui oppone resistenza, digrigna i denti come se fosse un cane e mi intima di smetterla, di lasciarlo andare. Non osa insultarmi, ma mi guarda dritto negli occhi: è in quel momento che vedo una specie di scintilla, è come se riuscissi a leggere una battaglia interiore che sta avvenendo dentro a questo ragazzo, tra il suo subconscio e la sua parte razionale.
Mentre lo spingo contro il muro con il corpo, decido che è il momento di agire. Gli palpo quelle chiappe tonde con forza, ma mi avvicino sempre di più a ciò che si trova in mezzo, per poi finalmente sfiorargli il buchino.
Il suo culo, a differenza delle gambe, non ha nemmeno un pelo, tanto da chiedermi se per caso si è depilato. E il suo buco è già un po' umido, sudato per il caldo e per la paura. E' a quel punto che decido di spingere e di violare il suo buco con il dito medio, aiutato dal fatto che è già bagnato, e incontrando tutta la sua strettezza. Un po' come ha fatto Maurizio con me, con la differenza che io ero consenziente però!
Non mi lascio impietosire. Il ladruncolo è tutto sommato un bel ragazzo, con un bel corpo ma soprattutto con un culo spaziale. Quando ho affondato l'intero dito nel suo buchino stretto, mi rendo conto che tutto sommato lui si sta lasciando fare: faccia e mani al muro, culo in fuori e soprattutto testa bassa. Però sono un bastardo, e decido di infierire: con una mano gli afferro i suoi capelli neri spettinati e li tiro indietro, costringendolo a guardarmi negli occhi.
"Brutto ladro, come cazzo ti chiami?" Gli chiedo, con la voce tra l'eccitato e l'incazzato.
"M..Mattia!" risponde lui, quasi balbettando.
"Bene Mattia, hai proprio un bel culo sai?" è la mia risposta.
Non attendo una reazione. Mi abbasso i pantaloni, mi sputo abbondantemente sulla mano e mi bagno per bene il mio cazzo durissimo. In una frazione di secondo prendo la decisione di scoparlo senza preservativo, anche se non è la scelta migliore, ma non ho comunque scelta perché lui riuscirebbe a scappare mentre io vado a cercare i preservativi.
Eh sì, perché Mattia ha ricominciato ad essere inquieto a partire dal mio complimento al suo culo. Quindi passo all'attacco: due begli sculaccioni, forti, uno per chiappa, per fargli capire che faccio sul serio. "Stai fermo, stronzo!" Gli urlo.
Ma poi ho un po' di pietà nei suoi confronti: glielo appoggio sul buchino, ma decido di spingere con gentilezza. E gli sussurro in un orecchio "Ehi Mattia, rilassati, vedrai che ti piacerà".
Il mio cazzo è assolutamente nella media come dimensioni, anzi forse anche di meno: si ferma attorno ai 14 cm di lunghezza, pur essendo abbastanza grosso. Questa cosa è perfetta quando faccio l'attivo, perché significa che una volta che il culo si adatta alla circonferenza, posso spingerlo anche abbastanza forte senza paura di far male al passivo.
Ed è così anche con Mattia: glielo spingo piano nel culo e mi accorgo che lui sta seguendo il mio consiglio, infatti il suo buco dopo poco si arrende e lascia che il mio cazzo ci scivoli dentro.
Solo a quel punto mi rendo conto di due cose: io lo sto abbracciando da dietro mentre glielo spingo nel culo, e lui potrebbe scappare da un momento all'altro. Quindi sta aspettando il momento ideale per scappare, oppure... Gli sta piacendo.
Non mi sta bene, io stavo cercando di umiliarlo e lui ci sta godendo. Sento un altro moto di rabbia e di eccitazione, afferro Mattia per i fianchi e glielo spingo dentro di prepotenza, rendendomi conto che il suo buco del culo si è perfettamente già adattato. Questo mi fa insospettire e gli ringhio, in un orecchio "ladro del cazzo... Non è la prima volta che lo prendi nel culo!!".
Mattia si affretta a balbettare un "n...no, cosa dici, è la prima volta!", quasi sconsolato. Tiene lo sguardo basso, sottomesso e pieno di senso di colpa, però il suo culo è inaspettatamente accogliente. Così accogliente che, maledicendomi per il poco controllo, supero il punto di non ritorno e sono costretto a sborrare più presto di quanto vorrei.
"Oh cazzo!!" grugnisco, con rabbia, cercando di schizzargli più in profondità possibile. Una decina di schizzi, abbondanti, placano il mio desiderio ma non la mia rabbia. Sfilo il mio cazzo dal suo culo, ammiro per un secondo il buco che ho appena violato e poi afferro Mattia e lo spingo via.
Lui, ingenuamente, forse si aspetta delle scuse, o di essere rassicurato, o addirittura delle coccole. Ma io gli sollevo i pantaloni e lo spingo verso la porta, ancora incazzato: "ora vattene di qui, sparisci e non farti mai più vedere. E tieni questo, spero che ne sia valsa la pena!" gli urlo, lanciandogli il pezzo di statua rubato orrendo, che ora appartiene a lui.
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Casa di Mattia
Se qualcuno entrasse in camera di Mattia in questo momento, si troverebbe di fronte a una situazione un po' particolare. Mattia nudo, disteso nel letto a piangere, ma allo stesso tempo con il suo cazzo oscenamente grande e duro in mano. E' finalmente da solo e al sicuro in camera sua, dopo la violenza subita, e continua a pensarci, alternando qualche singhiozzo al movimento della mano sul suo cazzo.
Mentre piange e si masturba, Mattia ha mille domande nella sua testa: come ha potuto accettare di subire una cosa del genere? Perché non ha fatto abbastanza per scappare, ma anzi ad un certo punto si sentiva come paralizzato? Ma soprattutto... Perché non ha quasi provato dolore?
In quel momento Mattia decide di controllare lo stato del suo buchino. Non senza timore, lentamente porta la mano dietro e inizia a toccarselo. Si rende conto che è ancora bagnato, di saliva ma anche dello sperma del ragazzo che l'ha forzato non più di 15 minuti prima, e che il dito ci scivola dentro molto facilmente.
Mattia non sa cosa gli passa per la mente, ma si gira a pancia in giù nascondendo la faccia nel cuscino, sollevando quelle chiappe dure e un po' muscolose in aria, per infilare meglio il dito. Poi intravede sul comodino un oggetto cilindrico, il tubetto del deodorante: ignorando le proteste della sua stessa parte razionale, lo afferra e lo porta subito dietro, appoggiandolo al buchino già bello bagnato.
Di nuovo come prima, basta una pressione relativamente leggera e il suo buco si arrende, essendo già stato allenato poco prima. Nessun dolore, ma il tubetto entra nel culo facendo sentire una sensazione fortissima al povero ragazzo, che subito prova un orgasmo diffuso ed estremamente intenso, più di ogni orgasmo mai provato in vita sua.
Distrutto dai sensi di colpa una volta che il desiderio sessuale è svanito, Mattia sfila il tubetto dal culo, provando per la prima volta un certo fastidio. Raccoglie la maglietta e la usa per asciugare lo sperma dal letto, poi chiude gli occhi e piomba in un sonno molto rilassante e profondo fino al giorno successivo.
... Continua
P.s.: è (quasi) la prima volta che mi metto a scrivere racconti erotici. Scrivetemi! Anche solo per un commento, per suggerimenti, critiche o anche solo per dire ciao! andre_u@hotmail.it
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