La saga di Benedetta 5
di
uriziern
genere
incesti
Attenzione: racconto di sola fantasia
Fu un inizio di estate molto torbida per Benedetta, si sentiva pienamente viva, aveva riscoperto vecchi interessi ormai sopiti, la passione per la cucina e l'arte, la pittura in particolare, sarà merito del sesso si diceva, l'intesa con il marito era totale a letto, Gianni la soddisfaceva e assecondava tutte le voglie che le venivano in mente, aveva iniziato a comprare dei sex toys, per sentirsi veramente piena nei loro amplessi.
Gianni era felice e la incoraggiava a provare, parlavano molto durante il sesso, di desideri nascosti, di persone con cui avrebbero fatto sesso, e alcune fantasie mai dichiarate.
Fu in una sera torrida che tornarono a parlare di Luigi:
-Come va con Luigi, parlate ancora?
-Si, ma torni spesso su di lui mentre scopiamo, che mi nascondi?
-Niente, semplice curiosità, con una bella figa che gira per casa, con questo caldo....
-Stai dicendo che mi guarda?
-Beh l'altro giorno ti osservava il culo, era inebetito-
-Ma dai secondo te mi punta il culetto?
-Beh se avessi la sua età, con una mamma così, ci farei un pensierino
-Che porco! Ti scoperesti tua madre!
- E tu? E' un bel ragazzo, e tu stessa hai guardato il suo pisello, tu te lo faresti?
-Non so, no.... forse....scopami dai-
L'idea che suo figlio fosse dietro la porta ad ascoltare e a toccarsi, per poi venire sui suoi reggiseni, le procurò un forte orgasmo e di conseguenza schizzò fuori il suo liquido, non accadeva sempre, ma quando succedeva si mettevano a 69, Gianni la leccava per bene mentre lei lo finiva di bocca, gustandosi nella pancia il seme del marito.
Due giorni dopo arrivò la famigerata tegola:
-Devo andare in trasferta- esordì in Gianni
Gli occhi di Benedetta si incendiarono di colpo, i ricordi di lei incinta, da sola, con il marito via per lavoro le tornarono istantanei alla memoria:
-Mi avevi promesso che avevi chiuso con le trasferte!-
-Hai ragione, ma sono clienti importanti e vogliono me per concludere l'affare-
-Non me frega un cazzo se sono importanti! Tu non parti!-
-Hai ragione, avevo promesso, ma sono passati 18 anni dall'ultima volta-
-Sei proprio un bastardo!-
Benedetta era furiosa e lo rimase fino alla partenza del marito, i tentativi di mettere pace da parte di suo figlio, non riuscirono ad ammorbidirla. Trovare i suoi reggiseni imbrattati da Luigi,ora non le procurava nessun eccitamento, nonostante la cosa non le dispiacesse in fondo.
Arrivò il fatidico giorno, le valigie vicino alla porta, Gianni dispiaciuto che tentava un ultimo riappacificamento:
-Benedetta ascoltami, sono dispiaciuto-
-Sparisci dalla mia vista e visto che ci siamo, non lamentarti se torni cornuto!-
-Se la metti così, va bene lo capisco, ricordati di Luigi però-
Gianni pronunciò la frase chiudendo la porta di casa e un instante dopo sentì un vaso frantumarsi contro il legno e l'urlo di Benedetta:
-Sei proprio un bastardo!-
Nei giorni seguenti Benedetta era parecchio irritabile, sul lavoro aveva da ridire su tutto e tutti, si sentiva frustrata e sola, era passata dalle stelle alle stalle.
Fu una sera che la voglia ritornò, faceva caldo, era a letto canottiera e short, ripensò alle scopate con Gianni, e ai reggiseni che trovava quasi ogni giorno, immaginò cazzi dentro di lei, nella figa, nel culo, in bocca, la mano scivolò giù, due dita dentro percepirono il caldo e l'umido, dopo un po' non le bastarono più, tirò fuori un dildo e iniziò a giocare con lui, era soddisfatta ma avrebbe voluto un pisello vero in bocca, da succhiare mentre si procurava un orgasmo, un pensiero si fece strada, c'è Luigi di là, si immaginò che entrasse nella camera in penombra, nudo e con il cazzo in mano duro e bagnato del suo liquido, che si avvicinasse a lei, che le toccasse i seni, la pancia, i capezzoli, che le porgesse il suo pene, allora lei lo avrebbe preso avida, dei suoi succhi e della sua consistenza, avrebbe lasciato che lo spingesse fino in gola, fino a farla soffocare, si sarebbe fatta profanare così,
dal cazzo di suo figlio, mentre si dava piacere, avrebbe succhiato e ingoiato ogni goccia di lui, poi al culmine si sarebbe fatta schizzare addosso, densi fiotti sul suo viso, sul collo, sul seno, sul suo corpo lussurioso.
Con quelle immagini venne, contraendo i muscoli sull'amico di gomma, le riuscì di schizzare abbondantemente, bagnando le lenzuola, si spostò dall'altro lato, tanto il bastardo non c'è, eppure le mancava, lo odiava e lo voleva, che situazione di merda! E quella frase, ricordati di Luigi, già se ne era proprio ricordata, riuscendo ad avere un forte orgasmo.
Domani vado da Elisa si disse prima di addormentarsi.
Raccontò tutto alla sessuologa, la lite con Gianni, il suo stato d'animo successivo, e ovviamente quello che aveva fatto la sera prima, con quella domanda, farei sesso con Luigi?
Elisa ascoltò in silenzio poi le disse:
-lo sai il significato della parola morale? Indica l'insieme delle norme che regolano la vita dell'essere umano e della società, se la norma fosse fare sesso con i propri figli tu lo faresti?
Benedetta restò interdetta dalla spiegazione di Elisa, il colloquio continuò sulla lite con Gianni,
se ne andò liberata da grossi pesi, era riuscita a parlare e ad essere capita, tornando con la metrò si trovò a pensare a quante cose si fanno per via della morale comune.
Tornata a casa preparò la cena, Luigi si presentò a tavola con dei pantaloncini di qualche anno fa, gli calzavano stretti e mostravano una evidente erezione:
-ti stanno piccoli, perché non li butti?
-hai ragione, ma sono solo per casa-
Mangiarono con gioia, dopo tanti giorni si respirava serenità in casa, Benedetta sistemò la cucina e si mise a lavare i piatti, quando aveva appena finito Luigi si avvicinò a lei:
-la cena era ottima, vorrei fare anch'io qualcosa per te-
Mentre lo diceva aveva appoggiato il suo pene eretto contro il suo fianco, abbracciandola dolcemente:
-cosa intendi per fare qualcosa?
-beh papà mi ha detto di prendermi cura di te-
-ah,così ha detto il bastardo?-
-mamma, per favore lascia perdere-
Benedetta si staccò da lui, ora erano l'uno di fronte all'altra, lei gli guardava il pene, stretto in quei pantaloncini attillati:
-togliteli, non ti si può guardare, li butti via-
-va bene mamma-
Luigi li abbassò alle caviglie, rilevando una grossa macchia sulle mutande grigie
-ma sono tutte bagnate! togli anche quelle!
Luigi obbedì facendo cadere anche quelle, ora aveva il pisello libero, la punta era bagnata e ricoperta dal suo liquido.
-Mi sa che bisogna fare qualcosa con lui-
Disse Benedetta mentre lo accarezzava, mise il pollice sul glande, lo roteò sopra, inzuppandosi il dito che portò alla bocca, inspirò profondamente quando ne percepì il gusto, si sedette su una sedia e iniziò a segare il cazzo, goccioline di liquido uscivano e colavano sulle dita, che prontamente finivano leccate e assaporate, l'altra mano scivolò giù a dare sollievo alla sua fighetta:
-dai che ti aiuto io-
In un attimo sfilò il vestitino leggero da casa, sotto non aveva l'intimo, e si trovò seduta a gambe aperte, con un dito medio dentro di lei, e lei che si prendeva cura di quel bel pisello, l'altra mano tormentava il clitoride, mentre Luigi le toccava i seni, tastandoli e stringendoli, un misto di piacere e leggera sofferenza, nessuno dei due parlava, i loro sguardi erano concentrati sul sesso dell'altro.
-mettine due dai- implorò Benedetta
Sentì l'indice farsi strada dentro di lei, allargarla ancora un po', riempirla ancora un po'.
I minuti passavano mentre respiri profondi e rumori carichi di lussuria scandivano il tempo.
-Sto per venire- mormorò Luigi
-vieni, bagnami tutta, schizzami su tutto il corpo-
Serrò la presa sul pisello, frustandolo a dovere, lo tirò più vicino a sé, per non dare al pavimento quello che il suo corpo e la sua mente reclamavano, anche Benedetta era prossima all'orgasmo:
-più veloce anche tu dai-
Le dita iniziarono a stantuffarla velocemente, mentre sospiri veloci preannunciavano gli orgasmi
-ecco!- disse Luigi, mentre un istante dopo gli schizzi si riversarono sul corpo di Benedetta, il primo sulla guancia, il secondo su labbra e mento, altri sui seni, gli ultimi le imbiancarono la pancia, il profumo di sperma, e il calore come frustate sul suo corpo, la portarono al punto di non ritorno, il viso appagato di Luigi e il suo corpo imbrattato del suo sperma, le sue dita in lei, tutti questi ingredienti accesero la miccia di un orgasmo forte e spossante, bloccò la sua mano con le dita dentro di lei, mentre le contrazioni le stringevano, seguì un unico fiotto potente che schizzò dappertutto.
Si accasciò sulla sedia, lenti e profondi respiri cercavano di calmare il cuore pulsante, entrambi gli amanti si guardavano, lei si accarezzava la figa, lui raccoglieva il suo seme con le dita e glielo porgeva, Benedetta leccava avida, poi Luigi si inginocchiò e si mise a leccarla:
-aaaah, che fai?-
-ti assaggio-
La lingua percorreva le cosce alla ricerca del suo liquido, poi si attaccò alla figa, Benedetta mugolava raccogliendo lo sperma residuo sul suo corpo,a occhi chiusi si godette il trattamento,
poi disse:
-ora tocca a te-
Si sporse in avanti e prese in bocca il cazzo del figlio, succhiando ogni residuo, poi lo baciò risalendo sul suo corpo, e unirono le loro lingue in un bacio lascivo.
uriziern@gmail.com
Scrivete, se vi va!
Fu un inizio di estate molto torbida per Benedetta, si sentiva pienamente viva, aveva riscoperto vecchi interessi ormai sopiti, la passione per la cucina e l'arte, la pittura in particolare, sarà merito del sesso si diceva, l'intesa con il marito era totale a letto, Gianni la soddisfaceva e assecondava tutte le voglie che le venivano in mente, aveva iniziato a comprare dei sex toys, per sentirsi veramente piena nei loro amplessi.
Gianni era felice e la incoraggiava a provare, parlavano molto durante il sesso, di desideri nascosti, di persone con cui avrebbero fatto sesso, e alcune fantasie mai dichiarate.
Fu in una sera torrida che tornarono a parlare di Luigi:
-Come va con Luigi, parlate ancora?
-Si, ma torni spesso su di lui mentre scopiamo, che mi nascondi?
-Niente, semplice curiosità, con una bella figa che gira per casa, con questo caldo....
-Stai dicendo che mi guarda?
-Beh l'altro giorno ti osservava il culo, era inebetito-
-Ma dai secondo te mi punta il culetto?
-Beh se avessi la sua età, con una mamma così, ci farei un pensierino
-Che porco! Ti scoperesti tua madre!
- E tu? E' un bel ragazzo, e tu stessa hai guardato il suo pisello, tu te lo faresti?
-Non so, no.... forse....scopami dai-
L'idea che suo figlio fosse dietro la porta ad ascoltare e a toccarsi, per poi venire sui suoi reggiseni, le procurò un forte orgasmo e di conseguenza schizzò fuori il suo liquido, non accadeva sempre, ma quando succedeva si mettevano a 69, Gianni la leccava per bene mentre lei lo finiva di bocca, gustandosi nella pancia il seme del marito.
Due giorni dopo arrivò la famigerata tegola:
-Devo andare in trasferta- esordì in Gianni
Gli occhi di Benedetta si incendiarono di colpo, i ricordi di lei incinta, da sola, con il marito via per lavoro le tornarono istantanei alla memoria:
-Mi avevi promesso che avevi chiuso con le trasferte!-
-Hai ragione, ma sono clienti importanti e vogliono me per concludere l'affare-
-Non me frega un cazzo se sono importanti! Tu non parti!-
-Hai ragione, avevo promesso, ma sono passati 18 anni dall'ultima volta-
-Sei proprio un bastardo!-
Benedetta era furiosa e lo rimase fino alla partenza del marito, i tentativi di mettere pace da parte di suo figlio, non riuscirono ad ammorbidirla. Trovare i suoi reggiseni imbrattati da Luigi,ora non le procurava nessun eccitamento, nonostante la cosa non le dispiacesse in fondo.
Arrivò il fatidico giorno, le valigie vicino alla porta, Gianni dispiaciuto che tentava un ultimo riappacificamento:
-Benedetta ascoltami, sono dispiaciuto-
-Sparisci dalla mia vista e visto che ci siamo, non lamentarti se torni cornuto!-
-Se la metti così, va bene lo capisco, ricordati di Luigi però-
Gianni pronunciò la frase chiudendo la porta di casa e un instante dopo sentì un vaso frantumarsi contro il legno e l'urlo di Benedetta:
-Sei proprio un bastardo!-
Nei giorni seguenti Benedetta era parecchio irritabile, sul lavoro aveva da ridire su tutto e tutti, si sentiva frustrata e sola, era passata dalle stelle alle stalle.
Fu una sera che la voglia ritornò, faceva caldo, era a letto canottiera e short, ripensò alle scopate con Gianni, e ai reggiseni che trovava quasi ogni giorno, immaginò cazzi dentro di lei, nella figa, nel culo, in bocca, la mano scivolò giù, due dita dentro percepirono il caldo e l'umido, dopo un po' non le bastarono più, tirò fuori un dildo e iniziò a giocare con lui, era soddisfatta ma avrebbe voluto un pisello vero in bocca, da succhiare mentre si procurava un orgasmo, un pensiero si fece strada, c'è Luigi di là, si immaginò che entrasse nella camera in penombra, nudo e con il cazzo in mano duro e bagnato del suo liquido, che si avvicinasse a lei, che le toccasse i seni, la pancia, i capezzoli, che le porgesse il suo pene, allora lei lo avrebbe preso avida, dei suoi succhi e della sua consistenza, avrebbe lasciato che lo spingesse fino in gola, fino a farla soffocare, si sarebbe fatta profanare così,
dal cazzo di suo figlio, mentre si dava piacere, avrebbe succhiato e ingoiato ogni goccia di lui, poi al culmine si sarebbe fatta schizzare addosso, densi fiotti sul suo viso, sul collo, sul seno, sul suo corpo lussurioso.
Con quelle immagini venne, contraendo i muscoli sull'amico di gomma, le riuscì di schizzare abbondantemente, bagnando le lenzuola, si spostò dall'altro lato, tanto il bastardo non c'è, eppure le mancava, lo odiava e lo voleva, che situazione di merda! E quella frase, ricordati di Luigi, già se ne era proprio ricordata, riuscendo ad avere un forte orgasmo.
Domani vado da Elisa si disse prima di addormentarsi.
Raccontò tutto alla sessuologa, la lite con Gianni, il suo stato d'animo successivo, e ovviamente quello che aveva fatto la sera prima, con quella domanda, farei sesso con Luigi?
Elisa ascoltò in silenzio poi le disse:
-lo sai il significato della parola morale? Indica l'insieme delle norme che regolano la vita dell'essere umano e della società, se la norma fosse fare sesso con i propri figli tu lo faresti?
Benedetta restò interdetta dalla spiegazione di Elisa, il colloquio continuò sulla lite con Gianni,
se ne andò liberata da grossi pesi, era riuscita a parlare e ad essere capita, tornando con la metrò si trovò a pensare a quante cose si fanno per via della morale comune.
Tornata a casa preparò la cena, Luigi si presentò a tavola con dei pantaloncini di qualche anno fa, gli calzavano stretti e mostravano una evidente erezione:
-ti stanno piccoli, perché non li butti?
-hai ragione, ma sono solo per casa-
Mangiarono con gioia, dopo tanti giorni si respirava serenità in casa, Benedetta sistemò la cucina e si mise a lavare i piatti, quando aveva appena finito Luigi si avvicinò a lei:
-la cena era ottima, vorrei fare anch'io qualcosa per te-
Mentre lo diceva aveva appoggiato il suo pene eretto contro il suo fianco, abbracciandola dolcemente:
-cosa intendi per fare qualcosa?
-beh papà mi ha detto di prendermi cura di te-
-ah,così ha detto il bastardo?-
-mamma, per favore lascia perdere-
Benedetta si staccò da lui, ora erano l'uno di fronte all'altra, lei gli guardava il pene, stretto in quei pantaloncini attillati:
-togliteli, non ti si può guardare, li butti via-
-va bene mamma-
Luigi li abbassò alle caviglie, rilevando una grossa macchia sulle mutande grigie
-ma sono tutte bagnate! togli anche quelle!
Luigi obbedì facendo cadere anche quelle, ora aveva il pisello libero, la punta era bagnata e ricoperta dal suo liquido.
-Mi sa che bisogna fare qualcosa con lui-
Disse Benedetta mentre lo accarezzava, mise il pollice sul glande, lo roteò sopra, inzuppandosi il dito che portò alla bocca, inspirò profondamente quando ne percepì il gusto, si sedette su una sedia e iniziò a segare il cazzo, goccioline di liquido uscivano e colavano sulle dita, che prontamente finivano leccate e assaporate, l'altra mano scivolò giù a dare sollievo alla sua fighetta:
-dai che ti aiuto io-
In un attimo sfilò il vestitino leggero da casa, sotto non aveva l'intimo, e si trovò seduta a gambe aperte, con un dito medio dentro di lei, e lei che si prendeva cura di quel bel pisello, l'altra mano tormentava il clitoride, mentre Luigi le toccava i seni, tastandoli e stringendoli, un misto di piacere e leggera sofferenza, nessuno dei due parlava, i loro sguardi erano concentrati sul sesso dell'altro.
-mettine due dai- implorò Benedetta
Sentì l'indice farsi strada dentro di lei, allargarla ancora un po', riempirla ancora un po'.
I minuti passavano mentre respiri profondi e rumori carichi di lussuria scandivano il tempo.
-Sto per venire- mormorò Luigi
-vieni, bagnami tutta, schizzami su tutto il corpo-
Serrò la presa sul pisello, frustandolo a dovere, lo tirò più vicino a sé, per non dare al pavimento quello che il suo corpo e la sua mente reclamavano, anche Benedetta era prossima all'orgasmo:
-più veloce anche tu dai-
Le dita iniziarono a stantuffarla velocemente, mentre sospiri veloci preannunciavano gli orgasmi
-ecco!- disse Luigi, mentre un istante dopo gli schizzi si riversarono sul corpo di Benedetta, il primo sulla guancia, il secondo su labbra e mento, altri sui seni, gli ultimi le imbiancarono la pancia, il profumo di sperma, e il calore come frustate sul suo corpo, la portarono al punto di non ritorno, il viso appagato di Luigi e il suo corpo imbrattato del suo sperma, le sue dita in lei, tutti questi ingredienti accesero la miccia di un orgasmo forte e spossante, bloccò la sua mano con le dita dentro di lei, mentre le contrazioni le stringevano, seguì un unico fiotto potente che schizzò dappertutto.
Si accasciò sulla sedia, lenti e profondi respiri cercavano di calmare il cuore pulsante, entrambi gli amanti si guardavano, lei si accarezzava la figa, lui raccoglieva il suo seme con le dita e glielo porgeva, Benedetta leccava avida, poi Luigi si inginocchiò e si mise a leccarla:
-aaaah, che fai?-
-ti assaggio-
La lingua percorreva le cosce alla ricerca del suo liquido, poi si attaccò alla figa, Benedetta mugolava raccogliendo lo sperma residuo sul suo corpo,a occhi chiusi si godette il trattamento,
poi disse:
-ora tocca a te-
Si sporse in avanti e prese in bocca il cazzo del figlio, succhiando ogni residuo, poi lo baciò risalendo sul suo corpo, e unirono le loro lingue in un bacio lascivo.
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