Il mio primo rapporto gay
di
max
genere
prime esperienze
Sono passati tanti anni da quella "prima volta", ma il suo ricordo è sempre vivo nella mia mente.
Ero già sposato e di cazzi ne avevo visti una gran quantità, sotto le docce della caserma in cui avevo fatto il militare: mai mi avevano interessato più di tanto, se non per la fisiologica curiosità di confrontare le misure, la tendenza a rizzarsi sotto lo scroscio della doccia, la curvatura...etc.
Un giorno, un simpatico collega, proveniente da un'altra sede aziendale, era venuto nella mia città, che non conosceva, per un incontro di lavoro.
Per senso di ospitalità, mi ero offerto di accompagnarlo a cena e di guidarlo nei posti più caratteristici del luogo.
Mi presentai al suo albergo con lieve anticipo sull'appuntamento ed egli mi invitò a salire nella sua camera, mentre faceva la doccia.
Salii e, dopo pochi minuti, lui uscì dal bagno: era coperto dall'accappatoio e con un asciugamani si frizionava i capelli.
Mentre scambiavamo i soliti convenevoli, cominciò ad uscire dall'accappatoio il suo cazzo, che, piano piano, si rizzava ed inturgidiva.
Era un magnifico attrezzo: grande, duro, completamente scappellato con una testa grande e paonazza!
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena ed anche il mio cazzo cominciò a crescere, a crescere...
Resosi conto dell'inconveniente, egli chiese scusa e richiuse l'accappatoio...ma il mio sangue era entrato in subbuglio: il cazzo duro, diritto, dolorante per la costrizione, voleva uscire a tutti costi dai pantaloni.
Gli ormoni urlavano la loro voglia di farmi schizzare un fiume di sperma su quel bel corpo.
Complici i movimenti delle braccia, la testina del suo arnese uscì di nuovo ed io non resistetti oltre .... presi in mano quel cazzo bollente e cominciai ad accarezzarlo furiosamente, mentre lui si contorceva dal piacere.
Si buttò sul letto, io mi spogliai velocemente e mi gettai su di lui, con il mio cazzo svettante. Lo accarezzai dappertutto e lo massaggiai dalle gambe al viso, con il mio arnese ormai di fuoco.
Si rialzò: in ginocchio davanti a lui cominciai a leccargli il glande,il filetto, le palle; poi presi il suo cazzo pulsante tutto in bocca e leccai, succhiai, accarezzai..finché egli svuotò tutto il suo ardore nella mia bocca: leccai il suo liquido e lo ingoiai.
Era buono, asprigno, vischioso....incredibile.
Ma il mio cazzo urlava ed io stesi il mio amico sul letto, bocconi, e penetrai dentro di lui con tutta la foga della mia giovane età.
Il mio cazzo era diventato enorme e paonazzo, bollente di desiderio...su e giù finchè esplosi una marea di sperma che gli riempì il culo e cominciò a colare lungo le cosce.
Quella sera ripetemmo il gioco più e più volte, eiaculammo fiumi di sborra...ma non andammo a cena.
Ero già sposato e di cazzi ne avevo visti una gran quantità, sotto le docce della caserma in cui avevo fatto il militare: mai mi avevano interessato più di tanto, se non per la fisiologica curiosità di confrontare le misure, la tendenza a rizzarsi sotto lo scroscio della doccia, la curvatura...etc.
Un giorno, un simpatico collega, proveniente da un'altra sede aziendale, era venuto nella mia città, che non conosceva, per un incontro di lavoro.
Per senso di ospitalità, mi ero offerto di accompagnarlo a cena e di guidarlo nei posti più caratteristici del luogo.
Mi presentai al suo albergo con lieve anticipo sull'appuntamento ed egli mi invitò a salire nella sua camera, mentre faceva la doccia.
Salii e, dopo pochi minuti, lui uscì dal bagno: era coperto dall'accappatoio e con un asciugamani si frizionava i capelli.
Mentre scambiavamo i soliti convenevoli, cominciò ad uscire dall'accappatoio il suo cazzo, che, piano piano, si rizzava ed inturgidiva.
Era un magnifico attrezzo: grande, duro, completamente scappellato con una testa grande e paonazza!
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena ed anche il mio cazzo cominciò a crescere, a crescere...
Resosi conto dell'inconveniente, egli chiese scusa e richiuse l'accappatoio...ma il mio sangue era entrato in subbuglio: il cazzo duro, diritto, dolorante per la costrizione, voleva uscire a tutti costi dai pantaloni.
Gli ormoni urlavano la loro voglia di farmi schizzare un fiume di sperma su quel bel corpo.
Complici i movimenti delle braccia, la testina del suo arnese uscì di nuovo ed io non resistetti oltre .... presi in mano quel cazzo bollente e cominciai ad accarezzarlo furiosamente, mentre lui si contorceva dal piacere.
Si buttò sul letto, io mi spogliai velocemente e mi gettai su di lui, con il mio cazzo svettante. Lo accarezzai dappertutto e lo massaggiai dalle gambe al viso, con il mio arnese ormai di fuoco.
Si rialzò: in ginocchio davanti a lui cominciai a leccargli il glande,il filetto, le palle; poi presi il suo cazzo pulsante tutto in bocca e leccai, succhiai, accarezzai..finché egli svuotò tutto il suo ardore nella mia bocca: leccai il suo liquido e lo ingoiai.
Era buono, asprigno, vischioso....incredibile.
Ma il mio cazzo urlava ed io stesi il mio amico sul letto, bocconi, e penetrai dentro di lui con tutta la foga della mia giovane età.
Il mio cazzo era diventato enorme e paonazzo, bollente di desiderio...su e giù finchè esplosi una marea di sperma che gli riempì il culo e cominciò a colare lungo le cosce.
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