Sogni mostruosamente vietati

di
genere
incesti

Un papà turbato dalla procace bellezza della figlia, scaccia quegli indecenti pensieri da sveglio ma questi si ripresentano, incontrollati, nei sogni...

Ps- non c'è alcuna scena di sesso reale ma solo racconti di sogni.


Nei sogni, si sa, non abbiamo remore. Si liberano e corrono senza freni quelle fantasie e quei pensieri che da lucidi scacciamo con ribrezzo; releghiamo in qualche oscuro recesso della mente e seppelliamo sotto strati di altre cose, più pulite e oneste, su cui concentrarci.

E poi mi succede che per tutto il giorno a seguire ripenso al sogno della notte precedente. E così, durante una pausa di lavoro, mi viene la "felice" idea di affrontare uno di questi sogni ricorrenti, memore dell'aver sentito dire che è meglio ripercorrerli lucidamente, come ad esorcizzarli; piuttosto che scacciarli, illudendoci che svaniscano.

Ho 54 anni, sono un uomo sposato con una donna di 43 e abbiamo tre figli. Mirco di 23, Sonia di 19 e la più piccola, Giorgia, di 14.

Mi reputo un uomo dai sani principi etici e morali, e così d'altronde mi reputa chi mi conosce, e poi svolgo un lavoro che più che altro è una missione, insegno alle scuole superiori e quindi sono costantemente vicino a ragazzi adolescenti, inoltre sono attivo nell'ambito della parrocchia organizzando attività di svago per i ragazzi tra i 13 e i 17 anni.

Credo che sia stato proprio questo mio frequentare così assiduamente questa fascia d'età, dentro e fuori dal lavoro, ad avermi portato a vivere la situazione che sto vivendo, con una continua lotta tra il senso di moralità e delle ignobili tentazioni. Tentazioni che, come ho detto, rifiuto e reprimo con disgusto ma che, come per una sorta di vendetta, mi si presentano con ferocia continuità, specie quando sono più fragile moralmente.
Mia figlia Giorgia a 13 anni ha iniziato ad attraversare quel periodo di ribellione e rottura tipico dell'adolescenza. Ha iniziato a seguire certi dettami della moda che vuole spogliare le ragazzine già a 9/10 anni rendendole in pratica dei bocconcini prelibati. Non solo nel vestirsi, peraltro sempre più succintamente; ma anche negli atteggiamenti e nelle pose sempre più sfacciate, maliziose e conturbanti. Con Giorgia è successo quello che non è successo con Sonia, che ha attraversato l'adolescenza senza alcuna ribellione. Sonia è entrata da bambina negli scout e nell'ACR e ha continuato il percorso e adesso è nel gruppo degli educatori, è quindi la classica brava ragazza tutta casa e oratorio, mentre a Giorgia pur restando una brava ragazzina piace essere più eccentrica e provocante (come la moda di oggi vuole). E così, dalla seconda media, ha iniziato a indossare abiti aderenti e ad atteggiarsi come quei personaggi per i quali le ragazzine perdono la testa.

Ho seguito questa fase di Giorgia con attenzione e preoccupazione, sempre facendo, tra me e me, raffronti con la sorella più grande quando aveva la sua età. Seguire la vita di mia figlia con questa attenzione, forse troppo eccessiva, ha portato all'affacciarsi di quei pensieri abominevoli che mi stanno ossessionando e tormentando da giorni e che devo esorcizzare, sfogare, attraverso questa specie di diario, piuttosto che reprimerli coscientemente per poi subirli oscenamente.

Giorgia frequenta il primo anno di liceo, un istituto tra l'altro abbastanza chiacchierato per i comportamenti, diciamo, libertini degli studenti; un istituto a cui è rimasta una nomea non proprio edificante legata ad una vicenda che avrebbe coinvolto un professore e delle sue allieve, protagonisti di incontri privati in cambio di ottimi voti a scuola. Una storia vecchia di anni e mai realmente appurata ma che ha impresso un marchio un po' infamante al liceo.

Mia figlia però ha insistito per andarci, perché lì si sono iscritte le amiche con cui è più legata (ragazzine disinvolte pure quelle), e più io mi sono mostrato perplesso per quella scelta, più lei si è impuntata finendo per vincerla. È stata in quella occasione che ha mostrato quanto sappia essere decisa e ribelle, e ad ottenere ciò che vuole anche con la impertinenza e la sfrontatezza.

Più io sono rimasto inflessibile nel rifiutarle l'iscrizione a quella scuola e più lei ha insistito nel volerci andare; più io ho portato a motivo del rifiuto la spregiudicatezza delle liceali che si atteggiano a ragazze poco serie e più lei, a dispetto, ha iniziato a vestirsi (o meglio a svestirsi) con abiti provocanti, girando per casa e uscendo con le amiche con minigonne inguinali, jeans aderenti che le risaltano un culetto sodo e liscio e magliette scollate o top elastici che mettono in evidenza il fresco e giovanissimo seno da quattordicenne.

E così mia figlia cresce e si è sviluppata come donna ed io me la devo vedere attorno con gli short corti e a vita bassa (fatti apposta per fare sembrare che il suo culo rotondo e sodo possa scoppiare mentre lo muove provocante) che scoprono l'ombelico e i fianchi pieni e morbidi.

CONTINUA
scritto il
2018-05-17
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