Il collare - Cap.8

di
genere
zoofilia

Mi tirai su sedere ancora frastortanta, sentivo come se il cervello mi fosse evaporato via.
Nerone sonnecchiava in un angolo.
Scossi la testa, ancora un po' incredula di quello che era appena successo...

Allora era tutto vero?
C'era ancora spazio per credere che mia figlia non facesse continuamente cose del genere? Che non l'avesse a tutti gli effetti addestrato quel cane?
No, non c'era ... e la cosa mi provocava una certa, sciocca lo so, euforia, come sempre accade quando mi capita di aver ragione.

Raccolsi le mutande da terra, poi mi diressi nel bagno.
Feci una doccia veloce, un'altra.
Ne avevo fatta una un solo paio di ore prima, in palestra, ma sentivo di averne disperatamente bisogno.

Avevo fame, non avevo pranzato quel giorno.
Ancora con l'accappatoio indosso mi diressi verso la cucina e improvvisai un panino col prosciutto, il pinnacolo della mia abilità culinaria.

Accesi la tivù e sprofondai nel divano.
Non c'era niente di interessante da vedere, finii il panino, buono.
Avevo ancora quasi tre ore prima che Gianmarco tornasse, che fare?
Una pubblicità di una crema snellente, una modella in negligè, i capelli scuri tagliati come mia moglie, che si spalmava voluttuosamente sul sedere un magico unguento gelatinoso, improvvisamente riaccese la fiamma.

Non s'era mai spenta completamente in realtà, d'altronde è inutile negare che fosse così che passavo i pomeriggi di solito da quando ero in quel corpo: masturbandomi.
Mi trattenni, irrequieta, ancora a fare zapping per qualche minuto, ma sentivo il calore crescere sotto l'accappatio, la pelle nuda, farsi calda, umida.

Che gran cosa non dover avere a che fare con il periodo refrattario...
Scostai i lembi dell'accappatio e feci scivolare la mano per l'ennesima volta tra le cosce, la strada la conosceva a memoria oramai.
Nerone comparve proprio in quel momento sulla porta.

Si avvicinò e prima che potessi formulare il desiderio, s'avvicinò a leccarmi le dita sporche di prosciutto.
Gliele lasciai per qualche istante, poi presi a strofinarmele dove volevo la sua lingua, aprendo meglio le gambe per favorirlo.
Un piccolo orgasmo mi spezzo subitò il fiato, lasciandomi a bocca aperta.

Risi, di una risata argentina, leggera, che ancora non sentivo mia, ansimando.
Potevo davvero biasimarla Michela?
Afferrai Nerone per il collare e lo allontanai, volevo mantenere il controllo stavolta.
Il cane sembrò capire, si ritrasse mettendosi seduto ad un metro da me, come in attesa.

"Sei furbo tu, eh? Ti sei trovato un bel lavoretto... altro che pet therapy!" Gli dissi divertita.

Nerone si limitava a fissarmi, la testa inclinata da un lato.
In fondo era solo un cane, pensai, inutile cercare di ragionarci.
Spensi la TV.
C'era ancora qualcosa che mi mancava quel pomeriggio però: avevo bisogno di sentirmi penetrare.


Mi diressi nuovamente in camera da letto, il dildo era ancora lì, in bella mostra sul copriletto.
Tolsi l'accappatoio, dando un'occhiata di sfuggita allo specchio a piantana, gemello di quello che avevo rotto due settimane fa al mio risveglio.
Giusto il tempo di riempirmi gli occhi con l'immagine del corpo nudo di Serena, poi sedetti sul letto.
Nerone mi aveva seguito, bravo cane!
Lo incitai a saltare con la mano, cosa che fece senza esitazione stavolta.

Presi il vibratore e lo accesi, già pregustavo di averlo dentro, magari in combinazione con la fenomenale lingua di Nerone, quando venni folgorato da un'altra idea.
Tanto ovvia, quanto contro natura.

Il cane mi guardava, mi sembrò quasi che mi stesse leggendo nella mente per un istante.
Come avevo fatto a non pensarci prima?
Mi voltai, mettendomi io stessa a quattro zampe.
Gli feci un cenno, poi mi diedi un schiaffo sul sedere.

Un brivido mi corse lungo la schiena, quasi venni nel farlo.
Stavo veramente ordinando al cane di montarmi? Beh, era quello che speravo...
Trattenni il respiro quando sentii il suo pelo contro mia pelle nuda.
Cercai di abbassarmi, ricordando la posizione in cui si era sistemata Michela con me, per facilitargli le cose.

Sentii il cuore fermarsi quando diede il primo colpo di bacino, poi il secondo, poi prese a martellare ma... non succedeva nulla?
Ero ancora insopportabilmente vuota.
Allungai la mano sotto la pancia, cercando a tentoni, mi vergongo a dirlo, il cazzo di quel dannato cane.
Lo volevo più di ogni altra cosa in quel momento...

Desistetti dopo qualche tentativo.
Dov'era?
Mi girai e spinsi Nerone a pancia sopra.
Dove diavolo era il suo pisello? Avevo sbagliato cane e preso una femmina?

No, giusto... doveva esser nascosto dalla pelle...
Nerone non era eccitato, ovviamente, che stupida!
Sbuffai, sciogliedomi in una ristata mentre mi lasciavo cadere all'idietro sul letto.
Mi tirai di nuovo su, appoggiata sul un gomito sinistro.

"Certo che sono una vera idiota... Michela potrà averti anche insegnato come si fa scopare con un donna, ma di certo non sono io il tuo sogno erotico numero uno... Non ti eccito nemmeno un po', eh?"

Risi ancora, amaramente, inanto grattavo la pancia di Nerone che si godeva beato l'inaspettata coccola.
Eppure quella prospettiva di farsi scopare per davvero, da un essere vivente e non da un oggetto inanimato,sapendo che quel sottile sofismo mi permetteva di aggiare la mia morale e la mia mascolinità senza conseguenze,sentivo che già mi si era irrimediabilmente attaccata addosso.

L'immagine di Serena, di quella bella donna dai capelli rossi che poi ero io, quell'immagine che conoscevo a menadito, coperta dal cane, presa ... posseduta da quell'animale, era come un tarlo.


Ma se Nerone non collaborava, io che potevo farci?
Come faceva Michela a farglielo fare? Lei di sicuro aveva un metodo, no?
Provai a mettermi nei panni di mia figlia, mi resi conto che non mi aiutava molto, dato che ero anche io una donna in quel momento...
Sbuffai, sedendomi a gambe incrociate, nuda di fronte all'ignaro animale che con gli occhi chiusi si godeva le mie distratte carezze.
Io intanto scandagliavo la mia memoria alla ricerca di una soluzione, lo stesso sistema che usavo quando dovevo risolvere un problema a lavoro.

D'un tratto mi venne in mente il ricordo di quella volta da ragazzi, Laura, non ancora mia moglie, aveva una voglia matta ed io ero stanco, avevo passato i giorni precedenti a preparare l'ultimo esame del mio dottorato.
Ricordai come quella sera, in macchina sotto casa sua, mi aveva sorriso maliziosamente prima di sbottonarmi i pantaloni e prendermelo in bocca fin quando non il avevo desiderato altro che strapparle i vestiti di dosso e scoparla.
L'esame andò a meraviglia il giorno successivo...

Mossi la mano sulla pancia di Nerone, quello che volevo era lì, dovevo solo darmi da fare un pochino più del previsto per prendermelo...
Individuai la sagoma del pene, presi a massaggiarlo.

Lui sembrava approvare, bene.
Dopo solo un paio di minuti, potei constatare con soddisfazione che la mia tattica stava effettivamente funzionando, adesso il pisello, rosso acceso come uno dei giocattoli con cui mi masturbavo, sporgeva fuori dal suo astuccio pelle e peli.
Era piccolo però, decisamente più piccolo di quanto mi aspettassi, bastava una mano per avvolgerlo tutto, una delle piccole mani di Serena...

Mi chinai, quasi senza pensarci, ma poi ebbi un'attimo di esitazione..
Un flash del cazzo di Gianmarco, duro, umido di saliva.
Il ricordo di quando ero stato 'travasato' dentro Serena, proprio nel bel mezzo di un pompino... Perche io ero un lui, ero Salvatore!
Che cavolo stavo facendo?


Si, Nerone era un cane e non un uomo, ma quello era comunque un cazzo, ed io, completamente schiavo della mia voglia, ero a tanto cosi dal succhiarlo...
Lasciai scivolare la mano sinistra tra le gambe.
No, non ero io, era Serena che succhiava, mi dissi aprendo la bocca e chinandomi ulteriormente mentre le mie dita già cominciavano a darsi da fare.
E poi era necessario, era l'unico sistema per avere quello di cui sentivo di aver bisogno conservando un briciolo di dignità...
L'alternativa era Gianmarco, pensai.
Avvertii lo spasmo involontario tra le cosce mentre la mia testa scendeva quegli ultimi centimetri.

Il cazzo di Nerone ebbe immediatamente un sussulto, pulsava contro la mia lingua.
Non mi piaceva il sapore che aveva, era liscio, bollente.
Scaccia la sensazione, presi a fare su è giù con la testa, meccanicamente, le labbra serrate ad anello intorno all'asta.
Quello che stavo facendo era disgustoso, eppure mi rendevo conto che stava funzionando, sul cane come su di me.
Sentivo gli umori sciogliersi sulle mie dita, risposta fisiologica di un corpo per il quale succhiare un cazzo voleva dire eccitarsi...

Il primo schizzo mi colse totalmente impreparata, colpendo il fondo della mia gola, quasi facendomi strozzare.
Poi un altro e un altro, in rapida successione.
Nerone stava venedo letteralmente come una fontana, feci per ritrarmi, sentii il liquido caldo e denso spruzzarmi in faccia e sulle labbra, nella bocca, ancora semi aperta.
Che schifo!
Eppure in quel momento Nerone sembrava finalmente così gonfio e duro...


Mi scostai scivolando da parte sul letto, incapace di staccare gli occhi dall'oggetto del mio desiderio.
Nerone se ne stava a pancia all'aria, beato, ansimava con la lingua di fuori, l'erezione all'apice del turgore, svettava verso l'alto.
Sentivo il suo sperma sulla lingua, me ne stavo con la bocca aperta, imbambolata, non volendo sputare li sul copriletto, ne tantomeno ingoiare.

Scesi dal letto, il cane non si mosse.
Ero sconcertata, davvero l'avevo appena fatto?
Corsi nel bagno a sputare e a sciacquarmi il viso da quello schifo.

L'immagine di quel bel viso, allucinato, sporco di sperma, sperma di cane... il viso di Serena, non il mio, mi fece per l'ennesima volta sciogliere tra le gambe.
Nonstante il disgusto, sentivo di volerlo dentro come e più di prima...


Mi venne in mente come si erano svolti i mie rapporti con Michela e Martina mentre mi asciugavo la faccia.
Quello che era appena successo, quello che avevo fatto era ... rivoltante, forse non l'avrei mai più dimenticato in vita mia, eppure sentivo un fuoco tra le gambe che se ne infischiava dei mie scrupoli.
Anzi, no ... se ne nutriva...

Sollevai lo sguardo, lo specchio mi inchiodava a quel momento di lucida follia.
Non fù sufficiente a riscuotermi...

Tornai in camera, il copriletto era un disastro, il cane era nella stessa identica posizione in cui lo avevo lasciato.
Era davvero duro adesso, sapevo lo sarebbe stato ancora per un po'...
Un peccato sprecare la fatica che avevo fatto per arrivare a quel punto, mi dissi.

Dovevo assoultamente sapere cosa si provava.
Scivolai di nuovo accanto a Nerone, evitando con cura di toccare la macchia ancora umida sul copriletto.
Lui non sembrava aver molta voglia di muoversi.

Lo accarezzai sulla pancia, glielo presi in mano.
Era durissimo, caldissimo, pulsava, un rivolo di sperma continuava a sgorgare dalla punta.
Lo guardai mesmerizzata per un istante, poi mi riscossi.
Mi rimisi a quattro zampe come avevo fatto prima senza indugiare.
Nerone mi guardava incuriosito.

Di nuovo mi schiaffeggiai il sedere come avevo fatto prima, godendo del rumore prodotto dalla mia mano sulla natica soda, piena, di Serena.

Istantaneamente, il cane si tirò su a sedere, poi rapidamente mi balzò sulla schiena con le zampe anteriori.
Dio, si!
Abbassai la testa e il corpo per favorirlo.
Schiacciata sul letto, attendendevo con trepidazione il momento in cui sarei stata finalmente penetrata.
Sarebbe stato come peredere la verginità?

Lo senti aggiustarsi, zampettare sul letto, il cazzo, gonfio, ancora colava sperma ovunque.
Mi faceva senso sapere cosa fosse: sperma... sborra... di cane...
La paura, irrazionale, di quella liquido, del fatto che potesse mettermi incinta anche se non poteva, il ricordo del suo sapore...
Mi sforzai di immaginare che fosse solo lubrificante.

Sentii la punta picchiettare contro le labbra aperte, vogliose, provai a spingermi verso di lui imapaziente, ma lo sentii scivolare fuori contro il clitoride, togliermi il fiato, poi allontanarsi per riprovare.
Poi un colpo, improvviso, e la sorpesa di sentirmi dischiudere.
Dischiudere dove non mi aspettavo...
Nella sua ignoranza canina, Nerone non era certo capace di distinguere un buco dall'altro...

Non ebbi nemmeno il tempo di meravigliarmi di come il mio corpo avesse accolto facilmente l'invasore, senza dolore, che Nerone prese a martellare colpi forsennati con il bacino.
La senzazione fù indescrivibile, afferrai il cuscino e lo morsi per non gridare mentre i muscoli si serravano involontariamente attorno all'asta dura dell'animale.

Serena, da grande amante del sesso spinto quale era, doveva aver utilizzato diverse volte quella 'strada alternativa' per godere dato il modo in cui reagiva il suo corpo.
Io invece a quel buchetto non ci avevo proprio pensato da quando ero lei, tanto ero preso dall'avere tutto ad un tratto una fica con cui trastullarmi e da tutte le senzazioni nuove che mi faceva provare...

Sentivo il corpo scosso da tremiti, Nerone affannarsi dentro di me, eppure l'orgasmo non arriva.
Disperatamente, allungai una mano tra le cosce.
Infilai due dita dentro, non bastavano, ero un lago...
Tre, no...

A tentoni cercai il vibratore, doveva essere ancora lì da qualche parte.
Si, eccolo!
Me lo ficcai dentro dentro brutalmente, quasi fosse un pugnale nel petto del mio peggior nemico, e lo accesi.
Fu come una scossa, un esplosione.
Venni, poi ancora.
Sentivo di non aver più il minimo controllo sul corpo di Serena, sulla vescica, un liquido caldo mi colava abbondante sulla mano.
Spinsi il vibratore più in fondo.
Nerone mi graffiava, ringhiando sommessamente cercava di ternemi ferma, ma io potevo evitare di muovermi, quasi preda di convulsioni.

"Cazzooo, si! Scopami!" Grugniii, ormai incurante che i vicini potessero sentire.

Il vibratore scorreva dentro e fuori dalla mia fica senza trovare resistenza alcuna.
Presi ad alternarlo con le spinte forsennate di Nerone, tentai per lo meno.
Ne venne fuori un'osceno doppio stantuffo che cavalcai euforica, ma solo per qualche istante.
Fino a quando cioè, l'ennesimo, poderoso, orgasmo no mi ebbe costretto ad un grunito rabbioso, cui subito fece eco l'ululato del cane, lasciandomi squasstata e ansante, inerme e quasi incosciente, sotto i colpi del mio stolido amante.

Mi riscossi tempo dopo.
Nerone non c'era, il vibratore, ancora acceso, ronzava appoggiato sul copriletto tra le mie gambe.
La stanza era un casino, c'era puzza di sesso, di sudore, di cane...

Sette e mezza, dovevo rimettere tutto in ordine prima che Gianmarco arrivasse...
Rapidamente caricai la lavatrice con le lenzuola sporche, feci una doccia, la terza della giornata, poi attesi che tornasse.
Lo baciai, un bacio a stampo sulle labbra, dormimmo abbracciati.

Il giorno dopo mi alzai presto, presi la macchina e Nerone.
Guidai fuori città e fino al canile comunale.
Lo lasciai lì, quel dannato cane...
di
scritto il
2018-05-26
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