Svizzera dannunziana
di
GIACO
genere
sadomaso
Parte Prima: GINA
Stavo facendo un trekking in montagna quando mi imbattei in una coppia che scopava sull’erba vicino al sentiero, appena nascosti da un larice.
Si accorsero di me.
“ Scusate “ dissi, allungando il passo per proseguire.
E lui “ Puoi venire, se vuoi, a lei piacciono i cazzi nuovi “.
“ Perché no?” risposi.
Lo tirai fuori. Lui sfilò il cazzo dalla figa e ci infilai il mio. Dopo averla pompata un po’ glielo misi in bocca e sborrai.
Parlammo un po’. Mi disse che lei era straniera e non parlava una parola di italiano, e lui era un gigolo professionista. Gli proposi di dargli una mano, se ne aveva bisogno, e gli diedi il numero del telefonino
Dopo qualche giorno mi chiamò e mi propose di andare con lui da due vogliose in Svizzera. Si sarebbe fatto pagare da tutte e due e non mi avrebbe dato niente.
Mi ritrovai in Canton Ticino in una fattoria, con la padrona e un’amica che parlavano italiano. Si chiamavano Gina, la padrona, e Brigitte l’amica
Le donne si sedettero una a fianco all’altra su un divano con noi davanti in piedi, e ci chiesero di fargli vedere i cazzi.
Gli piacquero, e cominciarono a succhiarli. Io chiesi alla donna che me lo succhiava di farmi vedere anche lei la figa.
Aveva le mutande fradice. Gliele sfilai e le diedi una gran leccata.
Scopammo tutti e quattro in un lettone, con le donne che si scambiavano i cazzi o ne prendevano due insieme.
Quando fummo sul punto di andarcene, la padrona di casa, senza che il mio amico vedesse, mi mise in mano un numero di telefono.
Quando la chiamai disse che le ero piaciuto, e mi chiese se volevo tornare da lei, da solo, perché aveva un desiderio speciale.
” Quale desiderio ? “ le chiesi
“ Se vieni, è una sorpresa “ rispose
La sera dopo ci andai, anche perchè da vera troietta aveva suscitato la mia curiosità.
Gina non era molto alta ma aveva due gran tette.
Andammo nudi nella stalla. Lei si mise al posto di una vacca e la montai per di dietro, mungendole le tette.
Le vacche intorno pisciavano e cagavano, e tutto finiva, con un trasportatore, in una vasca piatta.
Dopo la prima montata ( a lei era molto piaciuto che le avessi munto le tette ) mi chiese se volevo stendermi con lei nella vasca: questa era la sua voglia speciale.
Così ci entrammo, e infilandoci a turno la canna dell’acqua su per il culo ci cagammo e ci pisciammo addosso, ci rotolammo nella merda e ci chiavammo come maiali, in tutti i modi possibili, per più di due ore.
Poi facemmo una lunghissima doccia. Intanto era venuto molto tardi e ci era venuta un po’fame. Aveva la pasta e un po’ di pomodoro, così da bravo italiano cucinai, mangiammo, e andammo infine a dormire nel suo letto quando era ormai l’alba.
Nel sonno, o in sogno, non so, mi sembrò che mi facesse un pompino. Mi svegliai a mezzogiorno e lei non c’era.
“ Dove sei?” chiesi
“ Sono qui “ mi rispose dal salotto.
Entrai ancora assonnato e nudo, e la trovai seduta sul divano, che già conoscevo, con un’altra donna.
“ Scusate” dissi, coprendomi il cazzo con una mano.
“ No, no. Vieni. Lo conosco già “disse l’altra donna , e mi accorsi che era Brigitte.
Gina aveva raccontato ogni cosa a Brigitte, evidentemente per farla morire d’invidia, dicendo anche che poco prima aveva fatto colazione con la ma sborra nel delizioso pompino che mi aveva fatto mentre dormivo. Mi prese il cazzo e se lo mise in bocca, ridendo.
Anche Brigitte allungò le mani, ma Gina la gelò dicendo:
“ Eh no, carina. Questo cazzo è ora solo mio “
Così Brigitte se ne andò, non prima di avermi messo in mano a sua volta, di nascosto, un biglietto con un numero di telefono.
Parte Seconda: BRIGITTE
Così la storia svizzera proseguì
Chiamai Brigitte. Lei mi rispose che quello che avevo fatto con Gina la faceva impazzire.
“ Vorresti farlo anche tu?” le chiesi
“ Certo” rispose “ Ma io non ho una stalla”
“ Non ce n’è bisogno” dissi io. “Si può farlo benissimo anche in un letto, è forse ancor più eccitante. Ti garantisco che faremo una cosa che ti piacerà almeno come quello che ho fatto con Gina. Che ne dici?”
“ Fantastico, non vedo l’ora che arrivi!” esclamò
“ Va bene, ti dirò quando vengo. Tu dovrai preparare il letto, e proteggere la stanza con qualche foglio di plastica impermeabile, perché volerà di tutto. Io mi occupo dell’attrezzatura “.
Le ritelefonai per fissare l’appuntamento, e le chiesi anche di non lavarsi la figa per due giorni prima dell’incontro, perchè io adoravo sentirne l’odore. Lei rispose che ero veramente un gran porco, ma che l’avrebbe fatto perchè voleva essere, anche lei, una gran porca. Mi raccomandai che comprasse un potente disinfettante orale.
Viene la sera dell’incontro, e mi riceve con le pupille dilatate per l’eccitazione dell’attesa.
Le dico che andrò in bagno a preparare le canne per l’acqua e ne uscirò nudo, e che voglio trovarla nuda sul letto a gambe aperte che si stai masturbando. Lo fa. Arrivo che se la sta menando, le annuso la figa e le faccio il bidè con una gran leccata ,mentre a lei scappa un po’ di pipi’ e me la fa in faccia.
Poi le infilo la canna dell’acqua su per il culo e la riempio, le schiaffo il cazzo nella figa e pompandola le faccio spruzzare l’acqua dappertutto insieme a pezzettini di merda. A quel punto gode, gridando che è una vera troia.
Dopo esserci riposati per qualche minuto le faccio sentire un po’ di caldino sulle tette, pisciandoci sopra. Poi mi faccio infilare la canna dell’acqua nel culo e le cago un po’ sulla figa, ci spalmo dentro e intorno la mia merda come fosse nutella. Poi la giro e la prendo alla pecorina, e quando è sufficientemente calda, con gran foia glielo lo metto nel culo. Veniamo insieme, con lei si mena come una pazza la figa.
A questo punto siamo sporchi di merda e di ogni nostro umore po’ dappertutto,. Ma siamo tanto pieni di irrefrenabile foia da cominciare a leccarci figa, cazzo e culo, tutto, in sessantanove, a novanta gradi, a scoparci in ogni posizione possibile...Finchè l’ultima scopata finisce in gloria, dopo aver assaporato ogni rivolo del nostro piacere.
Epilogo
Non volli rivederle mai più. Ogni altra esperienza avrebbe macchiato la perfezione della vetta dell’abiezione sublime che avevamo raggiunto.
Stavo facendo un trekking in montagna quando mi imbattei in una coppia che scopava sull’erba vicino al sentiero, appena nascosti da un larice.
Si accorsero di me.
“ Scusate “ dissi, allungando il passo per proseguire.
E lui “ Puoi venire, se vuoi, a lei piacciono i cazzi nuovi “.
“ Perché no?” risposi.
Lo tirai fuori. Lui sfilò il cazzo dalla figa e ci infilai il mio. Dopo averla pompata un po’ glielo misi in bocca e sborrai.
Parlammo un po’. Mi disse che lei era straniera e non parlava una parola di italiano, e lui era un gigolo professionista. Gli proposi di dargli una mano, se ne aveva bisogno, e gli diedi il numero del telefonino
Dopo qualche giorno mi chiamò e mi propose di andare con lui da due vogliose in Svizzera. Si sarebbe fatto pagare da tutte e due e non mi avrebbe dato niente.
Mi ritrovai in Canton Ticino in una fattoria, con la padrona e un’amica che parlavano italiano. Si chiamavano Gina, la padrona, e Brigitte l’amica
Le donne si sedettero una a fianco all’altra su un divano con noi davanti in piedi, e ci chiesero di fargli vedere i cazzi.
Gli piacquero, e cominciarono a succhiarli. Io chiesi alla donna che me lo succhiava di farmi vedere anche lei la figa.
Aveva le mutande fradice. Gliele sfilai e le diedi una gran leccata.
Scopammo tutti e quattro in un lettone, con le donne che si scambiavano i cazzi o ne prendevano due insieme.
Quando fummo sul punto di andarcene, la padrona di casa, senza che il mio amico vedesse, mi mise in mano un numero di telefono.
Quando la chiamai disse che le ero piaciuto, e mi chiese se volevo tornare da lei, da solo, perché aveva un desiderio speciale.
” Quale desiderio ? “ le chiesi
“ Se vieni, è una sorpresa “ rispose
La sera dopo ci andai, anche perchè da vera troietta aveva suscitato la mia curiosità.
Gina non era molto alta ma aveva due gran tette.
Andammo nudi nella stalla. Lei si mise al posto di una vacca e la montai per di dietro, mungendole le tette.
Le vacche intorno pisciavano e cagavano, e tutto finiva, con un trasportatore, in una vasca piatta.
Dopo la prima montata ( a lei era molto piaciuto che le avessi munto le tette ) mi chiese se volevo stendermi con lei nella vasca: questa era la sua voglia speciale.
Così ci entrammo, e infilandoci a turno la canna dell’acqua su per il culo ci cagammo e ci pisciammo addosso, ci rotolammo nella merda e ci chiavammo come maiali, in tutti i modi possibili, per più di due ore.
Poi facemmo una lunghissima doccia. Intanto era venuto molto tardi e ci era venuta un po’fame. Aveva la pasta e un po’ di pomodoro, così da bravo italiano cucinai, mangiammo, e andammo infine a dormire nel suo letto quando era ormai l’alba.
Nel sonno, o in sogno, non so, mi sembrò che mi facesse un pompino. Mi svegliai a mezzogiorno e lei non c’era.
“ Dove sei?” chiesi
“ Sono qui “ mi rispose dal salotto.
Entrai ancora assonnato e nudo, e la trovai seduta sul divano, che già conoscevo, con un’altra donna.
“ Scusate” dissi, coprendomi il cazzo con una mano.
“ No, no. Vieni. Lo conosco già “disse l’altra donna , e mi accorsi che era Brigitte.
Gina aveva raccontato ogni cosa a Brigitte, evidentemente per farla morire d’invidia, dicendo anche che poco prima aveva fatto colazione con la ma sborra nel delizioso pompino che mi aveva fatto mentre dormivo. Mi prese il cazzo e se lo mise in bocca, ridendo.
Anche Brigitte allungò le mani, ma Gina la gelò dicendo:
“ Eh no, carina. Questo cazzo è ora solo mio “
Così Brigitte se ne andò, non prima di avermi messo in mano a sua volta, di nascosto, un biglietto con un numero di telefono.
Parte Seconda: BRIGITTE
Così la storia svizzera proseguì
Chiamai Brigitte. Lei mi rispose che quello che avevo fatto con Gina la faceva impazzire.
“ Vorresti farlo anche tu?” le chiesi
“ Certo” rispose “ Ma io non ho una stalla”
“ Non ce n’è bisogno” dissi io. “Si può farlo benissimo anche in un letto, è forse ancor più eccitante. Ti garantisco che faremo una cosa che ti piacerà almeno come quello che ho fatto con Gina. Che ne dici?”
“ Fantastico, non vedo l’ora che arrivi!” esclamò
“ Va bene, ti dirò quando vengo. Tu dovrai preparare il letto, e proteggere la stanza con qualche foglio di plastica impermeabile, perché volerà di tutto. Io mi occupo dell’attrezzatura “.
Le ritelefonai per fissare l’appuntamento, e le chiesi anche di non lavarsi la figa per due giorni prima dell’incontro, perchè io adoravo sentirne l’odore. Lei rispose che ero veramente un gran porco, ma che l’avrebbe fatto perchè voleva essere, anche lei, una gran porca. Mi raccomandai che comprasse un potente disinfettante orale.
Viene la sera dell’incontro, e mi riceve con le pupille dilatate per l’eccitazione dell’attesa.
Le dico che andrò in bagno a preparare le canne per l’acqua e ne uscirò nudo, e che voglio trovarla nuda sul letto a gambe aperte che si stai masturbando. Lo fa. Arrivo che se la sta menando, le annuso la figa e le faccio il bidè con una gran leccata ,mentre a lei scappa un po’ di pipi’ e me la fa in faccia.
Poi le infilo la canna dell’acqua su per il culo e la riempio, le schiaffo il cazzo nella figa e pompandola le faccio spruzzare l’acqua dappertutto insieme a pezzettini di merda. A quel punto gode, gridando che è una vera troia.
Dopo esserci riposati per qualche minuto le faccio sentire un po’ di caldino sulle tette, pisciandoci sopra. Poi mi faccio infilare la canna dell’acqua nel culo e le cago un po’ sulla figa, ci spalmo dentro e intorno la mia merda come fosse nutella. Poi la giro e la prendo alla pecorina, e quando è sufficientemente calda, con gran foia glielo lo metto nel culo. Veniamo insieme, con lei si mena come una pazza la figa.
A questo punto siamo sporchi di merda e di ogni nostro umore po’ dappertutto,. Ma siamo tanto pieni di irrefrenabile foia da cominciare a leccarci figa, cazzo e culo, tutto, in sessantanove, a novanta gradi, a scoparci in ogni posizione possibile...Finchè l’ultima scopata finisce in gloria, dopo aver assaporato ogni rivolo del nostro piacere.
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Non volli rivederle mai più. Ogni altra esperienza avrebbe macchiato la perfezione della vetta dell’abiezione sublime che avevamo raggiunto.
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