Schiava del Dravor - capitolo 3b
di
Koss
genere
dominazione
Kira era nuda e seduta sul margine di un grande e piatto masso, al centro di una larga pozza. Quello era il luogo che Kira preferiva per le sue abluzioni. Kira era abbronzata ed il suo corpo generoso perfettamente in forma.
Saa, anche lei nuda, era bianca, visto che stava sempre coperta sotto i suoi straccetti ed il suo corpo era delicato. Era posizionata alle spalle di Kira, la insaponava sulle spalle e la ripuliva con la spugna. Kira se la godeva.
- Sei pallida come un cadavere – la provocò Kira.
- Signora… -
- Non sei brutta, a Koss piaci, ma dovresti prendere un po’ di sole, altrimenti penseranno che sei malata e che non mi prendo cura di te. –
Saa era confusa, cosa stava cercando di dirle la sua Padrona, cosa voleva? Nel dubbio non disse niente. Kira si distese supina sul masso, lei era bella abbronzata, nei pochi punti, molto intimi, in cui il sole non l’aveva colpita la sua pelle era bianco latte.
Kira si stirò come una gatta. – Ora lavami davanti piccola. –
Il tic fu immediato e Kira sorrise, Saa passò la spugna sulle grandi tette della Padrona e scese verso il basso, il cespuglio nero era grande ed incolto.
- Una volta ero molto curata là in basso, ma poi non ho più avuto modo di tenerlo in ordine. Tu invece ti sei trattata bene. –
Finalmente Saa poté rispondere. – Se me lo permette Signora… posso sistemare. –
- Sì, dopo a casa, ora lavami e massaggiami. Sono stanca ed ho bisogno di rilassarmi. –
Kira ora dava le spalle a Saa che nuda era a cavalcioni sul suo corpo e la stava massaggiando sulle spalle sciogliendole i muscoli e facendola sospirare di piacere.
Poi Saa scese verso le natiche della Padrona, belle, divise perfettamente e pure loro, come tutto il corpo di Kira, esuberanti. Le lunghe e nervose dita di Saa impastavano quei due succulenti meloni facendo ancora sospirare Kira che allargò leggermente le gambe. Saa accolse l’invito passando alle cosce, sotto le belle forme lei sentiva muscoli forti e guizzanti. Malgrado tutto ammirava quella donna, bella, forte, potente.
Kira si rigirò ancora mettendosi supina e Saa continuò a massaggiarla sulle cosce, mentre le sue mani erano sulle gambe di Kira, il suo nasino era a dieci centimetri dalla sua fica pelosa e sotto il cespuglio si intravedevano due labbra tumide, rosse e carnose. Anche questa volta tutto il contrario di come era lei: pochi peli, due labbra graziose, ma piccole e quando era eccitata, leggermente sbocciate come un bocciolo. Saa era persa nelle sue meditazioni e non si accorse neanche che Kira le stava stringendo i polpacci intorno al collo e la stava attraendo a sé.
- Signora… - riuscì a dire mentre la sua testa ed in particolare la sua bocca veniva costretta verso quelle grandi labbra.
Kira le disse una sola parola. – Lecca! –
Saa non voleva, ma la sua bocca era ormai a pochi centimetri da quella gran fica pelosa e lei si sentiva soffocare perché Kira aveva continuato a stringere. Saa cercava di resistere, ma Kira stringeva, era forte e lei non osava usare le mani ammesso che potessero servire a qualcosa contro quelle cosce possenti e quei polpacci muscolosi.
La bocca si poggiò sulla fica e Saa si sentì mancare. – Lecca! – sentì ancora e Saa leccò.
Dopo il primo guizzò Kira allentò la presa, ma la mantenne ancora sul collo della schiava. Solo quando Saa iniziò a leccarla decisa lei la mollò.
Al posto dei polpacci sul collo Saa sentì una mano forte e prepotente sulla sua testolina rossa.
Saa era soggiogata, incapace di disubbidire. Lei era forte e la voleva e Saa leccò. Kira venne rapidamente stringendo la testolina bionda sulla sua fica e non mollandola fino alla fine.
Poi l’attrasse a sé e la baciò sulle labbra. – Buona – disse.
Saa era inerte e sottomessa, Kira la toccò tra le gambe e la trovò bagnata, la masturbò e Saa arrossì e si lasciò andare. Si sentiva una puttana, come aveva detto Kira, ma non provò neanche a resistere, si aprì e morì gemendo su quel dito che la penetrava mentre un altro si strofinava sul clitoride. Chiuse gli occhi per la vergogna e godette.
- Brava la mia piccolina – mormorò Kira baciandola sulle labbra, - mi piaci. Questo, per ora, sarà il nostro piccolo segreto. Non diremo niente a Koss. Vero? –
- Sì signora – mormorò Saa in risposta vergognandosi come una bimbetta che aveva rubato le caramelle. Ma quelle caramelle erano buone, tanto buone.
Kira le montò addosso baciandola e facendola fremere, le difese di Saa furono rapidamente annientate e la schiava si abbandonò inerme tra le sue braccia. Saa non aveva mai pensato che le piacesse fare l’amore con una donna, ma Kira, almeno nella prima occasione, fu dolcissima, esperta e la seppe toccare sapientemente come e dove neanche lei sapeva che il suo corpo potesse provare piacere. Quella prima volta fece quasi tutto Kira, Saa tenne gli occhi chiusi e si mosse solo quando Kira la sollecitò, quasi sempre solo toccandola, ad assumere le posizioni che la Padrona desiderava. Saa non contò neanche gli orgasmi che raggiunse e quando la Padrona smise lei era molle e debole, incapace anche di mettersi in piedi. Fu Kira che la dovette sollecitare. – Torniamo a casa piccola. – Quello per Saa fu un giorno indimenticabile. Koss l’aveva resa donna e lei lo adorava, Kira l’aveva iniziata alle pratiche saffiche e lei ne era estasiata.
Da quel giorno Koss la prese ogni volta che gli fu possibile rendendola sempre più femmina e desiderabile.
Da quello stesso giorno Kira lentamente, ma inesorabilmente la rese sottomessa nell’anima e nel corpo. Raramente la punì e raramente la sgridò, ma continuamente la sollecitò a servirla sempre meglio.
Saa non fu mai in grado minimamente di resisterle, cedette su tutta la linea, d’altra parte le piaceva il suo Padrone e le piaceva quello che Kira le faceva. Infine si accorse che in quel mondo, lei, la schiava, era diventata una privilegiata. Non poteva ordinare niente a nessuno, ma aveva imparato a chiedere e aveva scoperto che le sue richieste, espresse con garbo e gentilezza, venivano sempre esaudite, anche dai suoi stessi Padroni. Sapeva, ovviamente, che aveva dei limiti e si impegnava a non superarli mai.
Naturalmente Kira trovava sempre più spesso Koss affaccendato con Saa e in quelle occasioni non manifestava più nessuna scena di gelosia, tanto che Koss non si preoccupò più di doverla prendere di nascosto.
Kira si limitava a qualche battuta sarcastica. – Ti piace la tua schiavetta, eh! –
Saa si girava dall’altra parte per non guardarla ed arrossiva cercando di coprirsi.
Koss a volte le rispondeva. – Non è male. Sei gelosa? –
- No, - rispondeva Kira, - se la prendessi io tu saresti geloso? –
- No, non sarei geloso se la mia amante si volesse fare la mia schiava, ma di altri, soprattutto se uomini, potrei esserlo. –
Kira sorrise, stava per dirgli tutto, ma poi decise che non era ancora il momento e comunque ora sapeva per certo che Koss non avrebbe fatto scene se lei avesse preso Saa.
Kira ancora prendeva Saa solo quando erano soli, ma evidentemente non poteva durare a lungo.
Koss li scoprì in una radura vicino al campo. Saa era inginocchiata tra le gambe di Kira che in piedi la dominava platealmente mentre si faceva leccare come una dea, prima davanti e poi di dietro. Koss li spiava dal boschetto.
Dal loro comportamento Koss capì che la tresca durava da un bel po’. Kira la faceva muovere con pochi gesti e nessuna o quasi parola e Saa sapeva bene quello che la sua Padrona desiderava ed era pronta a esaudire. La piccola Saa era completamente sottomessa a Kira. Le stava leccando il culo con devozione e la sua lingua saettava sapientemente tra le chiappe della Padrona. Poi Kira fece volteggiare una gamba sulla testolina bionda e le presentò la fica ben depilata, solo un ciuffetto scuro in alto, davanti alle labbra, e Saa pronta ricominciò a leccare. Incredibile pensò Koss, neanche con lui Saa era così pronta, anche se con lui era molto più calorosa. Di quello Koss era sicuro, con Kira Saa era pronta e sottomessa, ma con lui era anche entusiasta di soddisfare ogni suo bisogno.
Koss decise di uscire dal boschetto.
Kira sentì il rumore di frasche e gli sorrise. – Così ci hai scoperto. –
Saa arrossì, era affranta, sapeva anche lei che prima o dopo sarebbe successo, quello che non sapeva era come lui avrebbe reagito, anche lei aveva sentito quelle parole su amante e schiava, ma non sapeva cosa sarebbe davvero aspettarsi all’atto pratico. Più volte si era detta che lei era una schiava e doveva obbedire. Si era chiesta cosa sarebbe successo se lo avesse detto a Koss, una frase del tipo Kira mi costringe…, lui cosa avrebbe detto? Probabilmente che doveva servirla e comunque non era cosa fare litigare i padroni per lei. L’unica a rimetterci da quel conflitto, se mai ci fosse stato, sarebbe stata lei e solo lei.
Koss si avvicinò rispondendo a Kira. – E così ti piace! –
- E’ la migliore che abbia mai avuto. E’ bella ed impara rapidamente. Diventerà una ottima kalsna. –
- Kalsna? –
- Una cosa che ho in mente, la metterò in atto quando avremo un po’ di respiro da queste stupide guerre e se non moriremo prima. La metterò in atto e Saa è la mia migliore cavia. –
Saa ascoltava afflitta, quello era il lato peggiore di Kira, si fosse limitata a farsi servire sessualmente non le sarebbe neanche dispiaciuto, stava dimostrandoglielo in tutti i modi, ma lei voleva estendere il suo dominio su tutto.
Saa non osava guardare verso Koss, come la considerava, una puttana pensava.
- L’hai costretta o l’hai sedotta? – volle sapere.
- All’inizio ho dovuto forzare un po’, ma si è arresa facilmente. –
Saa arrossì ancora, purtroppo sapeva che era vero, ma aveva ceduto solo perché impaurita, poi sorprendendo se stessa si era resa conto che fare sesso con Kira non era per niente male.
Koss, si inginocchiò accanto a lei, le prese il viso tra le mani e lo rivolse verso di sé, si rese conto che la schiava era turbata e la baciò. Saa quasi pianse per il sollievo.
Anche Kira si abbassò su di loro e presto finirono tutti sdraiati sull’erba.
- La piccola vuole essere rassicurata, soprattutto da te. Dimostrale che è sempre tua e che tu la desideri. –
Koss la prese davanti mentre Kira la stringeva da dietro e Saa pianse felice.
Quella notte Kira uscì dal campo per una missione e Saa dormì con Koss.
- Come ti trovi con Kira? –
Saa non voleva rispondere, si vergognava, poi sfrontatamente rispose.
- Sono la sua schiava, no? Ubbidisco e le faccio quello che desidera! Come lo faccio a te! Sono la vostra schiava e la vostra puttana! –
Koss si maledisse per aver affrontato quell’argomento, ma ormai erano in ballo e tanto valeva farlo fuori.
- Sì, - rispose a muso duro, - sei la nostra schiava e la nostra puttana. Ma mi sembra che ti trovi bene. –
Saa gli diede le spalle e pianse.
Lui l’abbracciò da dietro e non disse niente.
Lei tra i singhiozzi dopo un poco. – Prometti. –
- Cosa devo promettere? –
- Prometti! –
- Come faccio a promettere se non so cosa vuoi. – Era esasperante.
- Prometti!! Ti chiederò una cosa che puoi promettere! –
- Ok. Prometto! –
- Mi sono rassegnata ad essere la schiava tua e anche di Kira. E non mi dispiace neanche. – Per Saa era un’ammissione che le costò parecchio fare.
- Ma – interloquì Koss.
- Ma temo per il mio futuro, sono terrorizzata, ho sentito che gli schiavi vengono venduti, barattati, ceduti, anche per fare sesso… - Saa non trovò il coraggio di andare avanti.
Koss la strinse a sé, un altro po’ e l’avrebbe soffocata e Saa si sarebbe fatta soffocare volentieri.
- Prometto che finché vivrò sarai la mia schiava e che non ti cederò a nessuno, mai e per nessun motivo. Naturalmente la mia amante sarà, come è ora, la tua Padrona, ma le regole che ti ho appena enunciato varranno anche per lei. –
Saa si girò verso lui e lo baciò con tutta la passione che sentiva per lui. Immensa.
Koss la penetrò e se la fece, ma rimasero così allacciati e così si addormentarono e si svegliarono la mattina dopo.
Doveva essere quello il momento in cui Koss si era legato indissolubilmente a Saa, ma doveva essersi innamorato ancora prima, forse dal primo momento che l’aveva vista.
Kira fu messa al corrente delle decisioni di Koss proprio la mattina dopo e non ebbe nulla da eccepire. Koss era molto deciso ed era inutile contrariarlo, d’altra parte lei aveva campo libero sulla piccola e l’avrebbe addestrata per il suo piacere come aveva già in mente di fare. Solo per il suo piacere, quello era il limite che Koss le aveva dato e lo avrebbe rispettato, ma la biondina, e neanche Koss, poteva immaginare quanto alto sarebbe stato quel prezzo.
Due eventi sconvolsero, almeno per l’immediato, i piani di Kira.
Lei rimase incinta e la sua voglia di sesso scemò drasticamente, anche con Koss, oltre che con Saa. Koss ebbe così la scusa per fottersi ancora di più Saa. Ai suoi occhi la schiava diventava ogni giorno di più attraente.
Quando si avvicinò l’ora del parto un esercito dieci volte superiore a quello di Koss invase la regione. Koss non ci pensò neanche un minuto. Non si poteva resistere. Stava su un promontorio, facilmente difendibile di fronte ad una banda o un esercito due o tre volte superiore al suo, ma quelli erano diecimila uomini e si muovevano come un esercito ben addestrato. Sicuramente li guidava un ex militare.
Fece sgombrare il campo e si rifugiò sui monti. Nella ritirata perse qualche schiavo e un sacco di comodità.
Kira era preoccupata, stava per partorire e non le piaceva farlo in quella situazione, ma così partorì.
Però non era possibile crescere un bambino in quella situazione disperata. Koss e Kira decisero che dovevano affidare il bambino a qualcuno che viveva in un posto sicuro e tranquillo, la loro per il momento era una vita troppo avventurosa per potersi preoccupare di un neonato.
Conoscevano una coppia che viveva in una città fortificata e sicura, ad un centinaio di chilometri da lì. Città sicura per quanto in quel mondo si poteva essere sicuri. Lì Kira si diresse accompagnata da Muzi e da un piccolo drappello di uomini, Saa era con lei. Kira fu ben accolta dalla coppia che non aveva figli e che non vedeva l’ora di avere un bambino da curare.
Kira rimase con loro per qualche giorno, doveva ritornare da Koss e, anche se era legatissima a quel figlio appena nato, fare da madre non era nelle sue corde.
Lasciò Saa con la coppia – vi darà una mano con il piccolo - disse e diede loro una lauta ricompensa per il disturbo.
Saa partorì tre mesi dopo che Kira era andata via, fino a quel momento nessuno aveva notato la sua gravidanza e gli unici che ne seppero qualcosa furono quella coppia di amici di Kira.
Saa sapeva che il destino del suo bambino sarebbe stato completamente differente da quello di Leao, il figlio di Kira.
La coppia si fece avanti e l’accordo fu raggiunto, il neonato divenne figlio della coppia senza figli e che non ne poteva avere. Nur, il figlio di Saa, sarebbe cresciuto come uomo libero con quella coppia che voleva un figlio disperatamente.
- Lo potrai vedere quando vorrai - disse la donna a Saa abbracciandola teneramente.
- Ma dovrai essere molto prudente – aggiunse il marito. - Immagino chi sia il padre, è un nostro amico e vogliamo proteggere te, il bambino ed anche il padre. Inoltre penso che Kira non prenderebbe bene questa notizia. Se venisse a saperlo se la prenderebbe con te, ma anche con noi e non sarebbe piacevole. Quindi non deve trapelare niente. –
- Nessuno deve sapere niente. Mai, - concluse Saa.
Passarono ancora alcuni mesi, quindi Kira ritornò a prendersi Leao e Saa.
Il grande esercito che aveva occupato la regione non poteva rimanere a lungo lì. Se ne andarono lasciando un avamposto nell’ex campo di Koss.
Koss sterminò quell’avamposto e si riprese il campo. Kira nella nuova situazione smise i panni della guerriera e divenne una grande organizzatrice trasformando il campo in una città fortificata, con case di pietra, strade e piazze, Una città inespugnabile anche da un grande esercito, non aveva più voglia di ripetere l’esperienza appena trascorsa, ora aveva un figlio. Quella città, un giorno, sarebbe diventata Valsa, la capitale della regione dei Grandi Laghi. La sua città. Lì fece costruire il palazzo della città ed il suo palazzo personale.
Koss ebbe il suo da fare per procurarle altre migliaia di schiavi, ingegneri ed architetti, legname e pietre, mastri ed operai specializzati, ma il risultato fu che lui, da semplice guerriero a capo di una banda di straccioni, diventò in pochi anni capo di un esercito e di un territorio tra i più progrediti e stabili di tutta l’Africa australe. Quando si avviarono le trattative per la costituzione del Dravor poté fare pesare il suo potere.
Kira aveva un gran da fare, ma non si dimenticò che doveva riprendere il suo progetto su Saa. La biondina era diventata ancora più donna ed attraente. Sarebbe stato piacevole addestrarla. Ci mise lo steso entusiasmo che nella realizzazione della città e fu molto piacevole.
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koss99@hotmail.it
Saa, anche lei nuda, era bianca, visto che stava sempre coperta sotto i suoi straccetti ed il suo corpo era delicato. Era posizionata alle spalle di Kira, la insaponava sulle spalle e la ripuliva con la spugna. Kira se la godeva.
- Sei pallida come un cadavere – la provocò Kira.
- Signora… -
- Non sei brutta, a Koss piaci, ma dovresti prendere un po’ di sole, altrimenti penseranno che sei malata e che non mi prendo cura di te. –
Saa era confusa, cosa stava cercando di dirle la sua Padrona, cosa voleva? Nel dubbio non disse niente. Kira si distese supina sul masso, lei era bella abbronzata, nei pochi punti, molto intimi, in cui il sole non l’aveva colpita la sua pelle era bianco latte.
Kira si stirò come una gatta. – Ora lavami davanti piccola. –
Il tic fu immediato e Kira sorrise, Saa passò la spugna sulle grandi tette della Padrona e scese verso il basso, il cespuglio nero era grande ed incolto.
- Una volta ero molto curata là in basso, ma poi non ho più avuto modo di tenerlo in ordine. Tu invece ti sei trattata bene. –
Finalmente Saa poté rispondere. – Se me lo permette Signora… posso sistemare. –
- Sì, dopo a casa, ora lavami e massaggiami. Sono stanca ed ho bisogno di rilassarmi. –
Kira ora dava le spalle a Saa che nuda era a cavalcioni sul suo corpo e la stava massaggiando sulle spalle sciogliendole i muscoli e facendola sospirare di piacere.
Poi Saa scese verso le natiche della Padrona, belle, divise perfettamente e pure loro, come tutto il corpo di Kira, esuberanti. Le lunghe e nervose dita di Saa impastavano quei due succulenti meloni facendo ancora sospirare Kira che allargò leggermente le gambe. Saa accolse l’invito passando alle cosce, sotto le belle forme lei sentiva muscoli forti e guizzanti. Malgrado tutto ammirava quella donna, bella, forte, potente.
Kira si rigirò ancora mettendosi supina e Saa continuò a massaggiarla sulle cosce, mentre le sue mani erano sulle gambe di Kira, il suo nasino era a dieci centimetri dalla sua fica pelosa e sotto il cespuglio si intravedevano due labbra tumide, rosse e carnose. Anche questa volta tutto il contrario di come era lei: pochi peli, due labbra graziose, ma piccole e quando era eccitata, leggermente sbocciate come un bocciolo. Saa era persa nelle sue meditazioni e non si accorse neanche che Kira le stava stringendo i polpacci intorno al collo e la stava attraendo a sé.
- Signora… - riuscì a dire mentre la sua testa ed in particolare la sua bocca veniva costretta verso quelle grandi labbra.
Kira le disse una sola parola. – Lecca! –
Saa non voleva, ma la sua bocca era ormai a pochi centimetri da quella gran fica pelosa e lei si sentiva soffocare perché Kira aveva continuato a stringere. Saa cercava di resistere, ma Kira stringeva, era forte e lei non osava usare le mani ammesso che potessero servire a qualcosa contro quelle cosce possenti e quei polpacci muscolosi.
La bocca si poggiò sulla fica e Saa si sentì mancare. – Lecca! – sentì ancora e Saa leccò.
Dopo il primo guizzò Kira allentò la presa, ma la mantenne ancora sul collo della schiava. Solo quando Saa iniziò a leccarla decisa lei la mollò.
Al posto dei polpacci sul collo Saa sentì una mano forte e prepotente sulla sua testolina rossa.
Saa era soggiogata, incapace di disubbidire. Lei era forte e la voleva e Saa leccò. Kira venne rapidamente stringendo la testolina bionda sulla sua fica e non mollandola fino alla fine.
Poi l’attrasse a sé e la baciò sulle labbra. – Buona – disse.
Saa era inerte e sottomessa, Kira la toccò tra le gambe e la trovò bagnata, la masturbò e Saa arrossì e si lasciò andare. Si sentiva una puttana, come aveva detto Kira, ma non provò neanche a resistere, si aprì e morì gemendo su quel dito che la penetrava mentre un altro si strofinava sul clitoride. Chiuse gli occhi per la vergogna e godette.
- Brava la mia piccolina – mormorò Kira baciandola sulle labbra, - mi piaci. Questo, per ora, sarà il nostro piccolo segreto. Non diremo niente a Koss. Vero? –
- Sì signora – mormorò Saa in risposta vergognandosi come una bimbetta che aveva rubato le caramelle. Ma quelle caramelle erano buone, tanto buone.
Kira le montò addosso baciandola e facendola fremere, le difese di Saa furono rapidamente annientate e la schiava si abbandonò inerme tra le sue braccia. Saa non aveva mai pensato che le piacesse fare l’amore con una donna, ma Kira, almeno nella prima occasione, fu dolcissima, esperta e la seppe toccare sapientemente come e dove neanche lei sapeva che il suo corpo potesse provare piacere. Quella prima volta fece quasi tutto Kira, Saa tenne gli occhi chiusi e si mosse solo quando Kira la sollecitò, quasi sempre solo toccandola, ad assumere le posizioni che la Padrona desiderava. Saa non contò neanche gli orgasmi che raggiunse e quando la Padrona smise lei era molle e debole, incapace anche di mettersi in piedi. Fu Kira che la dovette sollecitare. – Torniamo a casa piccola. – Quello per Saa fu un giorno indimenticabile. Koss l’aveva resa donna e lei lo adorava, Kira l’aveva iniziata alle pratiche saffiche e lei ne era estasiata.
Da quel giorno Koss la prese ogni volta che gli fu possibile rendendola sempre più femmina e desiderabile.
Da quello stesso giorno Kira lentamente, ma inesorabilmente la rese sottomessa nell’anima e nel corpo. Raramente la punì e raramente la sgridò, ma continuamente la sollecitò a servirla sempre meglio.
Saa non fu mai in grado minimamente di resisterle, cedette su tutta la linea, d’altra parte le piaceva il suo Padrone e le piaceva quello che Kira le faceva. Infine si accorse che in quel mondo, lei, la schiava, era diventata una privilegiata. Non poteva ordinare niente a nessuno, ma aveva imparato a chiedere e aveva scoperto che le sue richieste, espresse con garbo e gentilezza, venivano sempre esaudite, anche dai suoi stessi Padroni. Sapeva, ovviamente, che aveva dei limiti e si impegnava a non superarli mai.
Naturalmente Kira trovava sempre più spesso Koss affaccendato con Saa e in quelle occasioni non manifestava più nessuna scena di gelosia, tanto che Koss non si preoccupò più di doverla prendere di nascosto.
Kira si limitava a qualche battuta sarcastica. – Ti piace la tua schiavetta, eh! –
Saa si girava dall’altra parte per non guardarla ed arrossiva cercando di coprirsi.
Koss a volte le rispondeva. – Non è male. Sei gelosa? –
- No, - rispondeva Kira, - se la prendessi io tu saresti geloso? –
- No, non sarei geloso se la mia amante si volesse fare la mia schiava, ma di altri, soprattutto se uomini, potrei esserlo. –
Kira sorrise, stava per dirgli tutto, ma poi decise che non era ancora il momento e comunque ora sapeva per certo che Koss non avrebbe fatto scene se lei avesse preso Saa.
Kira ancora prendeva Saa solo quando erano soli, ma evidentemente non poteva durare a lungo.
Koss li scoprì in una radura vicino al campo. Saa era inginocchiata tra le gambe di Kira che in piedi la dominava platealmente mentre si faceva leccare come una dea, prima davanti e poi di dietro. Koss li spiava dal boschetto.
Dal loro comportamento Koss capì che la tresca durava da un bel po’. Kira la faceva muovere con pochi gesti e nessuna o quasi parola e Saa sapeva bene quello che la sua Padrona desiderava ed era pronta a esaudire. La piccola Saa era completamente sottomessa a Kira. Le stava leccando il culo con devozione e la sua lingua saettava sapientemente tra le chiappe della Padrona. Poi Kira fece volteggiare una gamba sulla testolina bionda e le presentò la fica ben depilata, solo un ciuffetto scuro in alto, davanti alle labbra, e Saa pronta ricominciò a leccare. Incredibile pensò Koss, neanche con lui Saa era così pronta, anche se con lui era molto più calorosa. Di quello Koss era sicuro, con Kira Saa era pronta e sottomessa, ma con lui era anche entusiasta di soddisfare ogni suo bisogno.
Koss decise di uscire dal boschetto.
Kira sentì il rumore di frasche e gli sorrise. – Così ci hai scoperto. –
Saa arrossì, era affranta, sapeva anche lei che prima o dopo sarebbe successo, quello che non sapeva era come lui avrebbe reagito, anche lei aveva sentito quelle parole su amante e schiava, ma non sapeva cosa sarebbe davvero aspettarsi all’atto pratico. Più volte si era detta che lei era una schiava e doveva obbedire. Si era chiesta cosa sarebbe successo se lo avesse detto a Koss, una frase del tipo Kira mi costringe…, lui cosa avrebbe detto? Probabilmente che doveva servirla e comunque non era cosa fare litigare i padroni per lei. L’unica a rimetterci da quel conflitto, se mai ci fosse stato, sarebbe stata lei e solo lei.
Koss si avvicinò rispondendo a Kira. – E così ti piace! –
- E’ la migliore che abbia mai avuto. E’ bella ed impara rapidamente. Diventerà una ottima kalsna. –
- Kalsna? –
- Una cosa che ho in mente, la metterò in atto quando avremo un po’ di respiro da queste stupide guerre e se non moriremo prima. La metterò in atto e Saa è la mia migliore cavia. –
Saa ascoltava afflitta, quello era il lato peggiore di Kira, si fosse limitata a farsi servire sessualmente non le sarebbe neanche dispiaciuto, stava dimostrandoglielo in tutti i modi, ma lei voleva estendere il suo dominio su tutto.
Saa non osava guardare verso Koss, come la considerava, una puttana pensava.
- L’hai costretta o l’hai sedotta? – volle sapere.
- All’inizio ho dovuto forzare un po’, ma si è arresa facilmente. –
Saa arrossì ancora, purtroppo sapeva che era vero, ma aveva ceduto solo perché impaurita, poi sorprendendo se stessa si era resa conto che fare sesso con Kira non era per niente male.
Koss, si inginocchiò accanto a lei, le prese il viso tra le mani e lo rivolse verso di sé, si rese conto che la schiava era turbata e la baciò. Saa quasi pianse per il sollievo.
Anche Kira si abbassò su di loro e presto finirono tutti sdraiati sull’erba.
- La piccola vuole essere rassicurata, soprattutto da te. Dimostrale che è sempre tua e che tu la desideri. –
Koss la prese davanti mentre Kira la stringeva da dietro e Saa pianse felice.
Quella notte Kira uscì dal campo per una missione e Saa dormì con Koss.
- Come ti trovi con Kira? –
Saa non voleva rispondere, si vergognava, poi sfrontatamente rispose.
- Sono la sua schiava, no? Ubbidisco e le faccio quello che desidera! Come lo faccio a te! Sono la vostra schiava e la vostra puttana! –
Koss si maledisse per aver affrontato quell’argomento, ma ormai erano in ballo e tanto valeva farlo fuori.
- Sì, - rispose a muso duro, - sei la nostra schiava e la nostra puttana. Ma mi sembra che ti trovi bene. –
Saa gli diede le spalle e pianse.
Lui l’abbracciò da dietro e non disse niente.
Lei tra i singhiozzi dopo un poco. – Prometti. –
- Cosa devo promettere? –
- Prometti! –
- Come faccio a promettere se non so cosa vuoi. – Era esasperante.
- Prometti!! Ti chiederò una cosa che puoi promettere! –
- Ok. Prometto! –
- Mi sono rassegnata ad essere la schiava tua e anche di Kira. E non mi dispiace neanche. – Per Saa era un’ammissione che le costò parecchio fare.
- Ma – interloquì Koss.
- Ma temo per il mio futuro, sono terrorizzata, ho sentito che gli schiavi vengono venduti, barattati, ceduti, anche per fare sesso… - Saa non trovò il coraggio di andare avanti.
Koss la strinse a sé, un altro po’ e l’avrebbe soffocata e Saa si sarebbe fatta soffocare volentieri.
- Prometto che finché vivrò sarai la mia schiava e che non ti cederò a nessuno, mai e per nessun motivo. Naturalmente la mia amante sarà, come è ora, la tua Padrona, ma le regole che ti ho appena enunciato varranno anche per lei. –
Saa si girò verso lui e lo baciò con tutta la passione che sentiva per lui. Immensa.
Koss la penetrò e se la fece, ma rimasero così allacciati e così si addormentarono e si svegliarono la mattina dopo.
Doveva essere quello il momento in cui Koss si era legato indissolubilmente a Saa, ma doveva essersi innamorato ancora prima, forse dal primo momento che l’aveva vista.
Kira fu messa al corrente delle decisioni di Koss proprio la mattina dopo e non ebbe nulla da eccepire. Koss era molto deciso ed era inutile contrariarlo, d’altra parte lei aveva campo libero sulla piccola e l’avrebbe addestrata per il suo piacere come aveva già in mente di fare. Solo per il suo piacere, quello era il limite che Koss le aveva dato e lo avrebbe rispettato, ma la biondina, e neanche Koss, poteva immaginare quanto alto sarebbe stato quel prezzo.
Due eventi sconvolsero, almeno per l’immediato, i piani di Kira.
Lei rimase incinta e la sua voglia di sesso scemò drasticamente, anche con Koss, oltre che con Saa. Koss ebbe così la scusa per fottersi ancora di più Saa. Ai suoi occhi la schiava diventava ogni giorno di più attraente.
Quando si avvicinò l’ora del parto un esercito dieci volte superiore a quello di Koss invase la regione. Koss non ci pensò neanche un minuto. Non si poteva resistere. Stava su un promontorio, facilmente difendibile di fronte ad una banda o un esercito due o tre volte superiore al suo, ma quelli erano diecimila uomini e si muovevano come un esercito ben addestrato. Sicuramente li guidava un ex militare.
Fece sgombrare il campo e si rifugiò sui monti. Nella ritirata perse qualche schiavo e un sacco di comodità.
Kira era preoccupata, stava per partorire e non le piaceva farlo in quella situazione, ma così partorì.
Però non era possibile crescere un bambino in quella situazione disperata. Koss e Kira decisero che dovevano affidare il bambino a qualcuno che viveva in un posto sicuro e tranquillo, la loro per il momento era una vita troppo avventurosa per potersi preoccupare di un neonato.
Conoscevano una coppia che viveva in una città fortificata e sicura, ad un centinaio di chilometri da lì. Città sicura per quanto in quel mondo si poteva essere sicuri. Lì Kira si diresse accompagnata da Muzi e da un piccolo drappello di uomini, Saa era con lei. Kira fu ben accolta dalla coppia che non aveva figli e che non vedeva l’ora di avere un bambino da curare.
Kira rimase con loro per qualche giorno, doveva ritornare da Koss e, anche se era legatissima a quel figlio appena nato, fare da madre non era nelle sue corde.
Lasciò Saa con la coppia – vi darà una mano con il piccolo - disse e diede loro una lauta ricompensa per il disturbo.
Saa partorì tre mesi dopo che Kira era andata via, fino a quel momento nessuno aveva notato la sua gravidanza e gli unici che ne seppero qualcosa furono quella coppia di amici di Kira.
Saa sapeva che il destino del suo bambino sarebbe stato completamente differente da quello di Leao, il figlio di Kira.
La coppia si fece avanti e l’accordo fu raggiunto, il neonato divenne figlio della coppia senza figli e che non ne poteva avere. Nur, il figlio di Saa, sarebbe cresciuto come uomo libero con quella coppia che voleva un figlio disperatamente.
- Lo potrai vedere quando vorrai - disse la donna a Saa abbracciandola teneramente.
- Ma dovrai essere molto prudente – aggiunse il marito. - Immagino chi sia il padre, è un nostro amico e vogliamo proteggere te, il bambino ed anche il padre. Inoltre penso che Kira non prenderebbe bene questa notizia. Se venisse a saperlo se la prenderebbe con te, ma anche con noi e non sarebbe piacevole. Quindi non deve trapelare niente. –
- Nessuno deve sapere niente. Mai, - concluse Saa.
Passarono ancora alcuni mesi, quindi Kira ritornò a prendersi Leao e Saa.
Il grande esercito che aveva occupato la regione non poteva rimanere a lungo lì. Se ne andarono lasciando un avamposto nell’ex campo di Koss.
Koss sterminò quell’avamposto e si riprese il campo. Kira nella nuova situazione smise i panni della guerriera e divenne una grande organizzatrice trasformando il campo in una città fortificata, con case di pietra, strade e piazze, Una città inespugnabile anche da un grande esercito, non aveva più voglia di ripetere l’esperienza appena trascorsa, ora aveva un figlio. Quella città, un giorno, sarebbe diventata Valsa, la capitale della regione dei Grandi Laghi. La sua città. Lì fece costruire il palazzo della città ed il suo palazzo personale.
Koss ebbe il suo da fare per procurarle altre migliaia di schiavi, ingegneri ed architetti, legname e pietre, mastri ed operai specializzati, ma il risultato fu che lui, da semplice guerriero a capo di una banda di straccioni, diventò in pochi anni capo di un esercito e di un territorio tra i più progrediti e stabili di tutta l’Africa australe. Quando si avviarono le trattative per la costituzione del Dravor poté fare pesare il suo potere.
Kira aveva un gran da fare, ma non si dimenticò che doveva riprendere il suo progetto su Saa. La biondina era diventata ancora più donna ed attraente. Sarebbe stato piacevole addestrarla. Ci mise lo steso entusiasmo che nella realizzazione della città e fu molto piacevole.
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koss99@hotmail.it
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