Una sorpresa per mia sorella
di
Arturo66
genere
incesti
Come narrato nei racconti precedenti oltre all’amore sviscerato che avevo manifestato per mia sorella Ornella, l’avevo anche indotta a cambiare stile di vita, le esperienze vissute negli incontri con i miei amici dell’Ucraina, e, il continuo bisogno di avere liquidità l’avevano portata a lasciarsi andare, si era infilata in un giro di personaggi benestanti e si concedeva a pagamento. La cosa un po’ mi amareggiava, ma, del resto la vita era sua e poteva gestirla come meglio credeva, dal canto mio, ogni tanto andavo a trovarla e ogni volta il sacrificio che facevo era pienamente ripagato.
Mi trovavo una mattina del mese di maggio al lavoro, e nella mente mi frullava l’idea che volevo passare qualche momento di puro godimento, senza pensarci due volte telefono ad Ornella.
Io: cara la mia sorellina, come stai?
Ornella: bene tesoro mio, sono in giro per la città a curiosare, vorrei tanto fare un po’ di shopping.
Io: volevo proporti se passiamo una seratina insieme, sono libero e ho tanta voglia di vederti.
Ornella: per me va bene, mi raggiungi tu?
Io: l’ideale sarebbe se scendi tu, l’ambiente che posso offrire io è più riservato e confortevole, ma, se proprio non riesce faccio io una scappatina.
Ornella: hai ragione, a casa tua al mare è molto meglio: Per quando avresti pensato?
Io: per oggi nel tardo pomeriggio, il tempo di organizzare qualcosa.
Ornella: ok, ti raggiungo verso le 18?
Io: perfetto.
Ornella: una raccomandazione, vedi se riesci a portare il tu amico Andrej con il nipote, vorrei spillargli 200 euro, bastano giusti giusti per comprarmi un vestitino che ho provato poco fa, mi sta un incanto e non vorrei rinunciarci.
Io: mi dispiace, sono rientrati in Ucraina, e tornano fra 15 giorni, ma vedrò di organizzare lo stesso qualcosa, ti fidi?
Ornella: come potrei non fidarmi di te? Hai sempre organizzato cose egregie. Cerca di stupirmi. Un bacio, a stasera.
Io: tranquilla, non tornerai a mani vuote, il vestitino puoi farlo mettere da parte.
Mi metto in moto per organizzare la seratina, per i soldi non ci sono problemi, li sborso io, per il resto cerco di mettere in atto una fantasia che mi frulla per la testa da tempo.
Vicino al mio posto di lavoro c’è un complesso residenziale che è stato usato per l’accoglienza dei migranti, a rotazione ne son passati di là a centinaia, per circa sei mesi c’è stato un ricambio continuo, poi come centro di accoglienza è stato chiuso, però qualche decina di migranti hanno fatto richiesta di residenza e son rimasti in zona sbarcando il lunario facendo qualche lavoretto, nel periodo di massimo afflusso ho prestato servizio come volontario e ho avuto modo di conoscere tanti di loro, lavoravo all’accettazione, avevo modo di controllare le loro schede personali e quindi sapevo del loro stato di salute, ma soprattutto controllavo se erano portatori di malattie trasmissibili, devo dire la verità che è transitata tutta gente senza patologie particolari.
Quindi terminato il mio turno di lavoro mi reco al vecchio centro, volevo incontrare due di loro con i quali avevo stretto amicizia, varcato il cancello incontro un tizio e gli chiedo di Aziz, lui gentilmente mi fa strada e mi porta da Aziz, ci salutiamo cordialmente, parliamo un po’, poi gli chiedo di Mustafà, Aziz mi comunica che da un mese si è trasferito al Nord, gli comunico che ho bisogno di aiuto di un paio d’ore per mettere un po’ di ordine nel giardino di casa, lui mi propone di portare in aiuto Mamadou, e siccome lo conosco accetto, saliamo in macchina e partiamo, passo dalla pasticceria e compro un vassoio di dolci alla crema. Arrivati a casa indico loro cosa fare e si mettono in opera.
Aziz e Mamadou sono due ragazzotti della Costa d’Avorio di circa 20 anni, hanno la pelle nera come la pece, ma in compenso hanno dei fisici statuari, fa caldo e lavorano a petto nudo, passa una signora anziana e si ferma a fissarli, penso che gli siano ritornate pure le mestruazioni a vedere quei due manzi.
Finiti i lavoretti gli offro da bere e propongo loro se vogliono rimanere a cena con me, accettano volentieri, quindi li aggiorno sul programma della serata, gli comunico che verrà a farci visita una signora (non dico che è mia sorella) e che loro non devono fare nulla se non da me espressamente richiesto, accettano le condizioni, quindi vanno a fare la doccia in giardino, si asciugano li faccio profumare e si rivestono.
Ricevo la telefonata di mia sorella: tra un’oretta sono da te, chiamo una pizzeria e ordino un cartone di crocchette di patate e 4 pizze per le 20 che arrivano puntualmente, faccio accomodare Aziz e Mamadou nella saletta dentro in una zona poco illuminata, trascorsi 5 minuti suonano al campanello, è arrivata Ornella, mi precipito al cancello, la faccio entrare, è sempre stupenda, indossa una gonna larga lunga fino al ginocchio, una camicetta leggera e sulle spalle ha un golfino, la abbraccio dai fianchi e la bacio, poi gli do una pacca sulle natiche e la invito a scendere la scalinata, lei lo fa con molta grazia, si ferma su un gradino e con modo corrucciato e interrogativo mi chiede “pensavo mi sorprendevi, ma non vedo nulla”, “tranquilla, entra e vedrai con i tuoi stessi occhi”, udite queste parole accelera la discesa degli scalini, varca la porta e in modo curioso guarda a destra e sinistra senza scorgere nulla, da dietro gli appoggio le mani sulle natiche e la spingo dentro, accendo la luce e si materializzano Aziz e Mamadou, Ornella rimane paralizzata, gli manca quasi l’aria, è immobile, gli devo dare una spintarella per farla tornare in sé, i due si alzano, si avvicinano e con modo garbato la salutano,
Io: loro son Aziz e Mamadou, due miei cari amici, stasera mi andava di invitarli a cena da me, loro sono sempre disponibili quando ho bisogno, ed oggi mi hanno dato una mano in giardino, ti dispiace se rimangono?
Ornella quasi interdetta non riesce ad emettere una parola, solo dei suoni confusi, poi si rilassa,
“No, no per me va benissimo, sono amici tuoi, possono benissimo diventare “amici miei”, rimarcando bene quel AMICI MIEI.
Passato l’attimo di sbigottimento di Ornella gli sfilo il golfino da sopra le spalle e lo appendo, dentro c’è una temperatura da favola, la faccio accomodare, io sono al suo fianco e Mamadou ed Aziz di fronte e iniziamo la cena, apro il cartone con le crocchette, Ornella inizia subito a mettere in imbarazzo i miei amici, mette una crocchetta in bocca in modo volgare come se fosse un pene da ciucciare, le lancio un’occhiataccia, si ricompone, nel frattempo ci stiamo scolando qualche birra fresca, consumiamo la pizza e giù ancora birra, Aziz e Mamadou non la reggono, le prime perle di sudore cominciano a rigare le loro fronti, finita la pizza prendo i dolci, e per accompagnarli metto in tavola una bottiglia di limoncello ghiacciato, Ornella inizia a pasticciare con la crema prendendola con le dita e succhiandola, la cosa sotto l’effetto della birra inizia a piacermi e a provocarmi una certa eccitazione, Aziz e Mamadou assaggiato un dolcino cominciano a buttare giù bicchierini di limoncello, adesso sulle loro fronti non ci sono più gocce di sudore, ma rivoli, decido allora di mettere una mano sotto la gonna di Ornella, arrivo con le dita tra le cosce, lei allarga le gambe e agevola il mio accarezzare, sposto lo slip e con le dita apprezzo che è già un lago, porto le dita al naso, sento il profumo di figa, le lecco, Aziz e Mamadou sono tra l’eccitamento massimo e l’imbarazzo, domando loro se sentono caldo, annuiscono, dico loro di togliere le magliette, le sfilano, Ornella li guarda inebetita, sono meglio dei due bronzi di Riace, vorrebbe saltargli addosso, ma la tengo a freno. Finito di pasteggiare li invito a metterci sul divano per guardare la tv, abbasso le luci, siamo disposti, io ad un lato, Ornella al mio fianco, poi Aziz e all’altro lato Mamadou, nella penombra inizio nuovamente a stuzzicare Ornella sotto la gonna, gli sfilo lo slip, lo annuso e poi lo butto sulla spalliera del divano, Ornella per agevolarmi si piega di lato verso Aziz venendo così a contatto con la sua pelle, che seppur aspersa di profumo, emana quel certo non so chè di selvaggio, Ornella ne è estasiata, poggia la fronte sulla spalla di Aziz che rimane immobile, mentre Mamadou si è girato per osservare cosa succede, decido allora di sbottonare la camicetta di Ornella, i bottoni vanno via uno dopo l’altro, rimasta tutta aperta mi si presenta un reggiseno che lascia trasparire le aureole dei capezzoli, li bacio sul tessuto, il reggiseno è di quelli con lo sgancio davanti, lo premo e salta via, adesso Ornella è con il seno libero, gli succhio i capezzoli, i due neri capiscono che il gioco inizia a farsi duro, stanno mantenendo i patti, vorrebbero osare, ma, resistono, sanno che da lì a poco arriverà il loro momento, infatti è giunto il momento di dare sfogo alle loro voglie.
Mi alzo con la scusa di andare a prendere qualcosa in bagno al secondo piano, mentre Ornella è girata a guardarli estasiata faccio un cenno di ok ai due e prendo le scale.
Temporeggio al piano di sopra, sto sul pianerottolo e ascolto cosa succede, Aziz e Mamadou parlano in modo concitato nella loro lingua, Ornella emette dei gemiti profondi, se la stanno lavorando per bene, ad un certo momento sento Ornella che fa un’esclamazione di stupore, da questo capisco che i due hanno sguainato le loro verghe, li lascio agire un altro po’, capisco distintamente che Ornella ha le verghe tra le mani e li sta masturbando, la troia deve essere a questo punto fuori di se, e così mi spoglio dei pochi vestiti che avevo addosso e ridiscendo le scale, mi si presenta davanti una scena fantastica, un contrasto cromatico bellissimo, due corpi neri ai lati con un corpo bianco latte in mezzo, Ornella, nuda con le ginocchia appoggiate sul divano con una mano masturba Aziz e con l’altra Mamadou che stanno in piedi, mi avvicino lentamente, loro tre sembrano non curarsi di me, mi infilo tra i due, mi inginocchio sul pavimento, adesso ho davanti Ornella in tutto il suo splendore, sembra in trance con quei due arnesi tra le mani, la invito a mettersi sul bordo divano e con due dita le accarezzo dolcemente la vulva, cola abbondantemente, mi avvicino con la bocca e inizio a slinguarla, sopra la mia testa penzolano due nerchie mai viste, entrambe lunghe, ma una dal diametro eccezionale, sono impaziente, non vedo l’ora di vedere Ornella sferzata da quelle due fruste, voglio però scoparla prima io, mi siedo sul divano e Ornella mi viene di sopra a smorzacandela, inizia a cavalcarmi e nel mentre si impala prova per la prima volta un cazzo nero in bocca, esperienza nuova sicuramente a lei molto gradita, la mazza di Aziz riesce solo parzialmente ad entrare nella bocca di Ornella che ad ogni spinta sente soffocare, ancora peggio quando glielo mette in bocca Mamadou visto il diametro smisurato del quale è dotato, questo gioco va avanti per 5 minuti, percepisco che Ornella ha fretta di farmi finire, vuole ben altro, e così con ritmo forsennato va su e giù finchè non gli spruzzo la mia abbondante sborrata tutta dentro. Appagato m sposto sul divanetto di fronte e dico ad Aziz “ADESSO E’ TUTTA VOSTRA”, i due con molta calma la fanno adagiare sul divano e con le loro labbra grosse e lingue ruvide iniziano a succhiarla e a slinguarla tutta, Ornella è incontenibile, grida dal piacere, Aziz mi chiede di passargli un fazzoletto, lo infila dentro la vagina di Ornella e la ripulisce della mia sborra, poi le divarica le grandi labbra e inizia a succhiargli il clitoride, Mamadou si dedica a martoriargli i capezzoli, Ornella è in preda a come delle convulsioni, vuole essere penetrata subito, ma i due figli di puttana hanno una resistenza che riescono a fiaccarla, infatti Ornella dopo non si sa quanti orgasmi ha provato con quelle sole pratiche orali si rilassa, e solo a questo punto i due decidono di scoparla, il primo è Aziz, con il suo fisico possente la prende dai fianchi, la solleva, la fa mettere a cavalcioni sui propri fianchi e con le braccia incrociate sul collo, praticamente in piedi, poi la solleva dalle natiche con una mano e dolcemente la fa ridiscendere mentre con l’altra mano solleva la verga per centrare l’ingresso della vagina che in quella posizione risulta dischiusa al massimo, non riesce ad infilarlo tutto dentro ma quanto basta per sconquassarle anche la mente, la solleva e la molla ritmicamente, Ornella è uscita da quello stato di trance in cui era piombata, adesso sente dolore misto a piacere, Aziz insiste a farla sobbalzare sul suo membro, e Ornella lancia un acuto grido di piacere, ha raggiunto il primo vero orgasmo della lunga serata che si prospetta. Mamadou da il cambio ad Aziz, fa appoggiare Ornella sullo schienale del divano e la infila da dietro alla pecorina, usa subito violenza, la penetra senza nessuna pietà, Ornella grida dal dolore, si sente invasa da quell’arnese possente, poi il dolore lascia il posto al piacere e comincia a mugolare, Mamadou con ritmo costante non le dà un attimo di tregua, ha una resistenza pazzesca, Ornella è in visibilio, si dimena per agevolare la penetrazione, e raggiunge felicemente il secondo vero orgasmo. Dico ai due stalloni di darle una piccola tregua, Ornella è sorridente, mi ringrazia per la bella sorpresa, le sussurro nell’orecchio “il bello deve ancora venire”, lei con la fronte corrucciata mi guarda in modo dubitativo, gli faccio il segno dell’OK con le dita. Senza nemmeno ricomporci vaghiamo nudi per il salone, ci dissetiamo con dell’acqua fresca, Ornella preferisce qualcosa di alcoolico, butta giù altri due limoncelli, più un amaro, i due mandrilli, non sono soddisfatti, vedono la preda e vorrebbero saltargli addosso, li faccio calmare, dico loro di dedicarsi a coccolarla un po’, Ornella è in cucina che si sta dedicando al beveraggio, loro la raggiungono, la prendono da braccia e gambe e la portano di peso sul divano, dove, con mani e bocca cominciano a stuzzicarla nuovamente, lei sorride come una scema, mentre Mamadou succhia i capezzoli con le sue labbra grosse, Aziz le infila due dita in vagina tirandogli verso l’esterno il bottoncino che con la lingua rugosa lecca e successivamente con le labbra a ventosa succhia da farlo diventare paonazzo, Ornella, tra i fumi dell’alcool e il godimento all’ennesima potenza non capisce più nulla, è in loro balia, la mettono seduta e fanno ballare i loro membri davanti alla bocca di Ornella, che, a turno li prende in bocca spompinandone uno e masturbando con una mano l’altro, io assisto estasiato ed eccitatissimo a questa scena, non resisto, voglio scopare il culo di Ornella, per l’occasione ho comprato un lubrificante in farmacia, nel salone c’è una vecchia panca, sembra fatta apposta, ha l’altezza precisa per scoparla di dietro, per rendere la situazione più eccitante chiedo ai due di prenderla di peso e adagiarla sull’attrezzo del castigo, adesso Ornella è bella posizionata a misura per essere deflorata, passo il lubrificante a Mamadou e gli dico di prepararla, non si lascia pregare due volte, versa qualche goccia sul buchino e inizia la manovra di preparazione, prima un dito, saggia un po’, poi ne infila un secondo, li rotea dentro, Aziz posizionato sul lato gli offre la verga da ciucciare, Ornella cede a queste manovre, si rilassa e in pochi minuti è pronta al sacrificio.
Mamadou è stato divino, l’ha resa slargata il giusto, mi posiziono dietro il buco e la penetro meravigliosamente, non sembra di essere entrato nello sfintere, ma in una vagina di vergine, ha il diametro perfetto, la pompo ritmicamente, poi all’improvviso Ornella mi dice di fermarmi, non immagino cosa gli sia successo, ma la porca chiede di sfilarmi vuole Aziz di sotto, così Aziz si sdraia sopra la panca, Ornella a cavalcioni su di lui, fa fatica a penetrarla, ma lentamente glielo scivola tutto dentro, poi Ornella con le mani apre le chiappe e mi invita a rientrare, la sensazione è paradisiaca, sentire i due membri che parallelamente fottono una troia e sono divisi da un minimo spessore, ognuno ha riempito un canale ed entrambi la stanno portando al settimo cielo, nel frattempo Mamadou si sta masturbando, il suo pezzo di carne ha raggiunto dimensioni maestose, di tanto in tanto lo poggia sulla bocca di mia sorella, che martoriata in quel modo a stento riesce a prenderlo per un po’, è arrivato il mio momento, non resisto più, svuoto tutta la mia sborra nelle viscere di Ornella, e lancio un urlo liberatorio, mi accascio con il petto sulla schiena di Ornella e aspetto che lentamente la mia verga scivoli fuori, mi faccio di lato e Mamadou senza nemmeno chiedere il permesso prende il mio posto, sebbene lo sfintere di Ornella sia pieno di lubrificante e di sborra Mamadou con le sue dimensioni trova difficoltà a penetrarla, ma la sua indole animalesca non lo smentisce, spinge violentemente e si fa largo, ad Ornella escono le lacrime, chiede pietà di smettere , ma i due non ne vogliono sapere, la tengono stretta tra i due corpi e non mollano di un centimetro, sembrano assatanati, adesso non la stanno scopando, ma è in atto un vero e proprio stupro, Ornella implora me di farli desistere, ma la scena è troppo eccitante per esaudire questa sua richiesta, li lascio divertire, mi eccita da morire la situazione, Ornella tra lo stordimento dell’alcool e l’impossibilità di sfuggire a quella stretta, cede, si lascia andare e finalmente per i due forsennati la strada è spianata, sono instancabili, gli assestano colpi ritmati, vanno avanti per una ventina di minuti, sono forse i venti più lunghi della vita di Ornella, i suoi buchi sono dilaniati da quelle due verghe maestose, alla fine Mamadou esausto raggiunge l’orgasmo e inonda nuovamente le viscere di Ornella, estrae fuori quel pezzo di carne che seppur un po’ ciondolante ha ancora una certa carica di sborra che indirizza sulla schiena di mia sorella, Aziz a sua volta sta per eiaculare anch’esso, fa alzare Ornella, esce di sotto, la adagia sulla panca e la penetra anche lui da dietro, questa volta lo sfintere di Ornella ben lubrificato, ma, soprattutto ben dilatato dall’attrezzo di Mamadou, non oppone nessuna resistenza, Aziz le è tutto dentro in un baleno e inizia a fotterla infilandolo ed estraendolo, ogni colpo che va a fondo sembra che ad Ornella gli arrivi nel cervello, non ci vuole molto, qualche botta e anche Aziz riempi quel buco che oramai non riesce più a contenerne, di sborra calda che impetuosa si riversa fuori e inizia a gocciolare tra le cosce di Ornella. I due amici completata la loro missione, non perdono tempo, si rivestono senza nemmeno pulirsi, mi salutano e vanno via, non prima di avermi raccomandato di richiamarli se dovessero rendersi nuovamente utili.
Ornella è frastornata e quasi stordita, con dei tovaglioli la pulisco alla meno peggio di tutta quella sborra che la ricopre, quando passo vino alle sue parti intime mi sposta la mano, sente ancora la dolenzia della violenza subita, quando ritorna in parte in se la accompagno verso la doccia e si abbandona sotto lo scroscio di acqua tiepida, ne esce parzialmente tonificata, ma ancora stenta a reggersi completamente in piedi, la accompagno verso il mio letto, lei si butta sopra e con un fil di voce mi comunica “trova una scusa e avvisa mamma che io non torno a casa, dormo qua con te stanotte”, mi sdraio anche io sul letto, ho difficoltà prendere sonno, nel bagliore della lampada osservo il corpo nudo di mia sorella, lo sfioro e mi chiedo, “ma è giusto quello che sto facendo passare ad Ornella?, può l’amore sviscerato che provo per lei fin da quando eravamo adolescenti il suo corpo essersi trasformato in oggetto delle mie perversioni? Perché vederla scopata da altri mi provoca una eccitazione smisurata? Quanto potrà andare avanti questo gioco? Sono tutte domande alle quali da solo non riesco a dare delle risposte, dovrò mettermi in un momento di lucidità e discuterne direttamente con lei. Riesco alla fine ad addormentarmi.
Al mattino mi alzo e preparo la colazione, Ornella ha recuperato un po’ di forze, gli porto a letto caffè e dei biscotti, anche se ancora assonnata gradisce, poi cerca vagamente di ricordare confusamente cosa è successo nella serata, quello che più le viene in mente sono i momenti di cruda violenza che ha subito, il dolore è ancora presente, però ci tiene a rassicurarmi, “il dolore con il tempo passerà, però ho vissuto momenti intensi ieri sera, certo che se volevi stupirmi ci sei riuscito in pieno, ma non ti sarà più consentito di organizzare altri festini con due soggetti così dotati, al massimo tu e uno di loro” non posso che rispondergli “Tranquilla, promesso”.
Ornella: quindi, visti i due soggetti, è andato a farsi benedire pure il mio vestitino?
Sfilo due biglietti da 100 euro dal portafoglio.
Io: scema, eccoti qua quanto pattuito, mantengo sempre le promesse, te li sei guadagnati tutti.
Ci rivestiamo e facciamo rientro a casa.
Mi trovavo una mattina del mese di maggio al lavoro, e nella mente mi frullava l’idea che volevo passare qualche momento di puro godimento, senza pensarci due volte telefono ad Ornella.
Io: cara la mia sorellina, come stai?
Ornella: bene tesoro mio, sono in giro per la città a curiosare, vorrei tanto fare un po’ di shopping.
Io: volevo proporti se passiamo una seratina insieme, sono libero e ho tanta voglia di vederti.
Ornella: per me va bene, mi raggiungi tu?
Io: l’ideale sarebbe se scendi tu, l’ambiente che posso offrire io è più riservato e confortevole, ma, se proprio non riesce faccio io una scappatina.
Ornella: hai ragione, a casa tua al mare è molto meglio: Per quando avresti pensato?
Io: per oggi nel tardo pomeriggio, il tempo di organizzare qualcosa.
Ornella: ok, ti raggiungo verso le 18?
Io: perfetto.
Ornella: una raccomandazione, vedi se riesci a portare il tu amico Andrej con il nipote, vorrei spillargli 200 euro, bastano giusti giusti per comprarmi un vestitino che ho provato poco fa, mi sta un incanto e non vorrei rinunciarci.
Io: mi dispiace, sono rientrati in Ucraina, e tornano fra 15 giorni, ma vedrò di organizzare lo stesso qualcosa, ti fidi?
Ornella: come potrei non fidarmi di te? Hai sempre organizzato cose egregie. Cerca di stupirmi. Un bacio, a stasera.
Io: tranquilla, non tornerai a mani vuote, il vestitino puoi farlo mettere da parte.
Mi metto in moto per organizzare la seratina, per i soldi non ci sono problemi, li sborso io, per il resto cerco di mettere in atto una fantasia che mi frulla per la testa da tempo.
Vicino al mio posto di lavoro c’è un complesso residenziale che è stato usato per l’accoglienza dei migranti, a rotazione ne son passati di là a centinaia, per circa sei mesi c’è stato un ricambio continuo, poi come centro di accoglienza è stato chiuso, però qualche decina di migranti hanno fatto richiesta di residenza e son rimasti in zona sbarcando il lunario facendo qualche lavoretto, nel periodo di massimo afflusso ho prestato servizio come volontario e ho avuto modo di conoscere tanti di loro, lavoravo all’accettazione, avevo modo di controllare le loro schede personali e quindi sapevo del loro stato di salute, ma soprattutto controllavo se erano portatori di malattie trasmissibili, devo dire la verità che è transitata tutta gente senza patologie particolari.
Quindi terminato il mio turno di lavoro mi reco al vecchio centro, volevo incontrare due di loro con i quali avevo stretto amicizia, varcato il cancello incontro un tizio e gli chiedo di Aziz, lui gentilmente mi fa strada e mi porta da Aziz, ci salutiamo cordialmente, parliamo un po’, poi gli chiedo di Mustafà, Aziz mi comunica che da un mese si è trasferito al Nord, gli comunico che ho bisogno di aiuto di un paio d’ore per mettere un po’ di ordine nel giardino di casa, lui mi propone di portare in aiuto Mamadou, e siccome lo conosco accetto, saliamo in macchina e partiamo, passo dalla pasticceria e compro un vassoio di dolci alla crema. Arrivati a casa indico loro cosa fare e si mettono in opera.
Aziz e Mamadou sono due ragazzotti della Costa d’Avorio di circa 20 anni, hanno la pelle nera come la pece, ma in compenso hanno dei fisici statuari, fa caldo e lavorano a petto nudo, passa una signora anziana e si ferma a fissarli, penso che gli siano ritornate pure le mestruazioni a vedere quei due manzi.
Finiti i lavoretti gli offro da bere e propongo loro se vogliono rimanere a cena con me, accettano volentieri, quindi li aggiorno sul programma della serata, gli comunico che verrà a farci visita una signora (non dico che è mia sorella) e che loro non devono fare nulla se non da me espressamente richiesto, accettano le condizioni, quindi vanno a fare la doccia in giardino, si asciugano li faccio profumare e si rivestono.
Ricevo la telefonata di mia sorella: tra un’oretta sono da te, chiamo una pizzeria e ordino un cartone di crocchette di patate e 4 pizze per le 20 che arrivano puntualmente, faccio accomodare Aziz e Mamadou nella saletta dentro in una zona poco illuminata, trascorsi 5 minuti suonano al campanello, è arrivata Ornella, mi precipito al cancello, la faccio entrare, è sempre stupenda, indossa una gonna larga lunga fino al ginocchio, una camicetta leggera e sulle spalle ha un golfino, la abbraccio dai fianchi e la bacio, poi gli do una pacca sulle natiche e la invito a scendere la scalinata, lei lo fa con molta grazia, si ferma su un gradino e con modo corrucciato e interrogativo mi chiede “pensavo mi sorprendevi, ma non vedo nulla”, “tranquilla, entra e vedrai con i tuoi stessi occhi”, udite queste parole accelera la discesa degli scalini, varca la porta e in modo curioso guarda a destra e sinistra senza scorgere nulla, da dietro gli appoggio le mani sulle natiche e la spingo dentro, accendo la luce e si materializzano Aziz e Mamadou, Ornella rimane paralizzata, gli manca quasi l’aria, è immobile, gli devo dare una spintarella per farla tornare in sé, i due si alzano, si avvicinano e con modo garbato la salutano,
Io: loro son Aziz e Mamadou, due miei cari amici, stasera mi andava di invitarli a cena da me, loro sono sempre disponibili quando ho bisogno, ed oggi mi hanno dato una mano in giardino, ti dispiace se rimangono?
Ornella quasi interdetta non riesce ad emettere una parola, solo dei suoni confusi, poi si rilassa,
“No, no per me va benissimo, sono amici tuoi, possono benissimo diventare “amici miei”, rimarcando bene quel AMICI MIEI.
Passato l’attimo di sbigottimento di Ornella gli sfilo il golfino da sopra le spalle e lo appendo, dentro c’è una temperatura da favola, la faccio accomodare, io sono al suo fianco e Mamadou ed Aziz di fronte e iniziamo la cena, apro il cartone con le crocchette, Ornella inizia subito a mettere in imbarazzo i miei amici, mette una crocchetta in bocca in modo volgare come se fosse un pene da ciucciare, le lancio un’occhiataccia, si ricompone, nel frattempo ci stiamo scolando qualche birra fresca, consumiamo la pizza e giù ancora birra, Aziz e Mamadou non la reggono, le prime perle di sudore cominciano a rigare le loro fronti, finita la pizza prendo i dolci, e per accompagnarli metto in tavola una bottiglia di limoncello ghiacciato, Ornella inizia a pasticciare con la crema prendendola con le dita e succhiandola, la cosa sotto l’effetto della birra inizia a piacermi e a provocarmi una certa eccitazione, Aziz e Mamadou assaggiato un dolcino cominciano a buttare giù bicchierini di limoncello, adesso sulle loro fronti non ci sono più gocce di sudore, ma rivoli, decido allora di mettere una mano sotto la gonna di Ornella, arrivo con le dita tra le cosce, lei allarga le gambe e agevola il mio accarezzare, sposto lo slip e con le dita apprezzo che è già un lago, porto le dita al naso, sento il profumo di figa, le lecco, Aziz e Mamadou sono tra l’eccitamento massimo e l’imbarazzo, domando loro se sentono caldo, annuiscono, dico loro di togliere le magliette, le sfilano, Ornella li guarda inebetita, sono meglio dei due bronzi di Riace, vorrebbe saltargli addosso, ma la tengo a freno. Finito di pasteggiare li invito a metterci sul divano per guardare la tv, abbasso le luci, siamo disposti, io ad un lato, Ornella al mio fianco, poi Aziz e all’altro lato Mamadou, nella penombra inizio nuovamente a stuzzicare Ornella sotto la gonna, gli sfilo lo slip, lo annuso e poi lo butto sulla spalliera del divano, Ornella per agevolarmi si piega di lato verso Aziz venendo così a contatto con la sua pelle, che seppur aspersa di profumo, emana quel certo non so chè di selvaggio, Ornella ne è estasiata, poggia la fronte sulla spalla di Aziz che rimane immobile, mentre Mamadou si è girato per osservare cosa succede, decido allora di sbottonare la camicetta di Ornella, i bottoni vanno via uno dopo l’altro, rimasta tutta aperta mi si presenta un reggiseno che lascia trasparire le aureole dei capezzoli, li bacio sul tessuto, il reggiseno è di quelli con lo sgancio davanti, lo premo e salta via, adesso Ornella è con il seno libero, gli succhio i capezzoli, i due neri capiscono che il gioco inizia a farsi duro, stanno mantenendo i patti, vorrebbero osare, ma, resistono, sanno che da lì a poco arriverà il loro momento, infatti è giunto il momento di dare sfogo alle loro voglie.
Mi alzo con la scusa di andare a prendere qualcosa in bagno al secondo piano, mentre Ornella è girata a guardarli estasiata faccio un cenno di ok ai due e prendo le scale.
Temporeggio al piano di sopra, sto sul pianerottolo e ascolto cosa succede, Aziz e Mamadou parlano in modo concitato nella loro lingua, Ornella emette dei gemiti profondi, se la stanno lavorando per bene, ad un certo momento sento Ornella che fa un’esclamazione di stupore, da questo capisco che i due hanno sguainato le loro verghe, li lascio agire un altro po’, capisco distintamente che Ornella ha le verghe tra le mani e li sta masturbando, la troia deve essere a questo punto fuori di se, e così mi spoglio dei pochi vestiti che avevo addosso e ridiscendo le scale, mi si presenta davanti una scena fantastica, un contrasto cromatico bellissimo, due corpi neri ai lati con un corpo bianco latte in mezzo, Ornella, nuda con le ginocchia appoggiate sul divano con una mano masturba Aziz e con l’altra Mamadou che stanno in piedi, mi avvicino lentamente, loro tre sembrano non curarsi di me, mi infilo tra i due, mi inginocchio sul pavimento, adesso ho davanti Ornella in tutto il suo splendore, sembra in trance con quei due arnesi tra le mani, la invito a mettersi sul bordo divano e con due dita le accarezzo dolcemente la vulva, cola abbondantemente, mi avvicino con la bocca e inizio a slinguarla, sopra la mia testa penzolano due nerchie mai viste, entrambe lunghe, ma una dal diametro eccezionale, sono impaziente, non vedo l’ora di vedere Ornella sferzata da quelle due fruste, voglio però scoparla prima io, mi siedo sul divano e Ornella mi viene di sopra a smorzacandela, inizia a cavalcarmi e nel mentre si impala prova per la prima volta un cazzo nero in bocca, esperienza nuova sicuramente a lei molto gradita, la mazza di Aziz riesce solo parzialmente ad entrare nella bocca di Ornella che ad ogni spinta sente soffocare, ancora peggio quando glielo mette in bocca Mamadou visto il diametro smisurato del quale è dotato, questo gioco va avanti per 5 minuti, percepisco che Ornella ha fretta di farmi finire, vuole ben altro, e così con ritmo forsennato va su e giù finchè non gli spruzzo la mia abbondante sborrata tutta dentro. Appagato m sposto sul divanetto di fronte e dico ad Aziz “ADESSO E’ TUTTA VOSTRA”, i due con molta calma la fanno adagiare sul divano e con le loro labbra grosse e lingue ruvide iniziano a succhiarla e a slinguarla tutta, Ornella è incontenibile, grida dal piacere, Aziz mi chiede di passargli un fazzoletto, lo infila dentro la vagina di Ornella e la ripulisce della mia sborra, poi le divarica le grandi labbra e inizia a succhiargli il clitoride, Mamadou si dedica a martoriargli i capezzoli, Ornella è in preda a come delle convulsioni, vuole essere penetrata subito, ma i due figli di puttana hanno una resistenza che riescono a fiaccarla, infatti Ornella dopo non si sa quanti orgasmi ha provato con quelle sole pratiche orali si rilassa, e solo a questo punto i due decidono di scoparla, il primo è Aziz, con il suo fisico possente la prende dai fianchi, la solleva, la fa mettere a cavalcioni sui propri fianchi e con le braccia incrociate sul collo, praticamente in piedi, poi la solleva dalle natiche con una mano e dolcemente la fa ridiscendere mentre con l’altra mano solleva la verga per centrare l’ingresso della vagina che in quella posizione risulta dischiusa al massimo, non riesce ad infilarlo tutto dentro ma quanto basta per sconquassarle anche la mente, la solleva e la molla ritmicamente, Ornella è uscita da quello stato di trance in cui era piombata, adesso sente dolore misto a piacere, Aziz insiste a farla sobbalzare sul suo membro, e Ornella lancia un acuto grido di piacere, ha raggiunto il primo vero orgasmo della lunga serata che si prospetta. Mamadou da il cambio ad Aziz, fa appoggiare Ornella sullo schienale del divano e la infila da dietro alla pecorina, usa subito violenza, la penetra senza nessuna pietà, Ornella grida dal dolore, si sente invasa da quell’arnese possente, poi il dolore lascia il posto al piacere e comincia a mugolare, Mamadou con ritmo costante non le dà un attimo di tregua, ha una resistenza pazzesca, Ornella è in visibilio, si dimena per agevolare la penetrazione, e raggiunge felicemente il secondo vero orgasmo. Dico ai due stalloni di darle una piccola tregua, Ornella è sorridente, mi ringrazia per la bella sorpresa, le sussurro nell’orecchio “il bello deve ancora venire”, lei con la fronte corrucciata mi guarda in modo dubitativo, gli faccio il segno dell’OK con le dita. Senza nemmeno ricomporci vaghiamo nudi per il salone, ci dissetiamo con dell’acqua fresca, Ornella preferisce qualcosa di alcoolico, butta giù altri due limoncelli, più un amaro, i due mandrilli, non sono soddisfatti, vedono la preda e vorrebbero saltargli addosso, li faccio calmare, dico loro di dedicarsi a coccolarla un po’, Ornella è in cucina che si sta dedicando al beveraggio, loro la raggiungono, la prendono da braccia e gambe e la portano di peso sul divano, dove, con mani e bocca cominciano a stuzzicarla nuovamente, lei sorride come una scema, mentre Mamadou succhia i capezzoli con le sue labbra grosse, Aziz le infila due dita in vagina tirandogli verso l’esterno il bottoncino che con la lingua rugosa lecca e successivamente con le labbra a ventosa succhia da farlo diventare paonazzo, Ornella, tra i fumi dell’alcool e il godimento all’ennesima potenza non capisce più nulla, è in loro balia, la mettono seduta e fanno ballare i loro membri davanti alla bocca di Ornella, che, a turno li prende in bocca spompinandone uno e masturbando con una mano l’altro, io assisto estasiato ed eccitatissimo a questa scena, non resisto, voglio scopare il culo di Ornella, per l’occasione ho comprato un lubrificante in farmacia, nel salone c’è una vecchia panca, sembra fatta apposta, ha l’altezza precisa per scoparla di dietro, per rendere la situazione più eccitante chiedo ai due di prenderla di peso e adagiarla sull’attrezzo del castigo, adesso Ornella è bella posizionata a misura per essere deflorata, passo il lubrificante a Mamadou e gli dico di prepararla, non si lascia pregare due volte, versa qualche goccia sul buchino e inizia la manovra di preparazione, prima un dito, saggia un po’, poi ne infila un secondo, li rotea dentro, Aziz posizionato sul lato gli offre la verga da ciucciare, Ornella cede a queste manovre, si rilassa e in pochi minuti è pronta al sacrificio.
Mamadou è stato divino, l’ha resa slargata il giusto, mi posiziono dietro il buco e la penetro meravigliosamente, non sembra di essere entrato nello sfintere, ma in una vagina di vergine, ha il diametro perfetto, la pompo ritmicamente, poi all’improvviso Ornella mi dice di fermarmi, non immagino cosa gli sia successo, ma la porca chiede di sfilarmi vuole Aziz di sotto, così Aziz si sdraia sopra la panca, Ornella a cavalcioni su di lui, fa fatica a penetrarla, ma lentamente glielo scivola tutto dentro, poi Ornella con le mani apre le chiappe e mi invita a rientrare, la sensazione è paradisiaca, sentire i due membri che parallelamente fottono una troia e sono divisi da un minimo spessore, ognuno ha riempito un canale ed entrambi la stanno portando al settimo cielo, nel frattempo Mamadou si sta masturbando, il suo pezzo di carne ha raggiunto dimensioni maestose, di tanto in tanto lo poggia sulla bocca di mia sorella, che martoriata in quel modo a stento riesce a prenderlo per un po’, è arrivato il mio momento, non resisto più, svuoto tutta la mia sborra nelle viscere di Ornella, e lancio un urlo liberatorio, mi accascio con il petto sulla schiena di Ornella e aspetto che lentamente la mia verga scivoli fuori, mi faccio di lato e Mamadou senza nemmeno chiedere il permesso prende il mio posto, sebbene lo sfintere di Ornella sia pieno di lubrificante e di sborra Mamadou con le sue dimensioni trova difficoltà a penetrarla, ma la sua indole animalesca non lo smentisce, spinge violentemente e si fa largo, ad Ornella escono le lacrime, chiede pietà di smettere , ma i due non ne vogliono sapere, la tengono stretta tra i due corpi e non mollano di un centimetro, sembrano assatanati, adesso non la stanno scopando, ma è in atto un vero e proprio stupro, Ornella implora me di farli desistere, ma la scena è troppo eccitante per esaudire questa sua richiesta, li lascio divertire, mi eccita da morire la situazione, Ornella tra lo stordimento dell’alcool e l’impossibilità di sfuggire a quella stretta, cede, si lascia andare e finalmente per i due forsennati la strada è spianata, sono instancabili, gli assestano colpi ritmati, vanno avanti per una ventina di minuti, sono forse i venti più lunghi della vita di Ornella, i suoi buchi sono dilaniati da quelle due verghe maestose, alla fine Mamadou esausto raggiunge l’orgasmo e inonda nuovamente le viscere di Ornella, estrae fuori quel pezzo di carne che seppur un po’ ciondolante ha ancora una certa carica di sborra che indirizza sulla schiena di mia sorella, Aziz a sua volta sta per eiaculare anch’esso, fa alzare Ornella, esce di sotto, la adagia sulla panca e la penetra anche lui da dietro, questa volta lo sfintere di Ornella ben lubrificato, ma, soprattutto ben dilatato dall’attrezzo di Mamadou, non oppone nessuna resistenza, Aziz le è tutto dentro in un baleno e inizia a fotterla infilandolo ed estraendolo, ogni colpo che va a fondo sembra che ad Ornella gli arrivi nel cervello, non ci vuole molto, qualche botta e anche Aziz riempi quel buco che oramai non riesce più a contenerne, di sborra calda che impetuosa si riversa fuori e inizia a gocciolare tra le cosce di Ornella. I due amici completata la loro missione, non perdono tempo, si rivestono senza nemmeno pulirsi, mi salutano e vanno via, non prima di avermi raccomandato di richiamarli se dovessero rendersi nuovamente utili.
Ornella è frastornata e quasi stordita, con dei tovaglioli la pulisco alla meno peggio di tutta quella sborra che la ricopre, quando passo vino alle sue parti intime mi sposta la mano, sente ancora la dolenzia della violenza subita, quando ritorna in parte in se la accompagno verso la doccia e si abbandona sotto lo scroscio di acqua tiepida, ne esce parzialmente tonificata, ma ancora stenta a reggersi completamente in piedi, la accompagno verso il mio letto, lei si butta sopra e con un fil di voce mi comunica “trova una scusa e avvisa mamma che io non torno a casa, dormo qua con te stanotte”, mi sdraio anche io sul letto, ho difficoltà prendere sonno, nel bagliore della lampada osservo il corpo nudo di mia sorella, lo sfioro e mi chiedo, “ma è giusto quello che sto facendo passare ad Ornella?, può l’amore sviscerato che provo per lei fin da quando eravamo adolescenti il suo corpo essersi trasformato in oggetto delle mie perversioni? Perché vederla scopata da altri mi provoca una eccitazione smisurata? Quanto potrà andare avanti questo gioco? Sono tutte domande alle quali da solo non riesco a dare delle risposte, dovrò mettermi in un momento di lucidità e discuterne direttamente con lei. Riesco alla fine ad addormentarmi.
Al mattino mi alzo e preparo la colazione, Ornella ha recuperato un po’ di forze, gli porto a letto caffè e dei biscotti, anche se ancora assonnata gradisce, poi cerca vagamente di ricordare confusamente cosa è successo nella serata, quello che più le viene in mente sono i momenti di cruda violenza che ha subito, il dolore è ancora presente, però ci tiene a rassicurarmi, “il dolore con il tempo passerà, però ho vissuto momenti intensi ieri sera, certo che se volevi stupirmi ci sei riuscito in pieno, ma non ti sarà più consentito di organizzare altri festini con due soggetti così dotati, al massimo tu e uno di loro” non posso che rispondergli “Tranquilla, promesso”.
Ornella: quindi, visti i due soggetti, è andato a farsi benedire pure il mio vestitino?
Sfilo due biglietti da 100 euro dal portafoglio.
Io: scema, eccoti qua quanto pattuito, mantengo sempre le promesse, te li sei guadagnati tutti.
Ci rivestiamo e facciamo rientro a casa.
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