Giocare al dottore da grandi
di
Arturo66
genere
incesti
Ero rientrato a casa dal turno di notte, era stata una nottata relativamente tranquilla, mia moglie era andata al lavoro e mi stavo crogiolando sul letto nella speranza di fare un’oretta di sonno, era una mattinata di quelle che nella mia mente albergava il desiderio di fare una scopata, non avendo l’occasione prendo un dvd con dei film porno scaricati e lo infilo nel lettore, penso, ho voglia di spurgare un po’ la verga e per ovviare mi faccio una bella sega.
Faccio partire il filmato, le scene sono subito da erezione massima quando la tranquillità della visione è bruscamente interrotta dalla suoneria del telefonino, scocciato allungo una mano e mi compare il nome di chi mi sta chiamando: Orny Sister, ah, bella coincidenza, mi faccio la sega fantasticando su di lei.
Io: buongiorno carissima, come stai?
Ornella: scusami Arturo se ti chiamo a quest’ora, ti disturbo?
Io: ma quando mai, sono tornato da poco dal lavoro e stavo provando a riposare un po’, ma lo sai che una tua telefonata è sempre gradita.
Intanto la mano scivolava con ritmo costante sull’asta che tra il film e lo voce di mia sorella era diventata bella turgida.
Ornella: caro, sono in difficoltà, ho un ascesso dentario e il dentista prima di poter mettere mano nella mia bocca mi ha ordinato sei punture di antibiotico, come tu ben sai sono a casa dei nostri ma qua non c’è nessuno che sa farle, potresti passare tu in mattinata?
Cazzo, se vado io a casa dei nostri non siamo soli, devo convincerla a venire lei da me, devo trovare una scusa.
Io: guarda verrei volentieri, ma siccome aspetto il corriere che deve consegnarmi un libro per mia moglie non posso proprio uscire, altrimenti mi lascia il biglietto e poi perdo mezza giornata per andarlo a ritirare in filiale, fai uno sforzo e vieni tu, dieci minuti e ti sbrighi;
Ornella: ok, vedrò come posso fare, sai mi rincresce vestirmi per uscire, ma non posso rimandare, a tra poco.
Io: e tu non vestirti, vieni nuda;
Ornella: scemo, sono da te tra poco.
Vuoi vedere che stamattina la giornata cambia verso? Continuo a vedere il film e continuo a masturbarmi fino a godere con una copiosa sborrata. Vado in bagno a sciacquarmi, prendo un goccio di caffè, torno in camera, spengo il lettore dvd e mi sdraio sul letto, quasi mi assopisco e suona il citofono, è il corriere, puntualissimo, infilo un pigiama, scendo nel portone e ritiro il libro, penso “sono soddisfatto, quasi quasi chiamo Ornella e gli dico che vado io a fargli la puntura” poi preferisco buttarmi di nuovo sul letto, mi sfilo il pigiama rimango in boxer e canotta e mi corico di nuovo.
Lo squillo del citofono non si fa attendere, stavolta è Ornella, apro il portone e torno in camera, lei sale arrivata al caposcala esclama “Si può?”, gli faccio eco “Certo cara accomodati pure”, entra in cucina-soggiorno, la raggiungo, ci salutiamo, io indugio nell’abbracciarla, “Ti riscaldo un po’ di caffè?”, “Si, ma un goccio che stamattina l’ho già preso due volte, e non ti dico il nervoso che ho”, mentre gli riscaldo il caffè mi avvicino a lei, gli accarezzo il viso e gli facci due mine “Ma cos’ha la mia prediletta sorellina che è così nervosa, possibile che non riesce a calmarsi? Ci vuole un po’ di terapia? Vediamo se l’antibiotico ti calma”, prende il sorso di caffè ed esclama: “Guarda non penso proprio, questo problema ai denti proprio non ci voleva adesso, penso che dopo la puntura diventerò peggio di un istrice”, “tranquilla, mani di velluto non ti farà sentire nulla, dammi l’occorrente”, prende dalla borsetta la scatola dei farmaci e una siringa e me li porge, vado nel bagno, aspiro il farmaco, la puntura è pronta, un batuffolo imbevuto di alcol, poi pensando ci bene mi preparo al meglio, rovisto nello scaffale dell’armadio per trovare qualcosa di oleoso, non ci sono problemi, mia moglie ha un campionario di oli per il corpo, ne prendo uno a caso, ha anche un buon profumo, mi infilo in camera da letto, poso il flacone dell’olio sul comodino e chiamo Ornella:
Io: sono pronto, vieni?
Ornella: non me la fai qua in soggiorno?
Io: no, vieni qua che ti metti più comoda.
Ornella mi raggiunge in camera da letto, è disinvolta, teme solo la puntura, le dico di spogliare la parte, lei si alza la gonna e abbassa un po’ lo slip.
Io: ho il presentimento che questo slip lo dovrai abbassare molto di più, il farmaco che devi fare purtroppo per te è molto doloroso, la tua bella chiappetta andrà massaggiata in modo adeguato sia prima che dopo altrimenti non prenderai pace dal dolore.
Ornella allora sfila del tutto lo slip rimanendo a chiappe scoperte, una visione celestiale, una rotondità perfetta, per nulla cambiata da quando da ragazzini avevamo avuto le prime esperienze amorose, gli poggio una mano su un gluteo e la accompagno a sdraiarsi sul materasso, la posizione che gli faccio prendere è in modo che lei ha davanti lo specchio dell’armadio, la prego si stare rilassata, inizio a massaggiare il quadrante dove dovrò piantare l’ago, allargo un po’ la zona del massaggio, premo con un dito nel punto dove infilerò l’ago, devo rendere la parte un po’ dolorante per mitigare il dolore del dopo, accarezzo dolcemente tutta la chiappa, mi trattengo dall’avvicinarmi nelle zone intime, non vorrei farla irrigidire, gli parlo la distraggo, gli faccio l’ultima raccomandazione, di chiudere gli occhi e non guardare nello specchio, lei obbedisce e, quasi a tradimento gli trafiggo la chiappa, lei non sente l’ago, percepisce leggermente un po’ di dolore quando inietto il farmaco, finita, sfilo l’ago e cominci a massaggiare.
Ornella: l’hai già fatta?
Io: certo, ti ho detto che ho la mano di velluto, adesso puoi aprire gli occhi, ma non muoverti, devo massaggiare a lungo la chiappa per dare modo al farmaco di espandersi e non provocarti dolore nelle ore a venire, meglio va in circolo meglio è.
Ornella: sei stato fantastico, fai pure, sarò immobile.
Inizio un lento massaggio sulla natica di Ornella, meno male che ho pensato bene di segarmi prima, alle condizioni che è ritornato il mio membro adesso sarei venuto senza nemmeno toccarlo,.
Io: sai che faccio? Dato che devi farne altre di punture, ti massaggio entrambe le chiappe, così anche l’altra per le prossime sarà pronta, e per rendere più efficace il massaggio metto un po’ di olio per il corpo.
Ornella: fai, tu, già dai primi massaggi che mi hai fatto mi sento rilassata, se poi serve per dopo ancora meglio, e so anche che gli oli usati dalla mia cognatina sono ottimi e costosissimi anche.
Faccio sistemare un po’ più sopra nel letto Ornella e mi piazzo dietro di lei, metto poche gocce di olio sulle chiappe e comincio a massaggiarla ben bene, lei ha messo le braccia conserte sul letto e vi sta sopra appoggiata con il mento, lo sguardo verso lo specchio dove può vedersi e vedere me che sto dietro, è rilassata, allargo lentamente il raggio dei massaggi, dapprima verso l’esterno, poi comincio a dedicarmi verso l’interno cosce, evito sapientemente le parti intime, la osservo riflessa nello specchio, sta ad occhi socchiusi, maldestramente salgo con le mani verso l’inguine, lei sbarra gli occhi un attimo, allontano le mani, sembra dispiaciuta così torno ad avvicinarmi all’inguine, stavolta è più cedevole, vedo nello specchio che si morde leggermente la lingua, intuisco che è il segnale del via libera da parte sua, mollo i freni e comincio con le dita a carezzargli tra le grandi labbra, tra i suoi umori e il poco di olio che ho sulle mani le dita scivolano che è una meraviglia, Ornella inarca leggermente il bacino, segno evidente che i suoi freni son mollati, accarezzo velocemente con la mano, poi infilo un dito, avanti e indietro, lei inizia a muoversi, ne cerca di più, due, tre, quattro, sembra che la stia squarciando, piego le dita dentro la vagina, è morbida e calda, sfilo le dita, le unisco a modo di pigna, infilo piano le punta delle dita, con la lubrificazione che hanno spero di fare con la sua vagina un po’ di fisting, ci riesco solo a metà, è troppo stretta o non sufficientemente dilatata, desisto e riprendo con le dita, ho troppa voglia e non riesco a controllarmi, mentre gli sono in vagina con le dita con l’altra mano le accarezzo tra la spaccatura delle natiche, e con un dito gioco sullo sfintere, lei si irrigidisce un attimo, ma poi la pelle raggrinzita del buchetto comincia a pulsare, infilo un dito ben oleato dentro, adesso la sto prendendo a piene mani, con le dita riesco a toccare la sottile parete che divide il retto dalla vagina, lei è in preda ad un raptus e mi grida: “Sei un bastardo, scopami, non ce la faccio più”, le mie orecchie non volevano sentire altro, la sollevo a pecorina e comincio a pomparla, il membro tra i suoi umori e l’olio spalmato scivola dentro una meraviglia, lei si gode la verga dentro e la scena nello specchio, ansima, sbuffa emette gridolini, raggiunge un primo orgasmo, pensa che a quel punto anche io finisco e ci stacchiamo, ma quando le assicuro che ne avrò per un bel po’ si rimette in moto e cercando di trovare il giusto coordinamento ci lasciamo andare in una scopata interminabile, che culmina con un’altra abbondante sborrata da parte mia dentro la sua sconquassata vagina.
Ci abbandoniamo stanchissimi sul letto e tra un abbraccio, un bacio e una carezza sul viso ci complimentiamo a vicenda sulla magica intesa che abbiamo sempre avuto e che continuiamo ad avere.
Prima che lei se ne va facciamo “secondo i miei impegni” i conti di quali altre mattine posso fargli io le punture, ne rimangono 2 su cinque, vorrà dire che ci accontenteremo.
Faccio partire il filmato, le scene sono subito da erezione massima quando la tranquillità della visione è bruscamente interrotta dalla suoneria del telefonino, scocciato allungo una mano e mi compare il nome di chi mi sta chiamando: Orny Sister, ah, bella coincidenza, mi faccio la sega fantasticando su di lei.
Io: buongiorno carissima, come stai?
Ornella: scusami Arturo se ti chiamo a quest’ora, ti disturbo?
Io: ma quando mai, sono tornato da poco dal lavoro e stavo provando a riposare un po’, ma lo sai che una tua telefonata è sempre gradita.
Intanto la mano scivolava con ritmo costante sull’asta che tra il film e lo voce di mia sorella era diventata bella turgida.
Ornella: caro, sono in difficoltà, ho un ascesso dentario e il dentista prima di poter mettere mano nella mia bocca mi ha ordinato sei punture di antibiotico, come tu ben sai sono a casa dei nostri ma qua non c’è nessuno che sa farle, potresti passare tu in mattinata?
Cazzo, se vado io a casa dei nostri non siamo soli, devo convincerla a venire lei da me, devo trovare una scusa.
Io: guarda verrei volentieri, ma siccome aspetto il corriere che deve consegnarmi un libro per mia moglie non posso proprio uscire, altrimenti mi lascia il biglietto e poi perdo mezza giornata per andarlo a ritirare in filiale, fai uno sforzo e vieni tu, dieci minuti e ti sbrighi;
Ornella: ok, vedrò come posso fare, sai mi rincresce vestirmi per uscire, ma non posso rimandare, a tra poco.
Io: e tu non vestirti, vieni nuda;
Ornella: scemo, sono da te tra poco.
Vuoi vedere che stamattina la giornata cambia verso? Continuo a vedere il film e continuo a masturbarmi fino a godere con una copiosa sborrata. Vado in bagno a sciacquarmi, prendo un goccio di caffè, torno in camera, spengo il lettore dvd e mi sdraio sul letto, quasi mi assopisco e suona il citofono, è il corriere, puntualissimo, infilo un pigiama, scendo nel portone e ritiro il libro, penso “sono soddisfatto, quasi quasi chiamo Ornella e gli dico che vado io a fargli la puntura” poi preferisco buttarmi di nuovo sul letto, mi sfilo il pigiama rimango in boxer e canotta e mi corico di nuovo.
Lo squillo del citofono non si fa attendere, stavolta è Ornella, apro il portone e torno in camera, lei sale arrivata al caposcala esclama “Si può?”, gli faccio eco “Certo cara accomodati pure”, entra in cucina-soggiorno, la raggiungo, ci salutiamo, io indugio nell’abbracciarla, “Ti riscaldo un po’ di caffè?”, “Si, ma un goccio che stamattina l’ho già preso due volte, e non ti dico il nervoso che ho”, mentre gli riscaldo il caffè mi avvicino a lei, gli accarezzo il viso e gli facci due mine “Ma cos’ha la mia prediletta sorellina che è così nervosa, possibile che non riesce a calmarsi? Ci vuole un po’ di terapia? Vediamo se l’antibiotico ti calma”, prende il sorso di caffè ed esclama: “Guarda non penso proprio, questo problema ai denti proprio non ci voleva adesso, penso che dopo la puntura diventerò peggio di un istrice”, “tranquilla, mani di velluto non ti farà sentire nulla, dammi l’occorrente”, prende dalla borsetta la scatola dei farmaci e una siringa e me li porge, vado nel bagno, aspiro il farmaco, la puntura è pronta, un batuffolo imbevuto di alcol, poi pensando ci bene mi preparo al meglio, rovisto nello scaffale dell’armadio per trovare qualcosa di oleoso, non ci sono problemi, mia moglie ha un campionario di oli per il corpo, ne prendo uno a caso, ha anche un buon profumo, mi infilo in camera da letto, poso il flacone dell’olio sul comodino e chiamo Ornella:
Io: sono pronto, vieni?
Ornella: non me la fai qua in soggiorno?
Io: no, vieni qua che ti metti più comoda.
Ornella mi raggiunge in camera da letto, è disinvolta, teme solo la puntura, le dico di spogliare la parte, lei si alza la gonna e abbassa un po’ lo slip.
Io: ho il presentimento che questo slip lo dovrai abbassare molto di più, il farmaco che devi fare purtroppo per te è molto doloroso, la tua bella chiappetta andrà massaggiata in modo adeguato sia prima che dopo altrimenti non prenderai pace dal dolore.
Ornella allora sfila del tutto lo slip rimanendo a chiappe scoperte, una visione celestiale, una rotondità perfetta, per nulla cambiata da quando da ragazzini avevamo avuto le prime esperienze amorose, gli poggio una mano su un gluteo e la accompagno a sdraiarsi sul materasso, la posizione che gli faccio prendere è in modo che lei ha davanti lo specchio dell’armadio, la prego si stare rilassata, inizio a massaggiare il quadrante dove dovrò piantare l’ago, allargo un po’ la zona del massaggio, premo con un dito nel punto dove infilerò l’ago, devo rendere la parte un po’ dolorante per mitigare il dolore del dopo, accarezzo dolcemente tutta la chiappa, mi trattengo dall’avvicinarmi nelle zone intime, non vorrei farla irrigidire, gli parlo la distraggo, gli faccio l’ultima raccomandazione, di chiudere gli occhi e non guardare nello specchio, lei obbedisce e, quasi a tradimento gli trafiggo la chiappa, lei non sente l’ago, percepisce leggermente un po’ di dolore quando inietto il farmaco, finita, sfilo l’ago e cominci a massaggiare.
Ornella: l’hai già fatta?
Io: certo, ti ho detto che ho la mano di velluto, adesso puoi aprire gli occhi, ma non muoverti, devo massaggiare a lungo la chiappa per dare modo al farmaco di espandersi e non provocarti dolore nelle ore a venire, meglio va in circolo meglio è.
Ornella: sei stato fantastico, fai pure, sarò immobile.
Inizio un lento massaggio sulla natica di Ornella, meno male che ho pensato bene di segarmi prima, alle condizioni che è ritornato il mio membro adesso sarei venuto senza nemmeno toccarlo,.
Io: sai che faccio? Dato che devi farne altre di punture, ti massaggio entrambe le chiappe, così anche l’altra per le prossime sarà pronta, e per rendere più efficace il massaggio metto un po’ di olio per il corpo.
Ornella: fai, tu, già dai primi massaggi che mi hai fatto mi sento rilassata, se poi serve per dopo ancora meglio, e so anche che gli oli usati dalla mia cognatina sono ottimi e costosissimi anche.
Faccio sistemare un po’ più sopra nel letto Ornella e mi piazzo dietro di lei, metto poche gocce di olio sulle chiappe e comincio a massaggiarla ben bene, lei ha messo le braccia conserte sul letto e vi sta sopra appoggiata con il mento, lo sguardo verso lo specchio dove può vedersi e vedere me che sto dietro, è rilassata, allargo lentamente il raggio dei massaggi, dapprima verso l’esterno, poi comincio a dedicarmi verso l’interno cosce, evito sapientemente le parti intime, la osservo riflessa nello specchio, sta ad occhi socchiusi, maldestramente salgo con le mani verso l’inguine, lei sbarra gli occhi un attimo, allontano le mani, sembra dispiaciuta così torno ad avvicinarmi all’inguine, stavolta è più cedevole, vedo nello specchio che si morde leggermente la lingua, intuisco che è il segnale del via libera da parte sua, mollo i freni e comincio con le dita a carezzargli tra le grandi labbra, tra i suoi umori e il poco di olio che ho sulle mani le dita scivolano che è una meraviglia, Ornella inarca leggermente il bacino, segno evidente che i suoi freni son mollati, accarezzo velocemente con la mano, poi infilo un dito, avanti e indietro, lei inizia a muoversi, ne cerca di più, due, tre, quattro, sembra che la stia squarciando, piego le dita dentro la vagina, è morbida e calda, sfilo le dita, le unisco a modo di pigna, infilo piano le punta delle dita, con la lubrificazione che hanno spero di fare con la sua vagina un po’ di fisting, ci riesco solo a metà, è troppo stretta o non sufficientemente dilatata, desisto e riprendo con le dita, ho troppa voglia e non riesco a controllarmi, mentre gli sono in vagina con le dita con l’altra mano le accarezzo tra la spaccatura delle natiche, e con un dito gioco sullo sfintere, lei si irrigidisce un attimo, ma poi la pelle raggrinzita del buchetto comincia a pulsare, infilo un dito ben oleato dentro, adesso la sto prendendo a piene mani, con le dita riesco a toccare la sottile parete che divide il retto dalla vagina, lei è in preda ad un raptus e mi grida: “Sei un bastardo, scopami, non ce la faccio più”, le mie orecchie non volevano sentire altro, la sollevo a pecorina e comincio a pomparla, il membro tra i suoi umori e l’olio spalmato scivola dentro una meraviglia, lei si gode la verga dentro e la scena nello specchio, ansima, sbuffa emette gridolini, raggiunge un primo orgasmo, pensa che a quel punto anche io finisco e ci stacchiamo, ma quando le assicuro che ne avrò per un bel po’ si rimette in moto e cercando di trovare il giusto coordinamento ci lasciamo andare in una scopata interminabile, che culmina con un’altra abbondante sborrata da parte mia dentro la sua sconquassata vagina.
Ci abbandoniamo stanchissimi sul letto e tra un abbraccio, un bacio e una carezza sul viso ci complimentiamo a vicenda sulla magica intesa che abbiamo sempre avuto e che continuiamo ad avere.
Prima che lei se ne va facciamo “secondo i miei impegni” i conti di quali altre mattine posso fargli io le punture, ne rimangono 2 su cinque, vorrà dire che ci accontenteremo.
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