Ho castigato la mia nipotina 2

di
genere
incesti

Eravamo rientrati dal mare da una settimana, e i miei pensieri durante la giornata erano sempre rivolti alla mia nipotina Simona, non l’avevo sentita più dalla data del rientro, un paio di giorni ero tornato a casa la mare per raccogliere delle cose, e, la mia mente si era offuscata rivedendo il teatro della punizione che avevo inferto a quella piccola troia, con la conseguenza che ogni volta ero dovuto ricorrere ad una sonora masturbazione.
Una mattina me ne stavo a vagare per la casa in paese, il tempo era uggioso, quindi non mi andava nemmeno di uscire, non resisto alla tentazione e mando un messaggio a Simona:
Io: dolcissima, ti sei persa;
vedo la spunta che ha letto il messaggio, immediatamente squilla il telefonino.
Simona: ma no zietto, mi sto preparando per iniziare il nuovo anno scolastico, sai bene che devo ripetere il quinto anno del liceo.
Io: ah, vero, con la testolina che ti ritrovi è già un miracolo se sei arrivata all’ultimo anno.
Simona: sei ingiusto con me, sai benissimo che ho perso l’anno a causa delle assenze per l’infortunio che ho subito l’inverno scorso, anche se non posso darti completamente torto, a scuola non sono bravissima. Ma penso di eccellere in altro, e tu ne sai qualcosa.
Beccato nel pieno, sebbene speravo che il discorso scivolasse su questo argomento rimango per un attimo senza parole, e balbettando un po’:
Io: si, si, effettivamente …….., mi hai ….. come dire ……. dato prova delle tue ………… performance, peccato che le cose belle durano poco, a proposito, quel giorno abbiamo ………… rischiato moltissimo, ti ho eiaculato tutto in vagina, niente conseguenze?
Simona: ma no zietto, tranquillo, è da tanto che prendo le precauzioni, è stata mamma a portarmi dal ginecologo sapendo che non legavo con nessun fidanzato e sospettando che la dessi con molta facilità mi ha fatto prescrivere la pillola.
Io: meno male, sono stato in apprensione tutti questi giorni.
Simona: un po’ pazza ci sono, ma non scema fino al punto di rischiare, piuttosto, quando organizziamo un giorno per prendere un aperitivo insieme?
Io: fosse per me anche stamattina.
Simona: ci stò, dammi il tempo di fare una doccia veloce e puoi passare a prendermi, sono sola e senza rottura di palle almeno fino alle 17.
Io: ok, parto subito.
Mi rado la barba, faccio anche io una doccia veloce, e sono già in macchina, mi separano da Simona 15 chilometri di strada, tempo un quarto d’ora e sono di fronte alla villetta di mio fratello, basta che faccio solo uno squillo sul telefonino e Simona mi appare sul cancello, indossa un pantalone da tuta da ginnastica largo e una maglietta, ai piedi un paio di infradito, mi domando “e così vorrebbe andare a prendere l’aperitivo?”, mi fa cenno con una mano di avvicinarmi, arrivato nei suoi pressi abbasso il finestrino, lei si avvicina, mi da un bacio sulla guancia, poi:
Io: e questo ti sembra abbigliamento per andare a prendere l’aperitivo? Così conciata non ti fanno entrare nemmeno in un’osteria.
Simona: perdonami zietto, volevo mettermi in ghingheri, ma da quando siamo rientrati dal mare non so dove mamma mi ha conservato i vestiti, non sono riuscita a trovare niente di abbinato, sono incazzata nera, dai, ti apro il cancello, parcheggia dentro, vedo se riesco a rimediare qualcosa e andiamo.
Scendo dalla macchina, Simona mi viene incontro, mi abbraccia e mi da un bacio a stampo, io la cingo dai fianchi, lascia scorrere le mani verso l’alto e sono già sul suo seno, non ha niente sotto, attraverso il tessuto della maglietta accarezzo i capezzoli induriti, Simona mi prende per una mano e mi trascina dentro.
Simona: ti preparo un caffè?
Io: se prendo il caffè adesso vista l’ora poi salta l’aperitivo.
Simona: e chi dice che stamattina riusciremo a prenderlo? Non sarà facile trovare un abbigliamento consono per uscire.
A quel punto la mattinata aveva preso una piega insperata, rinuncio al caffè, Simona va nella sua stanza a rovistare nell’armadio, mi appoggio alla porta e la osservo, lei si china sul comodino, la maglietta si alza e il larga pantalone della tuta si abbassa un po’ lasciando scoperte mezze natiche, la troia oltre a non avere il reggiseno non indossa nemmeno le mutandine, mi avvicino a lei silenziosamente, mi abbasso su di lei, la prendo dai seni e la sollevo, la abbraccio da dietro, poggio le labbra sul collo, ha un profumo inebriante, si vede che è fresca di doccia, il fatto di non aver indossato di proposito niente di intimo lascia intendere che le sue mosse erano belle e studiate, inizio a baciargli il collo, lei si contorce, poi si gira si sfila la maglietta e mi bacia languidamente lasciandosi carezzare il seno, i suoi capezzoli son diventati duri come due pietre, li bacio, li mordo e li succhio avidamente, entriamo in un turbinio voluttuoso, sfilo la maglietta e la camicia che indosso, anche lei mi lecca e succhia i capezzoli, ho un’erezione imponente, la butto sul letto, lei solleva le gambe e si lascia sfilare il pantalone, adesso è tutta nuda per il suo zietto, mi inginocchio sul pavimento abbasso la testa e mi ritrovo davanti agli occhi la fighetta di Simona completamente depilata, è uno spettacolo guardarla, sembra la vagina di una dodicenne, mi ci tuffo sopra a leccarla e a succhiarla, lei ansima, la penetro con un dito, poi due, la esploro tutta, torno a leccarla, intanto ha iniziato copiosamente a produrre liquido vaginale, mi inebrio. Simona mi invita a denudarmi, mi risollevo apro la zip dei pantaloni, Simona intrufola una mano ed estrae fuori il mio membro che svetta, lo accarezza un po’, poi lo ingoia fino alle palle, sono percorso dai brividi, ci stendiamo sul letto e ci lasciamo andare in un interminabile 69, gli faccio di tutto, la apro con le mani, con la lingua e con le dita, poi, a sorpresa Simona sfila da sotto il cuscino un dildo di silicone marrone, grosso e lungo, me lo passa e mi chiede di scoparla con quello, con le mani divarica le chiappe, la visione di quella passerina da adolescente è celestiale, appoggio la punta di quell’arnese e spingo dentro, sembra non riuscire ad entrare vista la mole, poi lentamente si fa spazio e a poco a poco scivola sempre più in profondità, Simona diventata assatanata, si contorce, grida, poi si calma ed ansima, spingo un altro poco e comincia a rantolare, intanto la sua bocca sembra una caverna, ingoia in lungo e in largo il mio randello.
Dopo aver giocato per un buon quarto d’ora Simona sembra esausta, quindi mantenendo il dildo ben saldo in vagina la posiziono a pecorina in mezzo al letto, insalivo un po’ il suo stretto sfintere e lentamente lo accarezzo con l’indice, la troia sembra gradire, si gira e mi schernisce, sfidandomi, la cosa mi imbestialisce, la penetro con il dito in profondità, lei sente dolore ma stoicamente resiste, poi infilo un secondo dito e comincio a divaricarle il buco il quale lentamente cede, e roteando le dita riesce a mantenersi aperto, quando mi rendo conto che è pronta gli punto la cappella e sprofondo al suo interno, le sue pareti avvolgono il mio membro come un guanto, si adatta perfettamente alla sua circonferenza provocandomi sensazioni sublimi, e mentre agito il dildo in vagina gli torturo lo sfintere con colpi assestati con violenza, Simona non riesce più a tenere conto degli orgasmi che raggiunge, alla fine lanciando un urlo disumano anche io raggiungo l’orgasmo svuotando in lei una quantità smisurata di calda sborra.
Restiamo accoppiati sdraiati sui fianchi per un altro po’ di tempo, poi gli sfilo il dildo che è lubrificatissimo, lei me lo porge e mi invita a leccarlo, ha un ottimo sapore, poi lo prende in bocca lei e finisce di ripulirlo, lo mette nel cassetto del comodino e mi confessa “questo è il mio compagno quando sono sola e devo sfogarmi, ma se vieni a trovarmi più spesso lui posso farlo passare in secondo piano, sei l’amante perfetto caro zietto”
E tu sei una bella troia che non ha eguali mia cara principessa.
scritto il
2017-09-30
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