Io e mio fratello - e lei sa... (5) mattina infuocata

di
genere
incesti

io e mio fratello - e lei sa... (5)
mattina infuocata

Sono qui a fargli un bel servizietto, lui disteso sul nostro letto, nudo, gambe
leggermente divaricate per farmi spazio, io distesa un po' di lato a leccargli
piano la cappella gonfia, lucida, pulsante. Ansima, mi dice di continuare, me lo dice mille volte al minuto.
C'è tranquillità, un bel fresco estivo, dalle persiane si sentono gli uccellini svegli.
"cazzo così non vale... mi fai svenire" mi dice solo. Mi fa svenire quando è così, tutto mio, il mio fratellone che gode di e per me.
Gli lecco la cappella lucidandogliela, un gioco di sguardi tra me e lui indecente. Anche il suo cazzo dritto in completa erezione è grosso, di marmo, e indecente.
Io ansimo per l'eccitazione di essere qui, di rappresentare la sua fonte di
eccitazione, la causa della sua meravigliosa erezione. Lo stuzzico a colpetti
di lingua, lo provoco lisciandogli da su a giu e da giu a su tutta l'asta. Lo
guardo, gli sorrido.
Poi è il momento di buttarmi a leccargli le palle. Sono perfette, simmetriche,
piene, lisce, anch'esse lucide. Mentre quella destra me la lecco e la aspiro,
l'altra gliela stringo con le dita e la tocco. Poi cambio e vado sulla
sinistra. Non ci capisco più nulla e presa dall'eccitazione ora gliele succhio
assieme, gliele tiro un po', le mordicchio. La mia saliva luccica e un
filamento denso mi lega a lui.
Sentiamo dei passi provenire dalla scala.
Lui ha un sussulto, il cazzone pure.
"dai... sta arrivando..."
Mi dice poco convinto, non si muove nè lo faccio io impegnata come sono a
deliziarmi nel profondo della mia bocca di quel caldo duro grosso pezzo di
maschio. Lo aspiro decisa, cerco di infilarmelo tutto in gola, poi lo rifaccio
uscire facendo un fragoroso "ahhhh" come se avessi fatto una bevuta.
"ma porca puttan..." esclama mamma ferma sulla porta.
Io mi stacco un attimo da Michele, e la guardiamo.
"non si bussa mammi?" dico io come fosse nulla.
"magari se tenevate chiusa la porta lo facevo" dice seccata.
Ha in mano tutti i nostri vestiti, le 3 rose, i miei tacchi.
"e questi potevate pure portarli su..."
Ci guarda seria, non stacca gli occhi da noi mentre mette tutto su una sedia a
lato del letto.
"non so se ricordi l'atmosfera..." rispondo seccata io" ma secondo te era il
caso di perdere tempo a fare i precisini stanotte?" e ricomincio a segare piano
Michele, come se nulla fosse. Io vicina a 1 cm dalle sue palle.
(per capire, vedere il capitolo precedente)
"calcolate che per pranzo Cristiano starà qui"
"che ore sono ma'?" chiede Michele, nudo disteso e beatamente a cazzo dritto
con me che lo sego.
"le 8.30..."
"fantastico... abbiamo almeno altre 2 ore a..." e rido.
Arrabbiata mamma si rigira ed esce.
Mi impegno, affondo la bocca in modo che ho tutto il cazzo dentro, Poi piano lo
sfilo e poi rimetto dentro.
Incomincio a sbocchinarlo come fossi una troia di strada.
Mamma ritorna d'improvviso, ha in mano il mio cellulare.
"cazzo ma... ma vuoi continuare a interrompermi ogni 10 secondi? lo fai apposta
per vedere questo supercazzo di tuo figlio?" ora sono io indispettita.
"troia... l'hai lasciato giù e sta squillando da 1 ora"
Il modo di dirmi troia mi umilia ma il cazzo di Mic mi convince che non me ne
deve freare nulla, la lascio borbottare, magari è interessata veramente al
pisello di Mic. Allora mentre riprendo a succhiarlo in modo spinto allungo una
mano e mi faccio dare il mio cellulare. Lo spengo del tutto, lo tiro accanto a
me sul letto.
Guardo mamma mentre ho il cazzo completamente in bocca, il mento addosso le palle e con una mano faccio "ciao" a mamma e gli indico di chiudere la porta.
Michele mi sussurra: troia posso dirtelo solo io..."
20 minuti dopo Michele mi sborra direttamente in bocca, lo bevo come fosse
latte. Poi risalgo accanto a lui e abbracciati, limonando ci accocoliamo.
scritto il
2018-08-28
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