Un amore di zia - Capitolo 15 - Rossetto rosso fuoco

di
genere
incesti

Ero steso sul letto, nudo. La zia sopra di me.

“Si può sapere in cosa mi hai trasformato?” disse lei ridendo mentre mi accarezzava i fianchi.
“Nella mia donna” risposi io prontamente.
La zia sorrise, mentre mi baciò il petto. Poi si interruppe mentre guardava a destra.
“O mio Dio - esclamò - sto in condizioni pietose. Nononono” disse alzandosi e dirigendosi verso lo specchio. Si sedette e cominciò ad aprire scatolini e scatolette di trucco.
“Ma dai zia, che ti importa - dissi alzandomi e appoggiandole le mani sulle spalle - a me piaci così. E poi il mio cazzo non può aspettare” dissi mentre il mio cazzo svettava ballonzolando.
“Lo so nipotino mio - disse lei accarezzandolo - è questione di pochi minuti, dai” e cominciò a stendersi una crema sul viso.
Sbuffai, anche se mi piaceva che la zia volesse a tutti i costi farsi bella per me. Però ero troppo arrapato per aspettare.

“TI sfido a truccarti usando una sola mano. Ti dovrebbe bastare per tutto no?” dissi.
“E perchè, che devo fare con l’altra mano?” disse mentre sceglieva tra i trucchi.
Presi la sua mano sinistra, l’appoggiai sul mio sesso: “Cominciai a tirarmi una sega zia, altrimenti esplodo”.
La zia sorrise. Cominciò a massaggiarmi le palle, mentre si truccava.
“Hai delle mani d’oro zia - dissi - certo che lo zio è davvero uno stupido”.
La zia stava scegliendo il mascara, e disse: “Qualche mese fa quello che sta succedendo ora non l’avrei immaginato nemmeno volendolo - disse - probabilmente dovrei fermarmi, avere rispetto per mio marito. Ma non ci riesco. Ormai sono un altra persona”. Sorrise.
Mi abbassai su di lei, e ci baciammo. Un lungo bacio, di quelli che sembrano durar una vita.
Mi rialzai, e ripresi la sua mano ridacchiando: “Già hai finito?”.
La zia sorridendo afferrò l’asta, e cominciò a muovere la mano sue e giù, lentamente.
Con l’altra mano stava lentamente mettendo il mascara. Faceva un pò di fatica a fare entrambe le cose, ma mi stavo divertendo un mondo.
Dopo aver messo il mascara, cominciò a masturbarmi più energicamente.
Chiusi gli occhi mentre il piacere saliva: “Zia, manca ancora molto, dai, sei perfetta così” dissi accarezzandole il braccio, poi scendendo ad afferrare un seno.
“Devo mettermi a posto i capelli, poi il rossetto, e poi sarò da te - rispose - però per i capelli mi servono entrambe le mani”.
“E allora vorrà dire che hai perso la scommessa zietta” dissi facendola alzare e sedendomi al suo posto.
La zia cominciò a muoversi i capelli, a spazzolarli mentre si guardava allo specchio.
“E che significa che ho perso la scommessa?” chiese lei mentre utilizzava delle forcine.
La tirai giù, facendola sedere sulle mie gambe. Avevo la sua schiena appoggiata a me, il mio cazzo duro appoggiato a lei. Le afferrai le tette, strizzandole. La zia ansimò leggermente.
“Vorrà dire che dovrai farmi avere almeno 3 orgasmi stanotte”.
La zia fece una smorfia di sorpresa, poi disse: “Impegnativa, però credo di poterci riuscire”.

Finito con i capelli stava scegliendo il rossetto. Io le continuavo ad accarezzare il seno, le spalle, la schiena, e le sussurai: “Metti quello rosso fuoco zia”.
Sorrise, mentre prendeva un piccolo tubetto cromato. Lo aprì, e il rossetto rosso uscì fuori in tutto il suo colore. Cominciò a stenderlo sulle sue labbra. Le baciai il collo, mentre le sussurrai: “Voglio fare l’amore con te in tutte le posizioni questa notte”.
La zia con un gesto netto e preciso, quasi la pennellata di un pittore, incorniciò il suo sorriso con quel rosso che mi piaceva tanto. Chiuse il rossetto, e mi sorrise guardandomi nello specchio.
Le sorrisi, sussurai: “Ti amo”, e mi alzai. La feci risedere.
L’accarezzai il viso, poi la presi per i capelli, e dissi: “Prendilo in bocca, e fammi venire”. Chiusi gli occhi, mentre la bocca della zia ingoiava il mio cazzo.
La sua lingua calda lo avvolgeva, la sua bocca lo stringeva, mentre piano entrava e usciva.
Avevo le mani appoggiate alla sue spalle. La zia usava le mani per massaggiarlo, e per accarezzarmi le palle. Era una delle sue specialità il sesso orale.
“Dio quanto sei brava!” ansimai mentre chiusi gli occhi.
La zia si muoveva con un ritmo regolare, cercando di infilarselo dentro il più possibile.
Continuò per lunghi minuti. Le accarezzavo il seno, il viso, le mie mani nervose vagavano sul suo corpo. Alternava momenti in cui lo accoglieva in bocca a momento dove lo leccava con dovizia.
“Lecca, brava, non fermarti” gemetti.
La zia continuava senza distrarsi. Era bravissima, e il mio orgasmo non era tanto lontano.
La presi per i capelli, la girai verso di me. Mi abbassai e le diedi un bacio, e dissi: “Fammi venire nella tua bocca”. Le spinsi il cazzo in bocca, e cominciai a spingere.
La zia era con la testa ferma, le mani sui miei fianchi per guidarmi nei colpi. Spingevo deciso dentro di lei, sentivo battere il mio cazzo sulla sua lingua.

“Zia!!!!” ansimai mentre le stringevo la testa.
Buttai un occhio al letto: lo zio sempre immobile. Un nuovo spasmo di piacere mi investì.
“Ugh!! - gemetti - zia, voglio venire nella tua bocca”.
La zia prese il cazzo con entrambe le mani, infilò la punta nella sua bocca. Cominciò a masturbarmi, mentre con la lingua lo accarezzava voracemente.
Vedevo il mio sesso dentro di lei. Le labbra, rosse come il fuoco, lo accoglievano in un oceano di piacere. Sentivo i miesi sensi esplodere e salire fino al massimo.
“Zia - gemetti con fatica - zia, ecco...” e sentii l’orgasmo scuotermi tutto. Gli schizzi di sperma colpirono la bocca della zia, mentre degli spasmi segnavano la fine. Mi appoggiai al mobile, senza forze. La zia deglutì, buttando giù il mio seme. Rimase qualche secondo a leccare, senza lasciare sprecata una goccia. Le accarezzai la guancia, rossa. Si alzò, e mi diede un bacio a stampo.
“Mmm … sai del mio sperma” risi.
La zia rise dandomi un colpetto: “Smettila di dire così”. Prese dal comodino una bottiglia d’acqua, per buttare giù quel sapore dalla sua bocca.
La presi per la mano: “Qui, in cucina, bagno, soggiorno, camera mia?”.
La zia ci pensò su qualche secondo, poi disse: “Non so, è difficile”.
“Ti faccio una proposta - dissi io - una posizione diversa in ogni stanza, e qui ci sarà il gran finale, Che dici?”.
La zia mi prese per mano e mi tirò nella mia stanza, mi spinse sul letto, mi diede un bacio.

“Posso anche dire di no?” disse sorridendo.
Sorrisi, e dissi: “Vieni qui sopra e fammi stare un pò a guardare il tuo bel culetto zietta”.
La zia salì sul letto, cavalcioni sul mio bacino. Di spalle. Vedevo i suoi capelli raccolti, la schiena bianca con qualche neo, il suo culo sodo e bello davanti a me.
Gli diedi uno schiaffetto.
“Sai che sei davvero una zietta cattiva” dissi mentre la zia poggià la sua figa sul mio cazzo, cominciando a toccarsela.
“Non dire così” disse mentre stringeva le labbra. Dopo qualche secondo per lubrificarsi leggermente, alzò i suoi fianchi, e prese con una mano il mio cazzo. Lo diresse verso di lei.
“Ti amo zia”.
La zia si girò, mi sorrise, e scese facendolo scivolare dentro di se.
Emise un forte gemito, poi piano cominciò a muoversi su e giù, delicatamente, senza fretta.
Appoggiai le mie mani sulla sua schiena. Con un dito la percorrevo tutta, mentre si muoveva.
“Sei così bella zia”.
“Se me lo ripeti ancora mi fai venire solo a parole” rispose lei.
Come a tutte le donne le piacevano i complimenti, ovvio, ma il non averne avuti per così tanti anni la rendeva particolarmente vulnerabile.
“Hai davvero un sedere stupendo. Altro che ventenni”.
La zia ansimava, muovendosi leggermente più veloce: “Ti piace?” disse allargandolo con le sue mani.
“Oh si - dissi io sfiorando il suo ano con un dito - e presto sarà mio” dissi.
La zia si piegò in avanti. Si muoveva veloce, con il sesso che scivolava perfettamente tra le pareti umide della sua vagina.
“E’ così stretta zia la tua figa!” dissi ansimando.
“Invece il tuo cazzo è così duro” dissi dando colpi forti.
Dopo qualche minuto in quella maniera, la zia rallentò.

“Zia, appoggiati qui dietro” dissi.
La zia si piegò all’indietro, appoggiandosi sulle mani. Praticamente era quasi distesa su di me.
Portai le mie mani al suo seno. Lo palpavo piano, accarezzando i capezzoli turgidi.
“Sei pronta piccola?” dissi.
La zia si girò, annuendo.
Comincia a spingere i mi fianchi verso l’alto. Sbattevano contro i suoi, provocando un suono quasi mistico, ritmico.
“Ti piace?” chiesi stringendo le mie mani sui fianchi e accelerando violentemente.
La zia sobbalzava ad ogni colpo: “Non fermarti, ancora, più forte!!!!” mi incitava.
Continuai a spingere.
“Spingilo dentro, ti prego, spingiiiiiiiii!!!!” ansimava la zia.
Rimasi per non so quanti minuti a spingere come un ossesso, con la zia che ansimava e che mi diceva di spingere. Dopo qualche minuto rallentai, e la zia si appoggiò su di me, con la schiena.
Le presi il seno, mentre la sua bocca mi venne a cercare. Ci baciammo, delicatamente.
“Sei stata bravissima” le sussurai.
“Anche tu, come sempre nipotino”.
Ridemmo mentre ci baciavamo, poi dissi: “Cucina o soggiorno”.
“Soggiorno” disse la zia.
Ci alzammo, e ci dirigemmo verso il salotto illuminato dalla luce dei lampioni.

Racconto di fantasia -fatti e riferimenti a persone reali sono puramente casuali-

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scritto il
2011-05-12
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