Un amore di zia - Capitolo 18 - The End

di
genere
incesti

La zia prese un po’ di vasellina e la stese sul mio sesso.

“E in che parte del Belgio andiamo?” chiese mentre muoveva piano le sue mani.
“A qualche chilometro da Bruxelles, in una piccola cittadina di campagna. Ci prendiamo un bella villetta, che dici?”.
La zia sorrise, si alzò e mi diede un bacio. Le nostre lingue si toccarono, le accarezzai il seno, spingendola piano di nuovo sul divano.
Afferrai il sesso e lo posizionai sul buchetto del culo della zia. Aveva allargato le gambe, sollevandone una sul divano, l’altra sulla mia spalla.
“Eccomi zia”.
Infilai piano il cazzo dentro di lei. La zia trattenne una smorfia di dolore, mentre i centimetri di carne penetravano dentro di lei. Dopo qualche secondo, il mio cazzo era dentro il suo culo.
Presi la zia per le caviglie, tenendole le gambe divaricate, e cominciai a spingere.
All’inizio scivolava un po’ a fatica, poi l’ano si rilassò rendendo il movimento più agevole e fluido.

“È stupendo zia, il tuo culo è così stretto!” dissi.
La zia si mordeva nervosamente un pugno, cercando di trattenersi. Dopo qualche minuto però il suo viso si rilassò in una smorfia di piacere.
“Zia, ti piace farti inculare dal tuo nipotino?” dissi continuando a spingere.
“Si, non fermarti amore, ti prego continua”.
Mi abbassai su di lei, sollevando leggermene i suoi fianchi. Presi un capezzolo tra le labbra, e cominciai a succhiarlo.
La zia prese il suo seno tra le mani. “È così duro, e forte. Sbattilo ancora più forte”.
Sembre leccando il capezzolo, aumentai il ritmo dei colpi.
“Bravo, così, così” mi urlava la zia mentre mi accarezzava nervosamente le spalle.

Mi spostai a baciarle il collo, mentre la zia continuava a gemere.
“Quando saremo in Belgio non dovremo più nasconderci zietta” le sussurai.
“Si, sarà stupendo!” rispose lei.
“Potrò scoparti dalla mattina alla sera senza preoccuparmi, potremo uscire mano nella mano, mostrare a tutti che tu sei la mia donna” aggiunsi.
La zia aprì gli occhi e mi sorrise, dandomi un bacio.
Diedi un paio di colpi fortissimi, che la fecere quasi urlare.
“Dillo di nuovo, ti prego …” disse la zia ansimando.
Mi alzai sulle braccia, per fare una maggiore leva ai fianchi. Chiusi gli occhi per raccogliere le mie forze.
“Voglio vivere con te - dissi sbattendo il mio cazzo dentro di lei - voglio che tu sia la mia compagna!”.
La zia ansimava, e io con lei.
Per qualche altro minuto continuai a penetrarla in quella posizione.
Le stringevo i seni che si muovevano veloci su e giù. La zia mi guardava e sorrideva, mentre continuava a gemere.

Dopo qualche minuto rallentai, tirando fuori il cazzo da culo della zia.
Mi stesi di fianco a lei, dandole un bacio.
Le accarezzai il seno liscio, fino a sfiorarle le labbra. Un dolce bacio a stampo.
“Sei bellissima” le dissi dandole un altro bacio.
La zia sorrise, accarezzandomi la guancia.
“Vuoi che faccia qualcosa, piccolo mio?” disse lei.
Mi alzai: le porsi la mano per farla alzare.
“Adesso voglio sbattertelo mentre sei a pecora”.
La zia appoggiò le mani al divano, girandosi di spalle e mostrande il suo grande e stupendo culo.
“No - feci io prendendola e staccandola dal divano - voglio farlo qui”. Ci spostammo vicino al letto dove lo zia dormiva ancora. Feci appoggiare le mani della zia sul letto, con il suo viso a pochi centimetri da quello dello zio.
“Ti prego - sussurrai alla zia abbassandomi su di lei - non dirmi di no”.
La zia superò la diffidenza iniziale, poi si piegò in avanti.
Avevo davanti ai miei occhi il suo culo. Gli diedi un piccolo schiaffo, mentre bagnavo il mio cazzo appoggiandolo al suo ano.
Con un grugnito spinsi il cazzo dentro il suo culo.
La afferrai per i fianchi, con forza, e cominciai a spingere.

“Zietta, ti piace?” dissi.
La zia ansimava: “Ancora, più forte, così!!” urlava quasi.
Strinsi le mie mani, e spinsi ancora più forte. Sentivo il rumore dei miei fianchi che sbattevano sul suo culo.
“Bravo, non fermarti, continua!!!!” urlava la zia.
Portai le mie mani sul suo seno. Lo strinsi, palpandolo, mentre spingevo.
“Voglio leccarti le tette tutti i giorni quando saremo soli, e poi venirci sopra” dissi.
“Tutti i giorni, e tutte le notti” rispose la zia ridendo.
Rallentai il ritmo. La mia mano destra scese fino alla sua figa. Cominciai a stimolarla.
“Pensavi che me ne fossi dimenticato?” le dissi sorridendo.
Cominciai a stimolarle il clitoride.
La zia cominciò ad ansimare. Portò anche lei una mano tra le sue gambe.
Spingevo con forza il cazzo dentro il suo culo, e nel frattempo la sditolinavo senza fermarmi.
“AAAA, si SIIIII!!!” gemeva la zia.
La presi con entrambi le mani per i fianchi. La zia continuava a toccarsi tra le gambe.
“Sei una bambina davvero cattiva - le dissi abbbassandomi su di lei e dandole un bacio sulle spalle - guarda come ti tocchi”.
La zia sembrava in trance, non mi rispose.

Continuò per qualche minuto, poi la presi per le spalle e la feci alzare. La zia si girò leggermente, ci baciammo. Le lingue si attorcigliarono, mentre rallentavo il ritmo e le mie mani le palpavano prima il seno, poi scese giù tra le gambe.
Le infilai due dita dentro.
“Stai per venire zia?” le chiesi.
La zia annuì.
Tornai a spingere il mio cazzo dentro di lei, e nel frattempo a spingere anche le dita.
“Mi sembra di impazzire. Vai ,vaiiiiiiii!!!!” mi incitava la zia.
Muovevo freneticamente le dita dentro la sua figa, continuando a penetrarla.
Dopo qualche minuto: “Sto per venire nipotino, vengo, vengoooooooo!!!!!!!!!!”.
Un urlo strozzato seguito da gemiti mi segnalò che la zia aveva avuto il suo orgasmo. Si abbassò sul letto, il culo ancora a pecora con il mio cazzo dentro.
“Zia, vuoi riposarti?” chiesi io.
La zia si girò sorridendomi, per tranquillizarmi: “Continua fino a quando non vieni” disse un po’ a fatica.

Eseguii gli ordini, continuai a pomparla fino a quando non sentii l’orgasmo vicino.
“Zia, sto per venire” dissi stringendo i denti.
“Bravo, forza, riempimi del tuo seme” rispose lei.
“Zia, dove vuoi che venga? Dentro di te, in faccia …. dove?”.
La zia rispose prontamente: “Vieni dentro il mio culo, riempilo del tuo sperma caldo”.
L’abbracciai, la strinsi a me quando diedi gli ultimi colpi.
“Zia, ZIAAAA!” tre colpi e il mio sperma finì nel culo della zietta.
Col respiro spezzato per la fatica, tira fuori il cazzo, e mi sedetti a terra, appoggiandomi al letto.
La zia si abbassò anche lei, prendendomi sotto braccia.
“È stato bellissimo, come sempre” le dissi dandole un bacio.
Sorrise, mentre i primi raggi del sole filtravano dalle tapparelle.

Eravamo seduti in attesa che ci venissero a prendere. Avevamo già fatto il check in, e ora dovevamo imbarcarci.
“Emozionata?” le chiesi prendendole una mano.
“Un po’ - rispose lei - è una nuova vita che comincia”.
Non era stato semplice arrivare a quello, ma alla fine la nostra fuga d’amore si stava compiendo.
“Già, una nuova vita” dissi io frugando tra le tasche.
Tirai fuori un piccolo cofanetto.
“Zia, so bene che noi non potremo mai sposarci. Ma volevo in qualche modo darti una prova di quello che c’è tra me e te, qualcosa che dimostri che io e te siamo una coppia”.
Aprii il cofanetto e tirai fuori un anello.
La zia aveva una faccia di stupore misto a a felicità. Non disse una parola.
Le infilai l’anello al diro: “Adesso sei ufficialmente la mia donna. Solo la mia. Ed è con me che dovrai condividere tutto”.
La zia sorrise e mi saltò al collo per abbracciarmi. Poi fece di si con la testa.
“I passeggeri sono pregati seguirci” ci fece un adetto dell’aeroporto.
Ci alzammo e prendemmo i nostri bagagli a mano.
“Condividere tutto vuol dire anche tutto il tuo corpo. Da ora in poi è tutto mio” le sussurai sorridendo in un orecchio.
La zia rise: “Va bene” rispose.
La presi per la mano e ci avviamo verso il gate.
“Hai mai fatto l’amore su un aereo?” le chiesi.
“No” disse lei.
Sorrisi, mentre le porte del gate si chiudevano, insieme a quelle della vecchia vita.


THE END


Racconto di fantasia -fatti e riferimenti a persone reali sono puramente casuali-

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scritto il
2011-06-01
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