Banalmente una Banale Storia per Davvero Banale (5)

di
genere
incesti


Elena volta un secondo lo sguardo su di me per poi riportarlo a sofia
“Sofi?”

Sofia risponde distratta.

“hum?”

“Hai il cellulare qui?”

“Si.. hum nel mio Zainetto”

“Scrivi a Vanessa se porta il mio asciugamano? Io porto Tim al Tuffo”

Si volta verso di me e mi guarda fisso. Solo il suo sguardo inizia a far pulsare il mio sangue.

“Andiamo?”

Rapida corre a recuperare le sue scarpe e inizia a infilarsele mentre cammina…
“Servono le scarpe?”

Lei mi guarda? E quasi stizzita
“non lo so, ti servono?”

“ne dubito”

Abbassa lo sguardo nascondendo un sorriso e accelera il passo dondolando le sue braccia annodate dietro la schiena.

La Seguo. Inevitabilmente la mia salivazione aumenta.
Sento la voce di Francesco alle spalle.

“Ehi dove andate?”

Smaddonno.

Mi volto e faccio spallucce fingendo ignoranza totale. Indico Elena con la testa sottolineando che è lei a saperlo.

Grazie a dio, Francesco resta fermo.

Quando mi rigiro, Elena sta temporeggiando al bordo del bosco.
Accelero il passo. La raggiungo.

“Da che parte”

Alza una mano e silenziosamente indica. Poi si volta e inizia di nuovo a camminare.

Si muove in silenzio, mettendo particolare attenzione a dove mette i piedi, sembra non voglia comunque sporcare le scarpe.

Il terreno è umido, qui non batte il sole e l’aria è decisamente più fredda. Quasi pesante.

Altri cento passi e si ferma.
Si guarda intorno.

“hum non mi ricordo…”

Non ha importanza ho aspettato abbastanza.
Afferro il suo braccio sinistro e la tiro a me.

Inciampa tra le mie braccia, precipita sulla mia bocca.

Sento il suo respiro caldo sulle mie labbra,
e sbircio il suo collo proteso mentre con insistenza le sue labbra si alternano alle mie.

Traballiamo avvinghiati in mezzo al bosco.
Faccio fatica a trovare l’equilibro con il terreno che frana sotto i miei piedi scalzi.

Trovo quasi per caso il tronco di un grosso albero, e tutto il mio corpo la spinge con forza contro di esso.

Distacco il mio viso dal suo, E la guardo.

Ha le gote leggermente tinte di rosso, ma le labbra sono ancora bluastre.
Come se non fosse d’accordo della mia lontananza allunga le braccia e afferra il mio collo.

Le sue dita congelate scivolano sul mio petto mentre di nuovo posso bere dalla sua bocca.

Il suo corpo si schiaccia sul mio e sento un suo brivido di freddo quando le mie dita di ghiaccio afferrano i suoi fianchi.

Non si fa indietro, non smette di tirarmi a se. Ma con la coda dell’occhio vedo un fascio di luce. Mi volto mentre lei morde il mio collo. E noto con mia grande soddisfazione che a 20 passi da noi fra gli alberi c è un piccola radura di sole. Si e no tre metri.
La prendo di peso e inizio a camminare.

Lei non oppone resistenza. L’istante in cui raggiungo il raggio di sole, sento il suo corpo distendersi soddisfatto.

C è un grosso ceppo nella piccola radura e un pezzo di tronco d’albero li accanto. Senza pensarci mi siedo sul ceppo e lei ancora su di me comprime i suoi seni sul mio petto.

Il suo bacino Inizia a muoversi sul mio membro tristemente incastrato nel mio costume.

Le mie mani afferrano le sue natiche e stringono. La tiro a me con tutta la mia forza, e bacio la sua gola dalla quale esce un rantolo soddisfatto.

Si lascia baciare il collo afferrando i miei capelli, con mio grande dispiacere non posso arrivare direttamente ai seni il suo costume non presenta scollatura. Ne mordo uno, il sinistro, tutto. Attraverso il costume. È ancora bagnato e un rivolo di acqua calda mi riempie la bocca.

Tutto sta diventando fin troppo caldo.. le gocce d’acqua che coprivano i nostri corpi iniziano a mischiarsi con il sudore.

Sto per infilare la mia mano destra sotto il costume per afferrare un seno, che sento la sua mano scivolare sul mio membro.

Mi stringe.

Il sangue abbandona letteralmente il mio cervello e mi ritrovo qualche secondo a boccheggiare nell’incavo del suo collo.
Nel istante in cui la sua mano inizia ad allentare il nodo.. inspiro avidamente. Lo sento di nuovo.. il suo odore, il suo profumo.
È più fievole delle altre volte, E il mio naso diventa ancora più avaro.

Ogni respiro è finalizzato a far traboccare i miei polmoni di lei.

Il mio petto si espande e con ancora più foga le mie mani si muovono sul suo corpo ormai caldo.

Afferro il suo costume con la mano sinistra a l’altezza del ombelico e inizio a tirare per liberare il suo corpo, che ancora adesso continua a muoversi sul mio membro. La mano destra finalmente raggiunge il suo seno approfittando dello strano varco sul fianco.

Lei inarca nuovamente la schiena. Sento le sue dita che iniziano a fare leva sull’elastico del costume allentandolo. La mia mano sinistra scende lungo la curva che il suo costume traccia sul suo ventre. Raggiunge il suo inguine. Infilo le mie dita tra il costume e il suo corpo e tiro, libero il suo sesso spostando il costume. La sua mano fa altrettanto con me, Vibro fra le sue dita.

Lei poggia i suoi piedi sul tronco e solleva il suo bacino mentre la mia mano sale alla mia bocca e si riempie di saliva.

Il mio membro è interamente libero dal costume. Le sue dita ancora a contatto. La mia mano scende dalla mia bocca e si intrufola fra le sue gambe.

Bagno il suo sesso, inutilmente. Le mie dita finiscono solo per bagnarsi di più.

Guardo in basso e vedo il suo bacino a qualche centimetro da me. Entrambe le mie mani finiscono sulle sue natiche e inesorabilmente la tirano verso di me. La sua mano lentamente piega il mio membro verso di lei. Sento il contatto. Lo vedo. Vedo la mia cappella che allarga le sue labbra. Vedo i suoi umori che iniziano a bagnarmi. Mentre la sua mano spinge il mio membro avanti e indietro lungo il suo sesso.

Alzo lo sguardo.

I suoi occhi sono li, fissi su di me. Accesi come fari. Il suo respiro è bloccato fra le sue labbra socchiuse. E lo sento. Sento il suo peso che scende su di me. Sento il mio corpo che inizia inesorabilmente a perdersi nel suo. E i suoi occhi continuano a bruciare nei miei. La semplice gravità rende inevitabile la nostra unione.

E ciò che sono effettivamente solo secondi risultano ore. Ogni singolo millimetro è un respiro evitato. Non c è tempo per respirare. Tutta la mia concentrazione è sul mio membro e sentire come il suo corpo mi accoglie. Non c è resistenza, ma nonostante questo mi sento stringere. Il suo sesso si contrare con forza al mio passaggio e quando lo spazio finisce, quando il suo bacino si trova a contatto con il mio. La gravità non ci basta. Le mie mani prima inerti afferrano le sue natiche e spingono, le sue gambe si piegano ancora per far si che io scivoli ancora di più, ancora più affondo. Cosi affondo da toccare la bocca del suo ventre. In quell’istante una corrente percorre il suo corpo e si trasmette al mio, i nostri corpi all’unisono respirano nuovamente. Solo per dare ai nostri muscoli l’ossigeno necessario ad allontanarci la distanza sufficiente per poter ,poi precipitare ancora l’uno sull’ altra. E ci ripetiamo in un ciclo continuo scandito solo dai nostri respiri. Nessuna parola, nessun gesto superfluo.. nessun bacio nessuna carezza. I nostri occhi intrappolati tra loro.

Le uniche sensazioni che la mia mente ascolta sono il suo sesso che pulsa intorno al mio, il contatto tra i nostri bacini e l’istintiva contrazione dei muscoli per penetrare più affondo. Per toccarla dentro.

Probabilmente nella mente avevo anche la sensazione di fare qualcosa di sbagliato, lei lo stesso. Perché quando sentiamo un forte frusciare di foglie nel bosco ci voltiamo entrambi.

Vediamo un figura indistinta che si muove rapida tra gli alberi, lungo il sentiero che avevamo percorso prima.

Credo fermamente fosse Francesco.

“ci ha visto?”

Sento la sua voce raggiungere fisicamente il mio orecchio.

“non so, cos’ era?”

“bò credo Francesco…”

“Francesco?” c‘è un po’ di ansia nella sua voce.

“però mi sembra non si sia fermato affatto”

“io ho visto solo qualcosa muoversi.”

“si bè, è stato un secondo.. però credo fosse una persona”
Sono indeciso sul da farsi.

Ma Sento il suo corpo che si muove su di me. E mi rendo effettivamente conto di cosa stiamo facendo.

Francesco o chi che sia cessa di esistere.

Guardo i nostri corpi fusi, e mentre li guardo mi sento pulsare dentro di lei. sento le sue braccia che si poggiano sulle mie spalle, le sue mani intorno al mio collo. Vedo iI suo petto che si espande con i suoi respiri. E se prima ero in una trance. Ora sono in fibrillazione. Afferro il suo sedere e porto i nostri corpi verso il centro del ceppo. I suoi piedi scivolano all’indietro e lei si trova cavalcioni su di me. Il suo respiro si rompe a ogni movimento a cui la costringo. Lascio andare giù la mia schiena (che entra a malapena su quel ciocco) e afferro la sua nuca.

Ho bisogno di baciarla.

Ho bisogno di baciarla mentre sono dentro di lei.

La bacio e mentre la bacio riiniziamo a muoverci, frenetici, senza ritmo. I nostri corpi cozzano fra di loro confusi. La sua lingua si annoda alla mia. Le mie mani afferrano il suo bacino e lo spingono su di me. Le sue mani afferrano le mie spalle e cercando disperatamente un appiglio per poter spingere con più forza.

E in tutta questa confusione lo sento arrivare. L’orgasmo. E per quanto liberatoria quella sensazione sia, non voglio smettere. Non voglio liberarmi. Voglio restare in gabbia, qua fra le sue braccia, fra le sue gambe, nella sua bocca.

Immediatamente sposto le mie mani alle sue natiche.. e le blocco. Uso tutta la mia forza per fermare i suoi movimenti. Sollevo la mia schiena mentre continuo a baciarla, ma continuo a stringere per fermare il suo corpo.
Circondo il suo bacino con il braccio sinistro e spingo sul suo petto con la mano destra, libero le mie labbra giusto il tempo di rantolare.

“Ferma”

Il suo corpo si arresta, eccetto il suo sesso che sento comunque vivo su di me.
Il suo respiro affannato a millimetri dalle mie labbra manda in fiamme il mio sangue.

Sospira a stento tre parole.

“hum..è tornato?” il suo viso si volta verso la radura, in cerca di qualcosa.

“no..ti voglio nuda”

Afferro le spalline del suo costume e inizio ad abbassarle.

Lei istantaneamente inizia ad aiutarmi a liberare il suo corpo.

Sfilo il suo braccio sinistro. Poi l’altro, e con entrambe le braccia abbasso il suo costume liberando i suoi seni.

Basta la loro vista per triplicare la saliva nella mia bocca.

Le mie mani si avventano su di loro. Li comprimono l’uno sull’altro. Forse con troppa forza.

Il suo corpo si divincola nella mia presa, allontana il busto e spinge i miei avambracci all’indietro.

Una nota di dolore sfugge alla sua gola mentre sento il mio membro che scivola via da lei.

Non voglio uscire. voglio godere. I miei muscoli reagiscono istintivamente e mi spingono in avanti. Perdiamo l’equilibrio ma la mia preoccupazione principale è restare attaccato a lei. Invece di tirare. Seguo il suo corpo, sull’erba ancora umida ma calda. La caduta è controllata. Ma una volta raggiungo il suolo. Uso tutto il mio peso per sprofondare dentro di lei. Lei si inarca innalzando i suoi seni ancora straziati dalle mie dita. Ed è bellissima. La curve del suo corpo sono armonia pura nei miei occhi. Libero i suoi seni e le mie mani scendono ai suoi fianchi. Le mie ginocchia affondano nel terriccio bagnato. Sollevo il suo bacino e lo sbatto al mio. Le sue braccia cercano appoggio sul terreno bagnato ma scivolano. Alza un mano e afferra il mio avambraccio e la sento tirare. Tira per sentirmi dentro di lei ancora più affondo.

Sono in ginocchio e lei è sdraiata davanti a me, nonostante solo le sue spalle e una sua mano toccano il suolo. Il suo bacino è tra le mie mani e continuo a sbatterlo verso di me assecondando i movimenti del mio bacino. I suoi seni tremano ad ogni colpo. Il suo ventre si distende e una sottile patina di sudore e acqua sul suo corpo riflette i raggi picco del sole.

A ogni colpo un sospiro sbuca dalle sue labbra e un rantolo dalle mie..

Penso o almeno credo di sentirla scandire vagamente delle lettere.

“D…. i….o… “

Il ritmo aumenta, il suo corpo sudato scivola tra le mie dita. Alzo una mano e afferro i brandelli del costume per continuare a tirare. Lei afferra quel mio stesso braccio e lo usa come leva per puntare i piedi e continuare a spingere
IL mio rantolo si trasforma in un grido trattenuto e i suoi sospiri si bloccano, sento solo il rapido cozzare dei nostri corpi l’uno sull’altro.

Lo voglio sentire, e lo sento. L’orgasmo. lo percepisco con ogni affondo. Mi convinco sempre più che sia nascosto dentro di lei, Infondo al suo sesso.

E Spingo.

Le sue mani scivolano dal mio avambraccio sudato e il suo corpo si inarca nuovamente verso il basso. Si ferma quando la sua testa tocca lentamente il suolo. Il suo collo si distende e le sue braccia cercano ma non trovano appoggio. O se lo trovano lo perdono subito ,dato che continuo a sbattere in maniera sempre più veloce il suo corpo sul mio.

E infine lo trovo, proprio mentre noto un rivolo di sudore che scende dal suo ventre al suo seno lungo il suo corpo arcuato. Lo trovo e mi invade repentino. Contemporaneamente cresce dal mio ventre e discende in verso opposto lungo il mio membro.

Le mie mani allentano la presa e in un momento di lucidità con grande rammarico scivolo fuori da lei.

Il mio membro non funge più come perno per il suo corpo e le mi braccia non sono pronte a supportarne il peso. Il suo bacino cade.

E mentre cade io esplodo. Vengo più volte, senza controllo. Il primo getto si riversa su tutto il suo corpo.. bagnando il suo collo, sfiorando i suoi seni, e inondando il suo ventre. Il secondo raggiunge a malapena il suo viso, una semplice goccia su una sua guancia e ricopre il suo seno sinistro.

Le mie ginocchia cedono a loro volta in avanti e tutte le scosse successive si vanno a perdere tra le pieghe del suo costume rosso ammassato malamente sul suo inguine.

Recupero lentamente il respiro mentre sorreggo il peso del mio corpo con le mie braccia poggiate sull’erba accanto alle sue spalle.

Gli faccio ombra. Ha gli occhi chiusi, e un sottile sorriso tessuto sulle sue labbra. Una goccia di sudore lascia il mio volto e precipita a un millimetro del suo labbro superiore.

Lei apre gli occhi e un'altra goccia cade dal mio viso. Nonostante io abbia cercato di evitarlo, quella goccia colpisce il suo zigomo.

Sto per chiedere scusa. Che la sua lingua sbuca dalle sue bocca e raccoglie la goccia sul suo labbro.

Rido, mentre provo ad asciugare il mio sudore sulla mia spalla.
Lei allunga una mano e afferra il mio viso e mi tira giu. Sulle sue labbra.

Al contatto con la sua bocca, il mio corpo cede. Lentamente lascio che il mio peso la copra, mentre la sua lingua invade la mia labbra.
Sento il battito del suo cuore sotto il mio petto.
E i suoi seni sembrano gonfiarsi ad ogni suo respiro.

La sua bocca smette di baciarmi e un soffio d’aria esce di colpo dalle sue labbra.

Le sue mani spingono con forza, sul mio petto.
E dopo aver respirato mi guarda sorridendo.

“no..pesi troppo”

Rotolo alla sua destra sull’erba. Graffiando il mio stinco destro sul ceppo ai nostri piedi.Esprimo apertamente il mio disappunto.

Lei Ruota su un fianco e poggia il mento sul mio petto.

“allora?”

Io ho sollevato la gamba destra e guardo il sottile taglio che si tinge di rosso.

“allora cosa?”

La guardo mentre lei comodamente dispone le sue mani sul mio petto per equilibrare il suo viso.

“Come è stato?”

Sono perplesso.

“in che senso?”

“volevo solo sapere se era vero?”
Non capisco.

“Vero cosa?”
“come cosa…io, te.. quello che abbiamo appena fatto?”

“ti stai chiedendo se effettivamente…abbiamo..”

Finisce la mia frase prima di me

“che abbiamo scopato è ovvio Tim”

Sentirla pronunciare quelle parole mi scalda.

Lei si solleva e sdraia il suo corpo sul mio. Alzando il suo viso sopra il mio. Io inclino la mia testa per trovare l’ombra di un ramo, cosi da non restare accecato dal sole mentre cerco di guardarla.

Annuisco prima con un cenno della testa e poi rispondo.


“vero.. e se fai cosi.. scopiamo di nuovo”
Lei Sorride mentre delicatamente aumenta il peso del suo bacino sul mio membro.

“Dici?”

Il mio bacino risponde al suo. E le mie mani scivolano lungo la sua schiena per arrivare su i suoi fianchi.

“Dico”

Lei alza la schiena e afferra i miei polsi per poi bloccarli a terra mentre incombe di nuovo su di me.

“no no…devi rispondere”

“rispondere cosa?”

Provo a raggiungere la sua bocca ma lei si tira indietro.

“Dirmi se è vero”
La guardo perplesso.

“ok Elena, sono un po’ confuso, vero cosa?”
Lei ride.

“io, te… hum..no.. più te. Con me”
“sono sempre stato un fan dei monosillabi”

Lei mette il broncio.

“gnogno gnegne gnato un gnan. Cretino.. non è neanche divertente se ci metti una vita”

“Metterci una vita a cosa?”

“oddio mi tocca spiegare le battute perchè sei un coglione”

Mi afferra le guance e avvicinandosi al mio viso mi chiede.
“Chi sono io?”

Io sputacchio

“EFlenfla?”

“Si ma chi sono io rispetto a te?”

“fluna Fglnoccaf?”

Si vede dall’espressione che non ha capito.

“una che?”

Allenta la morsa.

“una gnocca?”

“Vero….ma sono anche tua…tua?”

È peggio di Francesco.

Lei capisce dalla mia espressione che ho capito. E sghignazza
“Quindi è vero?”

“Cretina”

“non hai risposto”

Mi do un tono. Mentre cerco di mordere la sua mano.

“Non voglio sbilanciarmi, ho bisogno di un analisi empirica più dettagliata”
Lei mi concede il suo anulare. Io lo mordo (piano)

“Mi stai dicendo che hai bisogno di infilarmelo dentro più volte?”

E dicendo questo infila il suo dito nella mia gola, facendomi soffocare per un secondo
Appena lo sfila ho il suo sorriso che sfiora le mie labbra e mi fa capire che aspetta una risposta.
“eh?”

“esattamente.”

“e hai in mente un numero di volte?”

“ almeno il doppio di quelle necessarie”

“cosi poco?”

“ho detto almeno”

E mentre lo dico afferro il suo capezzolo destro fra le mie dita, e delicatamente tiro fino a che non ho le sue labbra sulle mie.

La sua lingua trova la mia e la mia mano destra stringe con forza tutto il suo seno. Mentre l’altra scivola sulla sua schiena.

“TIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIM?…..ELENAAAAAAAAAAA?”

Sentiamo le grida distanti di Francesco.

Elena ride nella mia bocca… io lascio cadere le mie braccia al suolo.

Purtroppo Francesco ha sempre una tempistica perfetta.
scritto il
2018-10-31
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