Assenza giustificata

di
genere
comici

Questo ciclo di storie è ambientato durante gli anni da me trascorsi all'università, e questo racconto - ovviamente - non fa eccezione.
Come ogni bravo ragazzo, oltre che prendermi i miei sani spazi di puro divertimento, studiavo e cercavo di portare a casa il miglior risultato possibile. Ovviamente questo non era sempre possibile, vuoi perché la materia era ostica, vuoi perché c'era Giulio in casa che amava particolarmente ronzare intorno al mio culo, vuoi perché finivi molto spesso a studiare con le persone sbagliate, insomma non era per niente facile dare il meglio di se.
Questo è ancor più vero quando, per inesperienza, ti circondi di persone poco affidabili o al limite del balordo.
Ovviamente tutto ciò è capitato anche a me. Avevo conosciuto, proprio il primo anno di Università, un ragazzo del basso Lazio di nome Santino; era un tipo tutto particolare e anche lui come me, aveva approfittato della lontananza da casa per vivere altre esperienze.
L'unico problema era che, mentre le mie esperienze erano finalizzate alla scoperta di aspetti meno consueti della sfera sessuale, le sue erano orientate verso feste, consumo di alcool e uso di droghe più o meno ricreative.
Personalmente non sono mai stato favorevole a questo genere di sballo ... la vita è già così breve di suo che non vale la pena di accorciarla ulteriormente. Molto meglio scopare che drogarsi o sbronzarsi.

Quel lunedì ero particolarmente giulivo, mi sentivo eccitato e su di giri, e mi sembrava di camminare sulle nuvole. Gli amici (incluso Santino), pensavano che avessi "rimorchiato" qualche nuova ragazza; invece la domenica prima avevo vissuto una esperienza davvero esaltante facendomi rompere il culo da due uomini.
Me li ero goduti insieme Giulio e Christoff - un suo giovane collega di lavoro di origine francese, che avevamo convinto a partecipare al nostro festino - ed era stata una scopata eccezionale, di quelle da segnare sul calendario e da festeggiare come ricorrenza. Mi ero fatto impalare, senza problemi e inibizioni di sorta, da entrambi e avevo gustato la loro sborra come se fosse nettare.
Insomma quelli erano giorni veramente felici e pensavo che nulla potesse rovinare una settimana cominciata così bene.
E invece no! proprio un paio di giorni dopo accadde un fatto che mi fece incazzare di brutto, da un lato, e divertire come un matto, dall'altro. Si, perché la vicenda ha un risvolto comico (oltre che morale), abbastanza inaspettato.
Io e Santino avevamo trascorso l'intero week-end, ad eccezione della domenica (per il motivo di cui vi ho parlato sopra), a preparare relazioni ed altro materiale in vista di un importante incontro tra noi e il docente, al fine di ottenere il via libera per sostenere un importante esame. Era, quindi, vitale partecipare entrambi a tale colloquio che si sarebbe tenuto il martedì mattina dalle ore dieci alle ore tredici.
Il lunedì era servito per mettere insieme tutto quanto e per prepararsi al meglio per l'appuntamento. Io ero ancora sovraeccitato dal festino di domenica, ma cercavo di dissimulare e di mantenere un certo contegno.
"Allora, sei pronto per domattina?", gli chiesi "Guarda che dobbiamo essere puntuali per metterci in lista; domani ci saranno almeno altri dieci gruppi che vorranno parlare con il prof, e noi dobbiamo essere tra i primi".
"Certo, lo so benissimo", mi rispose con una certa sicumera Santino "Guarda che non è la prima revisione che facciamo".
"Lo so benissimo, sono mesi che stiamo dietro al culo del professore", dissi in tono scherzoso "Però, non sò perchè, ho come il presentimento che domani andrà tutto a puttane!".
"Sei un disfattista; sono sicuro che domani andrà tutto bene, e tu potrai festeggiare alla grande con la tua nuova misteriosa ragazza. A proposito, ma chi è?".
"Lascia perdere la ragazza del mistero e concentrati", gli feci, cercando di deviare il discorso. "Allora riepiloghiamo: domani a che ora verrai all'appuntamento?".
"Alle otto in punto, così aspettiamo insieme l'arrivo del prof".
"Molto bene, se arrivi in orario facciamo colazione insieme in quel bar dove c'è quella cameriera che ti piace tanto. Offro io!".
Ci salutammo e mi incamminai verso casa. Tutto il materiale da presentare al docente lo avrebbe portato lui l'indomani.
Era oramai notte e, mentre percorrevo la strada illuminata dai lampioni, mi sovvenne un pensiero terribile, ovvero quello di aver fatto una colossale cazzata. Di santino non ci si poteva fidare gran ché, forse non era stata una grande idea lasciargli in custodia tutti quei documenti.
Poi però scacciai tale nefasto presagio, riflettendo sul fatto che eravamo entrambi sulla stessa barca e, quindi, anche lui doveva sentirsi in qualche modo responsabilizzato.
Arrivai a casa. Giulio era già a letto, potevo sentirlo russare, così mi diressi anch'io in camera e mi misi a letto.
"Se non ci fosse stato questo impegno per domani mattina, mi sarei infilato nel letto di Giulio", pensai. Ma poi lasciai perdere e mi voltai dall'altra parte.
Il mattino dopo mi svegliai presto, salutai il mio coinquilino e uscii di casa. Arrivai in centro di buonora e mi segnai in lista, poi aspettai l'arrivo di Santino.
Le otto diventarono le nove, senza che lui si presentasse. "Vabbè, adesso arriverà, meglio tardi che mai", pensai.
Poi arrivarono le dieci e arrivò anche il prof. Al ché fui preso da un crescente senso di preoccupazione. "Dove cazzo sarà finito quell'idiota".
Così presi un gettone (i telefoni cellulari erano ancora per pochi ricchi), e tentai di telefonare a casa sua. Mi rispose Antonio, il ragazzo con cui divideva l'appartamento.
"Scusa se ti disturbo, ma avrei necessità di parlare con Santino. E' ancora lì?".
"Veramente no", fece lui "A dire il vero non lo ho proprio visto stamani; probabilmente starà venendo lì da te".
Così riagganciai il telefono e continuai ad aspettare; tuttavia avevo la netta sensazione di averlo preso ben bene su per il culo, e non certo nella maniera che piaceva a me!
Arrivarono le dieci, poi le undici e infine mezzogiorno, finché all'una del pomeriggio il professore e i suoi assistenti chiusero la porta dell'aula e andarono via.
Io ero combattuto tra due sentimenti: la disperazione e la rabbia. Non sapevo cosa fare, così continuai a star li seduto ancora per qualche minuto con la testa tra le mani.
"Giuro che quando lo vedo lo ammazzo", pensavo, incazzato come non mai. Poi, ad un tratto, lo vidi arrivare mogio mogio, tutto curvo e senza la documentazione.
"Dove cazzo sei stato?! Stronzo! sono stato qui ad aspettarti tutta la mattina come un coglione. Per colpa tua e del tuo ritardo possiamo dire addio all'esame", gli dissi urlando. "Ti auguro di avere una buona scusa per quello che hai combinato!!!".
"Scusa, ma mi fa ancora male il culo", disse lui sottovoce.
"Come sarebbe che ti fa male il culo; che cazzo stai dicendo?".
"Abbassa la voce per carità. Ti ricordi ieri? Ci siamo lasciati e io ti dissi che sarei venuto stamani; poi sono andato a casa, ma non avevo sonno, così sono uscito a passeggiare un po' e sono entrato in un locale molto carino che si trova lungo Viale Roma".
"E allora?", lo incalzai.
"Si, insomma, entro e mi prendo una birra, poi vedo quelle due fiche imperiali sedute al tavolo. Così vado da loro per offrirle da bere, e quelle ci stanno, capito?".
"Sinceramente no! che cosa è successo?".
"Parliamo per un bel po', dopo di che quelle due stangone straniere mi propongono di seguirle a casa di una di loro per farci una bella scopata a tre".
Non so perché, ma questa cosa mi suonò parecchio famigliare.
"Le ho seguite nell'appartamento e mi hanno fatto entrare in camera da letto, mentre loro sono andate in bagno a spogliarsi; così ho pensato di svestirmi anche io e di mettermi nel letto. Poi sono tornate tutte e due completamente nude e, in quel momento, ho capito di essere nei guai fino al collo".
"Non capisco, perché eri nei guai?".
"Perché non erano due donne, ma bensì due trans brasiliani, con due cazzi da guinnes dei primati, duri come il cemento armato. Così, a quella vista, ho tentato di scappare buttandomi dalla finestra, ma eravamo al terzo piano; loro mi hanno agguantato e me ne hanno fatto di tutti i colori e di tutti i sapori!".
"Cioè?", gli faccio con una faccia che non riusciva a tradire un misto di stupore e soddisfazione per la lezione che aveva dovuto subire.
"Cioè mi hanno fatto un culo così! mi hanno preso entrambi: uno mi ha ficcato la sua nerchia nella gola e l'altro mi ha aperto il culo, per poi scambiarsi di posto. Poi mi hanno imbavagliato, legato mani e piedi e mi hanno scopato a quattro zampe, con uno che mi teneva fermo e l'altro che mi sfondava da dietro".
"Scusa ma non hai tentato di divincolarti?".
"Guarda che quei tizi erano alti e forzuti, con un fisico palestrato, altro che cazzi. Avrei voluto vedere te al posto mio!", fece lui piagnucolando.
Bé, forse io avrei reagito diversamente ad una situazione del genere, ma non era questa la sede per approfondire un discorso di questo tipo.
"Come è andata a finire?"
"E' andata che mi hanno tenuto li legato, mentre loro si divertivano come matti a scoparmi nel culo e a sborrarmi addosso, fino alle dieci di stamani. Poi, dopo avermi insultato e trattato da troia, mi hanno buttato fuori di casa con un calcio nel culo, portandomi via tutti i soldi che avevo".
"E allora che hai fatto? Sei andato alla polizia?":
"Ma che scherzi? Sono andato a casa mia a farmi una doccia e a cambiarmi i vestiti, visto che puzzavo come una capra, poi sono venuto quì ... ".
Non sapevo se ridere o se essere disperato per lui. "Come ti senti adesso?", gli chiesi.
"Meglio, il dolore sta passando. Quei due bastardi per fortuna mi hanno scopato con il preservativo: dicevano che non si fidavano a farlo senza, secondo loro potevo avere qualche malattia ... mortacci loro!".
Sollevato, anche in parte sua, per quella conclusione, pensai di non infierire ulteriormente nei suoi riguardi. Oramai l'incazzera era scemata.
"Va bene, non ti preoccupare, ora pensa a rimetterti. Per la revisione finale della documentazione, vedremo cosa si può fare; magari domani provo a parlare con il docente per vedere se è ancora possibile sostenere l'esame entro questa sessione".
"Grazie per la tua comprensione", mi disse Santino.
"Di niente. A proposito, come hai detto che si chiamava quel locale dove hai incontrato quei due trans?".

scritto il
2018-12-04
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