Mia figlia Sara

di
genere
incesti

Come tutti gli anni, mia madre invitò me e Sara (mia figlia) a trascorrere il Natale a casa sua, tutto ciò era diventata una regola fissa da quando mia moglie a causa di una malattia era morta quattro anni prima nello stesso periodo, di conseguenza questa ricorrenza era particolarmente sentita da tutti noi.

Il mio lavoro di tecnico petrolifero mi aveva portato spesso in giro per l'Italia, e finché c'era sua madre per Sara tutto era andato bene, poi gli ultimi anni li aveva dovuti vivere assieme alla nonna materna, ed ora la mia società mi ricompensava dei sacrifici fatti, con un lavoro d'ufficio alla sede centrale.

Ero veramente felice perché finalmente potevo dedicare molto tempo a mia figlia, Sara era una ragazza meravigliosa magra, alta 1,72 dolce con due grandi occhioni verdi con una chioma castano scuro che incorniciava un volto dolce e pulito, era veramente una bella ragazza.

Acquistai una villetta alla periferia della città per me e mia figlia, il fatto di poter stare con lei conoscerla maggiormente mi elettrizzava, fin da piccolina per lei ero stato il suo idolo, ed anche ora sebbene avesse 18 anni non perdeva occasione di dirmelo e farmelo sentire.

La scelta dei mobili era stata fatta praticamente da Sara, con un gusto e una sobrietà da perfetta padrona di casa, decidemmo pertanto che con l'anno nuovo saremmo andati ad abitarci, sperando nel rispetto dei tempi, relativi agli allacciamenti delle utenze da parte dei fornitori.

La mattina del primo gennaio, entrammo finalmente in casa nostra, Sara volle che la pigliassi in braccio e ridendo come due cretini ci scambiammo un bacio sotto il vischio, mia madre che ci aveva accompagnato rimase colpita dal nostro affiatamento e ne fu felicissima.

Passarono le settimane, e con l'avvicinarsi del compleanno di Sara, le chiesi quale regalo avrebbe preferito, lei espresse il desiderio di passalo con gli amici in un pub del centro pagando anche per loro, accettai a condizione che il sabato lei fosse venuta a cena con me.

Il mercoledì giorno del suo compleanno per Sara fu una giornata impegnativa, parrucchiera, accordi vari con amiche e amici, e alla sera prima di recarsi al pub mi chiamo nella sua camera al piano superiore della casa e disse:
“Papà guardami sono bella?...... mi piace questo vestito mi fa risaltare il culo”

Mi fece ridere e pensai che solo pochi anni prima giocava ancora con le bambole, mentre ora si divertiva a civettare.

Prima che andasse le dissi:
“Tesoro aspetta un attimo che ti do il mio regalo”

Con foga lei lo aprì e quando vide l'anellino con il brillante che aveva sempre desiderato rimase a bocca aperta si avvicinò appoggio le sue labbra sulle mie le schiuse e senti la sua lingua entrare dentro la mia bocca per un bacio che a me sembro bello e lunghissimo, poi con timore e vergogna andò via dicendomi:
“Scusami papà”.

Rimasi come paralizzato, la mia Sara mi aveva colto di sorpresa, non che non avessi gradito il suo bacio anzi mi ero tremendamente eccitato al punto di avere un'erezione, e questa cosa mi fece paura .

Assistetti alla partita di calcio Arsenal-Man.city da SKY poi lessi un libro, verso le undici e mezzo sentii la porta d'ingresso aprirsi, era il mio tesoro che tornava a casa, si avvicinò e disse:
“Papà sei arrabbiato”
la guardai:
“Ma perché amore debbo essere arrabbiato”
“Per come ti ho baciato prima” rispose Sara

“Ascoltami tesoro il tuo bacio mi ha restituito giovinezza e in tutta onestà mi è piaciuto molto”
Sara capii, si sentii sollevata dalle mie parole, cerco la mia mano e si distese vicino a me sul divano.

Mi sentii svuotato, guardai mia figlia si era appisolata con la testa appoggiata al cuscino, le gambe sopra le mie nella penombra dei faretti a soffitto era particolarmente bella, rassomigliava molto a sua madre, le mie mani, da sopra il vestito si muovevano delicatamente sulle sue gambe, in un lento massaggio facendo frusciare il nylon delle calze contro la stoffa della gonna.

Il vestito nel muoversi era risalito non poco, mostrando la cucitura del collant, cercai di allontanare dalla mia mente, alcuni pensieri pericolosi e non proprio paterni che nel frattempo mi stavano sorgendo, ma non potei fare a meno di sollevarle leggermente la gonna e guardare sotto.

Nel fare questo provai un senso di vergogna, ma la libidine e la curiosità di violare le intimità di mia figlia era nettamente superiore all'imbarazzo e al senso del pudore.

Sara indossava un paio di mutandine bianche che i collant chiari non riuscivano a nascondere, e una adombra-tura scura sul monte di venere lasciavano trasparire la completa trasformazione da fanciulla in donna.

Mia figlia si mosse, si stiro tutta, si alzo dal divano mi sorridendo si chinò su di me mi bacio sulla bocca, e disse: “Papà vado a letto sono stanca“

Non ci giurerei ma ebbi l'impressione che lei si fosse accorta della mia-esplorazione-.

Il sabato fu una giornata movimentata per Sara, telefonò alle sue nonne dicendo che alla sera l'avrei portata al ristorante, era tutta eccitata......ed io la volevo stupenda e bella le dissi:
“Amore questi sono cinquecento euro vai a comperarti qualcosa per stasera”

Sara felicissima chiamò la sua amica Betta e si accordarono per andare a fare gli acquisti.

Tornarono nel tardo pomeriggio, Sara volle che vedessi cosa si era comperata e mostrandomi una scatola disse:
“Guarda Papà” dentro c'era un completino avorio della Perla con tanto di reggicalze ed aggiunse:
“Questo me lo metto stasera” e mi diede un buffetto sulla guancia sorridendomi con aria maliziosa.

Salimmo in auto Sara era veramente graziosa il vestito che si era comperata era giovanile e nello stesso tempo elegante, le sue gambe lunghe ed affusolate fasciate dal nylon delle calze e le scarpe con il tacco molto alto la slanciavano moltissimo, sebbene io fossi alto 1metro e 85 poco mancava che mi superasse in altezza, con la coda dell'occhio la guardai e constatai che mia figlia era una gran bella ragazza, in quel momento dentro me ritornarono i vecchi pensieri tremendamente libidinosi avuti in precedenza e dovetti fare un lungo respiro per annullare quelle sensazioni.

Parcheggiai il SUV nel vialone centrale di Milano Marittima, scendemmo e prima di andare al ristorante passeggiammo guardando le vetrine del centro cittadino, passando davanti ad uno specchio Sara si fermo mi prese sottobraccio e sentenziò:
“Però papà facciamo una bella coppia sei cosi giovanile che dimostri al massimo 30 anni”.

Nel frattempo un'anziana signora ci passo accanto e rivolgendosi al marito disse:
“Guardali come sono belli fanno tenerezza ”
Io e mia figlia ci guardammo e ci mettemmo a ridere.....poi istintivamente avvicinammo i nostri volti, le labbra delicatamente si sfiorarono, si toccarono....ebbi un erezione Sara guardandomi negli occhi disse:
“Papà sento qualcosa di strano e cominciò a ridere”

Poi aggiunse:
“Credo sia meglio che andiamo al ristorante che ne dici? il suo sorriso fu un misto di ironia e delicatezza “

Non mi ero mai sentito in imbarazzo come in quel momento senza dire una parola e amareggiato per la figura fatta c'incamminammo verso “la Lampara” noto ristorante della costa romagnola.

Mangiammo bene, Sara fu corteggiata dal figlio del proprietario e ossequiata dal cameriere, la cosa mi piacque potevo vedere Sara all'opera, civettare..... provai una sensazione di gelosia ed eccitazione contemporaneamente, vedere altre persone sbavare per lei mi eccitava.

Rimanemmo per un certo periodo a chiacchierare con il proprietario, poi c'incamminammo verso l'auto, Sara era esultante lo si vedeva dal volto e sorridendo con aria felice disse:
“Papà è stata una serata bellissima mi è piaciuta moltissimo, ne rifaremo ancora? “
“Dai!!! papà dimmi che usciremo ancora insieme, mi piace stare con te mi sono sentita una signora, sai che il cameriere credeva fossi tua moglie.”
Salimmo in auto e considerato che era ancora presto per andare a casa chiesi,
“Sara terminiamo la serata in un piano bar?”
Come un invasata rispose:
“Siiiiiiii!!! piano bar, piano bar, piano bar....... papà sei meraviglioso ti amo”.

Il “Saloon Kitty” era il piano bar più conosciuto della zona.

Entrammo e Gigi appena mi vide mi venne incontro sfoderando un sorriso “Salve Ingegnere come va? era un pezzo che non veniva da noi”
Ci scambiammo i soliti convenevoli, poi aggiunsi:
”Gigi io e mia figlia vorremmo sentire un po di buona musica”

Gigi con molta professionalità mi accompagnò in un tavolino appartato e disse
“Bella ragazza complimenti ingegnere”
Mi scappò da ridere e gli dissi
“Guarda Gigi che questa è veramente mia figlia”
Molto imbarazzato Gigi si scusò e ritorno all'ingresso.

Tornando al tavolo raccontai l'accaduto a Sara, lei rise con gusto.
”Papà qua mi scambiano per tua moglie o per la tua amante allora abbracciami”

La serata era dedicata alle canzoni di Frank Sinatra il pianista aveva una voce molto bella e calda, l'atmosfera era rilassante tanto che Sara appoggiò la sua testa sulla mia spalla mi prese la mano, mi guardò con amore.

”Papà ti voglio bene”
e si strinse maggiormente contro me.

Il suo corpo cosi vicino al mio mi elettrizzo e mi fece sentire orgoglioso di essere suo padre, quella sera Sara bevve più del dovuto ed arrivai al punto di dire:
“Ora basta bere tesoro, si è fatto tardi ed è ora di ritornare a casa.”

La sostenni per tutto il tragitto fino alla macchina, l'aiutai nel farla salire le tolsi il pellicciotto, misi in moto l'auto e ritornammo a casa.

Sara era ancora intontita dai fumi dell'alcool, tanto che una volta parcheggiata l'auto. la presi in braccio e la portai in casa, con fatica salimmo in camera sua, l'adagiai sul letto con l'intenzione di spogliarla per la notte, era una situazione intrigante ma molto erotica tornarono i cattivi pensieri e come avevo fatto alcune sere addietro le sollevai la gonna fino alla vita, lo spettacolo che mi si presentò fu meraviglioso, finalmente potevo vederle, le cosce, il ventre piatto, il monte di venere, i peletti neri che uscivano lateralmente dalle mutandine senza la barriera velata dei collant.

Dopo aver sganciato le calze dal reggicalze le feci arrotolare lungo le gambe e le sfilai lentamente, istintivamente le baciai i piedi i polpacci per risalire fino alle ginocchia, incontrai la candida e profumata pelle delle cosce per arrivare fino al punto dove le gambe si congiungevano e formavano un leggero provocante promontorio, posai le mie labbra sul profumato tessuto di seta delle mutandine, e in quell'istante sentii la mano di Sara appoggiarsi alla mia nuca e spingere in direzione della sua vagina era cosciente la sensazione fu meravigliosa quando la senti dire:
”Papà amore ti amo”.

Scostai leggermente gli slip e cominciai a leccarle le grandi labbra, insinuai la lingua dentro la sua fessura leccai il clitoride fino a che la sentì gemere di piacere, lubrificai le pareti della vagina con la mia saliva un sapore salato mi entrò in bocca erano gli umori di Sara.

Il solo pensiero che stavo leccando la figa di mia figlia mi eccitò talmente tanto che fui sul punto di venire più volte.

Sara mi teneva sempre la testa fra le mani gemeva divaricando le gambe al fine di facilitarmi il compito, e incitandomi diceva :
“Dai Papà cosi mi piace!!! sei un maiale,un animale stai leccando la figa di tua figlia”
Queste parole ebbero l'effetto di centuplicare la mia libidine e le risposi:
“Si troia, e fra poco ti chiaverò lurida puttana”

La senti dire con voce eccitata e stridula:
“Papà mi fai morire siiiiii!!!! come mi piace dai papà ti prego, ti prego voglio il tuo cazzo in bocca subito, subitooooo!!”

Cambiai posizione, e le sue mani s'impossessarono del mio uccello, magistralmente Sara cominciò a succhiarlo e leccarlo lavorava con la punta della lingua l'avvolgeva percorreva con la lingua tutta la sua lunghezza poi apriva la bocca e l'ingoiava fino alla radice per poi ricominciare daccapo, le sue dita palpavano ed accarezzavano i miei testicoli per poi succhiarli e leccarli.
Rimasi sorpreso, meravigliato da tanta maestria.....con decisione la fermai
“Tesoro fermati ti prego altrimenti vengo”

Le tolsi la camicetta e comparve il petto coperto dal reggiseno dello stesso colore delle mutandine le apri il gancetto e le due efebiche coppe di carne finalmente libere da impedimenti si mostrano in tutta la loro bellezza con le mani accarezzai i piccoli globi di carne e vi posai sopra le mie labbra i capezzoli rosati s'inturgidirono cominciai a succhiarli e a morderli ma Sara mi fermò dicendomi:
“Papà ti prego per favore non lasciarmi dei segni altrimenti se ne accorge il mio ragazzo”

Ebbi un moto di stizza, il solo pensiero che mia figlia si facesse toccare, baciare da un altro m'infastidii e che poi violasse il suo corpo mi mandò il sangue in ebollizione, ero geloso.....Si!! ero geloso di mia figlia.

Le sali sopra appoggiai la mia verga alla sua pancia lei capi che era giunto il momento mi sorrise e nascose il suo volto nel mio petto come a volersi vergognare, ma capii che il suo era tutto un gioco molto eccitante, la baciai la mia lingua entro dentro la sua bocca e fu il bacio più intenso e più voluttuoso che diedi in mia vita.

Alzai leggermente il bacino e posizionai il pene all'ingresso della fessura di mia figlia, con molta delicatezza e lentezza entrai in lei, Sara aveva gli occhi chiusi e la bocca era semiaperta, la senti dire “Papà e grosso ahhh!!!”
“Si papà cosiii dio mio, com'è grosso”

Spinsi il mio attrezzo fino in fondo, lui si apri la strada fra le tenere carni del suo utero, l'apertura vaginale era liscia e moderatamente umida si schiuse come un'ostrica, e senti il calore della dolce morsa avvolgere il mio pene, la sensazione fu bellissima, il solo pensiero che stavo violando la pancia della figlia che diciotto anni prima avevo concepito mi portò alla soglia del godimento.

Prima con delicatezza, poi sempre con più impeto affondai il pene dentro il suo utero, il ritmo cadenzato e regolare fece si che la lubrificazione della vagina di Sara diventasse ottimale, nel marasma di questi dolcissimi momenti lei raggiunse il massimo dell'eccitazione, e con voce appassionata, mi sussurro:
“Papa sono felice che tu sia dentro me, non voglio più stare con il mio ragazzo, voglio solo te, voglio che tu mi metta incinta, voglio il pancione”.

Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e i gemiti iniziali di mia figlia si stavano trasformando in godimento puro, le sue gambe ora avevano circondato i miei fianchi e mi attanagliavano in una morsa vigorosa le reni, il suono cupo degli inguini che si urtavano si toccavano facevano da contrapposizione agli urli di Sara.

La sensazione stupenda di essere dentro a mia figlia, di possederla, di sapere che era mia e che potevo fare con lei tutto quello che volevo, aumentava a dismisura la voglia di farla godere, assaporavo ogni attimo di quel momento, la sua pelle fresca e profumata, l'elasticità dei suoi seni, l'odore del suo sesso, mi faceva letteralmente impazzire, e dovetti rallentare diverse volte per non eiaculare, ma alla fine non resistetti più.

Sentii l'urlo e l'irrigidimento del corpo di Sara e capii che anche lei aveva raggiunto l'orgasmo, a quel punto con un rantolo disumano riempii di seme la sua pancia....per un attimo ripensai alle frasi dette da lei sicuramente dovute all'eccitazione, e il panico s'impossessò di me, sebbene lo scenario di Sara con il pancione mi affascinasse le conseguenze sarebbero state a dir poco disastrose e troppo compromettenti.
Stremati ci accasciammo sul letto il mio tesoro era con gli occhi chiusi e le gambe oscenamente divaricate un rivolo di sperma fuoriusciva dalla sua vagina, i vestiti erano sparsi per la stanza, presi le sue mutandine le annusai per sentirne l'odore poi con le stesse mi asciugai la verga e le pulii la fessura.
Mi avvicinai le accarezzai i capelli poi le dissi “Amore dormiamo assieme lei annui ci coprimmo e ci addormentammo.

Ci svegliammo alle dieci di mattina con il suono del telefono, era mia madre che voleva sapere come era andata la cena, lei e Sara parlarono per una mezzoretta, la senti ridere ed incensarmi di complimenti.

Aspettando il suo ritorno pensai alla notte di follia che ci aveva coinvolto in un rapporto per quanto bello pur sempre incestuoso e mi chiesi se fosse la cosa giusta continuare su quella strada il timore di fare una cosa sbagliata mi tormentò....i pensieri si accavallarono in un susseguirsi d'immagini dolci e sensuali e quando sentii le labbra di mia figlia posarsi sul mio collo ci guardammo e i sensi di colpa che aleggiavano in me sparirono in un attimo, lei mi prese la mano ed io la seguii docilmente verso un altro round verso un nuovo capitolo di una storia complicata ma bellissima.

Lungo il viale correvano due strisce d'erba, ancora verdi nonostante fosse dicembre inoltrato ai lati, due file di alberi finivano dove la strada asfaltata incontrava un viottolo privato, alcuni filari di sempreverdi raccattavano le foglie morte, cadute da una selva di rami spogli.

La giornata era leggermente fredda il passo leggero e veloce di Sara sembrava sfiorare il terreno umido e profumato di muschio fresco, la villetta comparve all'improvviso immersa nella fievole foschia di un inverno ormai prossimo, Sara si voltò e mi sorrise:
“Papa credo che sia questa la casa della zia Clara ”

Le chiavi aprirono la porta, l'interno curato e ricercato lasciarono intuire il buongusto di mia cognata il grande soggiorno era in puro stile etnico e ci sentimmo subito a nostro agio fra quelle mura di questa antica dimora dalle molte stanze.

La ricerca di un ambiente per festeggiare in gruppo il prossimo capodanno ci aveva portato sulle colline dell'entroterra romagnolo.

Mia figlia si era entusiasmata per questa ricerca del luogo e di tutto quello che girava intorno a questa festa pur non conoscendo le persone che avrebbero partecipato in quanto conoscenze mie e di sua madre di vecchia data, accettando di partecipare incondizionatamente (come si suol dire a scatola chiusa).... al punto di trascurarne anche lo studio, la sua grande vitalità mi aveva condizionato e la mia indulgenza le aveva permesso questo suo comportamento non abituale sapendo che poi avrebbe recuperato in breve tempo.

Come una bambina felice cominciò a fantasticare su come organizzare la serata come gestire la musica, la disposizione dei vari addobbi natalizi, s-variando da un punto all'altro della casa con una maestria raffinata, rimasi affascinato dalla sua dinamicità con un sorriso la chiamai e lei ancheggiando con aria divertita si avvicinò a me e disse:
“Papa cosa vuoi dalla tua piccina”

Sapeva divertirmi e divertirsi anche con le battute più innocenti aveva assunto dopo il consolidamento del nostro rapporto una mimica e un' autoironia che riconoscevo solo in parte mia, era comunque una degna attrice di circostanze comiche e di vita, relazionate al momento ed alla situazione magica che stavamo vivendo.

La gonna lasciava scoperte solo in parte le gambe lunghe ed affusolate la forma fisica di Sara ricordava molto la bellezza delle statue greche, la baciai sulle labbra trasgredendo al patto che certe effusioni sarebbero avvenute solo dentro le pareti domestiche ma dal momento che oltre a noi non c'era nessuno abrogai in questo caso quella regola per dare sfogo alle mie voglia di maschio eccitato il profumo di sano di pulito dei suoi capelli riempii le mie narici dandomi un senso di dolce appagamento.

L'interno della casa era piuttosto freddo perciò usufruendo di alcuni ciocchi di legna vicino al camino accesi un fuoco e nello spazio di poco tempo l'aria si temperò mitigando la temperatura e creando un alone di calore invitante.

Sara sentii il bisogno di essere coccolata si sedette sul divano accanto a me e con malizia volle che la cingessi in un abbraccio che aveva poco di paterno.....guidò le mie mani affinché accarezzarono le forme dei fianchi, lasciò che le mie esplorazioni si concentrassero sulle parti più sensibili del suo corpo agendo in profondità nelle sue parti intime aprendosi e aprendo le sue gambe affinché la stimolazione dei suoi genitali le provocasse piacere.

Erano già diversi mesi che il nostro rapporto padre/figlia continuava senza subire particolari scossoni, con l'eccezione di un ritardo nelle mestruazioni di Sara nel mese di Settembre il che, ci aveva messo in crisi (Sara molto meno, anzi quasi nulla) pensando ad un'eventuale gravidanza, l'abitudine di venirle dentro la pancia riempendola di sperma tutte le volte mi aveva condizionato al punto di rischiare continuamente....egoisticamente mi piaceva travasare il mio seme dentro il suo utero e godevo al solo pensiero di vederla con il pancione....ma la paura, il timore e la vergogna mi assalivano ogniqualvolta si presentava il sospetto di poter essere scoperti, facendomi ripromettere di non sfidare cosi apertamente la fortuna....... spinsi affinché Sara si rivolgesse al suo medico che la ponesse in condizione di proteggersi con l'uso di anticoncezionali.

La masturbazione di Sara si concluse con un sospiro languido e profondo un bacio appassionato fra di noi suggellò la sua felicità, le sue calze erano smagliate sulla cucitura dell'inguine per il continuo manipolare delle dita sopra il nylon, le macchie nelle candide mutandine all'altezza del cavallo erano la prova del suo godimento.
“Papà prima di ritornare a casa fermiamoci nel paesino qua sotto a mangiare mi è venuta fame da lupi”
“Ok tesoro facciamo come vuoi tu”

Parcheggiai davanti all'unica pizzeria del paese, Sara dopo essersi ricomposta si cambiò al volo le calze con quelle che teneva nel portaoggetti dell'auto senza aver ecceduto nel trucco con un viso pulito e cosi giovanile dimostrava almeno tre anni in meno dei suoi diciotto anni.

Era veramente bella mia figlia, la sua voglia di vivere, di provare cose nuove, nuove emozioni, nuovi giochi la rendevano una continua e magnifica scoperta..... le sue confessioni sul sesso su quello che provava per me, di quando si era innamorata la prima volta, a che età era stata sverginata, non erano più un segreto, tutte queste informazioni richiedevano comunque uno scambio reciproco di dati che mi avevano portato a metterla a conoscenza di cose molto personali e di peccatucci a volte inconfessabili.

Ci sedemmo e mangiammo tranquillamente. La nostra conversazione non avvenne come al solito ovvero.... nascondendo la nostra consanguineità.... ma come padre e figlia, la cosa mi lasciò per un attimo perplesso ma poi capì subito che nella testolina di mia figlia stava maturando un qualcosa che mi fece sorridere ed eccitare contemporaneamente.

Alcuni ragazzotti del luogo seduti proprio davanti a noi la stavano osservando e sebbene un leggero stato d'imbarazzo dovuto alla mia presenza facesse svariare i loro sguardi in altre direzioni i loro occhi cadevano sovente sulle gambe di mia figlia leggermente dischiuse.

Mi resi conto del gioco che lei stava facendo e sottovoce le sussurrai:
“Sara questi li fai morire”
“Ma papà mi piace giocare con questi bambinoni”

Ci guardammo in faccia e ci facemmo una risata, la sua frase coincise con una mossa che poteva sembrare innocente ma che studiata appositamente le fece spalancare le gambe mostrando tutto quello che c'era da vedere sotto la gonna, questo giochino durò per un tempo breve ma che però ripetuto più volte fu più che sufficiente ad eccitare (ed in alcuni di loro anche piuttosto vistosamente) il gruppetto di giovani locali.

Uscimmo ridendo eccitati e una volta a bordo dell'auto al riparo da occhi indiscreti ci baciammo la voglia di possederla era fortissima, l'eccitazione che era riuscita a darmi dentro il locale mi portò a considerare l'eventualità di continuare queste nuove esperienze in altri luoghi con sistemi e metodi diversi, mi piaceva pensare a mia figlia come un oggetto sessuale, mi piaceva immaginare le facce eccitate bramose di uomini desiderosi di allungare le loro mani sul suo giovane corpo, tutte fantasie che mi portarono ad avere una vigorosa erezione.

La fine dell'anno era prossima e Sara come sua consuetudine si dannò l'anima per sistemare le cose come voleva lei, era stata perfetta da vera padrona di casa i nostri ospiti rimasero colpiti da tanta meticolosità e furono prodighi di complimenti nei suoi riguardi.

Il gruppo di amici era limitato ad una ventina di persone non tutte accoppiate, alcuni erano single e facevano parte di una ristretta cerchia di amici conosciuti anni prima (tramite mia moglie) perché dedite allo scambio di coppie, amicizie coltivate dalla mia compagna che li frequentava assiduamente nonostante le mie assenze per motivi lavorativi conglobando insieme amicizia e svago sessuale.

Sebbene mia figlia fosse l'unica ragazza giovane del gruppo dimostrò di sentirsi a suo agio con i conviviali le cui età spaziavano dai 35 ai 50 anni, lasciandola però incuriosita di come fosse possibile che la familiarità che esisteva fra loro li portasse ad avere un rapporto anche molto intimo al punto di non lesinare baci e carezze più del dovuto.

Tutte domande che in un secondo tempo quando il suo sospetto diventò certezza mi vennero sciorinate chiedendomi delucidazioni su queste persone.....in un primo momento fui evasivo e nascosi l'imbarazzo che le sue domande mi stavano creando.... anche perché sarebbe venuta a conoscenza di cose che riguardavano i suoi genitori e la cosa non mi piaceva affatto.

Ma a quel punto ritenni che le fosse dovuta una spiegazione più accurata del piccolo mondo che in quel momento le girava intorno e dei peccatucci miei e di sua madre avuti quando lei era ancora piccola e continuati fino all'età' preadolescenziale.

Dopo che le fu fatta una perfetta descrizione della relazione intercorsa fra noi e loro Sara ebbe un attimo di smarrimento e con aria interrogativa mi chiese:
“Ma papà cosa vuoi dire che loro si sono fatti tutti quanti la mamma?”

Non risposi ma il mio silenzio fu come un affermazione.
Incredula e sbigottita ripropose la domanda sillabandola.
“Ma la mamma se la sono sono chiavata tutti quanti?”

Questa volta non mi nascosi dietro la barriera del silenzio e le risposi:
“Si tesoro la mamma in quegli anni era molto bella e provocante e quello che doveva essere il gioco di una sera si trasformò in uno svago duraturo e continuativo, ci fu un accordo fra di noi di libertà reciproca senza comunque intaccare la sfera famigliare e soprattutto nel rispetto di quello che era il frutto della nostra unione ovvero te”.

Sara ascolto molto attentamente le mie parole e a bruciapelo mi domandò:
“Ma tu e la mamma vi amavate?”

Fui colto di sorpresa da questo suo quesito e le risposi:
“Si tesoro io e la mamma ci amavamo molto però facevamo parte di quella generazione che considerava la promiscuità un antidoto alla noia e alla routine quotidiana”.

Sara si allontanò per alcuni minuti chiudendosi in una delle stanze al piano superiore lasciai che meditasse in solitudine su quello che le avevo riferito e raggiunsi gli invitati facendo buon viso nonostante il mio pensiero fosse rivolto a mia figlia.

Cercai di accodarmi ai loro discorsi e mitigai il leggero malessere che mi aveva attanagliato brindando all'anno che sarebbe venuto.....quando improvvisamente la porta a vetri del soggiorno si apri, Sara si presentò fasciata in un abito corto nero e mozzafiato le lunghe gambe coperte dai collant scuri risaltavano per la gioia degli occhi, le scarpe con il tacco alto le faceva superare di gran lunga l'altezza media dei presenti, i capelli corvini facevano da cornice al suo ovale perfetto e completavano un immagine di donna desiderabile e desiderosa di attenzioni.

Mi avvicinai a lei fra il brusio generale di approvazione dei presenti le sussurrai :
“Cristo quanto sei bella Sara”
“Grazie papà”

Ci spostammo da una parte e le chiesi come si sentisse ora con aria serena disse:
“Ok papà se tu e la mamma avevate voluto fare cosi e a voi stava bene...non ho certo io il diritto di criticarvi e poi papà se la mamma fosse ancora la mondo non so se approverebbe che io e te bhe!! dai ci siamo capiti”

La serata passò in allegria e quando la mezzanotte segnò l'inizio dell'anno nuovo cominciarono i brindisi e i festeggiamenti inutile dire che mia figlia fu l'oggetto delle attenzioni di tutti quanti, in particolar modo un invitato ultra cinquantenne che avevo conosciuto quella sera e che tutti chiavano il “dottore” era venuto alla festa accompagnato da una donna non più giovane e si era dato un gran daffare per rimanere sempre nell'orbita di Sara.

Forse l'eccesso di alcool condiviso da un leggero stato di stanchezza mi fecero crollare sul divano e per un tempo seppur breve persi la cognizione del tempo e della realtà.

La musica rimbombava dentro la mia testa quella che sembrava una rimpatriata fra vecchie conoscenze si rivelò un ritorno all'antica, incuranti delle persone che volevano festeggiare tradizionalmente l'anno nuovo, alcune coppie presenti si suddivisero gli angoli e le stanze della casa con lo scopo di appartarsi e forse per abitudine o per desiderio sessuale nello spazio di un breve tempo tutti scomparvero dalla mia vista con il medesimo scopo.

Fu in quell'occasione che mi accorsi che alcuni uomini stavano trascinando Sara intontita dai fumi dell'alcool e controvoglia verso una camera da letto, cercai d'alzarmi dal divano ma feci fatica a stabilire una parvenza di stabilita... ricordo il pianto disperato di mia figlia sdraiata sul letto i suoi singhiozzi riempire la stanza, e la preghiera disperata di lasciarla stare era una litania continua non presa minimamente in considerazione da loro, la gonna del vestito le era stata sollevata oltre la vita e le mani bloccate da uno degli energumeni la rendevano indifesa e vulnerabile, il petto messo a nudo perché privato dalla parte superiore dell'abito era l'oggetto del desiderio di uno di loro e mentre il reggiseno strappato penzolava dalla testata del letto l'uomo si divertiva a martoriarle i seni e i capezzoli morsicandoli e baciandoli lasciandogli vistosi succhiotti rossastri sui piccoli globi di carne, era la classica scena di uno stupro, quello chiamato il “dottore” dopo averle lacerato le calze all'altezza dell'inguine e sbrindellato le mutandine di seta le aveva allargato le gambe e il suo volto era immerso nell'inguine di Sara le stava leccando la figa con ingordigia e cattiveria le sue mani artigliavano i suoi fianchi per poi pizzicarle con sadismo le candide cosce ricoperte da brandelli di collant strappato che rendevano la scena simile a quella di un film di kubrick... lei implorava di lasciarla stare di non volere questo rapporto e quando mi vide disse:
“Papà aiutami ti prego, digli di smettere ”

I suoi violentatori che ancora non si erano accorti di me parlottando fra loro risero sguaiatamente:
“Smettila non fare tanto la santerellina, pensa che quella vacca di tua madre l'abbiamo scopata in cinque per un giorno intero era talmente piena di sborra che le usciva da tutte le parti, tanto è vero che rimase anche incinta quella troia e dovemmo pagare noi l'aborto e stasera tocca a te ti faremo lo stesso trattamento."

Non so come, ma mi ritrovai fra le mani un attizzatoio del camino cominciai a menare fendenti a destra e a sinistra, quando loro si accorsero del pericolo che stavano correndo scapparono a gambe levate dirigendosi verso le loro auto, non senza prima aver preso la loro dose di legnate.

Il trambusto fece accorrere anche gli altri invitati che resi-si conto di quello che era successo si scusarono per quelle persone e si affrettarono velocemente a lasciare la casa.... il mio nervosismo raggiunse l'apice quando ripensai alla frase detta da uno di loro e mi resi conto in quel momento dell'improvviso distacco avvenuto da quel gruppo da pare di mia moglie.

Con lentezza raggiunsi la stanza dove c'era Sara le sue mani convergevano sul volto in difesa di un pianto nervoso e disperato... quando mi vide tese le sue braccia verso me come fanno i bambini quando sono in preda alla paura e vedono nel genitore l'unica ancora di salvezza.

Ci abbracciammo il pianto e la paura svanirono in un attimo si strinse a me mi guardo in volto e mi bacio appassionatamente, come tante altre volte in un secondo Sara fu nuda allargò le gambe e si preparò a ricevere il mio sesso dentro la sua pancia, forse il nervosismo, la tensione e l'eccitazione (il fatto di avere visto mia figlia seminuda con altri uomini sopra intenzionati a violentarla mi aveva anche eccitato) contribuì ad avere il pene al massimo della sua potenza e prestanza, con lentezza l'affondai dentro l'utero violando la sua femminilità e mentre eseguivo questa operazione osservavo il suo volto non volevo perdermi ogni minima espressione di godimento che le stavo dando, lei si morse il labbro superiore, la sua vagina non ancora lubrificata le stava provocando un certo dolore al punto che disse:
“Papà mi stai sventrando non l'avevo mai sentito cosi grosso e duro”

Mentre la scopavo con irruenza il suo volto era teso, nervoso i suoi gemiti in breve tempo si trasformarono in urli la sua fessura s'inumidii di secrezioni vaginali e il mio pene cominciò a scorrere con più facilità dentro il canale vaginale, dalla sua bocca uscirono parole dolcissime come solo un amante innamorata può dire al suo uomo, la sentivo mia follemente mia, la sua fessura era bollente la mia bocca baciava e succhiava la tenera carne dei seni facendoli vibrare come un fuscelli, Sara era tutto per me, era mia figlia, la mia donna, la mia amante, la mia troia, era la mia vita.
Quando l'orgasmo fu prossimo cercai di estrarre velocemente il mio pene dalla sua pancia ma lei con altrettanta velocità blocco il mio bacino e mi costrinse a venirle dentro la vagina come un mantice aspirò fino all'ultima goccia il mio seme poi esausta si lasciò andare sul letto con le braccia spalancate e con molta calma disse:
“Papà sono nel periodo dell'ovulazione credo che fra non molto diventerai papà e nonno” e si fece una risata abbracciandomi disse cosa desideri essere fra le due opzioni.

Sono passati quattro mesi Sara è incinta i nostri rapporti continuano regolarmente senza intoppi per tutti lei e rimasta in stato interessante da un suo amico che poi non l'ha voluta, ma la verità solo noi la conosciamo e custodiamo gelosamente, non sappiamo come andrà a finire questo legame particolare ed incredibile e quali sviluppi in futuro si potrà avere, per ora siamo felici di vivere cosi con la certezza di due persone che si amano consapevoli però di essere comunque sempre sotto la lente d'ingrandimento delle altre persone.
scritto il
2018-12-08
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