Sesso sfrenato con gli zii
di
Anonima
genere
incesti
“Tesoro perché non vai mai a trovare gli zii? Lo sai che loro ci tengono tanto! E poi adesso che hai 20 anni e la patente, non ci metti nemmeno 10 minuti ad arrivare lì da loro.”
“Mamma ma, niente, va bene ci vado!”
Non avevo il coraggio di raccontare a mia madre il motivo per cui ero riluttante a fare visita ai miei zii, Gino e Rodolfo.
Sono i suoi fratelli minori e da quando è morta la nonna, vivono insieme nella stessa casa e si occupano della terra e degli animali.
Gino ha 35 anni e Rodolfo 37, sono due uomini molto affascinanti e un po’ rudi, uomini di campagna, ed è un po’ di tempo che io sono molto imbarazzata in loro presenza.
La verità è che mi attizzano proprio!!
Gino non è molto alto, spalle larghe e braccia muscolose, capelli scuri e barba leggermente incolta, due occhi neri che sembrano due olive.
Rodolfo invece è alto e più magro, moro anche lui, ha due occhi azzurri che incantano, i baffi e due labbra carnose che molte volte ho immaginato di baciare. “Ecco la nostra bella nipotina!” dissero quel giorno quando andai da loro “Cosa ti offriamo da bere? La vuoi un po’ di torta? E’ uscita ora dal forno!”
“Se c’è, vorrei un po’ di succo d’arancia…”
“Subito tesoro!” fece zio Gino e poi mi accarezzò sulla guancia “Ma come ti sei fatta bella! Ce l’hai il fidanzato?”
“Veramente no zio…”
“E perché no?”
Non sapevo cosa rispondere!
“Secondo me fa troppo la preziosa!” disse zio Rodolfo cominciando a ridere.
“Dai, non parlare così.” gli intimò zio Gino.
“Eh purtroppo ha ragione. Con i ragazzi non mi concedo mai troppo e quindi mi si filano in pochi.”
“Vabbé ma prima o poi dovrai lasciarti andare, no?” Rodolfo mi piaceva ancora di più con quei jeans un po’ strappati e la maglietta sudata, incollata ai suoi bellissimi pettorali scolpiti e agli addominali piatti.
“Io ci provo a lasciarmi andare ma non è facile. Poi i ragazzi della mia età sono, tutti imbranati.”
“Eh mia cara, anche io e lui eravamo imbranati a vent’anni. Ma si cresce. E si impara.”
“Io vorrei tanto imparare.”
“Perché, sei imbranata anche tu?”
“E dai smettila!” fece zio Gino un po’ arrabbiato, ma si vedeva che la conversazione gli interessava perché non era troppo convinto.
“Non ti preoccupare zio. Noi possiamo parlare di queste cose no? Siamo tutti adulti, vaccinati e non più illibati.”
“Come non illibata? Non sei più vergine?” chiese incuriosito zio Gino.
“Eh no.”
“E con chi l’hai fatto?”
“Con il mio ex. Anzi non proprio ex. Diciamo che ci frequentavamo.”
“Ma chi quello alto con i capelli pieni di gel con cui passeggiavi in centro?”
“Si.”
“Ci hai proprio fatto sesso? Hai capito che intendo no?”
“Ma si! Non sono più una ragazzina! L’abbiamo fatto, lui mi ha, presa insomma!”
“Dopo quanto avete fatto sesso?”
“Boh, una settimana credo.”
“Caspita come siete precoci voi giovani d’oggi! Quando avevo io vent’anni la mia ragazza di allora mi fece aspettare sei mesi prima di concedersi.”
“Scemo tu che non sei stato capace di scopartela prima!” ridacchiò Rodolfo.
“In effetti zio sei mesi sono tanti, io non farei mai aspettare così tanto un ragazzo.”
“Ma solo con quello hai fatto sesso?”
“Si….”
“E com’era messo?”
“In che senso?”
“Aaaah Gino, poi dici che io sono morboso, ma ti sembrano domande da fare a nostra nipote?” disse l’altro zio sogghignando.
Io però l’interruppi, la conversazione stava cominciando a piacermi…
“Il mio ex era messo molto bene. Aveva il cazzo grosso e a me piaceva tanto fargli le seghe.”
“Mmmmh, le donne hanno una strana concezione di “cazzo grosso”. Scommetto che non ne hai mai visto uno grosso come il mio!” fece zio Gino.
“Secondo me sono tutte balle che dici per vantarti” dissi io maliziosa, passandomi la lingua sulle labbra.
Zio Gino allora, senza dire una parola, si tolse i pantaloni e le mutande.
Il cazzo uscì fuori già dritto e scappellato. Era enorme! Rimasi a bocca aperta!
“È un cazzo enorme. Non ne ho mai visto uno così. Ma perché sei così eccitato?”
Lui si abbassava la pelle intanto, scoprendo tutta la cappella violacea.
“Tutti i discorsi che abbiamo fatto tesoro. Quando hai detto che hai scopato con il tuo ex, ti ho immaginato nuda, a cosce aperte, con lui in mezzo che ti pompava il cazzo dentro e fuori. Scommetto che anche Rodolfo ci ha pensato, vero?” disse rivolgendosi al fratello.
“Eh si. Anche io ce l’ho duro adesso!”
“Davvero? Ma così mi fare bagnare tutta però!” Ormai avevamo rotto il ghiaccio e potevo dire fino in fondo quello che pensavo, tutte le mie fantasie finora represse.
“Lo vuoi toccare?”
Andai verso zio Gino e gli presi in mano il cazzo, era rigido, pulsante.
Cominciai a fargli una sega, mentre lui intanto mi baciava sul collo e mi accarezzava le tette.
“Mmmmh come sei bella, mi fai arrapare tantissimo, senti com’è duro…”
“Si lo sento, non ho mai preso in mano un cazzo come il tuo.”
Lui mi abbassò la maglietta in modo da scoprire le tette e mi strizzava i capezzoli duri tra due dita.
Anche zio Rodolfo si avvicinò a me e si fece largo in mezzo alle mie cosce con la sua mano ruvida.
“Ci fai vedere la tua fica?”
“Accomodatevi pure…”
Mi scostai le mutandine bagnate in modo da scoprire la fica, che era tutta rasata e profumata visto che io ogni giorno facevo la doccia.
“Hai proprio una bella fica!” disse zio Rodolfo “Ho proprio voglia di farti un ditalino…”
“E fammelo, che aspetti, non lo vedi che sono eccitata, che non aspetto altro?”
Lui cominciò a sditalinarmi la fica mentre zio Gino mi ciucciava i capezzoli e aveva il cazzone sempre più grosso e duro.
Era proprio bravo a fare i ditalini, mi titillava il clitoride gonfio con il dito medio, poi lo prendeva tra le dita e lo stringeva leggermente.
A un certo punto si mise in ginocchio e allargandomi le grandi labbra con due dita, cominciò a leccarmela tutta, molto avidamente., come un cane assetato che beve.
Era la prima volta che qualcuno mi leccava la fica e iniziai a provare un piacere incredibile.
Sentivo una sensazione di umido, di fresco e allo stesso tempo mi sentivo bollente, come se stessi per esplodere.
“Lasciati andare, voglio che godi…” disse zio Rodolfo tra una leccata e l’altra.
Quando capì che stavo per godere, zio Gino mi tolse la mano dal suo cazzo e iniziò a strusciarmelo sulla fica, raccogliendo tutti i miei umori sulla cappella lucida.
“Quanto vorrei scoparti, aaaah. Ti vorrei penetrare tutta fino in fondo, sto per godere, com’è calda la tua fica!”
Anche io mi strofinavo il clitoride sul suo cazzo, andando avanti e indietro con il bacino.
Intanto zio Rodolfo si era alzato e anche lui si era tirato fuori il cazzo, che non era enorme come quello del fratello ma era comunque un bell’arnese, roseo e spesso.
“Prendi in mano il mio adesso! Dai fammi una sega che sto scoppiando!”
Feci come diceva lui e tenere in mano un altro cazzo, ben consapevole che era un incesto e che io ero una porca, mi fece godere dopo poco…
“Vengo! Si vengo godo, aaaaaaaaah! Godoooo!” urlai io e zio Gino mi penetrò leggermente con la punta del cazzo, per sentire la mia fica eccitata che si chiudeva e si apriva, in preda ai sussulti dell’orgasmo.
Quando lo tirò fuori, dopo pochi attimi, sborrò copiosamente e mi sporcò tutta….
Ovviamente non era finita qui…
“Mi piacciono troppo le tue tette, mi fanno venire tanta voglia di giocarci…” disse zio G., leccandomi sul decollete e poi imboccando i miei capezzoli.
“Perché non mi pulisci il cazzo che è tutto sporco di sborra?” mi chiese zio R.
Io mi misi in ginocchio e presi in mano il suo coso che ancora non si era ammosciato, lo leccai tutto, dalla punta fino alle palle e raccolsi ogni goccia di sborra ancora calda.
“Ma che brava porcellina che sei, leccalo anche a lui che ce l’ha ancora in tiro!”
Gino me lo piazzò davanti, strofinandomi la cappella sulle labbra e io spalancai la bocca per accoglierlo.
Lui cominciò a scoparmi la bocca e io ciucciavo, ciucciavo, inebriata dal sapore di maschio. Ogni tanto mi staccavo e davo un’altra leccatina all’altro cazzo, che stava tornando a inturgidirsi.
“Mammamia, nessuna mi ha mai eccitato come te e credimi tesoro, di donne ne ho avute tante!” disse zio R. “Mmmmh, sono buoni i vostri cazzi, mi piace spompinarvi.”
Mentre li leccavo, loro mi accarezzavano le tette e il culo.
Inutile dire che quelle carezze mi stavano infiammando di nuovo…
“Perché non mi scopate?”
“Ma dai, non possiamo! Già siamo andati troppo oltre…” disse zio G.
“Vi prego scopatemi, mamma non lo saprà mai ve lo giuro. Ho una voglia matta di essere riempita dai vostri cazzi!”
Zio R., che nel frattempo era tornato durissimo, fu il primo a scoparmi.
Mi fece mettere supina per terra e si mise le mie cosce sulle spalle, poi, con il cazzo in mano, mi penetrò.
“Oh si zio scopami! Fai scomparire il tuo cazzo dentro di me, ooooh si. È bellissimooo, aaah, spingi ancora, siiiii!”
Le sue palle sbattevano contro il mio culo e io mi sollevai un po’, appoggiandomi sugli avambracci, in modo da vedere il suo cazzo che mi penetrava, una visione stupenda.
Zio G. intanto si era messo dietro di lui, aspettando il suo turno, e si faceva una sega per non perdere l’erezione.
“E dai levati. Ora voglio scoparmela un po’ io!”
“Ok. Però io voglio la sua bocca.”
“Ohhh si dai. Ho tanta voglia di succhiartelo di nuovo, un cazzo in bocca e uno in fica siiiii, Aaaaah”
“Ecco, ti accontento subito, asciugamelo con la lingua.”
Zio R. tolse il cazzo durissimo dalla fica e me lo piazzò in bocca, era tutto bagnato degli umori della mia fica.
“Allarga bene le cosce di nuovo, che ora ti scopo io!” disse zio G.
Non appena mi penetrò, io gridai di piacere! Era grosso e mi riempiva tutto bene, aderiva perfettamente a me.
“Scopami, scopami, chiavami tutta!” dissi a mezza voce mentre continuavo a ciucciare il cazzo di zio R.
Lui mi scopò senza tregua e dopo poco venni di nuovo, portando anche loro due all’orgasmo.
Rodolfo mi riempì la bocca di sborra calda, sembrava non smettesse mai di sborrare e Gino si tolse appena in tempo dalla mia fica.
“Siii sborro. Ti sborro sul buco del culo!”
Così fece e io sentii tre getti caldi che mi bagnavano l’ano.
Che fantastica scopata a tre!
Da allora, quando possiamo, io e i miei due zii continuiamo i nostri incontri trasgressivi, facendo di tutto e di più.
Spero che non ci scoprano mai e soprattutto spero che loro due rimangano sempre single, così che potranno soddisfarmi e insegnarmi tutto sul sesso.
“Mamma ma, niente, va bene ci vado!”
Non avevo il coraggio di raccontare a mia madre il motivo per cui ero riluttante a fare visita ai miei zii, Gino e Rodolfo.
Sono i suoi fratelli minori e da quando è morta la nonna, vivono insieme nella stessa casa e si occupano della terra e degli animali.
Gino ha 35 anni e Rodolfo 37, sono due uomini molto affascinanti e un po’ rudi, uomini di campagna, ed è un po’ di tempo che io sono molto imbarazzata in loro presenza.
La verità è che mi attizzano proprio!!
Gino non è molto alto, spalle larghe e braccia muscolose, capelli scuri e barba leggermente incolta, due occhi neri che sembrano due olive.
Rodolfo invece è alto e più magro, moro anche lui, ha due occhi azzurri che incantano, i baffi e due labbra carnose che molte volte ho immaginato di baciare. “Ecco la nostra bella nipotina!” dissero quel giorno quando andai da loro “Cosa ti offriamo da bere? La vuoi un po’ di torta? E’ uscita ora dal forno!”
“Se c’è, vorrei un po’ di succo d’arancia…”
“Subito tesoro!” fece zio Gino e poi mi accarezzò sulla guancia “Ma come ti sei fatta bella! Ce l’hai il fidanzato?”
“Veramente no zio…”
“E perché no?”
Non sapevo cosa rispondere!
“Secondo me fa troppo la preziosa!” disse zio Rodolfo cominciando a ridere.
“Dai, non parlare così.” gli intimò zio Gino.
“Eh purtroppo ha ragione. Con i ragazzi non mi concedo mai troppo e quindi mi si filano in pochi.”
“Vabbé ma prima o poi dovrai lasciarti andare, no?” Rodolfo mi piaceva ancora di più con quei jeans un po’ strappati e la maglietta sudata, incollata ai suoi bellissimi pettorali scolpiti e agli addominali piatti.
“Io ci provo a lasciarmi andare ma non è facile. Poi i ragazzi della mia età sono, tutti imbranati.”
“Eh mia cara, anche io e lui eravamo imbranati a vent’anni. Ma si cresce. E si impara.”
“Io vorrei tanto imparare.”
“Perché, sei imbranata anche tu?”
“E dai smettila!” fece zio Gino un po’ arrabbiato, ma si vedeva che la conversazione gli interessava perché non era troppo convinto.
“Non ti preoccupare zio. Noi possiamo parlare di queste cose no? Siamo tutti adulti, vaccinati e non più illibati.”
“Come non illibata? Non sei più vergine?” chiese incuriosito zio Gino.
“Eh no.”
“E con chi l’hai fatto?”
“Con il mio ex. Anzi non proprio ex. Diciamo che ci frequentavamo.”
“Ma chi quello alto con i capelli pieni di gel con cui passeggiavi in centro?”
“Si.”
“Ci hai proprio fatto sesso? Hai capito che intendo no?”
“Ma si! Non sono più una ragazzina! L’abbiamo fatto, lui mi ha, presa insomma!”
“Dopo quanto avete fatto sesso?”
“Boh, una settimana credo.”
“Caspita come siete precoci voi giovani d’oggi! Quando avevo io vent’anni la mia ragazza di allora mi fece aspettare sei mesi prima di concedersi.”
“Scemo tu che non sei stato capace di scopartela prima!” ridacchiò Rodolfo.
“In effetti zio sei mesi sono tanti, io non farei mai aspettare così tanto un ragazzo.”
“Ma solo con quello hai fatto sesso?”
“Si….”
“E com’era messo?”
“In che senso?”
“Aaaah Gino, poi dici che io sono morboso, ma ti sembrano domande da fare a nostra nipote?” disse l’altro zio sogghignando.
Io però l’interruppi, la conversazione stava cominciando a piacermi…
“Il mio ex era messo molto bene. Aveva il cazzo grosso e a me piaceva tanto fargli le seghe.”
“Mmmmh, le donne hanno una strana concezione di “cazzo grosso”. Scommetto che non ne hai mai visto uno grosso come il mio!” fece zio Gino.
“Secondo me sono tutte balle che dici per vantarti” dissi io maliziosa, passandomi la lingua sulle labbra.
Zio Gino allora, senza dire una parola, si tolse i pantaloni e le mutande.
Il cazzo uscì fuori già dritto e scappellato. Era enorme! Rimasi a bocca aperta!
“È un cazzo enorme. Non ne ho mai visto uno così. Ma perché sei così eccitato?”
Lui si abbassava la pelle intanto, scoprendo tutta la cappella violacea.
“Tutti i discorsi che abbiamo fatto tesoro. Quando hai detto che hai scopato con il tuo ex, ti ho immaginato nuda, a cosce aperte, con lui in mezzo che ti pompava il cazzo dentro e fuori. Scommetto che anche Rodolfo ci ha pensato, vero?” disse rivolgendosi al fratello.
“Eh si. Anche io ce l’ho duro adesso!”
“Davvero? Ma così mi fare bagnare tutta però!” Ormai avevamo rotto il ghiaccio e potevo dire fino in fondo quello che pensavo, tutte le mie fantasie finora represse.
“Lo vuoi toccare?”
Andai verso zio Gino e gli presi in mano il cazzo, era rigido, pulsante.
Cominciai a fargli una sega, mentre lui intanto mi baciava sul collo e mi accarezzava le tette.
“Mmmmh come sei bella, mi fai arrapare tantissimo, senti com’è duro…”
“Si lo sento, non ho mai preso in mano un cazzo come il tuo.”
Lui mi abbassò la maglietta in modo da scoprire le tette e mi strizzava i capezzoli duri tra due dita.
Anche zio Rodolfo si avvicinò a me e si fece largo in mezzo alle mie cosce con la sua mano ruvida.
“Ci fai vedere la tua fica?”
“Accomodatevi pure…”
Mi scostai le mutandine bagnate in modo da scoprire la fica, che era tutta rasata e profumata visto che io ogni giorno facevo la doccia.
“Hai proprio una bella fica!” disse zio Rodolfo “Ho proprio voglia di farti un ditalino…”
“E fammelo, che aspetti, non lo vedi che sono eccitata, che non aspetto altro?”
Lui cominciò a sditalinarmi la fica mentre zio Gino mi ciucciava i capezzoli e aveva il cazzone sempre più grosso e duro.
Era proprio bravo a fare i ditalini, mi titillava il clitoride gonfio con il dito medio, poi lo prendeva tra le dita e lo stringeva leggermente.
A un certo punto si mise in ginocchio e allargandomi le grandi labbra con due dita, cominciò a leccarmela tutta, molto avidamente., come un cane assetato che beve.
Era la prima volta che qualcuno mi leccava la fica e iniziai a provare un piacere incredibile.
Sentivo una sensazione di umido, di fresco e allo stesso tempo mi sentivo bollente, come se stessi per esplodere.
“Lasciati andare, voglio che godi…” disse zio Rodolfo tra una leccata e l’altra.
Quando capì che stavo per godere, zio Gino mi tolse la mano dal suo cazzo e iniziò a strusciarmelo sulla fica, raccogliendo tutti i miei umori sulla cappella lucida.
“Quanto vorrei scoparti, aaaah. Ti vorrei penetrare tutta fino in fondo, sto per godere, com’è calda la tua fica!”
Anche io mi strofinavo il clitoride sul suo cazzo, andando avanti e indietro con il bacino.
Intanto zio Rodolfo si era alzato e anche lui si era tirato fuori il cazzo, che non era enorme come quello del fratello ma era comunque un bell’arnese, roseo e spesso.
“Prendi in mano il mio adesso! Dai fammi una sega che sto scoppiando!”
Feci come diceva lui e tenere in mano un altro cazzo, ben consapevole che era un incesto e che io ero una porca, mi fece godere dopo poco…
“Vengo! Si vengo godo, aaaaaaaaah! Godoooo!” urlai io e zio Gino mi penetrò leggermente con la punta del cazzo, per sentire la mia fica eccitata che si chiudeva e si apriva, in preda ai sussulti dell’orgasmo.
Quando lo tirò fuori, dopo pochi attimi, sborrò copiosamente e mi sporcò tutta….
Ovviamente non era finita qui…
“Mi piacciono troppo le tue tette, mi fanno venire tanta voglia di giocarci…” disse zio G., leccandomi sul decollete e poi imboccando i miei capezzoli.
“Perché non mi pulisci il cazzo che è tutto sporco di sborra?” mi chiese zio R.
Io mi misi in ginocchio e presi in mano il suo coso che ancora non si era ammosciato, lo leccai tutto, dalla punta fino alle palle e raccolsi ogni goccia di sborra ancora calda.
“Ma che brava porcellina che sei, leccalo anche a lui che ce l’ha ancora in tiro!”
Gino me lo piazzò davanti, strofinandomi la cappella sulle labbra e io spalancai la bocca per accoglierlo.
Lui cominciò a scoparmi la bocca e io ciucciavo, ciucciavo, inebriata dal sapore di maschio. Ogni tanto mi staccavo e davo un’altra leccatina all’altro cazzo, che stava tornando a inturgidirsi.
“Mammamia, nessuna mi ha mai eccitato come te e credimi tesoro, di donne ne ho avute tante!” disse zio R. “Mmmmh, sono buoni i vostri cazzi, mi piace spompinarvi.”
Mentre li leccavo, loro mi accarezzavano le tette e il culo.
Inutile dire che quelle carezze mi stavano infiammando di nuovo…
“Perché non mi scopate?”
“Ma dai, non possiamo! Già siamo andati troppo oltre…” disse zio G.
“Vi prego scopatemi, mamma non lo saprà mai ve lo giuro. Ho una voglia matta di essere riempita dai vostri cazzi!”
Zio R., che nel frattempo era tornato durissimo, fu il primo a scoparmi.
Mi fece mettere supina per terra e si mise le mie cosce sulle spalle, poi, con il cazzo in mano, mi penetrò.
“Oh si zio scopami! Fai scomparire il tuo cazzo dentro di me, ooooh si. È bellissimooo, aaah, spingi ancora, siiiii!”
Le sue palle sbattevano contro il mio culo e io mi sollevai un po’, appoggiandomi sugli avambracci, in modo da vedere il suo cazzo che mi penetrava, una visione stupenda.
Zio G. intanto si era messo dietro di lui, aspettando il suo turno, e si faceva una sega per non perdere l’erezione.
“E dai levati. Ora voglio scoparmela un po’ io!”
“Ok. Però io voglio la sua bocca.”
“Ohhh si dai. Ho tanta voglia di succhiartelo di nuovo, un cazzo in bocca e uno in fica siiiii, Aaaaah”
“Ecco, ti accontento subito, asciugamelo con la lingua.”
Zio R. tolse il cazzo durissimo dalla fica e me lo piazzò in bocca, era tutto bagnato degli umori della mia fica.
“Allarga bene le cosce di nuovo, che ora ti scopo io!” disse zio G.
Non appena mi penetrò, io gridai di piacere! Era grosso e mi riempiva tutto bene, aderiva perfettamente a me.
“Scopami, scopami, chiavami tutta!” dissi a mezza voce mentre continuavo a ciucciare il cazzo di zio R.
Lui mi scopò senza tregua e dopo poco venni di nuovo, portando anche loro due all’orgasmo.
Rodolfo mi riempì la bocca di sborra calda, sembrava non smettesse mai di sborrare e Gino si tolse appena in tempo dalla mia fica.
“Siii sborro. Ti sborro sul buco del culo!”
Così fece e io sentii tre getti caldi che mi bagnavano l’ano.
Che fantastica scopata a tre!
Da allora, quando possiamo, io e i miei due zii continuiamo i nostri incontri trasgressivi, facendo di tutto e di più.
Spero che non ci scoprano mai e soprattutto spero che loro due rimangano sempre single, così che potranno soddisfarmi e insegnarmi tutto sul sesso.
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