Turbamenti di una giovane madre - 1
di
messerfrank
genere
tradimenti
Quell'uomo l'aveva turbata dal primo istante, ma fino a oggi l’aveva sempre negato a se stessa; i sensi di colpa la uccidevano ma ormai era troppo tardi, il peccato così terribile e così seducente, l'aveva ghermita, non lasciandole scampo; ai pensieri peccaminosi e innominabili presto sarebbero succeduti i fatti, ancora più vergognosi e scandalosi. Lo sapeva bene e questo la annichiliva, era il suo destino: un'educazione cattolica ferrea e rigorosa, instillata nella mente di una donna dal corpo troppo sensuale e facile alla corruzione, troppo sensibile agli appetiti della carne fino a oggi mortificati. Tutta colpa di suo marito Richard, della sua indifferenza, della sua freddezza. Oh Richard perché mi hai lasciato qui sola a combattere contro questa passione insana. Mi appello a te Vergine Maria, salvami finché sono in tempo. Perché un altro sguardo di quell'uomo e sarò perduta.
La donna così afflitta spiritualmente si chiamava Arianna, madre di due bambini piccoli e sposa fedele di un politico di area conservatrice, Richard O’brian.
Erano passati cinque mesi dal secondo parto e ormai Arianna, giovane madre dalle forme prorompenti e dall'appetito sessuale grande quasi quanto la sua rigidezza morale, aveva voglia di essere soddisfatta da suo marito Richard che però, in verità, aveva manifestato passione solo prima del matrimonio, quando lei si opponeva perché voleva giungere integra. Solo a pochi mesi dalle nozze Arianna aveva ceduto. L'avevano fatto nel bagno di un ristorante. Era stato breve ma molto passionale, Richard si era eccitato come un toro, lei aveva sentito la dolorosa lacerazione, poi lo sperma fiacco che la ingravidava, non aveva avuto orgasmi ma ricordava la serata con piacere nelle notti solitarie, piacere che poi era seguito dal senso di colpa.
Non erano state copiose le notti d'amore, tuttavia, almeno finché non l'ebbe messa incinta per la seconda volta, una volta alla settimana Richard aveva onorato i doveri coniugali, senza mai soddisfarla del tutto perché era veloce a raggiungere l'eiaculazione, e perché, questo Arianna lo aveva seppellito dentro l'inconscio più profondo, non aveva l'uccello abbastanza grande da stimolarla a dovere. Tuttavia non erano state spiacevoli quelle brevi cavalcate, aveva trovato il modo di provare godimento strofinandosi con il clitoride alla sua pancia e poi aveva scoperto che la eccitava oltremodo accogliere lo sperma nel suo grembo. Subito dopo ogni amplesso correva in bagno con la scusa di lavarsi, in realtà sistemava il grande specchio ovale di fronte al bidet e, dopo essersi seduta alla rovescia, contemplava estasiata il rivoletto di sperma residuo che colava dalla sua fica ancora aperta.
Arianna era una donna di notevole fede e rigidezza di costumi, fin da quando le sue forme procaci avevano cominciato ad appetire i giovani uomini, si era imposta di vestirsi in modo castigato affinché gli uomini non fossero attratti dal suo corpo mettendola in imbarazzo e, aggiungo io, sottoponendola a un maggiore sforzo nel resistere ai loro assalti. Indossava gonne lunghe fin sotto le ginocchia e maglioni a collo alto. Questo in inverno. In estate indossava camicie di lino o seta e pantaloni alla zuava. Nonostante gli sforzi era difficile però nascondere una quinta di reggiseno e un culo grosso e prominente. Per sommo suo dispetto questi vestiti che nascondevano la pelle nuda eccitavano maggiormente la curiosità degli uomini.
Allo scadere di questi cinque mesi di digiuno sessuale Richard una sera venne in camera sua per comunicarle due cose importanti. Lei sperava che alla fine suo marito cedesse con lei alla passione, speranza vana.
Richard era vestito di tutto punto come se dovesse partire per un viaggio imminente. Arianna lo guardò stranita.
-Cara, sono venuto ad annunciarti che mio zio Roger verrà a stare con noi qualche settimana; è stata una mia idea, mia madre mi ha detto che è molto depresso e ancora non si è ripreso dal lutto recente, sua moglie è morta solo sei mesi fa, come ricordi.
-Oh certo, mi è dispiaciuto non poter essere ai funerali.
-Lo so, e pensa che è stato proprio mio zio Roger a insistere perché tu non venissi, non era bene secondo lui per una donna prossima al parto, assistere a un funerale così straziante.
-Che caro.
-Già, Zio Roger ha l'aspetto di un uomo rude e burbero, le sue idee politiche come sai, sono alquanto imbarazzanti per la famiglia, per non parlare delle sue idee religiose-tossì- ma è un uomo molto buono e affettuoso, non ha mai mancato di sostenermi sia negli studi sia in politica, nonostante le nostre divergenze di vedute.
-Un democratico a sinistra non è cosa di tutti i giorni.
-Già, comunque sia spero che tu non abbia nulla in contrario alla sua permanenza, gli daremo la stanza degli ospiti quella accanto alla nostra.
-No, nulla in contrario, anzi mi farà piacere, ma tu perché sei ancora vestito, non mi dire che devi partire?
-Questa era la seconda comunicazione cara, la più dolorosa al momento, sì devo partire per Londra, dove sarò impegnato per qualche settimana, troverò comunque il tempo per tornare a trovarvi nel weekend.
Le diede un bacio, troppo casto e poi se ne andò.
Zio Roger sarebbe arrivato l'indomani, in tarda mattinata. Lei sarebbe rimasta sola con lui per qualche giorno fino all'arrivo della madre di Richard. A provvedere comunque a lui ci sarebbero stati Audrey, la loro matura domestica e l'anziano maggiordomo Arthur.
Audrey era una donna deliziosa, benché di costumi molto più liberali dei suoi, piuttosto in carne, si diceva che amasse folleggiare nei giorni liberi nei pub della contea. Arthur era la discrezione incarnata, maggiordomo classico inglese, non amava troppo Audrey e non mancava di rimproverarla con enorme diplomazia.
Passò una mattinata inquieta, aveva visto zio Roger solo al suo matrimonio, un uomo dall'aspetto dannatamente virile, più basso di Richard, peloso laddove suo marito era glabro, e molto muscoloso, con un collo taurino parzialmente nascosto da una barba incolta. Il tipo di uomo che la faceva segretamente impazzire, proprio per questo aveva sposato un uomo che era agli antipodi. Si ricordava anche della moglie, molto più giovane di lui, che aveva sessanta anni ormai; fisicamente molto simile a lei, anche se portava i capelli corti e si vestiva in modo molto diverso, preferendo esibire le sue forme prosperose invece che nasconderle. Era morta in un incidente d'auto. Erano molto uniti, anche se non avevano avuto figli.
Erano circa le undici, zio Roger ancora non si vedeva, così pensò di allattare un po' il pupo. Arianna naturalmente allattava al seno, aveva due anfore traboccanti di latte, turgide e grosse, aveva tanto latte che avrebbe potuto allattare cinque bambini, molto ne restava anche dopo che lo aveva serbato, le tette le facevano male, erano dure e sembravano scoppiare, con le vene in rilievo e i capezzoli enormi e duri.
Seduta sul divano aprì la vestaglia e poi slacciò il gilet di lana che indossava in casa, ne uscì fuori il seno destro, enorme, rigonfio, non indossava reggiseno quando era in casa.
Il bambino si attaccò goloso al seno lei provò finalmente sollievo. Chiuse gli occhi estasiata, quando li riaprì, vide lo zio Roger sulla soglia del salone, visibilmente imbarazzato, in compagnia di Audrey che aveva un sorrisetto malizioso stampato in volto.
(continua)
La donna così afflitta spiritualmente si chiamava Arianna, madre di due bambini piccoli e sposa fedele di un politico di area conservatrice, Richard O’brian.
Erano passati cinque mesi dal secondo parto e ormai Arianna, giovane madre dalle forme prorompenti e dall'appetito sessuale grande quasi quanto la sua rigidezza morale, aveva voglia di essere soddisfatta da suo marito Richard che però, in verità, aveva manifestato passione solo prima del matrimonio, quando lei si opponeva perché voleva giungere integra. Solo a pochi mesi dalle nozze Arianna aveva ceduto. L'avevano fatto nel bagno di un ristorante. Era stato breve ma molto passionale, Richard si era eccitato come un toro, lei aveva sentito la dolorosa lacerazione, poi lo sperma fiacco che la ingravidava, non aveva avuto orgasmi ma ricordava la serata con piacere nelle notti solitarie, piacere che poi era seguito dal senso di colpa.
Non erano state copiose le notti d'amore, tuttavia, almeno finché non l'ebbe messa incinta per la seconda volta, una volta alla settimana Richard aveva onorato i doveri coniugali, senza mai soddisfarla del tutto perché era veloce a raggiungere l'eiaculazione, e perché, questo Arianna lo aveva seppellito dentro l'inconscio più profondo, non aveva l'uccello abbastanza grande da stimolarla a dovere. Tuttavia non erano state spiacevoli quelle brevi cavalcate, aveva trovato il modo di provare godimento strofinandosi con il clitoride alla sua pancia e poi aveva scoperto che la eccitava oltremodo accogliere lo sperma nel suo grembo. Subito dopo ogni amplesso correva in bagno con la scusa di lavarsi, in realtà sistemava il grande specchio ovale di fronte al bidet e, dopo essersi seduta alla rovescia, contemplava estasiata il rivoletto di sperma residuo che colava dalla sua fica ancora aperta.
Arianna era una donna di notevole fede e rigidezza di costumi, fin da quando le sue forme procaci avevano cominciato ad appetire i giovani uomini, si era imposta di vestirsi in modo castigato affinché gli uomini non fossero attratti dal suo corpo mettendola in imbarazzo e, aggiungo io, sottoponendola a un maggiore sforzo nel resistere ai loro assalti. Indossava gonne lunghe fin sotto le ginocchia e maglioni a collo alto. Questo in inverno. In estate indossava camicie di lino o seta e pantaloni alla zuava. Nonostante gli sforzi era difficile però nascondere una quinta di reggiseno e un culo grosso e prominente. Per sommo suo dispetto questi vestiti che nascondevano la pelle nuda eccitavano maggiormente la curiosità degli uomini.
Allo scadere di questi cinque mesi di digiuno sessuale Richard una sera venne in camera sua per comunicarle due cose importanti. Lei sperava che alla fine suo marito cedesse con lei alla passione, speranza vana.
Richard era vestito di tutto punto come se dovesse partire per un viaggio imminente. Arianna lo guardò stranita.
-Cara, sono venuto ad annunciarti che mio zio Roger verrà a stare con noi qualche settimana; è stata una mia idea, mia madre mi ha detto che è molto depresso e ancora non si è ripreso dal lutto recente, sua moglie è morta solo sei mesi fa, come ricordi.
-Oh certo, mi è dispiaciuto non poter essere ai funerali.
-Lo so, e pensa che è stato proprio mio zio Roger a insistere perché tu non venissi, non era bene secondo lui per una donna prossima al parto, assistere a un funerale così straziante.
-Che caro.
-Già, Zio Roger ha l'aspetto di un uomo rude e burbero, le sue idee politiche come sai, sono alquanto imbarazzanti per la famiglia, per non parlare delle sue idee religiose-tossì- ma è un uomo molto buono e affettuoso, non ha mai mancato di sostenermi sia negli studi sia in politica, nonostante le nostre divergenze di vedute.
-Un democratico a sinistra non è cosa di tutti i giorni.
-Già, comunque sia spero che tu non abbia nulla in contrario alla sua permanenza, gli daremo la stanza degli ospiti quella accanto alla nostra.
-No, nulla in contrario, anzi mi farà piacere, ma tu perché sei ancora vestito, non mi dire che devi partire?
-Questa era la seconda comunicazione cara, la più dolorosa al momento, sì devo partire per Londra, dove sarò impegnato per qualche settimana, troverò comunque il tempo per tornare a trovarvi nel weekend.
Le diede un bacio, troppo casto e poi se ne andò.
Zio Roger sarebbe arrivato l'indomani, in tarda mattinata. Lei sarebbe rimasta sola con lui per qualche giorno fino all'arrivo della madre di Richard. A provvedere comunque a lui ci sarebbero stati Audrey, la loro matura domestica e l'anziano maggiordomo Arthur.
Audrey era una donna deliziosa, benché di costumi molto più liberali dei suoi, piuttosto in carne, si diceva che amasse folleggiare nei giorni liberi nei pub della contea. Arthur era la discrezione incarnata, maggiordomo classico inglese, non amava troppo Audrey e non mancava di rimproverarla con enorme diplomazia.
Passò una mattinata inquieta, aveva visto zio Roger solo al suo matrimonio, un uomo dall'aspetto dannatamente virile, più basso di Richard, peloso laddove suo marito era glabro, e molto muscoloso, con un collo taurino parzialmente nascosto da una barba incolta. Il tipo di uomo che la faceva segretamente impazzire, proprio per questo aveva sposato un uomo che era agli antipodi. Si ricordava anche della moglie, molto più giovane di lui, che aveva sessanta anni ormai; fisicamente molto simile a lei, anche se portava i capelli corti e si vestiva in modo molto diverso, preferendo esibire le sue forme prosperose invece che nasconderle. Era morta in un incidente d'auto. Erano molto uniti, anche se non avevano avuto figli.
Erano circa le undici, zio Roger ancora non si vedeva, così pensò di allattare un po' il pupo. Arianna naturalmente allattava al seno, aveva due anfore traboccanti di latte, turgide e grosse, aveva tanto latte che avrebbe potuto allattare cinque bambini, molto ne restava anche dopo che lo aveva serbato, le tette le facevano male, erano dure e sembravano scoppiare, con le vene in rilievo e i capezzoli enormi e duri.
Seduta sul divano aprì la vestaglia e poi slacciò il gilet di lana che indossava in casa, ne uscì fuori il seno destro, enorme, rigonfio, non indossava reggiseno quando era in casa.
Il bambino si attaccò goloso al seno lei provò finalmente sollievo. Chiuse gli occhi estasiata, quando li riaprì, vide lo zio Roger sulla soglia del salone, visibilmente imbarazzato, in compagnia di Audrey che aveva un sorrisetto malizioso stampato in volto.
(continua)
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