Bianco Natale
di
Malcomxxx
genere
tradimenti
Le premesse per questo natale 2018 non erano decisamente delle migliori. Tutto sembrava porsi ad ostacolo a quello che dovrebbe essere un periodo di pace e serenità, soprattutto per la famiglia e gli affetti. Ormai godersi qualche momento di sana spensieratezza è diventato un miraggio nella mia vita. Mi chiamo Rosa, ho 37 anni e vivo a Milano. Sono alta 1,72, corpo abbastanza asciutto seppure non pratichi sport o palestra. Sono sposata da 9 anni con Davide e ho due figli di 8 e 4 anni. Non mi ritengo una bella donna ma una che piace, diciamo che ho le mie armi per attirare l'altro sesso. Seno di proporzioni giuste e ben sodo, viso da diavoletta travestita da angelo e un fondo schiena che non è mai passato inosservato. Non posso dire che mi manchi qualcosa nella vita: ho realizzato il desiderio di avere una mia famiglia, un marito che mi ama e mi tratta bene, così come fa con i nostri figli. Parenti e amici a fare da contorno a quella che è una situazione che molti possono solo desiderare o invidiare. In questo contesto apparentemente idilliaco una nota stonata la ricoprono il lavoro e alcuni problemi economici, di cui però non voglio parlare e dirò solo che nell'ultimo periodo mi hanno tolto molte energie e serenità. Arrivare nel periodo natalizio con questo stato d'animo non era proprio tra i miei desideri anzi, quest'anno avrei tanto avuto bisogno di divertirmi e godermi in tutto e per tutto le feste e la famiglia. Finita la scuola dei bambini e iniziate le ferie da lavoro, rimaneva solo recuperare un pò di forze e dedicarsi anima e corpo alla preparazione delle varie giornate che ci aspettavano. Mio marito, positivo e allegro, riusciva sempre a farmi distrarre dai miei pensieri e far scivolare via lo stress che mi portavo dietro. Non potevo trovare di meglio: un uomo dolce e premuroso, sempre pronto a prodigarsi per me e farmi sentire al sicuro. Unica critica che mi permetto di fargli, anche se a lui non lo dirò mai in questi termini, è che negli ultimi anni è diventato sempre più difficile avere dei momenti passionali, mi spiego meglio: il suo carattere non gli ha mai permesso di essere quell'uomo che ti prende e ti scopa letteralmente con il solo obiettivo di godere in tutti i modi possibili e immaginabili, questo perchè è troppo rispettoso nei miei confronti e non farebbe mai qualcosa che possa ledere la mia dignità. Ad essere onesta provai tempo fa a fargli presente questa cosa in modo molto soft, di tutta risposta notai che in lui si generava un blocco psicologico invalicabile: non era in grado di usarmi quando facevamo l'amore, così come mi sarebbe piaciuto essere usata con il solo scopo di godere senza troppi pensieri di sorta. Così decisi di lasciar perdere, tutto sommato quello che succedeva sotto le lenzuola mi aveva sempre abbastanza soddisfatta. A sentire tante mie amiche molte non avevano questa fortuna, si ritrovavano a dover addirittura fingere gli orgasmi per far credere al proprio uomo che stesse facendo le cose per bene.... Nulla di più triste a mio modo di vedere, anche se lo posso capire. Finivano a masturbarsi o in casi estremi tradire il marito o fidanzato che fosse, rischiando di rovinare anni di sacrifici per ottenere una vita dignitosa. Non nego di aver ricevuto avance da altri uomini, a volte insistenti e altre volte, ammetto, gradite ma mai accettate. Ho sempre trovato divertente far credere agli uomini che potessero avere una possibilità con me, vederli lanciati in proposte di uscite, veloci pranzi tra colleghi, improbabili cene con pezzi grossi dell'azienda e altre scuse una più divertente dell'altra. Ma cosa succedeva quando gli dicevo di si e si andava fuori per pranzo durante la pausa? Scena muta! Ma come, dov'è finito quel grand'uomo che moriva per me e voleva conquistarmi, forse a chiacchiere o chissà in che modo....? Quelle poche volte che ho apprezzato i complimenti di un altro uomo che non fosse mio marito aimè, erano uomini di un altro ceto sociale che probabilmente si erano divertiti a farmi credere che potessi interessar loro, un pò come faccio io in fin dei conti. Però che bello sapere di essere ancora desiderabile nonostante la fede al dito, due figli e poca dedizione alla cura del corpo. Tornando con i piedi per terra era arrivato il giorno della vigilia di Natale. Tutti eravamo riuniti a casa di mio cugino Fabrizio, imprenditore e proprietario di una notevolissima dimora a nord ovest della Lombardia. C'eravamo tutti della famiglia: genitori, cugini, fratelli, sorelle, figli e chi più ne ha più ne metta. Tra questi c'erano anche Carlo e Cristina, probabilmente tra i parenti quelli a cui ero più legata, soprattutto la mia cuginetta Cri perchè vedevamo allo stesso modo tante cose della vita. Lei era più giovane di qualche anno e sicuramente più bella di me, almeno per mio gusto estetico. Lei e Carlo si erano appena sposati dopo 7 anni di fidanzamento ed era al settimo cielo, senza aver nessuna voglia di scendervi. Lui decisamente un bel tipo, di quei tipi che "fammi quello che vuoi tanto so che lo farai divinamente" giusto per intenderci... Sempre impeccabile nell'abbigliamento, nella cura di se, nel porsi con grandi e piccini, insomma non sbagliava un colpo. Io e lei eravamo molto legate e naturalmente ci raccontavamo anche particolari intimi delle nostre vite e relazioni. Carlo incarnava il prototipo del compagno perfetto, che lo fosse o no, per quanto si potesse sapere senza conoscere di persona. Cristina mi raccontava di folli scopate e cose abbastanza spinte che onestamente in vita mia ho visto solo in alcuni film pornografici. Niente di esagerato sia chiaro, ma quando il tuo uomo arriva a lasciarti segni su tutto il corpo dopo un rapporto, bè, per me non è esattamente la prassi. Quando entrava nei dettagli di questi racconti sentivo un senso di eccitazione e rabbia crescere dentro di me; perchè il mio uomo non fa almeno la metà di queste cose? Non le chiedo tutte, alcune mi spaventavano pure, ma almeno provare queste sensazioni ogni tanto non mi sarebbe dispiaciuto, avrebbe dato quel qualcosa in più che mi mancava.
La serata era un successo su tutti i fronti: la casa era meravigliosa e veramente gigantesca, il cibo squisito e infinito. Tutti erano felici, soprattutto perchè il vino scorreva a fiumi. I bambini se ne stavano in disparte senza disturbare noi adulti, scenario perfetto per godersi una serata. Finito di mangiare ognuno si prese la libertà di girovagare per la sala e posizionarsi dove capitava. Nel mentre che aiutavo a sparecchiare per fare un pò di spazio nella tavola, vidi mio marito che parlava fitto fitto con Carlo, mentre Cristina l'avevo temporaneamente persa di vista. Posati i piatti in cucina tornai in sala e mi diressi verso il divano dove i due maschietti erano intenti a raccontarsi chissà quali interessanti aneddoti sportivi. Mi piazzai alle loro spalle, in piedi e piegata in avanti con i gomiti poggiati sullo schienale. "Ciao tesoro, qual buon vento". Davide mi accolse con un sorrisone, come se non mi vedesse da settimane. Carlo fece un mezzo sorriso, smaliziato, che mi fece subito venire dei dubbi sull'argomento che i due stessero trattando. Possibile che stessero parlando di me? E di cosa? Li per li non ci pensai nemmeno tanto, diedi per scontato che il mio dubbio fosse fondato e che stessero parlando di me. Decisi di iniziare un gioco con il mio uomo e mio cugino. Nel prendere questa decisione influirono tante cose, tra cui indubbiamente il vino. Posai la mia mano destra sulla spalla di Davide e quella sinistra sulla spalla di Carlo. Ad entrambi feci delle piccole carezze vicino all'orecchio, delicate e sensuali. Mio marito subito si ritrasse dicendo che gli davo fastidio, Carlo invece non fece una piega. Non interruppi il massaggio tra collo e orecchio che facevo a mio cugino, mentre riposi la mano sulla spalla di mio marito per non destare sospetti. Continuammo a chiacchierare per qualche minuto quando venni chiamata in cucina e dovetti allontanarmi, salutai i due e lanciai uno sguardo ad entrambi. Non passò molto tempo che tra impegni di vario genere in giro per la casa rividi Carlo passeggiare per uno dei tanti corridoi, assorto in chissà quale pensiero. Ci incrociammo ed entrambi ci fermammo uno davanti all'altra. Forse per la prima volta da molti anni a questa parte non seppi cosa dire, rimasi inebetita di fronte alla sua figura impassibile. Per fortuna ci pensò lui a rompere il ghiaccio che ci divideva e dar via alla conversazione. Il fatto è che lo fece andando subito a punzecchiarmi su quanto successo prima. "Volevi vedere chi avrebbe apprezzato la tua mano in un punto erogeno?" Mi chiese con totale tranquillità e naturalezza. Il mio cervello andò 3 secondi in blackout ma per fortuna si riavvio quasi subito e riuscii a rispondere senza sembrare una ragazzina impacciata. "Si, il mio obiettivo era proprio quello, vedere a chi dei due avrei fatto provare qualche brivido lungo la schiena". "Credo che Davide non abbia apprezzato tantissimo, anche se di solito le mie mani sul suo corpo non le disprezza". Risposi decisa, anche se mi esposi tantissimo concedendo una piccola confessione. Per fortuna era sì un uomo sicuro di sè che prendeva quello che desiderava, ma anche educato e rispettoso, a dir poco irresistibile....! "La prossima volta prova a fare così" dicendo questo allungò la sua mano sul mio collo, partendo dal basso per poi risalire dolcemente verso l'orecchio. Solo il sentire la sua mano su di me mi diede delle sensazioni spaventosamente forti e contrastanti. Ero io quella che si stava facendo massaggiare da un altro uomo? Vergognati – Lasciati toccare. Come Un piccolo angelo e un piccolo diavolo pensavo di scappare e saltargli addosso nello stesso momento. Quando arrivò all'altezza dell'orecchio iniziò a massaggiarmi il lobo e la parte posteriore in prossimità dei miei lunghi capelli neri. Non resistetti e chiusi gli occhi, volevo godermi quel momento senza pensare che a regalarmelo non fosse mio marito. A un certo punto mi ridestai dal torpore e mi allontanai da lui, che incredulo mi fissava chiedendosi il motivo di questo mio gesto. "A quanto pare hai capito che la prossima volta devi impegnarti di più se vuoi scaldare il tuo uomo!" disse con ancora quel sorrisetto da piacione. "La prossima volta ci proverò" risposi ancora un pò scossa. "Ora perdonami ma devo andare in bagno, ci rivediamo dopo" e così dicendo mi diressi verso la toilette delle signore che si trovava al piano di sopra. Il motivo della mia fuga non fù un senso di colpa bensì la sensazione che mi stessi bagnando in maniera considerevole. Non mi succedeva dai tempi della scuola di bagnarmi così tanto senza che nemmeno ci sia stato uno scambio di baci, toccatine, o qualsiasi atto definibile sessuale. Entrai in bagno e mi abbassai le mutandine. Portavo un vestito color panna abbastanza corto e sotto intimo di pizzo nero. Notai subito che le mutandine erano bagnate dei miei umori, ne sentivo anche il profumo. Che smacco, è bastato così poco per farmi agitare, un massaggio dietro l'orecchio e la mia figa ha subito iniziato a colare. Dovevo assolutamente tornare in me, non volevo ne apparire una inesperta ne tantomeno cacciarmi nei guai la vigilia di Natale. Avvertivo però una sensazione di bisogno tra le gambe. La mia figa pulsava come se necessitasse di qualcosa, un corpo estraneo che la riempisse completamente. Mi abbandonai per un attimo al desiderio portando in basso la mia mano destra e sfiorandomi le grandi labbra prima e il clitoride poi. Non mi capitava spesso di masturbarmi ma in quel momento sentivo solo il bisogno di lasciarmi andare. Mi sedetti sopra il wc con la tavoletta abbassata e iniziai a darmi piacere. I miei umori aumentavano, così come il mio bisogno di essere riempita. Ripensavo a quello che era successo pochi minuti prima e mi immaginavo cosa sarebbe potuto succedere se invece di indietreggiare, fossimo andati avanti in quel momento così eccitante. Iniziai ad infilarmi un dito dentro per colmare quel vuoto. Volevo solo regalarmi qualche momento di piacere. Ero inebriata da mille pensieri erotici riguardanti un uomo che non era mio ma che mi faceva ribollire il sangue per la voglia di scoparmelo. "Tesoro sei qui dentro, stai bene?". La voce di mia madre quasi mi fece cadere per terra per la sorpresa. "Si.... ho solo avuto un leggero mal di pancia.... nulla di grave tra qualche minuto torno giù tranquilla!" "Va bene ti aspettiamo". Dio mio che spavento! Non credo che sarei sopravvissuta alla vergogna se mi avesse sentita o vista fare quello che stavo facendo. Questa parentesi mi riportò in parte sulla terra, cercai di pulirmi e ricompormi nel migliore dei modi per tornare di sotto ma ormai ero un lago e mi dispiaceva perdere del tutto quel momento. Purtroppo era svanita quella sensazione di fantasia misto piacere che mi aveva portata a masturbarmi come un'adolescente, così decisi solo di non rimettere le mutandine e darmi una sistemata. Alcune dita della mia mano destra erano ancora ricoperte di umori così, mentre con la sinistra aprivo la porta del bagno, mi infilai in bocca quelle insaporite dal mio piacere per ripulirle. Avrei potuto lavarle per bene per scongiurare anche la presenza di odori, ma ero in uno stato di eccitante confusione e facevo cose che non erano da me. Aprendo la porta ci vollerò due secondi per far sì che mi si raggelasse il sangue nelle vene. Prima di uscire avevo atteso qualche istante cercando di capire se fuori ci fosse qualcuno. Non avendo sentito nessun rumore provenire dall'esterno mi decisi ad uscire. Eppure.... davanti a me, Carlo che mi fissava. Io uscivo dal bagno con le dita in bocca e l'espressione di chi vorrebbe sparire all'istante su un altro pianeta. Tirai fuori le dita e dopo aver mandato giù quel misto di saliva e umori che avevo in bocca, parlai, o meglio biascicai un "Carlo, che ci fai qui?" Ero terribilmente in imbarazzo, speravo solo finisse tutto in una bolla di sapone. "Ero venuto a cercarti per vedere come stavi ma credo che qualsiasi cosa avessi, non era per niente spiacevole". Mi rispose, sempre col suo modo pacato ma questa volta più sensuale. "Quelle le lasci li?" Incalzò indicando all'interno del bagno sopra il lavello. Non posso crederci.... avevo dimenticato le mutandine sporche sul lavandino. "Ehm.... no ora le prendo, ho scordato di rimetterle....". Questa volta le parole di bocca mi uscirono provocanti e nel momento giusto, quasi involontariamente mi ero resa sensuale sopperendo a una quasi certa pessima figura. "Vuoi rimetterle?" Chiese Carlo con voce soffusa. Che tentazione.... ero li davanti a un uomo di cui avevo sentito cose incredibili sul sesso, senza mutandine, ancora bagnata e vogliosa. "Si dovrei, non posso stare senza, non sarebbe appropriato". Civettai spudoratamente. "Sono sicuro che a breve non ti serviranno" Così dicendo si avvicinò a me con la sua splendida virilità. Mi prese la mano destra e se la portò alla bocca gustandosi quel poco del mio sapore. "Peccato, non è rimasto niente". Le sue parole risuonavano nella mia testa creando uno stato di trans da endorfine."Lo sai che non possiamo, di sotto ci sono mio marito e tua moglie che ci aspettano". Risposi decisa, quasi come ci credessi davvero. "Dovrebbero scopare anche loro, Cristina potrebbe sbloccare il tuo uomo così da ridartelo più pratico e deciso". Questa sua affermazione mi ferì e mi eccitò allo stesso tempo. Io non ero in grado di sbloccare mio marito ma ero qui pronta a farmi scopare da un cugino che avrebbe ceduto la moglie per divertimento. "Non dire sciocchezze! Perchè mai mia cugina dovrebbe scoparsi mio marito?" Chiesi con fare aggressivo. "Forse perchè le piace il cazzo e si vuole divertire, tuo marito ha fama di avere un attrezzo piuttosto grosso tra le gambe". Questo è vero, ha un pene grosso ma non troppo lungo purtroppo. Quando gli pratico sesso orale è sempre molto breve il movimento di bocca e poco eccitante. Non feci in tempo a riprendermi dai miei pensieri che Carlo mi venne ancora più vicino, arrivando a pochi centimetri da me. Aveva un profumo inebriante, il suo aspetto richiamava al sesso in ogni sua forma. Iniziavo ad accettare che se avesse voluto, avrebbe potuto fare di me qualsiasi cosa. Mi prese per i fianchi spingendomi indietro. Mi sentivo condotta quasi come se fluttuassi. Arrivammo al bordo del lavello e ci fermammo. Si girò tornando indietro di qualche passo e chiuse a chiave la porta. Tornò da me e iniziò lentamente ad annusarmi il collo, senza baciarmi. Le sue mani avevano una stretta salda su di me che mi facevano sentire in suo totale controllo. Sentii passarmi la lingua nello stesso punto dove prima era riuscito a regalarmi sensazioni fortissime con la mano. Anche io volevo sentirlo e toccarlo. Portai le mie mani sulle sue belle spalle, provando a cingerle per sentirne la forza. Di tutta risposta le sue scesero sui miei glutei, passando sotto il vestito alzandolo fin sotto la pancia e sollevandomi quanto bastava per farmi sedere sul marmo. Aprii le gambe in modo da portarlo a me sempre più vicino. Volevo spogliarlo, lo volevo completamente nudo. Iniziai a sbottonargli la camicia, sfilandola dai pantaloni. Tolta quella non vedevo l'ora di togliere cintura e pantaloni per ammirare meglio quel famoso cazzo di cui tanto si vantava quella troia di mia cugina. Ormai avevo capito che vita sessuale avevano questi due e tutto era nuovo ed eccitante per me. Quando cercai ti slacciare la cintura il mio amante mi fermò, tenendomi le mani con forza e spostandole verso di me. Mi pose una mano tra collo e spalla spingendomi indietro, fino a toccare lo specchio e poggiandomi con la schiena. In questa posizione ero oscenamente aperta con la figa a sua completa disposizione. Pensai che se mi avesse scopata cosi l'avrei sentito direttamente nell'utero. Quello che fece però fù molto più crudele ma allo stesso tempo piacevole. Una volta imposta la posizione che dovevo tenere, mi fissò negli occhi e dopo aver disceso il mio corpo come una pista da sci, arrivò tra le mie gambe pronto a dedicarsi al mio piacere. Iniziò a leccarmi come mai mi era successo. Sentivo la sua lingua come fosse una cappella pronta a violarmi. Mi stava letteralmente scopando e io iniziavo a perdere il senno della ragione. La sua lingua vagava tra il mio buchino e le labbra. Leccava e succhiava avidamente senza mai fermarsi. A un cetro punto decise di farmi letteralmente impazzire aggiungendo al trattamento anche le dita. Ero in estasi, non credevo si potesse provare tanto piacere, e non avevamo ancora scopato, anzi, non gli avevo ancora nemmeno visto l'uccello. Andò avanti così per non so quanti minuti, tra penetrazioni e succhiate ovunque alla mia figa. Volevo venire e farlo con la sua bocca tra le gambe era quello che desideravo. Misi una mano sulla sua testa e lo spinsi ancora di più invitandolo a farmi impazzire. Lui colse subito il segnale e mi piantò dentro tre dita. Prese a leccarmi il clitoride con foga ma senza esagerare, chissà quante ne aveva leccate prima di diventare così bravo. Quando si accorse che il mio respiro si era fatto più affannoso e mi dimenavo come una contorsionista, tolse le dita da dentro di me e affondò la sua lingua come fosse il suo cazzo. Fù l'apoteosi e venni lasciandomi andare ad un orgasmo a lungo sognato e desiderato. Le sensazioni erano infinite e stupefacenti, solo ora capivo cosa mi stavo perdendo. A fatica mi ripresi e volevo subito quell'uomo nella mia bocca. Volevo restituire il trattamento dandogli dimostrazione che anche io ci sapevo fare. Decisi di prendere in mano la situazione ribaltando le posizioni. Scesi dal lavello e lo spinsi contro il bordo di marmo. "Ora è il mio turno" gli dissi guardandolo negli occhi e promettendogli con lo sguardo un pompino di cui ricordarsi. Slacciai finalmente la cintura e i pantaloni. Abbassai per ultimo il suo intimo e finalmente mi ritrovai davanti il suo bel cazzo duro e tutto per me. Aveva i peli corti proprio sopra l'asta e niente tutto intorno, curato nei dettagli anche tra le gambe. Quello che diceva Cristina era vero: il suo cazzo era grosso e lungo, perfettamente dritto e la cappella violacea sembrava una grossa fragola succulenta. Mi posizionai in ginocchio davanti a lui, mi veniva da sorridere. Era terribilmente eccitante tenerlo in mano e lui era cosi bello completamente nudo. Puntai la cappella verso la mia bocca e tirai fuori la lingua. La appoggiai leggermente dando una piccola leccata alla punta. Aveva un buon sapore di maschio ma molto pulito. Non resistetti e gli diedi un piccolo morso senza fargli male. Lui rinsavì e fece una piccola smorfia di godimento. "Ora sono io la tua troia" gli dissi, sorprendendo più me stessa che lui della cosa. Iniziai a succhiare quel cazzo meraviglioso con tutto il mio impegno. Non volevo solo godermelo in ogni centimetro, volevo stupirlo e farlo impazzire. Con la mano destra tenevo ben saldo quel magnifico arnese e con la sinistra gli massaggiavo i testicoli. Succhiavo e leccavo avidamente per dargli tutto il piacere possibile. Finalmente avevo a disposizione un cazzo lungo e perfetto per poter dare il meglio di me. Non ero molto pratica ma volli provare a infilarlo in gola. Inizialmente sentivo che non ci sarebbe mai passato, troppo grossa la cappella e troppo forte il senso di nausea. Non mi arresi e continuai a succhiare e spingere in fondo. Dopo qualche tentativo riuscii a sentire la punta occupare la mia gola, era una sensazione di piacevole soffocamento. Forse era così che si sentivano tutte quelle pornostar che si facevano letteramente violentare la gola da cazzi infiniti. Ero soddisfatta di me e continuai così, volevo che godesse nella mia bocca. Andai avanti per diversi minuti ma forse ci voleva altro per farlo venire. Infatti fù lui ad interrompermi e a farmi alzare. Io desideravo scopare guardandolo in faccia, volevo vedere il suo viso mentre godeva della mia figa. Il suo intento invece era quello di scoparmi a 90, esattamente come si scoperebbe una sconosciuta. Lo lasciai fare e mi feci usare come una delle tante troie della sua vita. Mi allargò il sedere con una mano e con l'altra prese il suo cazzo e me lo puntò tra le grandi labbra. Non vedevo l'ora di averlo dentro di me. Iniziò a spingere lentamente. Pensai che volesse farmi sentire ogni centimetro passare dentro la mia carne. Era una sensazione stupenda. Mi sentivo riempita passo dopo passo verso punti mai raggiunti prima da nessuno. Ormai era completamente dentro di me e rimase fermo qualche secondo per farmi assaporare questa sensazione nuova. "Ora sai cosa si prova, non potrai più farne a meno". Mi disse iniziando a muoversi lentamente. Di li a poco dovette mettermi la mano davanti alla bocca per farmi stare zitta. Gemevo e godevo in un modo esagerato e qualcuno avrebbe potuto sentirci. I suoi colpi si facevano sempre più forti e il dolore misto piacere stava mandando il mio cervello in un'altra dimensione. Non ricordo nemmeno quante e quali parole ho utilizzato in quei momenti ma sono sicura di avergli detto che sarei diventata la sua puttana personale se mi avesse scopata sempre così. Non capivo più niente. Stavo scoprendo qualcosa di meraviglioso e non volevo che finisse mai. Andò avanti a scoparmi in quella posizione ancora per un pò, mentre io ero totalmente inerme e in balia della sua volontà e del suo cazzo. Sentivo tutta la sua forza in quei colpi profondi e ben assestati. Riuscii ad avere un altro orgasmo, lungo e intenso dato che Carlo non smetteva di scoparmi divinamente. Uscì di colpo e mi fece rimettere giù in ginocchio. Mi fece una coda con i capelli e mi ordinò di succhiarglielo. Obbedii senza proferire parola. Volevo ogni cosa volesse lui e volevo lui in tutti i modi possibili. Mi stava letteralmente scopando la bocca. Prendeva in mano il suo uccello e me lo passava su tutta la faccia dandomi anche dei colpi sulle guance. "Ora ti farai sborrare in faccia e mi raccomando fammelo piacere". Alle sue parole ebbi un sussulto. Nessuno mi era mai venuto in faccia. In bocca si ma mai sul viso. Questa era una di quelle cose che credevo avvenissero solo nei film porno. Non risposi nemmeno. Aprii la bocca e tirai fuori la lingua il più possibile. Lui apprezzò perchè prese a menarsi il cazzo con foga pronto a svuotarsi le palle su di me. Lo vedevo fremere e ansimare, voleva ricoprirmi il più possibile quello stronzo. "Così mi rovinerai tutto il trucco...." obiettai ironica. "Sei stata brava, te lo meriti". A queste parole mi eccitai da morire e fui orgogliosa di me. "Dammelo, lo voglio". Alle mie parole cedette e masturbandosi velocemente iniziò a schizzarmi in faccia tutto il suo sperma caldo. Sentivo gli schizzi finire ovunque, dalla fronte alle guance, in bocca e sul collo, persino tra i capelli. Anche il suo sapore era buono. Finito di schizzare me lo infilò nuovamente in bocca. Se lo fece succhiare ancora un pò, il tempo di afflosciarsi tra le mie labbra e far uscire le ultime gocce. Era bellissimo averlo soddisfatto così, mi sentivo in grado di far godere un uomo esperto come lui. Tirò fuori il cazzo e io rimasi ferma, con la faccia e la bocca piene di sperma. Lo fissai e iniziai a leccarmi le labbra, volevo dargli dimostrazione di essere disposta a tutto per lui. Giocavo con il suo seme e me lo gustavo, toccandomi anche il viso con la mano. Ne portai il più possibile sulla lingua e poi in bocca per ingoiare il suo piacere. Apprezzò questo mio gesto e mi accarezzò la testa dicendo solo: "brava la mia troia". Mi aiutò ad alzarmi e iniziammo a ricomporci. Mi ci vollero alcuni minuti per rendermi presentabile e pulire i capelli. Ancora sconvolta e con Carlo al mio seguito, mi diressi al piano di sotto mentre lui passò per un'altra strada che portava al patio esterno. Vidi subito mio marito e altri parlottare amichevolmente intorno a noccioline e panettone. Mi fece un cenno con la mano, risposi a mia volta e aggiunsi un leggero sorriso. Guardandolo provai un senso di disprezzo verso me stessa per quello che avevo appena fatto. Rischiavo di perdere tutto quello che avevo per il solo piacere fisico, come se fosse la cosa più importante. Tra un pensiero e l'altro mi chiesi: "se potessi cancellerei tutto o mi farei scopare di nuovo?". Non seppi rispondere subito ma la verità, come dice la mia scrittrice preferita, ha l'abitudine di rivelare se stessa....
La serata era un successo su tutti i fronti: la casa era meravigliosa e veramente gigantesca, il cibo squisito e infinito. Tutti erano felici, soprattutto perchè il vino scorreva a fiumi. I bambini se ne stavano in disparte senza disturbare noi adulti, scenario perfetto per godersi una serata. Finito di mangiare ognuno si prese la libertà di girovagare per la sala e posizionarsi dove capitava. Nel mentre che aiutavo a sparecchiare per fare un pò di spazio nella tavola, vidi mio marito che parlava fitto fitto con Carlo, mentre Cristina l'avevo temporaneamente persa di vista. Posati i piatti in cucina tornai in sala e mi diressi verso il divano dove i due maschietti erano intenti a raccontarsi chissà quali interessanti aneddoti sportivi. Mi piazzai alle loro spalle, in piedi e piegata in avanti con i gomiti poggiati sullo schienale. "Ciao tesoro, qual buon vento". Davide mi accolse con un sorrisone, come se non mi vedesse da settimane. Carlo fece un mezzo sorriso, smaliziato, che mi fece subito venire dei dubbi sull'argomento che i due stessero trattando. Possibile che stessero parlando di me? E di cosa? Li per li non ci pensai nemmeno tanto, diedi per scontato che il mio dubbio fosse fondato e che stessero parlando di me. Decisi di iniziare un gioco con il mio uomo e mio cugino. Nel prendere questa decisione influirono tante cose, tra cui indubbiamente il vino. Posai la mia mano destra sulla spalla di Davide e quella sinistra sulla spalla di Carlo. Ad entrambi feci delle piccole carezze vicino all'orecchio, delicate e sensuali. Mio marito subito si ritrasse dicendo che gli davo fastidio, Carlo invece non fece una piega. Non interruppi il massaggio tra collo e orecchio che facevo a mio cugino, mentre riposi la mano sulla spalla di mio marito per non destare sospetti. Continuammo a chiacchierare per qualche minuto quando venni chiamata in cucina e dovetti allontanarmi, salutai i due e lanciai uno sguardo ad entrambi. Non passò molto tempo che tra impegni di vario genere in giro per la casa rividi Carlo passeggiare per uno dei tanti corridoi, assorto in chissà quale pensiero. Ci incrociammo ed entrambi ci fermammo uno davanti all'altra. Forse per la prima volta da molti anni a questa parte non seppi cosa dire, rimasi inebetita di fronte alla sua figura impassibile. Per fortuna ci pensò lui a rompere il ghiaccio che ci divideva e dar via alla conversazione. Il fatto è che lo fece andando subito a punzecchiarmi su quanto successo prima. "Volevi vedere chi avrebbe apprezzato la tua mano in un punto erogeno?" Mi chiese con totale tranquillità e naturalezza. Il mio cervello andò 3 secondi in blackout ma per fortuna si riavvio quasi subito e riuscii a rispondere senza sembrare una ragazzina impacciata. "Si, il mio obiettivo era proprio quello, vedere a chi dei due avrei fatto provare qualche brivido lungo la schiena". "Credo che Davide non abbia apprezzato tantissimo, anche se di solito le mie mani sul suo corpo non le disprezza". Risposi decisa, anche se mi esposi tantissimo concedendo una piccola confessione. Per fortuna era sì un uomo sicuro di sè che prendeva quello che desiderava, ma anche educato e rispettoso, a dir poco irresistibile....! "La prossima volta prova a fare così" dicendo questo allungò la sua mano sul mio collo, partendo dal basso per poi risalire dolcemente verso l'orecchio. Solo il sentire la sua mano su di me mi diede delle sensazioni spaventosamente forti e contrastanti. Ero io quella che si stava facendo massaggiare da un altro uomo? Vergognati – Lasciati toccare. Come Un piccolo angelo e un piccolo diavolo pensavo di scappare e saltargli addosso nello stesso momento. Quando arrivò all'altezza dell'orecchio iniziò a massaggiarmi il lobo e la parte posteriore in prossimità dei miei lunghi capelli neri. Non resistetti e chiusi gli occhi, volevo godermi quel momento senza pensare che a regalarmelo non fosse mio marito. A un certo punto mi ridestai dal torpore e mi allontanai da lui, che incredulo mi fissava chiedendosi il motivo di questo mio gesto. "A quanto pare hai capito che la prossima volta devi impegnarti di più se vuoi scaldare il tuo uomo!" disse con ancora quel sorrisetto da piacione. "La prossima volta ci proverò" risposi ancora un pò scossa. "Ora perdonami ma devo andare in bagno, ci rivediamo dopo" e così dicendo mi diressi verso la toilette delle signore che si trovava al piano di sopra. Il motivo della mia fuga non fù un senso di colpa bensì la sensazione che mi stessi bagnando in maniera considerevole. Non mi succedeva dai tempi della scuola di bagnarmi così tanto senza che nemmeno ci sia stato uno scambio di baci, toccatine, o qualsiasi atto definibile sessuale. Entrai in bagno e mi abbassai le mutandine. Portavo un vestito color panna abbastanza corto e sotto intimo di pizzo nero. Notai subito che le mutandine erano bagnate dei miei umori, ne sentivo anche il profumo. Che smacco, è bastato così poco per farmi agitare, un massaggio dietro l'orecchio e la mia figa ha subito iniziato a colare. Dovevo assolutamente tornare in me, non volevo ne apparire una inesperta ne tantomeno cacciarmi nei guai la vigilia di Natale. Avvertivo però una sensazione di bisogno tra le gambe. La mia figa pulsava come se necessitasse di qualcosa, un corpo estraneo che la riempisse completamente. Mi abbandonai per un attimo al desiderio portando in basso la mia mano destra e sfiorandomi le grandi labbra prima e il clitoride poi. Non mi capitava spesso di masturbarmi ma in quel momento sentivo solo il bisogno di lasciarmi andare. Mi sedetti sopra il wc con la tavoletta abbassata e iniziai a darmi piacere. I miei umori aumentavano, così come il mio bisogno di essere riempita. Ripensavo a quello che era successo pochi minuti prima e mi immaginavo cosa sarebbe potuto succedere se invece di indietreggiare, fossimo andati avanti in quel momento così eccitante. Iniziai ad infilarmi un dito dentro per colmare quel vuoto. Volevo solo regalarmi qualche momento di piacere. Ero inebriata da mille pensieri erotici riguardanti un uomo che non era mio ma che mi faceva ribollire il sangue per la voglia di scoparmelo. "Tesoro sei qui dentro, stai bene?". La voce di mia madre quasi mi fece cadere per terra per la sorpresa. "Si.... ho solo avuto un leggero mal di pancia.... nulla di grave tra qualche minuto torno giù tranquilla!" "Va bene ti aspettiamo". Dio mio che spavento! Non credo che sarei sopravvissuta alla vergogna se mi avesse sentita o vista fare quello che stavo facendo. Questa parentesi mi riportò in parte sulla terra, cercai di pulirmi e ricompormi nel migliore dei modi per tornare di sotto ma ormai ero un lago e mi dispiaceva perdere del tutto quel momento. Purtroppo era svanita quella sensazione di fantasia misto piacere che mi aveva portata a masturbarmi come un'adolescente, così decisi solo di non rimettere le mutandine e darmi una sistemata. Alcune dita della mia mano destra erano ancora ricoperte di umori così, mentre con la sinistra aprivo la porta del bagno, mi infilai in bocca quelle insaporite dal mio piacere per ripulirle. Avrei potuto lavarle per bene per scongiurare anche la presenza di odori, ma ero in uno stato di eccitante confusione e facevo cose che non erano da me. Aprendo la porta ci vollerò due secondi per far sì che mi si raggelasse il sangue nelle vene. Prima di uscire avevo atteso qualche istante cercando di capire se fuori ci fosse qualcuno. Non avendo sentito nessun rumore provenire dall'esterno mi decisi ad uscire. Eppure.... davanti a me, Carlo che mi fissava. Io uscivo dal bagno con le dita in bocca e l'espressione di chi vorrebbe sparire all'istante su un altro pianeta. Tirai fuori le dita e dopo aver mandato giù quel misto di saliva e umori che avevo in bocca, parlai, o meglio biascicai un "Carlo, che ci fai qui?" Ero terribilmente in imbarazzo, speravo solo finisse tutto in una bolla di sapone. "Ero venuto a cercarti per vedere come stavi ma credo che qualsiasi cosa avessi, non era per niente spiacevole". Mi rispose, sempre col suo modo pacato ma questa volta più sensuale. "Quelle le lasci li?" Incalzò indicando all'interno del bagno sopra il lavello. Non posso crederci.... avevo dimenticato le mutandine sporche sul lavandino. "Ehm.... no ora le prendo, ho scordato di rimetterle....". Questa volta le parole di bocca mi uscirono provocanti e nel momento giusto, quasi involontariamente mi ero resa sensuale sopperendo a una quasi certa pessima figura. "Vuoi rimetterle?" Chiese Carlo con voce soffusa. Che tentazione.... ero li davanti a un uomo di cui avevo sentito cose incredibili sul sesso, senza mutandine, ancora bagnata e vogliosa. "Si dovrei, non posso stare senza, non sarebbe appropriato". Civettai spudoratamente. "Sono sicuro che a breve non ti serviranno" Così dicendo si avvicinò a me con la sua splendida virilità. Mi prese la mano destra e se la portò alla bocca gustandosi quel poco del mio sapore. "Peccato, non è rimasto niente". Le sue parole risuonavano nella mia testa creando uno stato di trans da endorfine."Lo sai che non possiamo, di sotto ci sono mio marito e tua moglie che ci aspettano". Risposi decisa, quasi come ci credessi davvero. "Dovrebbero scopare anche loro, Cristina potrebbe sbloccare il tuo uomo così da ridartelo più pratico e deciso". Questa sua affermazione mi ferì e mi eccitò allo stesso tempo. Io non ero in grado di sbloccare mio marito ma ero qui pronta a farmi scopare da un cugino che avrebbe ceduto la moglie per divertimento. "Non dire sciocchezze! Perchè mai mia cugina dovrebbe scoparsi mio marito?" Chiesi con fare aggressivo. "Forse perchè le piace il cazzo e si vuole divertire, tuo marito ha fama di avere un attrezzo piuttosto grosso tra le gambe". Questo è vero, ha un pene grosso ma non troppo lungo purtroppo. Quando gli pratico sesso orale è sempre molto breve il movimento di bocca e poco eccitante. Non feci in tempo a riprendermi dai miei pensieri che Carlo mi venne ancora più vicino, arrivando a pochi centimetri da me. Aveva un profumo inebriante, il suo aspetto richiamava al sesso in ogni sua forma. Iniziavo ad accettare che se avesse voluto, avrebbe potuto fare di me qualsiasi cosa. Mi prese per i fianchi spingendomi indietro. Mi sentivo condotta quasi come se fluttuassi. Arrivammo al bordo del lavello e ci fermammo. Si girò tornando indietro di qualche passo e chiuse a chiave la porta. Tornò da me e iniziò lentamente ad annusarmi il collo, senza baciarmi. Le sue mani avevano una stretta salda su di me che mi facevano sentire in suo totale controllo. Sentii passarmi la lingua nello stesso punto dove prima era riuscito a regalarmi sensazioni fortissime con la mano. Anche io volevo sentirlo e toccarlo. Portai le mie mani sulle sue belle spalle, provando a cingerle per sentirne la forza. Di tutta risposta le sue scesero sui miei glutei, passando sotto il vestito alzandolo fin sotto la pancia e sollevandomi quanto bastava per farmi sedere sul marmo. Aprii le gambe in modo da portarlo a me sempre più vicino. Volevo spogliarlo, lo volevo completamente nudo. Iniziai a sbottonargli la camicia, sfilandola dai pantaloni. Tolta quella non vedevo l'ora di togliere cintura e pantaloni per ammirare meglio quel famoso cazzo di cui tanto si vantava quella troia di mia cugina. Ormai avevo capito che vita sessuale avevano questi due e tutto era nuovo ed eccitante per me. Quando cercai ti slacciare la cintura il mio amante mi fermò, tenendomi le mani con forza e spostandole verso di me. Mi pose una mano tra collo e spalla spingendomi indietro, fino a toccare lo specchio e poggiandomi con la schiena. In questa posizione ero oscenamente aperta con la figa a sua completa disposizione. Pensai che se mi avesse scopata cosi l'avrei sentito direttamente nell'utero. Quello che fece però fù molto più crudele ma allo stesso tempo piacevole. Una volta imposta la posizione che dovevo tenere, mi fissò negli occhi e dopo aver disceso il mio corpo come una pista da sci, arrivò tra le mie gambe pronto a dedicarsi al mio piacere. Iniziò a leccarmi come mai mi era successo. Sentivo la sua lingua come fosse una cappella pronta a violarmi. Mi stava letteralmente scopando e io iniziavo a perdere il senno della ragione. La sua lingua vagava tra il mio buchino e le labbra. Leccava e succhiava avidamente senza mai fermarsi. A un cetro punto decise di farmi letteralmente impazzire aggiungendo al trattamento anche le dita. Ero in estasi, non credevo si potesse provare tanto piacere, e non avevamo ancora scopato, anzi, non gli avevo ancora nemmeno visto l'uccello. Andò avanti così per non so quanti minuti, tra penetrazioni e succhiate ovunque alla mia figa. Volevo venire e farlo con la sua bocca tra le gambe era quello che desideravo. Misi una mano sulla sua testa e lo spinsi ancora di più invitandolo a farmi impazzire. Lui colse subito il segnale e mi piantò dentro tre dita. Prese a leccarmi il clitoride con foga ma senza esagerare, chissà quante ne aveva leccate prima di diventare così bravo. Quando si accorse che il mio respiro si era fatto più affannoso e mi dimenavo come una contorsionista, tolse le dita da dentro di me e affondò la sua lingua come fosse il suo cazzo. Fù l'apoteosi e venni lasciandomi andare ad un orgasmo a lungo sognato e desiderato. Le sensazioni erano infinite e stupefacenti, solo ora capivo cosa mi stavo perdendo. A fatica mi ripresi e volevo subito quell'uomo nella mia bocca. Volevo restituire il trattamento dandogli dimostrazione che anche io ci sapevo fare. Decisi di prendere in mano la situazione ribaltando le posizioni. Scesi dal lavello e lo spinsi contro il bordo di marmo. "Ora è il mio turno" gli dissi guardandolo negli occhi e promettendogli con lo sguardo un pompino di cui ricordarsi. Slacciai finalmente la cintura e i pantaloni. Abbassai per ultimo il suo intimo e finalmente mi ritrovai davanti il suo bel cazzo duro e tutto per me. Aveva i peli corti proprio sopra l'asta e niente tutto intorno, curato nei dettagli anche tra le gambe. Quello che diceva Cristina era vero: il suo cazzo era grosso e lungo, perfettamente dritto e la cappella violacea sembrava una grossa fragola succulenta. Mi posizionai in ginocchio davanti a lui, mi veniva da sorridere. Era terribilmente eccitante tenerlo in mano e lui era cosi bello completamente nudo. Puntai la cappella verso la mia bocca e tirai fuori la lingua. La appoggiai leggermente dando una piccola leccata alla punta. Aveva un buon sapore di maschio ma molto pulito. Non resistetti e gli diedi un piccolo morso senza fargli male. Lui rinsavì e fece una piccola smorfia di godimento. "Ora sono io la tua troia" gli dissi, sorprendendo più me stessa che lui della cosa. Iniziai a succhiare quel cazzo meraviglioso con tutto il mio impegno. Non volevo solo godermelo in ogni centimetro, volevo stupirlo e farlo impazzire. Con la mano destra tenevo ben saldo quel magnifico arnese e con la sinistra gli massaggiavo i testicoli. Succhiavo e leccavo avidamente per dargli tutto il piacere possibile. Finalmente avevo a disposizione un cazzo lungo e perfetto per poter dare il meglio di me. Non ero molto pratica ma volli provare a infilarlo in gola. Inizialmente sentivo che non ci sarebbe mai passato, troppo grossa la cappella e troppo forte il senso di nausea. Non mi arresi e continuai a succhiare e spingere in fondo. Dopo qualche tentativo riuscii a sentire la punta occupare la mia gola, era una sensazione di piacevole soffocamento. Forse era così che si sentivano tutte quelle pornostar che si facevano letteramente violentare la gola da cazzi infiniti. Ero soddisfatta di me e continuai così, volevo che godesse nella mia bocca. Andai avanti per diversi minuti ma forse ci voleva altro per farlo venire. Infatti fù lui ad interrompermi e a farmi alzare. Io desideravo scopare guardandolo in faccia, volevo vedere il suo viso mentre godeva della mia figa. Il suo intento invece era quello di scoparmi a 90, esattamente come si scoperebbe una sconosciuta. Lo lasciai fare e mi feci usare come una delle tante troie della sua vita. Mi allargò il sedere con una mano e con l'altra prese il suo cazzo e me lo puntò tra le grandi labbra. Non vedevo l'ora di averlo dentro di me. Iniziò a spingere lentamente. Pensai che volesse farmi sentire ogni centimetro passare dentro la mia carne. Era una sensazione stupenda. Mi sentivo riempita passo dopo passo verso punti mai raggiunti prima da nessuno. Ormai era completamente dentro di me e rimase fermo qualche secondo per farmi assaporare questa sensazione nuova. "Ora sai cosa si prova, non potrai più farne a meno". Mi disse iniziando a muoversi lentamente. Di li a poco dovette mettermi la mano davanti alla bocca per farmi stare zitta. Gemevo e godevo in un modo esagerato e qualcuno avrebbe potuto sentirci. I suoi colpi si facevano sempre più forti e il dolore misto piacere stava mandando il mio cervello in un'altra dimensione. Non ricordo nemmeno quante e quali parole ho utilizzato in quei momenti ma sono sicura di avergli detto che sarei diventata la sua puttana personale se mi avesse scopata sempre così. Non capivo più niente. Stavo scoprendo qualcosa di meraviglioso e non volevo che finisse mai. Andò avanti a scoparmi in quella posizione ancora per un pò, mentre io ero totalmente inerme e in balia della sua volontà e del suo cazzo. Sentivo tutta la sua forza in quei colpi profondi e ben assestati. Riuscii ad avere un altro orgasmo, lungo e intenso dato che Carlo non smetteva di scoparmi divinamente. Uscì di colpo e mi fece rimettere giù in ginocchio. Mi fece una coda con i capelli e mi ordinò di succhiarglielo. Obbedii senza proferire parola. Volevo ogni cosa volesse lui e volevo lui in tutti i modi possibili. Mi stava letteralmente scopando la bocca. Prendeva in mano il suo uccello e me lo passava su tutta la faccia dandomi anche dei colpi sulle guance. "Ora ti farai sborrare in faccia e mi raccomando fammelo piacere". Alle sue parole ebbi un sussulto. Nessuno mi era mai venuto in faccia. In bocca si ma mai sul viso. Questa era una di quelle cose che credevo avvenissero solo nei film porno. Non risposi nemmeno. Aprii la bocca e tirai fuori la lingua il più possibile. Lui apprezzò perchè prese a menarsi il cazzo con foga pronto a svuotarsi le palle su di me. Lo vedevo fremere e ansimare, voleva ricoprirmi il più possibile quello stronzo. "Così mi rovinerai tutto il trucco...." obiettai ironica. "Sei stata brava, te lo meriti". A queste parole mi eccitai da morire e fui orgogliosa di me. "Dammelo, lo voglio". Alle mie parole cedette e masturbandosi velocemente iniziò a schizzarmi in faccia tutto il suo sperma caldo. Sentivo gli schizzi finire ovunque, dalla fronte alle guance, in bocca e sul collo, persino tra i capelli. Anche il suo sapore era buono. Finito di schizzare me lo infilò nuovamente in bocca. Se lo fece succhiare ancora un pò, il tempo di afflosciarsi tra le mie labbra e far uscire le ultime gocce. Era bellissimo averlo soddisfatto così, mi sentivo in grado di far godere un uomo esperto come lui. Tirò fuori il cazzo e io rimasi ferma, con la faccia e la bocca piene di sperma. Lo fissai e iniziai a leccarmi le labbra, volevo dargli dimostrazione di essere disposta a tutto per lui. Giocavo con il suo seme e me lo gustavo, toccandomi anche il viso con la mano. Ne portai il più possibile sulla lingua e poi in bocca per ingoiare il suo piacere. Apprezzò questo mio gesto e mi accarezzò la testa dicendo solo: "brava la mia troia". Mi aiutò ad alzarmi e iniziammo a ricomporci. Mi ci vollero alcuni minuti per rendermi presentabile e pulire i capelli. Ancora sconvolta e con Carlo al mio seguito, mi diressi al piano di sotto mentre lui passò per un'altra strada che portava al patio esterno. Vidi subito mio marito e altri parlottare amichevolmente intorno a noccioline e panettone. Mi fece un cenno con la mano, risposi a mia volta e aggiunsi un leggero sorriso. Guardandolo provai un senso di disprezzo verso me stessa per quello che avevo appena fatto. Rischiavo di perdere tutto quello che avevo per il solo piacere fisico, come se fosse la cosa più importante. Tra un pensiero e l'altro mi chiesi: "se potessi cancellerei tutto o mi farei scopare di nuovo?". Non seppi rispondere subito ma la verità, come dice la mia scrittrice preferita, ha l'abitudine di rivelare se stessa....
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