Mia nipote Sandra
di
Rewand
genere
dominazione
L’ho vista crescere mia nipote Sandra, timida ed introversa, non bella e con una cura della persona assolutamente assente, tanto brava negli studi quanto incapace di scegliersi un vestito o cambiare pettinatura.
Ormai alla soglia dei 30 anni raccontava solo di un breve amore con un compagno di corso universitario.
Del quale noi parenti non eravamo neppure certi.
Eppure mi stimolava, ero certo che sotto quei vestiti ci fosse un corpo capace di godere e dar piacere, era quasi un ossessione ormai, volevo averla per me.
Sono fotografo e mi occupo di pubblicità, mi è facile chiederle se mi può aiutare per la presentazione di una campagna pubblicitaria.
E’ pomeriggio quando arriva in studio, non c’è nessuno e nessuno ci disturberà.
Le racconto che una azienda di costumi da bagno mi ha commissionato una campagna pubblicitaria forte, di impatto.
Ho una buona idea, ma devo proporla a costo basso per sentire la reazione della azienda, mi serve una modella :
“ Puoi farlo tu?”
“ Ma zio sono brutta, non l’ho mai fatto...”
“ Ma quale brutta, non ti preoccupare, non useremo te se la campagna la approvano, ma devo far vedere qualcosa...”
“ Si, ma cosa devo fare? “
Sento in lei l’eccitazione, si vergogna, ma le piace l’idea di posare per me
“ Ecco non è una cosa normale... è un idea forte, un poco alla Cavalli...si tratta di indossare un costume, ma legata ad una sedia, un poco sado-maso...”
“ Cosa? No... dai, non posso ...!
“ Sandra i provini li vedremo solo in ufficio da loro, è un lavoro da modella, sono bravo come fotografo vedrai che ti piacerai !”
Non devo insistere a lungo, le trema un poco la voce
“ Se sei sicuro che lo posso fare... per aiutarti zio lo faccio.”
Entriamo in studio, davanti ad un fondo continuo bianco c’è una una sedia con la spalliera alta e a terra un rotolo di nastro americano.
“ ecco, mentre piazzo le luci vai dietro il paravento: c’è un costume bianco e delle scarpe rosse con il tacco alto, fai con calma tanto ho da fare...”
Si porta dietro il paravento e la sento armeggiare con i vestiti, io tremo, non ho la certezza che ce la farò a portare il gioco fino alla fine.
Esce e si porta vicino alla sedia , le scarpe rosse tacco dieci le snelliscono le gambe e la figura, un pochino appesantita. Come immaginavo non si depila, vedo pelo sotto le ascelle e anche fra le gambe; il costume bianco è bello, il top è di una taglia troppo piccolo, i seni sono compressi e vedo i capezzoli spingere.
E’ in imbarazzo, cambia continuamente punto d’appoggio e non mi guarda mai.
“ Benissimo perfetto, stai bene, vedrai che farai un figurone, forse la faranno fare a te la campagna”
“ Dai, non è vero, non mi sono neanche depilata, non ho trucco...”
“ Tranquilla, ritocchiamo qualcosa con photoshop, dopo vedrai “
Mi muovo verso di lei e la aiuto con la posizione, in piedi dietro alla spalliera, con il nastro blocco le due caviglie alle due gambe posteriori della sedia e poi la faccio chinare in avanti e blocco i polsi alle due gambe anteriori.
Scherzo con lei mentre preparo la macchina fotografica.
Lei ha un riso nervoso e si passa la lingua sulle labbra troppo spesso.
Accendo le luci: bianche, impietose e forti, non certo un set per la pubblicità, ma lei non lo può capire.
Ora è il momento:
“ Guardami Sandra, ora sorridi verso l’obbiettivo facciamo un totale, “
sorride imbarazzata, io scatto e cerco l’immagine che mi serve...
grazie a Dio il digitale permette subito di vedere il risultato ...
C’è, è fatta!
Ne scatto ancora un paio, ma ci sono ... ora coraggio...
“ Ecco aspetta ti faccio vedere come sono “
C’è un monitor di fronte a lei , collego la macchina e sullo schermo compare lo scatto.
Si vede una donna con tacchi a spillo legata ad una sedia, chinata in avanti che sorride con aria divertita.
“ Come la trovi ?”
“ Ecco non so, non mi pare bella... ma... sembro nuda!”
C'é arrivata, la scelta del reggiseno a fascia, la striscia sottile dello slip sui fianchi , la cura meticolosa
dell’ inquadratura con la spalla che copre il tessuto... ora posso colpire.
“ Già sembri nuda... e per tutti lo sei e anche ti piace a giudicare da come sorridi. E adesso posso fotografare quello che mi piace.”
Mi avvicino, lei comincia a capire...
Slaccio il reggiseno, l’elastico salta per la pressione, i seni liberi oscillano sotto di lei che cerca di togliersi da lì, ma il nastro è forte quanto basta e la sedia pesa, scatto alcune foto alle sue tette, i capezzoli marrone scuro sono eretti, qualche pelo attorno all’areola, il cazzo già mi scoppia, ma me la voglio godere.
“ Zio, cosa fai, sei matto.. lo dico alla zia dai.. no ..”
Non resisto, giro dietro a lei e sciolgo i sottili nodi ai due lati del costume.
Il lembo di stoffa cade a terra , non mi sfugge che è bagnato e lucido sul tassello, alzo lo sguardo: bel culo e fra i peli la spacca è gonfia, invitante, aperta...
Fotografo con calma più volte e da più posizioni mia nipote, nuda, legata ad una sedia con un tacco da troia e la figa e il culo in bella vista.
Non ha smesso di lamentarsi
“ Zio dai ... non lo dico alla zia, liberami e non lo dico a nessuno .. prometto! dai mi vergogno “
Non posso resistere oltre, appoggio la macchina, mi tolgo i vestiti e con il cazzo duro da impazzire mi avvicino.
Uso un rialzo, una pedana in legno, per arrivare alla giusta altezza.
Appoggio le mani al culo e scosto le chiappe, lei ora tace, guardo quel buchetto grinzoso contornato di peli e sotto la foresta che si divide.
Allargo ancora e le grandi labbra si separano di più, avverto forte l’odore delle secrezioni, appoggio la cappella e quasi senza spingere scivolo in una burrosa e calda vagina.
É il paradiso! Comincio a muovermi e godo dei suoi fremiti, non è vergine, forse il ragazzo lo ha avuto davvero.
Ansima forte, sento il mio membro come risucchiato, con le mani sui fianchi ora dò colpi violenti che spostano un poco la sedia, lei geme, poi la sento godere, avverto gli spasmi.
Aspetto che si plachi.
E ora il mio piacere:
sfilo il cazzo che gronda umori e con le dita ne raccolgo un poco dalle cosce che ha bagnato ,
umetto il buchetto grinzoso e infilo prima un dito , poi l’altro.
Ha smesso di ansimare, ora è tesa , appoggio il glande sul buco e comincio a spingere
“ No... zio no! ... non lo fare ...”
Non la sento nemmeno, lo sfintere cede a poco a poco e centimetro dopo centimetro la penetro,
Geme e ansima, quando il pube schiaccia le sue chiappe rotonde, mi fermo e mi godo il momento:
è calda e così stretta.
Poi inizio a pompare, faccio scivolare le mani sotto i fianchi e raggiungo le mammelle, le palpo e poi le strizzo con forza,
le uso per tirarmi con più vigore e affondare di più in quel suo culo.
In breve vengo, godo come mai mi era capitato, poi mi abbandono sulla sua schiena sudata.
Mi sfilo e scendo, riprendo la macchina fotografica e faccio qualche scatto al culo ancora dilatato dal quale cola seme bianco e nocciola.
Mi rivesto, lei geme piano.
“ Sandra, mi dispiace per quello che ti ho fatto, sono un maiale lo so, ma non ho saputo resistere era anni che mi masturbavo pensando a te. Ora è fatta. Ho queste foto da cui tutti possono dedurre che nel privato sei zoccola, che ti piace farti legare e prenderlo in ogni buco.
Posso spedirle a tutti i parenti, dove lavori, metterle in rete... vedi tu. E’ un ricatto e non mi fa onore, ma non posso rischiare tutto per te.”
Con un cutter taglio il nastro alle caviglie e ad un polso.
" Il cutter lo lascio sulla sedia, liberati, vestiti e vai a casa. A me è piaciuto tanto, non vedo l'ora di rifarlo, ho bisogno di una come te per sfogarmi. Telefonami al cellulare domani voglio sapere cosa decidi. Chiudi quando esci."
Esco, ho ancora il tremito alle gambe, mi sento svuotato, ma so che a casa mi masturberò riguardando le foto che porto con me, e già aspetto di sentire la sua voce.. ho ancora tanti desideri da soddisfare.
Ormai alla soglia dei 30 anni raccontava solo di un breve amore con un compagno di corso universitario.
Del quale noi parenti non eravamo neppure certi.
Eppure mi stimolava, ero certo che sotto quei vestiti ci fosse un corpo capace di godere e dar piacere, era quasi un ossessione ormai, volevo averla per me.
Sono fotografo e mi occupo di pubblicità, mi è facile chiederle se mi può aiutare per la presentazione di una campagna pubblicitaria.
E’ pomeriggio quando arriva in studio, non c’è nessuno e nessuno ci disturberà.
Le racconto che una azienda di costumi da bagno mi ha commissionato una campagna pubblicitaria forte, di impatto.
Ho una buona idea, ma devo proporla a costo basso per sentire la reazione della azienda, mi serve una modella :
“ Puoi farlo tu?”
“ Ma zio sono brutta, non l’ho mai fatto...”
“ Ma quale brutta, non ti preoccupare, non useremo te se la campagna la approvano, ma devo far vedere qualcosa...”
“ Si, ma cosa devo fare? “
Sento in lei l’eccitazione, si vergogna, ma le piace l’idea di posare per me
“ Ecco non è una cosa normale... è un idea forte, un poco alla Cavalli...si tratta di indossare un costume, ma legata ad una sedia, un poco sado-maso...”
“ Cosa? No... dai, non posso ...!
“ Sandra i provini li vedremo solo in ufficio da loro, è un lavoro da modella, sono bravo come fotografo vedrai che ti piacerai !”
Non devo insistere a lungo, le trema un poco la voce
“ Se sei sicuro che lo posso fare... per aiutarti zio lo faccio.”
Entriamo in studio, davanti ad un fondo continuo bianco c’è una una sedia con la spalliera alta e a terra un rotolo di nastro americano.
“ ecco, mentre piazzo le luci vai dietro il paravento: c’è un costume bianco e delle scarpe rosse con il tacco alto, fai con calma tanto ho da fare...”
Si porta dietro il paravento e la sento armeggiare con i vestiti, io tremo, non ho la certezza che ce la farò a portare il gioco fino alla fine.
Esce e si porta vicino alla sedia , le scarpe rosse tacco dieci le snelliscono le gambe e la figura, un pochino appesantita. Come immaginavo non si depila, vedo pelo sotto le ascelle e anche fra le gambe; il costume bianco è bello, il top è di una taglia troppo piccolo, i seni sono compressi e vedo i capezzoli spingere.
E’ in imbarazzo, cambia continuamente punto d’appoggio e non mi guarda mai.
“ Benissimo perfetto, stai bene, vedrai che farai un figurone, forse la faranno fare a te la campagna”
“ Dai, non è vero, non mi sono neanche depilata, non ho trucco...”
“ Tranquilla, ritocchiamo qualcosa con photoshop, dopo vedrai “
Mi muovo verso di lei e la aiuto con la posizione, in piedi dietro alla spalliera, con il nastro blocco le due caviglie alle due gambe posteriori della sedia e poi la faccio chinare in avanti e blocco i polsi alle due gambe anteriori.
Scherzo con lei mentre preparo la macchina fotografica.
Lei ha un riso nervoso e si passa la lingua sulle labbra troppo spesso.
Accendo le luci: bianche, impietose e forti, non certo un set per la pubblicità, ma lei non lo può capire.
Ora è il momento:
“ Guardami Sandra, ora sorridi verso l’obbiettivo facciamo un totale, “
sorride imbarazzata, io scatto e cerco l’immagine che mi serve...
grazie a Dio il digitale permette subito di vedere il risultato ...
C’è, è fatta!
Ne scatto ancora un paio, ma ci sono ... ora coraggio...
“ Ecco aspetta ti faccio vedere come sono “
C’è un monitor di fronte a lei , collego la macchina e sullo schermo compare lo scatto.
Si vede una donna con tacchi a spillo legata ad una sedia, chinata in avanti che sorride con aria divertita.
“ Come la trovi ?”
“ Ecco non so, non mi pare bella... ma... sembro nuda!”
C'é arrivata, la scelta del reggiseno a fascia, la striscia sottile dello slip sui fianchi , la cura meticolosa
dell’ inquadratura con la spalla che copre il tessuto... ora posso colpire.
“ Già sembri nuda... e per tutti lo sei e anche ti piace a giudicare da come sorridi. E adesso posso fotografare quello che mi piace.”
Mi avvicino, lei comincia a capire...
Slaccio il reggiseno, l’elastico salta per la pressione, i seni liberi oscillano sotto di lei che cerca di togliersi da lì, ma il nastro è forte quanto basta e la sedia pesa, scatto alcune foto alle sue tette, i capezzoli marrone scuro sono eretti, qualche pelo attorno all’areola, il cazzo già mi scoppia, ma me la voglio godere.
“ Zio, cosa fai, sei matto.. lo dico alla zia dai.. no ..”
Non resisto, giro dietro a lei e sciolgo i sottili nodi ai due lati del costume.
Il lembo di stoffa cade a terra , non mi sfugge che è bagnato e lucido sul tassello, alzo lo sguardo: bel culo e fra i peli la spacca è gonfia, invitante, aperta...
Fotografo con calma più volte e da più posizioni mia nipote, nuda, legata ad una sedia con un tacco da troia e la figa e il culo in bella vista.
Non ha smesso di lamentarsi
“ Zio dai ... non lo dico alla zia, liberami e non lo dico a nessuno .. prometto! dai mi vergogno “
Non posso resistere oltre, appoggio la macchina, mi tolgo i vestiti e con il cazzo duro da impazzire mi avvicino.
Uso un rialzo, una pedana in legno, per arrivare alla giusta altezza.
Appoggio le mani al culo e scosto le chiappe, lei ora tace, guardo quel buchetto grinzoso contornato di peli e sotto la foresta che si divide.
Allargo ancora e le grandi labbra si separano di più, avverto forte l’odore delle secrezioni, appoggio la cappella e quasi senza spingere scivolo in una burrosa e calda vagina.
É il paradiso! Comincio a muovermi e godo dei suoi fremiti, non è vergine, forse il ragazzo lo ha avuto davvero.
Ansima forte, sento il mio membro come risucchiato, con le mani sui fianchi ora dò colpi violenti che spostano un poco la sedia, lei geme, poi la sento godere, avverto gli spasmi.
Aspetto che si plachi.
E ora il mio piacere:
sfilo il cazzo che gronda umori e con le dita ne raccolgo un poco dalle cosce che ha bagnato ,
umetto il buchetto grinzoso e infilo prima un dito , poi l’altro.
Ha smesso di ansimare, ora è tesa , appoggio il glande sul buco e comincio a spingere
“ No... zio no! ... non lo fare ...”
Non la sento nemmeno, lo sfintere cede a poco a poco e centimetro dopo centimetro la penetro,
Geme e ansima, quando il pube schiaccia le sue chiappe rotonde, mi fermo e mi godo il momento:
è calda e così stretta.
Poi inizio a pompare, faccio scivolare le mani sotto i fianchi e raggiungo le mammelle, le palpo e poi le strizzo con forza,
le uso per tirarmi con più vigore e affondare di più in quel suo culo.
In breve vengo, godo come mai mi era capitato, poi mi abbandono sulla sua schiena sudata.
Mi sfilo e scendo, riprendo la macchina fotografica e faccio qualche scatto al culo ancora dilatato dal quale cola seme bianco e nocciola.
Mi rivesto, lei geme piano.
“ Sandra, mi dispiace per quello che ti ho fatto, sono un maiale lo so, ma non ho saputo resistere era anni che mi masturbavo pensando a te. Ora è fatta. Ho queste foto da cui tutti possono dedurre che nel privato sei zoccola, che ti piace farti legare e prenderlo in ogni buco.
Posso spedirle a tutti i parenti, dove lavori, metterle in rete... vedi tu. E’ un ricatto e non mi fa onore, ma non posso rischiare tutto per te.”
Con un cutter taglio il nastro alle caviglie e ad un polso.
" Il cutter lo lascio sulla sedia, liberati, vestiti e vai a casa. A me è piaciuto tanto, non vedo l'ora di rifarlo, ho bisogno di una come te per sfogarmi. Telefonami al cellulare domani voglio sapere cosa decidi. Chiudi quando esci."
Esco, ho ancora il tremito alle gambe, mi sento svuotato, ma so che a casa mi masturberò riguardando le foto che porto con me, e già aspetto di sentire la sua voce.. ho ancora tanti desideri da soddisfare.
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