Io e Franco

di
genere
gay

Qualche giorno prima un amico mi aveva detto di aver visto Franco appartarsi a una festa con un ragazzo e di essersi chinato per prendergli il cazzo in bocca. 'Ecco!' Pensai. 'Questo è il genere di amico che voglio avere'. Ho sempre avuto sogni omosessuali, ma non sono mai andato oltre qualche sega a un amico che studiava con me. Franco lo conoscevo appena di vista. Lui era un anno avanti a me a scuola, e non avevo molte occasioni di farmi avanti. Finché ad una festa di fine anno scolastico ci ritrovammo seduti vicini su un divano. Le luci erano soffuse e i ragazzi talvolta ballavano tra loro, vista la scarsità di ragazze. Mi feci coraggio e con il cuore in gola gli chiesi se voleva ballare. Lui accettò e ci facemmo un lento abbracciati. Poi io non seppi più trattenermi e cominciai a palpargli l'uccello. Lui sorrise e mi chiese cosa stessi facendo. 'Ti prego, lasciami fare. Ho tanta voglia.' Sussurrai io. 'Voglia di cosa?' Mi domandò lui. Gli afferrai bene il cazzo nel palmo della mano, che intanto si era fatto duro, e in un orecchio gli dissi.' Ho tanto voglia di questo.' Il suo sguardo si fece serio e prendendomi per mano mi portò fuori. Eravamo in un hotel sopra il mare e scendemmo fino alla spiaggia, dove le cabine non erano ancora pronte per l'estate. Lui mi spinse dentro di una e cominciò a baciarmi appassionatamente. Le nostre lingue frullavano ciascuna nella bocca dell'altro. Era la prima volta che baciavo un uomo e così intensamente e a lungo. La mia mano andò in cerca del suo uccello, lui allora lo tirò fuori e mi disse:'Eccolo! E' tutto per te.' Io mi abbassai e gli calai i pantaloni e le mutande, poi presi in mano quel bel cazzo liscio. Ma ebbi appena il tempo di menarglielo un po e di darli qualche boccata che un fiotto caldo di sperma mi schizzò sulla faccia. Rimasi un attimo interdetto, pi ci guardammo e scoppiammo a ridere. Il mio primo pompino non era iniziato che era già finito. Allora per fargli capire quanto volevo il suo cazzo gli leccai la cappella e lo lavai con la lingua. Franco allora mi fece alzare e riprendemmo a baciarci lungo, con la mia lingua che aveva ancora il suo sperma sopra.
Da quella sera non rividi Franco per 2 anni. Era andato a fare l'università in un altra città. Quando ci incontrammo però parlammo a lungo. Io avevo già la macchina e lo portai a fare un giro. Ci raccontammo le nostre esperienze, ma lui era un po' restio a parlare, così io gli dissi che ogni tanto mi vestivo donna e che mi davo da fare con un vibratore, e che sbavavo dietro a un quarantenne che avevo visto in spiaggia con un costume che faticava a tenergli dentro il pacco. Arrivai in un posto appartato e ci baciammo per un po'. Poi gli rammentai che avevamo ancora un pompino in sospeso. Lui allora fece per aprirsi i pantaloni. 'No!' Gli dissi, lascia fare tutto a me, tu mettiti comodo. Gli reclinai il sedile e lo feci stendere. Iniziai a carezzarlo sul torace, poi gli sfilai la cintola e gli aprii i pantaloni. Mi è sempre piaciuta la fantasia di aprire i pantaloni agli uomini per tirare fuori il cazzo. Gli sfilai i pantaloni, lasciandolo nel suo slippino nero rigonfio del suo cazzo duro. Poi lo baciai sulle cosce e sul ventre, Baciai il cazzo da sopra lo slippino e infine lo liberai. Giocai con le dita sull'asta e annusandolo e dando colpetti leggeri di lingua. Gli carezzai le palle e gliele leccai. Tornai con la lingua sull'asta e lentamente lo presi tutto in bocca. Volevo fargli un pompino lento e delizioso. Franco prese a carezzarmi la testa e mi disse che ero bravissimo, si vedeva che mi piaceva il cazzo. La cosa mi eccitò ancora di più Poi iniziò a muoversi con l'inguine dando dei colpetti con il cazzo dentro la mia bocca. Io assecondai i suoi movimenti non so per quanto tempo, poi preso da una libidine incontrollata sputai sulla sua cappella e cominciai a lavoralo di gola e di lingua più freneticamente. 'Cazzo come sei bravo!' Esclamò lui tirando tutti i muscoli. Io andavo su giù con la testa e quando sentivo che stava per venire rallentavo e gli stringevo l'uccello, per poi riprendere. Fino a quando anch'io non resistetti più dalla voglia di farmi inondare la bocca. Franco si rilassò un attimo, poi mi spinse la testa in basso e gemendo sempre più mi disse: Sei una puttana, sei la mia puttana preferita!'
Il suo cazzo vibrò fino a esplodermi in bocca tanto sperma caldo che non riuscii a contenere tutto. Mi colava dagli angoli della bocca, allora me lo spalmai sulle guance e gli leccai la cappella lentamente. Franco era disteso ma sorridente. Mi allungai e lo baciai sulla bocca, con la lingua e le labbra che avevano ancora il suo sperma.
Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai: 'Veramente sono la tua puttana preferita?'
'Tu sei nato per succhiare i cazzi, voglio passare una notte intera con te.'
'Anch'io. Voglio essere la tua puttana per tutta una notte.'
Di notti insieme io Franco ne abbiamo poi passate molte, incontrandoci periodicamente in qualche hotel, e affinando il nostro piacere di vestirci da donna. Finché non abbiamo deciso di andare insieme a caccia di maschi. Ma queste sono altre storie che forse vi racconterò.
scritto il
2019-01-10
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