Sandra II
di
andreass
genere
prime esperienze
La delusione fu enorme quando al telefono, Edoardo mi rispose di no, che sarebbe stato impossibile per lui venire in barca con noi e che sarebbe tornato a Roma di primo mattino. Un senso di frustrazione ci avvolse, tacitamente pentiti per none essere andati oltre e quel bacio, per il quale mi ero così tanto incazzato, divenne nei giorni seguenti un afrodisiaco potentissimo.
“allora amore raccontami – le dicevo – era davvero grande?”
“…mmm enorme amore mio, grande e duro duro”
“ non ci credo… giura”
“giuro – rispondeva staccandosi per un attimo da me – e poi se lo vuoi sapere……….”
“poi cosa ? parla ti prego…….”
“nulla nulla……”
“dai amore parla…. Dimmi tutto……”
“mentre camminavamo….. per le stradine……mi ha preso la mano…e me l’ha messa lì….. amore mi sono bagnata tutta… l’ho stretto…. oddio che vergogna….!”
Al nostro rientro in città sapemmo da amici comuni che Edoardo era stato trasferito a Firenze e non lo sentimmo più per settimane che sembrarono anni. Nei giorni seguenti rientrammo in noi, felici di quell’esperienza, ma in fondo anche contenti che fosse finità lì. “Amore meglio così, non so cosa mi sia preso ma è sempre te che amo”, mi ripeteva sempre. E anch’io, spaventato dalla piega che avevano preso gli avvenimenti, la tranquillizzavo dicendole che era stata una sciocchezza ma che era meglio fosse finita.
Fino a quando un sabato mattina arrivò una telefonata alla quale rispose Sandra. La vidi cambiare colore, il suo viso si illuminò…
“Ciaoo, anch’io bene,….. si ogni tanto, non lo so devo parlare con Mirko… è difficile,….. d’accordo ti faccio sapere”.
Capii subito
- “Chi era ?”
- “amore hai capito benissimo chi era….”
- “… e cosa ha detto?”
- “è qui in città. Ci ha invitati a cena……..”
- “e… tu?”
- “hai sentito no? Gli ho detto che è difficile…..”
- “allora non vuoi andare ?”
- “non è che non voglio….hai detto tante volte che abbiamo corso un bel rischio…..pensavo non ti andasse più””
- “….. e a te? a te andrebbe?”
- “… amore ti prego non lo so……..e poi lo sai a me basti tu”
La baciai, era bellissima, la spogliai in fretta ed era un lago di voluttà. Quell’uomo aveva su di lei un effetto incredibile. Sul tavolo della cucina, le gambe larghe, la penetrai senza nessuna resistenza tanto era bagnata, non trattenendomi dal sussurrarle “lo vuoi vero,…. Puttanella mia?” lo vuoi vero quel cazzo che ti ha fatto sentire per strada… dimmelo, dimmi la verità”. Pensavo avrebbe opposto resistenza invece: “Si amore mio…..lo voglio….. lo sogno in continuazione, vorrei essere scopata da lui davanti a te…. guardarti negli occhi mentre godo e farti godere insieme a noi, ma sai che è soltanto un fantasia e non lo farò mai. Però se vuoi che usciamo insieme, che mi limiti a fare la civetta lo farò volentieri. Solo per te……. se vuoi chiamalo tu e diglielo. Sei tu a doverci parlare, non io…”
Come al solito voleva che la responsabilità fosse mia e in fondo devo ammettere che anche questo contribuiva ad aumentare la mia eccitazione. In pochi minuti mi sentivo come fossi stato travolto da un ciclone. Di colpo esplosero nuovamente tutte le mie voglie più perverse. Non vedevo l’ora di incontrarlo.
“Ciao Edo, sono Mirko, come va?”
“Ciao Mirko. Allora che si fa? Non vorrai tenerla tutta per te quella gran figona di tua moglie…. Ci vediamo?”
Quel modo di parlare, così supponente, così sicuro, anziché indispettirmi mi attrasse ancor di più.
“ No dai, magari beviamo qualcosa e torniamo presto…..ci passi a prendere tu?”
“Ok, alle 9 sono da voi. Ah Mirko……”
“si..? dimmi”
“Mi fai una cortesia ? Dì a Sandra da parte mia che sarei molto contento se uscisse senza mutandine………”
“Edoardo ma che dici…..?”
“Dai Mirko non essere sciocco…ubbidisci….. dimmi che glielo dirai o magari… vi do buca”
Aveva capito la mia debolezza e approfittava. Schiavo dei miei sensi morivo di vergogna ma non potevo fare altro che subire. “Va bene….. glielo dirò”.
“Cosa ha detto?” chiese subito Sandra.
“Niente….mi ha detto ….”
“Cosa?”
“Che passerà a prenderci alle 9 e…… “
“e cosa……..?”
“…di dirti che vuole che tu esca senza mutandine”
La vidi arrossire di colpo “ E tu….?”
“ho detto che ti avrei riferito….”
“ah si..? e cosa vuoi che faccia?”
“amore mio….quello che ti va…”
La tensione si tagliava col coltello, andò dal parrucchiere mentre io feci un giro per distrarmi. Era ancora in bagno quando Edoardo citofonò. “Scendi, vi raggiungo tra un attimo”.
Edoardo fu cordiale. Era in forma nel suo cappotto lungo di pelle nera e pensai subito che sarebbe piaciuto a Sandra. Mi raccontò del suo lavoro e di come avesse pensato spesso a noi. Fu allora che arrivò Sandra. Indossava una gonna al ginocchio leggermente svasata con decolletè nere alte, una pelliccia lunga grigia e un top di pizzo nero a balconcino che sembrava offrisse il suo splendido seno. Truccatissima. Era uno spettacolo. Se ne accorse il tassista, che non toglieva gli occhi dallo specchietto retrovisore per guardarli mentre io al suo fianco morivo di gelosia. Scesi dal taxi sembrava che la coppia fossero loro, mentre io rimanevo dietro a seguirli con tutto l’inguine che mi faceva male dall’eccitazione. Entrammo in un discobar e il corteggiamento riprese da dove era stato interrotto. Gli occhi di Edoardo erano fissi sulle tette di Sandra e lei giocava a fare la ragazzina quando gli ammiccamenti si facevano più pesanti. A un certo punto Edo mi disse “Mirko ti dispiace aspettarci un attimo… devo far vedere una cosa a Sandra….” E si allontanarono mano nella mano. Ricomparvero dopo 15 minuti, ero incazzato come una bestia allora Sandra, per smorzare la tensione disse “dai sediamoci ai divanetti”. Lei ovviamente in mezzo e noi due ai lati. Mi baciava con dolcezza mentre Edo le accarezzava i capelli con la mano “Dove siete stati… cosa hai fatto?” le dissi piano mordicchiandole l’orecchio. “Tu cosa dici ?.... indovina…” “Sei proprio una puttanella sai……….mi fai morire”. Lei rise e si voltò verso di lui, si accomodò dandomi le spalle e lo baciò piano. Lui per tutta risposta infilò la mano sotto la gonna e le scoprì quasi completamente le gambe, poi si sporse e mi strizzò l’occhio “grazie di aver portato il mio messaggio…..sei stato molto gentile”. Passò qualche minuto poi Edo mi disse “Andiamo?” “Dove?” risposi, “a casa mia è qui proprio all’angolo, anzi cominciate ad andare, vi raggiungo prima che arriviate al portone.
Uscimmo dal locale e ci incamminammo con Sandra che ondeggiava su quei tacchi altissimi e le tette che ballavano al ritmo dei suoi passi. “Amore che facciamo?…. Mi disse” “Quello che vuoi amore….. ma mi sembra che qualcosa sia già successo…. O sbaglio?” “Mirko - mi guardò negli occhi – io non so se resisto….. non voglio che qualcosa si rovini tra di noi… io ti amo”. La baciai, l’amavo da morire, ero pazzo di lei ma impazzivo dalla voglia “Si che resisterai” le dissi sperando esattamente il contrario. Poi le chiesi quello che mi tormentava “…..dove siete stati? Cos’hai fatto? Non mi dire che l’hai toccato ancora….” “amore io……..” in quel momento arrivò Edoardo, la prese sottobraccio e aprì il portone.
“allora amore raccontami – le dicevo – era davvero grande?”
“…mmm enorme amore mio, grande e duro duro”
“ non ci credo… giura”
“giuro – rispondeva staccandosi per un attimo da me – e poi se lo vuoi sapere……….”
“poi cosa ? parla ti prego…….”
“nulla nulla……”
“dai amore parla…. Dimmi tutto……”
“mentre camminavamo….. per le stradine……mi ha preso la mano…e me l’ha messa lì….. amore mi sono bagnata tutta… l’ho stretto…. oddio che vergogna….!”
Al nostro rientro in città sapemmo da amici comuni che Edoardo era stato trasferito a Firenze e non lo sentimmo più per settimane che sembrarono anni. Nei giorni seguenti rientrammo in noi, felici di quell’esperienza, ma in fondo anche contenti che fosse finità lì. “Amore meglio così, non so cosa mi sia preso ma è sempre te che amo”, mi ripeteva sempre. E anch’io, spaventato dalla piega che avevano preso gli avvenimenti, la tranquillizzavo dicendole che era stata una sciocchezza ma che era meglio fosse finita.
Fino a quando un sabato mattina arrivò una telefonata alla quale rispose Sandra. La vidi cambiare colore, il suo viso si illuminò…
“Ciaoo, anch’io bene,….. si ogni tanto, non lo so devo parlare con Mirko… è difficile,….. d’accordo ti faccio sapere”.
Capii subito
- “Chi era ?”
- “amore hai capito benissimo chi era….”
- “… e cosa ha detto?”
- “è qui in città. Ci ha invitati a cena……..”
- “e… tu?”
- “hai sentito no? Gli ho detto che è difficile…..”
- “allora non vuoi andare ?”
- “non è che non voglio….hai detto tante volte che abbiamo corso un bel rischio…..pensavo non ti andasse più””
- “….. e a te? a te andrebbe?”
- “… amore ti prego non lo so……..e poi lo sai a me basti tu”
La baciai, era bellissima, la spogliai in fretta ed era un lago di voluttà. Quell’uomo aveva su di lei un effetto incredibile. Sul tavolo della cucina, le gambe larghe, la penetrai senza nessuna resistenza tanto era bagnata, non trattenendomi dal sussurrarle “lo vuoi vero,…. Puttanella mia?” lo vuoi vero quel cazzo che ti ha fatto sentire per strada… dimmelo, dimmi la verità”. Pensavo avrebbe opposto resistenza invece: “Si amore mio…..lo voglio….. lo sogno in continuazione, vorrei essere scopata da lui davanti a te…. guardarti negli occhi mentre godo e farti godere insieme a noi, ma sai che è soltanto un fantasia e non lo farò mai. Però se vuoi che usciamo insieme, che mi limiti a fare la civetta lo farò volentieri. Solo per te……. se vuoi chiamalo tu e diglielo. Sei tu a doverci parlare, non io…”
Come al solito voleva che la responsabilità fosse mia e in fondo devo ammettere che anche questo contribuiva ad aumentare la mia eccitazione. In pochi minuti mi sentivo come fossi stato travolto da un ciclone. Di colpo esplosero nuovamente tutte le mie voglie più perverse. Non vedevo l’ora di incontrarlo.
“Ciao Edo, sono Mirko, come va?”
“Ciao Mirko. Allora che si fa? Non vorrai tenerla tutta per te quella gran figona di tua moglie…. Ci vediamo?”
Quel modo di parlare, così supponente, così sicuro, anziché indispettirmi mi attrasse ancor di più.
“ No dai, magari beviamo qualcosa e torniamo presto…..ci passi a prendere tu?”
“Ok, alle 9 sono da voi. Ah Mirko……”
“si..? dimmi”
“Mi fai una cortesia ? Dì a Sandra da parte mia che sarei molto contento se uscisse senza mutandine………”
“Edoardo ma che dici…..?”
“Dai Mirko non essere sciocco…ubbidisci….. dimmi che glielo dirai o magari… vi do buca”
Aveva capito la mia debolezza e approfittava. Schiavo dei miei sensi morivo di vergogna ma non potevo fare altro che subire. “Va bene….. glielo dirò”.
“Cosa ha detto?” chiese subito Sandra.
“Niente….mi ha detto ….”
“Cosa?”
“Che passerà a prenderci alle 9 e…… “
“e cosa……..?”
“…di dirti che vuole che tu esca senza mutandine”
La vidi arrossire di colpo “ E tu….?”
“ho detto che ti avrei riferito….”
“ah si..? e cosa vuoi che faccia?”
“amore mio….quello che ti va…”
La tensione si tagliava col coltello, andò dal parrucchiere mentre io feci un giro per distrarmi. Era ancora in bagno quando Edoardo citofonò. “Scendi, vi raggiungo tra un attimo”.
Edoardo fu cordiale. Era in forma nel suo cappotto lungo di pelle nera e pensai subito che sarebbe piaciuto a Sandra. Mi raccontò del suo lavoro e di come avesse pensato spesso a noi. Fu allora che arrivò Sandra. Indossava una gonna al ginocchio leggermente svasata con decolletè nere alte, una pelliccia lunga grigia e un top di pizzo nero a balconcino che sembrava offrisse il suo splendido seno. Truccatissima. Era uno spettacolo. Se ne accorse il tassista, che non toglieva gli occhi dallo specchietto retrovisore per guardarli mentre io al suo fianco morivo di gelosia. Scesi dal taxi sembrava che la coppia fossero loro, mentre io rimanevo dietro a seguirli con tutto l’inguine che mi faceva male dall’eccitazione. Entrammo in un discobar e il corteggiamento riprese da dove era stato interrotto. Gli occhi di Edoardo erano fissi sulle tette di Sandra e lei giocava a fare la ragazzina quando gli ammiccamenti si facevano più pesanti. A un certo punto Edo mi disse “Mirko ti dispiace aspettarci un attimo… devo far vedere una cosa a Sandra….” E si allontanarono mano nella mano. Ricomparvero dopo 15 minuti, ero incazzato come una bestia allora Sandra, per smorzare la tensione disse “dai sediamoci ai divanetti”. Lei ovviamente in mezzo e noi due ai lati. Mi baciava con dolcezza mentre Edo le accarezzava i capelli con la mano “Dove siete stati… cosa hai fatto?” le dissi piano mordicchiandole l’orecchio. “Tu cosa dici ?.... indovina…” “Sei proprio una puttanella sai……….mi fai morire”. Lei rise e si voltò verso di lui, si accomodò dandomi le spalle e lo baciò piano. Lui per tutta risposta infilò la mano sotto la gonna e le scoprì quasi completamente le gambe, poi si sporse e mi strizzò l’occhio “grazie di aver portato il mio messaggio…..sei stato molto gentile”. Passò qualche minuto poi Edo mi disse “Andiamo?” “Dove?” risposi, “a casa mia è qui proprio all’angolo, anzi cominciate ad andare, vi raggiungo prima che arriviate al portone.
Uscimmo dal locale e ci incamminammo con Sandra che ondeggiava su quei tacchi altissimi e le tette che ballavano al ritmo dei suoi passi. “Amore che facciamo?…. Mi disse” “Quello che vuoi amore….. ma mi sembra che qualcosa sia già successo…. O sbaglio?” “Mirko - mi guardò negli occhi – io non so se resisto….. non voglio che qualcosa si rovini tra di noi… io ti amo”. La baciai, l’amavo da morire, ero pazzo di lei ma impazzivo dalla voglia “Si che resisterai” le dissi sperando esattamente il contrario. Poi le chiesi quello che mi tormentava “…..dove siete stati? Cos’hai fatto? Non mi dire che l’hai toccato ancora….” “amore io……..” in quel momento arrivò Edoardo, la prese sottobraccio e aprì il portone.
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