Pensieri su mia madre
di
Toshiyo
genere
incesti
Premessa: questo che ho scritto è frutto di una vera esperienza di uno dei miei migliori amici che, eliminando l'imbarazzo, ha voluto raccontarmi. Conoscendo questo sito, ho deciso quindi di dargli una forma più concreta per la lettura. Spero vi piaccia!
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Tutto, con grandissima probabilità, comincio quando io avevo circa 8 anni. Ora ne ho quasi 29, quindi ben 20 anni fa. Nella casa vecchia avevamo due camere da letto e siccome ero piccolo io dormivo in quella dei miei con un mio lettino quasi di fianco a quello matrimoniale. Una sera, la prima sera, sentii mia madre alzarsi quasi di soppiatto e siccome sin da piccolo ho sempre avuto il sonno leggero, mi svegliai e le chiesi dove stesse andando. Con un certo imbarazzo misto a nonchalance mi rispose che stava andando in bagno e così mi rimisi a dormire conscio del fatto che di lì a poco qualcosa sarebbe successo.
Mi girai un attimo e vidi mia madre sfilarsi le mutande e la parte superiore del pigiama, e dormendo senza reggiseno, la vidi nella sua interezza. Mamma allora aveva 37 anni e non è mai stata come una di quelle donne mature estremamente attraenti o ben fisicate. Era sicuramente in sovrappeso, non molto certo, non come oggi a 57 anni, ma lo era. E aveva però le sue forme.
Una bella quarta abbondante di seno che stava su come se la gravità non esistesse e un bel sedere pronunciato pronto per essere… usato.
La vidi inserirsi sotto le lenzuola e mettersi a cavalcioni sopra mio padre, che nel frattempo si era ben preparato per accoglierla. Mi rigirai dall’altra parte, cercando di dormire ma il godimento era nell’aria e tappandomi le orecchie, riuscii a riprendere sonno.
Nei mesi successivi non ci pensai poi molto, pensavo a giocare. Finchè giocare non assunse un altro significato e il mio pene divenne il mio oggetto preferito di gioco. Scoprii la masturbazione, un anno dopo.
Come in un lampo, mi rivenne alla mente quella sera e dedicai una delle prime seghe a colei che mi aveva generato. Non sapevo se stessi sbagliando o meno, in quel momento mi andava.
Cominciai così a infilarmi sotto alla sua gonna, ad entrare in bagno mentre si faceva la doccia, la seguivo cercando di imprimere nella mia testa quante più immagini stimolanti per poi sfogare tutto a seghe.
Finchè una mattina successe un altro, bellissimo episodio. Io dormivo ancora nella stanza dei miei.
Pioveva così non ebbero la possibilità di andare in campagna a raccogliere l’uva, periodo di vendemmia.
Vivi con la coda dell’occhio mio padre accucciarsi sotto le lenzuola per andare a dare piacere alla figa tutta vogliosa di mia mamma. Lei godeva, lo vedevo dagli occhi al cielo, dal suo gemere in maniera sempre crescente.
Stringeva i pugni, poi stringeva il bordo del letto per cercare di contenere l’euforia. Vedevo i suoi piedi curvarsi, muoversi mentre io, dal mio lettino, avevo un’erezione di marmo. Mamma subito dopo ricambiò il favore a mio padre ed è lì che comincio lo spettacolo.
Mia madre tornò ad allungarsi, a gambe aperte, per far entrare mio padre.
Io ero sveglio e guardavo, non stavo facendo nulla per nascondere la cosa, ero eccitato. Mia madre per un momento se ne accorse perché si giro verso di me ma non disse nulla né si fermò o disse qualcosa a mio padre.
Mio padre cominciò a spingere, sempre più con veemenza. Vedevo mia madre stringerlo tra le sue gambe, vedevo di nuovo i suoi piedi contorcersi dal godimento mentre con le unghia gli disegnava solchi sulla schiena. Durò poco, una sveltina capii anni dopo, ma venni simultaneamente a mio padre, nel mio lettino di fianco.
Inutile dire che cominciai a masturbarmi ogni giorno pensando a mia madre. A come sarebbe stato entrare dalla sua vagina intrisa di umori. Mordere quelle cosce carnose e nel mentre stringere quelle tette enormi.
Più passava il tempo, più io e miei amici scoprivamo le nozioni sul sesso, grazie alle VHS dei nostri rispettivi padri. E più avevo materiale, più costruivo le mie fantasie.
Ricordo con nitidezza, come fosse ieri, quando andammo in vacanza. In hotel. Era notte fonda e mia madre aveva l’abitudine di tenere almeno una lucetta accesa e per fortuna quella della stanza d’hotel era particolarmente luminosa. Ad un certo punto, dal letto a castello, una bella posizione di vedetta, rimasi basito davanti a quella scena.
Mia madre si tolse lenzuolo e coperta, si denudò e si mise al centro del letto con le gambe totalmente spalancate. Vedevo chiaramente l’entrata, volevo entrarci.
Mio padre entrò con violenza, le dava colpi talmente forti che non erano più gemiti quelli di mia mamma, ma urla di godimento. Urlava, si dimenava. Vedevo quelle tette fare su e giù in continuazione, con quei capezzoli turgidissimi che lei ogni tanto si strizzava.
Il suo volto non era più come quello che conoscevo, docile, affabile, dolce. Era un volto pieno di lussuria, il volto di una donna che se avesse avuto altri 3 uomini a disposizione li avrebbe fatti entrare da ogni buco possibile.
Avevo capito che mia madre era una porca ma anche molto fedele a mio padre, diceva e dice la mia mente da figlio.
Ma volevo farmela con tutta l’anima.
Cominciai a masturbarmi avvolgendo le sue mutandine usate intorno al mio pene. Quel bel pizzo nero così forte del suo odore era una droga.
Scoprii i suoi perizomi di pizzo nero con tagli trasparenti. Li inondai tutti di sperma.
A volte usavo anche le mutandine nuove, e le lasciavo lì nel cassetto con qualche goccia del mio sperma perché volevo che in qualche modo potesse avere qualcosa di me dentro di lei.
Passarono diversi anni e non beccai più i miei a fare del sesso. Ormai avevo cambiato stanza e al massimo sentivo qualche gemito notturno ogni tanto.
Ma, c’è sempre un ma, ho scordato di dirvi che mio padre era ed è ancora oggi un marittimo. Prima con turni alternati di 15 giorni, successivamente di 28. Cosa significa tutto ciò? Che in sua assenza dormivo con mamma.
Ovviamente non perdevo occasione di farmi trovare con il cazzo in tiro sperando in una sua reazione. Magari una sega, magari un pompino. Ero troppo ottimista anche se… cosa vi ho detto poco fa? C’è sempre un ma.
Una notte, in piena notte, la vidi (senza farmi notare) che tornava dal bagno. Ricordo distintamente che prima di rimettersi sotto le coperte si tolse le mutande e le lasciò per terra. La mia eccitazione salì alle stelle in un istante e naturalmente mi girai verso di lei, come se fosse un movimento notturno nel sonno.
Poco dopo aprii leggermente gli occhi e vidi che si stava mettendo due dita in bocca per poi spostarle sotto le lenzuola.
Era senza mutandine, di fianco a me, con le gambe totalmente spalancate pronta masturbarsi. Cominciò con la mano destra, prima lentamente. Su e giù, ogni tanto tornava a stringersi le tette. Un’altra leccata alle dita e questa volta continuò a masturbarsi più velocemente.
Finalmente le era ricomparso quel viso da maiala che la contraddistingueva. Mentre si distruggeva quella figa bagnata con la mano destra, si portò in bocca due dita della mano sinistra. Le inumidì e le porto giù.
Cominciò a masturbarsi con due mani. Sempre più forte, sempre più veloce. Sembrava quasi non potesse respirare per i continui gemiti. I capezzoli turgidi come due proiettili, stavano per bucare la maglia del pigiama.
Ad un certo punto esplose in un gemito così forte, era venuta così intensamente che sembrava ci fosse stato un terremoto.
Il giorno dopo mi devastai di seghe.
La sera stessa risuccesse, con una leggera differenza per così dire.
Invece di essere con la faccia al soffitto, era con la faccia verso di me. Più vicina a me.
Si masturbava con la mano destra mentre le dita della mano sinistra erano nella bocca come in un pompino.
Mi guardava e si masturbava.
Probabilmente il farmi vedere sempre in tiro l’aveva turbata. Probabilmente avrebbe osato anche qualcosa se fossi stato più grande, ero un sedicenne ai tempi.
L’ultimo episodio che mi riguarda avvenne molto tempo dopo ma… Molto intenso, molto sfacciato.
Lei era in bagno e io avevo bisogno di chiederle un’informazione. Bussai e le chiesi se potevo entrare e mi disse di sì.
Entrai e cominciai a parlare, ero davanti a lei, il mio pene ad altezza bocca.
Mentre stavo parlando però avevo notato che la sua mano sinistra era bella che piazzata in mezzo alle sue cosce… Io continuavo a parlare ma vedevo che la sua espressione sul viso stava cambiando, la conoscevo quella faccia. Cominciò a gemere facendo finta di nulla, rispondendomi anche alle domande che le facevo.
Mi sentivo in imbarazzo ma allo stesso eccitato da morire. Ad un certo punto con la mano destra mi afferrò il braccio e mi disse gemendo “sto venendo”, “non vuoi venir pure tu con mamma?”. Si fermò, non mi diede il tempo di accennare una risposta che sghignazzò e si rivestì.
Da allora mi sono masturbato spesso pensando a lei. Sono abbastanza certo che almeno una volta mi abbia pensato non da figlio ma da uomo che la scopava.
Non lo saprò mai, credo.
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Tutto, con grandissima probabilità, comincio quando io avevo circa 8 anni. Ora ne ho quasi 29, quindi ben 20 anni fa. Nella casa vecchia avevamo due camere da letto e siccome ero piccolo io dormivo in quella dei miei con un mio lettino quasi di fianco a quello matrimoniale. Una sera, la prima sera, sentii mia madre alzarsi quasi di soppiatto e siccome sin da piccolo ho sempre avuto il sonno leggero, mi svegliai e le chiesi dove stesse andando. Con un certo imbarazzo misto a nonchalance mi rispose che stava andando in bagno e così mi rimisi a dormire conscio del fatto che di lì a poco qualcosa sarebbe successo.
Mi girai un attimo e vidi mia madre sfilarsi le mutande e la parte superiore del pigiama, e dormendo senza reggiseno, la vidi nella sua interezza. Mamma allora aveva 37 anni e non è mai stata come una di quelle donne mature estremamente attraenti o ben fisicate. Era sicuramente in sovrappeso, non molto certo, non come oggi a 57 anni, ma lo era. E aveva però le sue forme.
Una bella quarta abbondante di seno che stava su come se la gravità non esistesse e un bel sedere pronunciato pronto per essere… usato.
La vidi inserirsi sotto le lenzuola e mettersi a cavalcioni sopra mio padre, che nel frattempo si era ben preparato per accoglierla. Mi rigirai dall’altra parte, cercando di dormire ma il godimento era nell’aria e tappandomi le orecchie, riuscii a riprendere sonno.
Nei mesi successivi non ci pensai poi molto, pensavo a giocare. Finchè giocare non assunse un altro significato e il mio pene divenne il mio oggetto preferito di gioco. Scoprii la masturbazione, un anno dopo.
Come in un lampo, mi rivenne alla mente quella sera e dedicai una delle prime seghe a colei che mi aveva generato. Non sapevo se stessi sbagliando o meno, in quel momento mi andava.
Cominciai così a infilarmi sotto alla sua gonna, ad entrare in bagno mentre si faceva la doccia, la seguivo cercando di imprimere nella mia testa quante più immagini stimolanti per poi sfogare tutto a seghe.
Finchè una mattina successe un altro, bellissimo episodio. Io dormivo ancora nella stanza dei miei.
Pioveva così non ebbero la possibilità di andare in campagna a raccogliere l’uva, periodo di vendemmia.
Vivi con la coda dell’occhio mio padre accucciarsi sotto le lenzuola per andare a dare piacere alla figa tutta vogliosa di mia mamma. Lei godeva, lo vedevo dagli occhi al cielo, dal suo gemere in maniera sempre crescente.
Stringeva i pugni, poi stringeva il bordo del letto per cercare di contenere l’euforia. Vedevo i suoi piedi curvarsi, muoversi mentre io, dal mio lettino, avevo un’erezione di marmo. Mamma subito dopo ricambiò il favore a mio padre ed è lì che comincio lo spettacolo.
Mia madre tornò ad allungarsi, a gambe aperte, per far entrare mio padre.
Io ero sveglio e guardavo, non stavo facendo nulla per nascondere la cosa, ero eccitato. Mia madre per un momento se ne accorse perché si giro verso di me ma non disse nulla né si fermò o disse qualcosa a mio padre.
Mio padre cominciò a spingere, sempre più con veemenza. Vedevo mia madre stringerlo tra le sue gambe, vedevo di nuovo i suoi piedi contorcersi dal godimento mentre con le unghia gli disegnava solchi sulla schiena. Durò poco, una sveltina capii anni dopo, ma venni simultaneamente a mio padre, nel mio lettino di fianco.
Inutile dire che cominciai a masturbarmi ogni giorno pensando a mia madre. A come sarebbe stato entrare dalla sua vagina intrisa di umori. Mordere quelle cosce carnose e nel mentre stringere quelle tette enormi.
Più passava il tempo, più io e miei amici scoprivamo le nozioni sul sesso, grazie alle VHS dei nostri rispettivi padri. E più avevo materiale, più costruivo le mie fantasie.
Ricordo con nitidezza, come fosse ieri, quando andammo in vacanza. In hotel. Era notte fonda e mia madre aveva l’abitudine di tenere almeno una lucetta accesa e per fortuna quella della stanza d’hotel era particolarmente luminosa. Ad un certo punto, dal letto a castello, una bella posizione di vedetta, rimasi basito davanti a quella scena.
Mia madre si tolse lenzuolo e coperta, si denudò e si mise al centro del letto con le gambe totalmente spalancate. Vedevo chiaramente l’entrata, volevo entrarci.
Mio padre entrò con violenza, le dava colpi talmente forti che non erano più gemiti quelli di mia mamma, ma urla di godimento. Urlava, si dimenava. Vedevo quelle tette fare su e giù in continuazione, con quei capezzoli turgidissimi che lei ogni tanto si strizzava.
Il suo volto non era più come quello che conoscevo, docile, affabile, dolce. Era un volto pieno di lussuria, il volto di una donna che se avesse avuto altri 3 uomini a disposizione li avrebbe fatti entrare da ogni buco possibile.
Avevo capito che mia madre era una porca ma anche molto fedele a mio padre, diceva e dice la mia mente da figlio.
Ma volevo farmela con tutta l’anima.
Cominciai a masturbarmi avvolgendo le sue mutandine usate intorno al mio pene. Quel bel pizzo nero così forte del suo odore era una droga.
Scoprii i suoi perizomi di pizzo nero con tagli trasparenti. Li inondai tutti di sperma.
A volte usavo anche le mutandine nuove, e le lasciavo lì nel cassetto con qualche goccia del mio sperma perché volevo che in qualche modo potesse avere qualcosa di me dentro di lei.
Passarono diversi anni e non beccai più i miei a fare del sesso. Ormai avevo cambiato stanza e al massimo sentivo qualche gemito notturno ogni tanto.
Ma, c’è sempre un ma, ho scordato di dirvi che mio padre era ed è ancora oggi un marittimo. Prima con turni alternati di 15 giorni, successivamente di 28. Cosa significa tutto ciò? Che in sua assenza dormivo con mamma.
Ovviamente non perdevo occasione di farmi trovare con il cazzo in tiro sperando in una sua reazione. Magari una sega, magari un pompino. Ero troppo ottimista anche se… cosa vi ho detto poco fa? C’è sempre un ma.
Una notte, in piena notte, la vidi (senza farmi notare) che tornava dal bagno. Ricordo distintamente che prima di rimettersi sotto le coperte si tolse le mutande e le lasciò per terra. La mia eccitazione salì alle stelle in un istante e naturalmente mi girai verso di lei, come se fosse un movimento notturno nel sonno.
Poco dopo aprii leggermente gli occhi e vidi che si stava mettendo due dita in bocca per poi spostarle sotto le lenzuola.
Era senza mutandine, di fianco a me, con le gambe totalmente spalancate pronta masturbarsi. Cominciò con la mano destra, prima lentamente. Su e giù, ogni tanto tornava a stringersi le tette. Un’altra leccata alle dita e questa volta continuò a masturbarsi più velocemente.
Finalmente le era ricomparso quel viso da maiala che la contraddistingueva. Mentre si distruggeva quella figa bagnata con la mano destra, si portò in bocca due dita della mano sinistra. Le inumidì e le porto giù.
Cominciò a masturbarsi con due mani. Sempre più forte, sempre più veloce. Sembrava quasi non potesse respirare per i continui gemiti. I capezzoli turgidi come due proiettili, stavano per bucare la maglia del pigiama.
Ad un certo punto esplose in un gemito così forte, era venuta così intensamente che sembrava ci fosse stato un terremoto.
Il giorno dopo mi devastai di seghe.
La sera stessa risuccesse, con una leggera differenza per così dire.
Invece di essere con la faccia al soffitto, era con la faccia verso di me. Più vicina a me.
Si masturbava con la mano destra mentre le dita della mano sinistra erano nella bocca come in un pompino.
Mi guardava e si masturbava.
Probabilmente il farmi vedere sempre in tiro l’aveva turbata. Probabilmente avrebbe osato anche qualcosa se fossi stato più grande, ero un sedicenne ai tempi.
L’ultimo episodio che mi riguarda avvenne molto tempo dopo ma… Molto intenso, molto sfacciato.
Lei era in bagno e io avevo bisogno di chiederle un’informazione. Bussai e le chiesi se potevo entrare e mi disse di sì.
Entrai e cominciai a parlare, ero davanti a lei, il mio pene ad altezza bocca.
Mentre stavo parlando però avevo notato che la sua mano sinistra era bella che piazzata in mezzo alle sue cosce… Io continuavo a parlare ma vedevo che la sua espressione sul viso stava cambiando, la conoscevo quella faccia. Cominciò a gemere facendo finta di nulla, rispondendomi anche alle domande che le facevo.
Mi sentivo in imbarazzo ma allo stesso eccitato da morire. Ad un certo punto con la mano destra mi afferrò il braccio e mi disse gemendo “sto venendo”, “non vuoi venir pure tu con mamma?”. Si fermò, non mi diede il tempo di accennare una risposta che sghignazzò e si rivestì.
Da allora mi sono masturbato spesso pensando a lei. Sono abbastanza certo che almeno una volta mi abbia pensato non da figlio ma da uomo che la scopava.
Non lo saprò mai, credo.
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