BondageAgency
di
Carlo Rope
genere
bondage
Cap. 3 _ Agenzia X_ La missione di oggi
La missione di oggi è molto interessante, devo prelevare una ragazza con cui fare qualche gioco di
bondage presso la sua abitazione.
Un lavoretto facile e divertente e per alcuni spunti originale.
Gli accordi sono di trovarci in strada, in una via predefinita, lei farà l'autostop, io mi fermerò per
darle un passaggio e poi simulerò di rapirla e la sottoporrò a qualche piacevole tortura.
Non servono scuse inutili con Michela, che è tornata al lavoro dopo otto mesi di maternità e la
bambina è dai nonni materni.
E' un giorno caldo e afoso, di quelli che se fossimo in una località del sud sentiremmo le cicale
strillare per tutta la giornata, l'appuntamento è alle sedici in una strada del centro che la cliente ha
chiesto di non rivelare. Le invio un messaggio sms con gli ultimi dettagli: “sarò su una spider
Mazda, con il tettuccio chiuso, quando imbocco la strada all'ora stabilita faccio uno squillo”.
Dopo una lunga doccia rinfrescante indosso i soliti vestiti da bravo ragazzo, un paio di jeans Lewis
501, una polo della Timberland a righe e scarpe ginniche di Nike, non sono ne maniaco ne fanatico
delle firme ed effettivamente se lo fossi indosserei tutt'altro genere di capi. Un occhiata veloce nel
portabagagli della Miata per assicurarmi di non dimenticare la sacca con le corde, i bavagli e il
nastro americano.
Un paio di manette le aggancio alla cintura in pieno stile poliziotto in borghese.
In circa un'ora raggiungo il centro città.
Durante il tragitto tento di preparare mentalmente una sequenza di possibili stili di bondage da
praticare con questa ragazza...
Ragazza o donna? Chissà che aspetto avrà, so che ha trentasei anni, ha detto di essere carina, fisico
atletico e capelli lisci scuri. Per il resto nessun altra informazione, la cliente ha chiesto solo
esperienze di bondage e niente sesso ne orgasmi forzati, affidandosi alla nostra esperienza senza
quindi descrivere uno scenario preciso.
A quest'ora il centro città è ancora poco affollato, la zona è abbastanza defilata ed è esterna all'area
eco-pass, in realtà non posso dire nemmeno di essere in centro, io ho sempre ricordato questa strada
come una statale che costeggia il parco, ci sono una pista ciclabile e uno spartitraffico con aiuole
piantumate, è la classica strada che di sera diventa la passerella per il sesso a pagamento squallido e
travestito.
E' una strada lunga almeno un paio di chilometri, appena la imbocco faccio partire la telefonata per
lo squillo-segnale di avviso, da questo momento giocheremo come se gli eventi stessero succedendo
per caso.
Dopo qualche centinaio di metri percorsi lentamente nel limite dei cinquanta chilometri orari, vedo
sulla destra una ragazza che guarda da questa parte, quando mi trovo a una distanza di circa cento
metri eccola che tira fuori il dito nel classico gesto di chi chiede un passaggio, le passo davanti
piano e accosto poco avanti abbassando il finestrino, lei mi raggiunge accelerando il passo e scruta
l'interno della mia auto dal finestrino abbassato.
“Serve un passaggio?” Dico io.
“Oh sì, grazie, la mia auto mi ha abbandonato” fa lei indicando una Yaris rossa parcheggiata poco
indietro.
“Sali pure” mi allungo nel gesto di aprirle la portiera.
“Grazie.”
“Dove sei diretta?”
“Dovrei andare a casa, ho una faccenda urgente da sbrigare, poi con calma penserò a come
recuperare l'auto.”
“A casa?... E dove abiti?”
“Oh non preoccuparti abito a tre isolati da qui, in un attimo si arriva.”
Fa una pausa e mi lancia un'occhiata da testa a piedi.
“Che c'è?” le domando senza curiosità.
“No, è che non vorrei averti creato un intralcio, magari tu eri diretto da un'altra parte.”
“Niente affatto, vagavo senza meta annoiato in cerca di emozioni nuove.”
Ecco un buono spunto per iniziare il lavoro, lei è agile e lo prende al volo.
“Ehi! Non sarai mica...”
“Cosa...”
“No, voglio dire...sai si sentono tante brutte storie.”
“Certo! E adesso non mi dire che non ve le cercate!”
Faccio una pausa e le faccio una radiografia con gli occhi mentre siamo fermi a un semaforo.
“Cosa vuoi dire?”
“Beh, ...te ne vai in giro vestita così e fai l'autostop invece di chiamare il soccorso stradale e poi
magari hai il coraggio di lamentarti se qualcuno...”
“Ah scusa devi svoltare a destra al prossimo incrocio!”
Eseguo l'ordine e non parlo più.
“Dicevi?” Incalza lei.
“Odio essere interrotto!” Con molto disappunto.
Continuo: “Stavo dicendo che te ne vai in giro attirando l'attenzione, ti fai dare passaggi da
sconosciuti e poi ti permetti di giudicare e di chiederti che tipo sia io, sarà una brava persona? E se
fosse uno stupratore? E se fosse un rapinatore, un maniaco... Che cazzo ne sai!”
“Non scaldarti così, stavo solo pensando”
“Si stava solo pensando!” Faccio io con una smorfia finale che distorce la parola pensando, al che
lei: “Prossima strada a destra, al 29 siamo arrivati!”
“Vedi, non hai il minimo rispetto, siamo qui a parlare e mi ordini dove andare, adesso ti faccio
vedere io cosa vuol dire prendere ordini!”
Mi sfilo le manette dalla cinta e gliele porgo, i suoi occhi si fanno più grandi, più luccicanti, la vista
dei bracciali di metallo la esalta, non si può non notare.
“Mettitele e stringi bene!”
“Mah...”
“Non costringermi a farti male.” Le dico afferrandola per la nuca “ Muoviti ammanettati!”
Lei esegue trovandosi così con le mani legate.
Nel frattempo fermo l'auto sotto al civico 29, una piccola villetta a schiera, che detto così fa tanto
figo, ma nella pratica non si tratta che di un condominio sdraiato.
“Così abiti qui... Com'è che ti chiami?”
“Federica” Dice a bassa voce, ormai calata nella parte di bondagetta.
“Brava Federica! Non avresti dovuto accettare un passaggio da uno sconosciuto, adesso non fare
mosse strane e segui le mie istruzioni.”
Scendo dalla macchina e vado ad aprire il suo sportello, le copro le mani ammanettate con un
foulard che ha nella borsetta.
“Adesso scendi e apri casa come niente fosse, se incontri qualcuno di che sono un tuo collega e non
perderti in troppe chiacchere!”.
“Non temere.”
Non incontriamo nessuno ne sul marciapiede e nemmeno sul vialetto alberato che porta all'ingresso
dell'abitazione, in pochi istanti siamo dentro, do subito un'occhiata in giro, una bella casa, arredata
con buon gusto, segno di benessere economico, la vista di un sofisticato impianto hi-fi mi fa sentire
già più a mio agio.
Forte della mia esperienza maturata in innumerevoli missioni per l'agenzia, noto subito alcuni
particolari fondamentali, uno è la mancanza di qualsiasi tipo di appiglio per poter eseguire una
sospensione e due, è la presenza di alcune foto, tra cui quella di un matrimonio che ritrae Federica
in abito bianco a fianco del marito.
Faccio sedere la ragazza e inizio il rituale dell'intervista:
“Come hai letto sul nostro sito, questa è una tappa obbligatoria...”
“Certo.”
“Dunque sei sposata” Dico indicando la foto vista prima.
“Sì, mio marito non sa nulla, ignora completamente la mia passione per il bondage.”
Eccone un'altra (!), penso.
Quasi metà delle donne che ho legato mi dice queste cose, “Mio marito non sospetta”, “Mio marito
non sa”, “Lui è troppo impegnato per pensare a queste cose”, e ogni tanto penso tra me e me e mi
chiedo perchè non ho trovato subito una donna così, magari in questo momento sarei stato con lei e
un mazzo di corde, invece di essere a casa di una perfetta sconosciuta.
“E lui dove si trova adesso?”
“Non preoccuparti, è all'estero per lavoro e non rientrerà fino a settimana prossima e credimi è
meglio così, perchè è molto geloso e se per caso ci vedesse a fare queste cose ci ammazzerebbe...”
“Cosa..!?”
“Sì, è un uomo irruento, ma come ti ho detto non rientra fino a martedì prossimo.”
Federica sorride con ironia e poi dice:
“Dunque, adesso devo dire che ti ho chiamato io e che in pratica mi sono comprata questa sessione
di Bondage, che è tutto ok e che ho scelto io e tu non sei un vero maniaco, ma stai solo vendendomi
uno straordinario prodotto e che dico queste cose a mente lucida, solo e soltanto secondo la mia
volontà e senza forzature da parte di nessuno.”
“ok, ok...Sei perfetta”.
Sembra che si sia studiata a memoria alcune regole pubblicate sul sito e la telecamera registra tutto
a testimonianza del suo consenso.
“A quando risale la tua passione? Hai già avuto modo di condividerla, sei già stata legata da
qualcuno o hai fatto self bondage?”
Lei sembra divertita dalle mie domande e risponde entusiasta.
“…Da quando sono piccola, il classico mito dell'eroina in pericolo, le scene di alcuni film con
donne legate e imbavagliate, penso sia così un po' per tutti stando a ciò che si legge in rete. Ma non
ho mai avuto la fortuna di provare a giocare con qualcuno, solo una volta da bambina un mio
coetaneo mi ha legata, ma era un gioco con tanti altri bambini, noi abitavamo vicino a un piccolo
boschetto di acacia e avevamo costruito una piccola casetta di legno, era il nostro rifugio, dove
trascorrevamo interi pomeriggi a giocare, e tra le varie regole questo ragazzo aveva proposto che
chi facesse qualcosa da non fare, come ad esempio smarrire qualcosa o semplicemente non
rispettare le regole della casa nel bosco, doveva essere punito, e la punizione erano dieci minuti di
penitenza legati a un albero con gli altri che ti facevano il solletico con dei rametti e dei cespugli
raccolti nei dintorni. Così un giorno deliberatamente decisi di voler provare e violai la regola delle
parolacce per essere punita…
Lui sembrava sempre attento, sempre all'erta per trovare una preda, così non feci fatica per farmi
sentire da lui e in pochi istanti mi trovai legata all'albero, il nostro palo delle torture, con le mani
bloccate sopra la testa, le caviglie legate e altre corde che mi assicuravano all'arbusto fatte girare
intorno alla vita, alle gambe e ai polsi, quella volta quel mio amichetto si inventò anche che per chi
violava la regola delle parolacce serviva anche il bavaglio, così mi appiccicò un pezzo di nastro
adesivo tappandomi la bocca. Una decina tra maschietti e femminucce erano pronti intorno a me per
torturarmi con il solletico e io ero talmente eccitata che non osavo nemmeno guardarli in viso.”
“Mamma mia! Che stupenda iniziazione!” Esclamo io.
“Sì, però per la prima volta mi bagnai ripetutamente, sentendo brividi ovunque, e i miei compagni
di giochi mi derisero dicendo che me l'ero fatta addosso, non so chi di loro a quell'età sapesse già
degli orgasmi...”
“E poi?”
“E poi nulla, quella rimase la mia unica esperienza vera, il resto è tutto self.”
“Bene Federica, a questo punto direi che hai parlato anche troppo, vediamo di zittire questa
boccuccia.”
Estraggo dalla sacca un bavaglio a pallina rosso, mi porto dietro di lei seduta e con molta attenzione
glielo metto in bocca chiudendo il cinturino dietro la nuca. Dalle sue labbra spalancate inizia a
colare un po' di saliva. Le lego le gambe nude alle caviglie e all'altezza delle ginocchia e le sfilo le
infradito lasciandola a piedi nudi.
Le tolgo le manette e la faccio alzare in piedi curando il suo equilibrio e le lego i polsi dietro la
schiena e le dico di saltellare fino in camera da letto accompagnandola e tenendola per un braccio la
faccio stendere a pancia sotto in modo che la pianta dei piedi sia esposta, le blocco gli alluci con
una fascetta da elettricista.
Lei ansima complice e divertita.
Le solletico le piante dei piedi così a lungo da farla venire, lei sussulta in preda all'orgasmo.
“Ora capisco perchè non hai richiesto orgasmi forzati!” Esclamo, “Ti basta poco per bagnarti e il
tuo racconto mi è stato di grande aiuto per scoprire il tuo punto debole.”
Federica sorride quel poco che la ballgag le consente di fare ed emette mugolii consenzienti.
A questo punto le prendo i piedi e la guido a piegare le gambe a novanta gradi stringendola in un
serrato hogtie, dopo di che mi siedo di fianco a lei e mi accendo una sigaretta che fumo molto ma
molto lentamente, lasciando così alla ragazza tutto il tempo di gustarsi la posa.
Finita la Marlboro afferro la ragazza e la faccio rotolare su un fianco iniziando di nuovo a farle il
solletico sul basso ventre, lei si scuote e si dimena, ma questa volta riesco a intuire il suo culmine e
mi fermo prima che dilaghi in un altro orgasmo.
La rimetto a pancia sotto e osservo i suoi piedini che si contraggono come se fosse in punta di piedi,
sono molto belli e curati e mi viene una voglia incontenibile di baciarli e succhiarli, li accarezzo
dolcemente ma mi contengo all'insegna della professionalità e con un cordino più piccolo faccio ciò
che le corde principali fanno con polsi e caviglie ai suoi alluci collegando il cordino direttamente al
laccio della ballgag, bloccando così queste dolci estremità in quella posizione perfetta da piedi in
punta da ballerina di danza classica.
Altra sigaretta.
Se i miei occhi fossero otturatori di una macchina fotografica, starei scattando foto a ripetizione.
Altro solletico sulle piante dei piedini.
Altro orgasmo dirompente.
Vorrei fare molte altre cose, Federica sembra essere una bondagetta perfetta, mantiene le posizioni,
ha gli atteggiamenti giusti e si diverte, però le sue richieste erano queste, solo bondage, niente sesso.
A volte è veramente difficile mantenere questo distacco professionale, ma se dovessi approfittare di
lei mancherei alle stesse regole dell'agenzia, e non rispettando i patti passerei dalla parte del torto.
Mi limito a contemplare la sua bellezza di ragazza legata, mentre lei assapora la dolce morsa delle
corde sul suo corpo.
Quando la slego e le tolgo il bavaglio mi sorride e mi ringrazia: “Era proprio ciò che cercavo,
bellissimo, grazie!” Il suo viso è in questo momento la perfetta espressione del sorriso nel suo stato
più elevato.
Poi mi guarda facendo cadere il suo sguardo sui miei pantaloni che non fanno nulla per nascondere
il mio eccitamento. “E tu?..”
“E io cosa?.. Beh se ti riferisci a questo…” indico il pacco con un dito, “Non sono spontaneo come
te, e il nostro contratto non prevede che io venga, perciò direi che è tutto ok.”
“Io sono stata bene, ...accettate le mance?”
Il suo sguardo si fa malizioso, “Ho capito che ti piacciono i miei piedini!”
Mi fissa come se all'improvviso si fosse trasformata in una Mistress, “Dai ti faccio questo regalo... e
direi anch'io che è tutto ok!”
Prima che io risponda è già seduta di fronte a me e inizia a muovere le gambe come se fosse una
ginnasta professionista, tenendo i piedi perfettamente uniti ed estesi in punta li porta all'altezza del
mio volto e delicatamente me li appoggia sul viso come se mi stesse calpestando, io mi inebrio del
suo profumo sento le sue dita e la delicata pelle delle sue piante che giocano sulla mia faccia, poi
con la stessa precisione, che oltre che delle ballerine è delle campionesse di nuoto sincronizzato, mi
appoggia i piedi sul sesso e li strofina delicatamente seguendo la linea della mia erezione.
Ci vuole poco e il brivido caldo invade i miei boxer per poi tracimare dai jeans e inumidire i piedi di
Federica che continuano a muoversi lenti e sinuosi appagando oltre al mio orgasmo anche la vista.
Non ci sono scuse, una bella donna con dei bei piedi per conto mio potrebbe anche far cadere un
governo e sono sicuro che in questo momento anche quel genio di Quentin Tarantino mi
invidierebbe.
+++
Tre ore dopo sono al ... per un aperitivo con Marco e Lorenzo.
La missione di oggi è molto interessante, devo prelevare una ragazza con cui fare qualche gioco di
bondage presso la sua abitazione.
Un lavoretto facile e divertente e per alcuni spunti originale.
Gli accordi sono di trovarci in strada, in una via predefinita, lei farà l'autostop, io mi fermerò per
darle un passaggio e poi simulerò di rapirla e la sottoporrò a qualche piacevole tortura.
Non servono scuse inutili con Michela, che è tornata al lavoro dopo otto mesi di maternità e la
bambina è dai nonni materni.
E' un giorno caldo e afoso, di quelli che se fossimo in una località del sud sentiremmo le cicale
strillare per tutta la giornata, l'appuntamento è alle sedici in una strada del centro che la cliente ha
chiesto di non rivelare. Le invio un messaggio sms con gli ultimi dettagli: “sarò su una spider
Mazda, con il tettuccio chiuso, quando imbocco la strada all'ora stabilita faccio uno squillo”.
Dopo una lunga doccia rinfrescante indosso i soliti vestiti da bravo ragazzo, un paio di jeans Lewis
501, una polo della Timberland a righe e scarpe ginniche di Nike, non sono ne maniaco ne fanatico
delle firme ed effettivamente se lo fossi indosserei tutt'altro genere di capi. Un occhiata veloce nel
portabagagli della Miata per assicurarmi di non dimenticare la sacca con le corde, i bavagli e il
nastro americano.
Un paio di manette le aggancio alla cintura in pieno stile poliziotto in borghese.
In circa un'ora raggiungo il centro città.
Durante il tragitto tento di preparare mentalmente una sequenza di possibili stili di bondage da
praticare con questa ragazza...
Ragazza o donna? Chissà che aspetto avrà, so che ha trentasei anni, ha detto di essere carina, fisico
atletico e capelli lisci scuri. Per il resto nessun altra informazione, la cliente ha chiesto solo
esperienze di bondage e niente sesso ne orgasmi forzati, affidandosi alla nostra esperienza senza
quindi descrivere uno scenario preciso.
A quest'ora il centro città è ancora poco affollato, la zona è abbastanza defilata ed è esterna all'area
eco-pass, in realtà non posso dire nemmeno di essere in centro, io ho sempre ricordato questa strada
come una statale che costeggia il parco, ci sono una pista ciclabile e uno spartitraffico con aiuole
piantumate, è la classica strada che di sera diventa la passerella per il sesso a pagamento squallido e
travestito.
E' una strada lunga almeno un paio di chilometri, appena la imbocco faccio partire la telefonata per
lo squillo-segnale di avviso, da questo momento giocheremo come se gli eventi stessero succedendo
per caso.
Dopo qualche centinaio di metri percorsi lentamente nel limite dei cinquanta chilometri orari, vedo
sulla destra una ragazza che guarda da questa parte, quando mi trovo a una distanza di circa cento
metri eccola che tira fuori il dito nel classico gesto di chi chiede un passaggio, le passo davanti
piano e accosto poco avanti abbassando il finestrino, lei mi raggiunge accelerando il passo e scruta
l'interno della mia auto dal finestrino abbassato.
“Serve un passaggio?” Dico io.
“Oh sì, grazie, la mia auto mi ha abbandonato” fa lei indicando una Yaris rossa parcheggiata poco
indietro.
“Sali pure” mi allungo nel gesto di aprirle la portiera.
“Grazie.”
“Dove sei diretta?”
“Dovrei andare a casa, ho una faccenda urgente da sbrigare, poi con calma penserò a come
recuperare l'auto.”
“A casa?... E dove abiti?”
“Oh non preoccuparti abito a tre isolati da qui, in un attimo si arriva.”
Fa una pausa e mi lancia un'occhiata da testa a piedi.
“Che c'è?” le domando senza curiosità.
“No, è che non vorrei averti creato un intralcio, magari tu eri diretto da un'altra parte.”
“Niente affatto, vagavo senza meta annoiato in cerca di emozioni nuove.”
Ecco un buono spunto per iniziare il lavoro, lei è agile e lo prende al volo.
“Ehi! Non sarai mica...”
“Cosa...”
“No, voglio dire...sai si sentono tante brutte storie.”
“Certo! E adesso non mi dire che non ve le cercate!”
Faccio una pausa e le faccio una radiografia con gli occhi mentre siamo fermi a un semaforo.
“Cosa vuoi dire?”
“Beh, ...te ne vai in giro vestita così e fai l'autostop invece di chiamare il soccorso stradale e poi
magari hai il coraggio di lamentarti se qualcuno...”
“Ah scusa devi svoltare a destra al prossimo incrocio!”
Eseguo l'ordine e non parlo più.
“Dicevi?” Incalza lei.
“Odio essere interrotto!” Con molto disappunto.
Continuo: “Stavo dicendo che te ne vai in giro attirando l'attenzione, ti fai dare passaggi da
sconosciuti e poi ti permetti di giudicare e di chiederti che tipo sia io, sarà una brava persona? E se
fosse uno stupratore? E se fosse un rapinatore, un maniaco... Che cazzo ne sai!”
“Non scaldarti così, stavo solo pensando”
“Si stava solo pensando!” Faccio io con una smorfia finale che distorce la parola pensando, al che
lei: “Prossima strada a destra, al 29 siamo arrivati!”
“Vedi, non hai il minimo rispetto, siamo qui a parlare e mi ordini dove andare, adesso ti faccio
vedere io cosa vuol dire prendere ordini!”
Mi sfilo le manette dalla cinta e gliele porgo, i suoi occhi si fanno più grandi, più luccicanti, la vista
dei bracciali di metallo la esalta, non si può non notare.
“Mettitele e stringi bene!”
“Mah...”
“Non costringermi a farti male.” Le dico afferrandola per la nuca “ Muoviti ammanettati!”
Lei esegue trovandosi così con le mani legate.
Nel frattempo fermo l'auto sotto al civico 29, una piccola villetta a schiera, che detto così fa tanto
figo, ma nella pratica non si tratta che di un condominio sdraiato.
“Così abiti qui... Com'è che ti chiami?”
“Federica” Dice a bassa voce, ormai calata nella parte di bondagetta.
“Brava Federica! Non avresti dovuto accettare un passaggio da uno sconosciuto, adesso non fare
mosse strane e segui le mie istruzioni.”
Scendo dalla macchina e vado ad aprire il suo sportello, le copro le mani ammanettate con un
foulard che ha nella borsetta.
“Adesso scendi e apri casa come niente fosse, se incontri qualcuno di che sono un tuo collega e non
perderti in troppe chiacchere!”.
“Non temere.”
Non incontriamo nessuno ne sul marciapiede e nemmeno sul vialetto alberato che porta all'ingresso
dell'abitazione, in pochi istanti siamo dentro, do subito un'occhiata in giro, una bella casa, arredata
con buon gusto, segno di benessere economico, la vista di un sofisticato impianto hi-fi mi fa sentire
già più a mio agio.
Forte della mia esperienza maturata in innumerevoli missioni per l'agenzia, noto subito alcuni
particolari fondamentali, uno è la mancanza di qualsiasi tipo di appiglio per poter eseguire una
sospensione e due, è la presenza di alcune foto, tra cui quella di un matrimonio che ritrae Federica
in abito bianco a fianco del marito.
Faccio sedere la ragazza e inizio il rituale dell'intervista:
“Come hai letto sul nostro sito, questa è una tappa obbligatoria...”
“Certo.”
“Dunque sei sposata” Dico indicando la foto vista prima.
“Sì, mio marito non sa nulla, ignora completamente la mia passione per il bondage.”
Eccone un'altra (!), penso.
Quasi metà delle donne che ho legato mi dice queste cose, “Mio marito non sospetta”, “Mio marito
non sa”, “Lui è troppo impegnato per pensare a queste cose”, e ogni tanto penso tra me e me e mi
chiedo perchè non ho trovato subito una donna così, magari in questo momento sarei stato con lei e
un mazzo di corde, invece di essere a casa di una perfetta sconosciuta.
“E lui dove si trova adesso?”
“Non preoccuparti, è all'estero per lavoro e non rientrerà fino a settimana prossima e credimi è
meglio così, perchè è molto geloso e se per caso ci vedesse a fare queste cose ci ammazzerebbe...”
“Cosa..!?”
“Sì, è un uomo irruento, ma come ti ho detto non rientra fino a martedì prossimo.”
Federica sorride con ironia e poi dice:
“Dunque, adesso devo dire che ti ho chiamato io e che in pratica mi sono comprata questa sessione
di Bondage, che è tutto ok e che ho scelto io e tu non sei un vero maniaco, ma stai solo vendendomi
uno straordinario prodotto e che dico queste cose a mente lucida, solo e soltanto secondo la mia
volontà e senza forzature da parte di nessuno.”
“ok, ok...Sei perfetta”.
Sembra che si sia studiata a memoria alcune regole pubblicate sul sito e la telecamera registra tutto
a testimonianza del suo consenso.
“A quando risale la tua passione? Hai già avuto modo di condividerla, sei già stata legata da
qualcuno o hai fatto self bondage?”
Lei sembra divertita dalle mie domande e risponde entusiasta.
“…Da quando sono piccola, il classico mito dell'eroina in pericolo, le scene di alcuni film con
donne legate e imbavagliate, penso sia così un po' per tutti stando a ciò che si legge in rete. Ma non
ho mai avuto la fortuna di provare a giocare con qualcuno, solo una volta da bambina un mio
coetaneo mi ha legata, ma era un gioco con tanti altri bambini, noi abitavamo vicino a un piccolo
boschetto di acacia e avevamo costruito una piccola casetta di legno, era il nostro rifugio, dove
trascorrevamo interi pomeriggi a giocare, e tra le varie regole questo ragazzo aveva proposto che
chi facesse qualcosa da non fare, come ad esempio smarrire qualcosa o semplicemente non
rispettare le regole della casa nel bosco, doveva essere punito, e la punizione erano dieci minuti di
penitenza legati a un albero con gli altri che ti facevano il solletico con dei rametti e dei cespugli
raccolti nei dintorni. Così un giorno deliberatamente decisi di voler provare e violai la regola delle
parolacce per essere punita…
Lui sembrava sempre attento, sempre all'erta per trovare una preda, così non feci fatica per farmi
sentire da lui e in pochi istanti mi trovai legata all'albero, il nostro palo delle torture, con le mani
bloccate sopra la testa, le caviglie legate e altre corde che mi assicuravano all'arbusto fatte girare
intorno alla vita, alle gambe e ai polsi, quella volta quel mio amichetto si inventò anche che per chi
violava la regola delle parolacce serviva anche il bavaglio, così mi appiccicò un pezzo di nastro
adesivo tappandomi la bocca. Una decina tra maschietti e femminucce erano pronti intorno a me per
torturarmi con il solletico e io ero talmente eccitata che non osavo nemmeno guardarli in viso.”
“Mamma mia! Che stupenda iniziazione!” Esclamo io.
“Sì, però per la prima volta mi bagnai ripetutamente, sentendo brividi ovunque, e i miei compagni
di giochi mi derisero dicendo che me l'ero fatta addosso, non so chi di loro a quell'età sapesse già
degli orgasmi...”
“E poi?”
“E poi nulla, quella rimase la mia unica esperienza vera, il resto è tutto self.”
“Bene Federica, a questo punto direi che hai parlato anche troppo, vediamo di zittire questa
boccuccia.”
Estraggo dalla sacca un bavaglio a pallina rosso, mi porto dietro di lei seduta e con molta attenzione
glielo metto in bocca chiudendo il cinturino dietro la nuca. Dalle sue labbra spalancate inizia a
colare un po' di saliva. Le lego le gambe nude alle caviglie e all'altezza delle ginocchia e le sfilo le
infradito lasciandola a piedi nudi.
Le tolgo le manette e la faccio alzare in piedi curando il suo equilibrio e le lego i polsi dietro la
schiena e le dico di saltellare fino in camera da letto accompagnandola e tenendola per un braccio la
faccio stendere a pancia sotto in modo che la pianta dei piedi sia esposta, le blocco gli alluci con
una fascetta da elettricista.
Lei ansima complice e divertita.
Le solletico le piante dei piedi così a lungo da farla venire, lei sussulta in preda all'orgasmo.
“Ora capisco perchè non hai richiesto orgasmi forzati!” Esclamo, “Ti basta poco per bagnarti e il
tuo racconto mi è stato di grande aiuto per scoprire il tuo punto debole.”
Federica sorride quel poco che la ballgag le consente di fare ed emette mugolii consenzienti.
A questo punto le prendo i piedi e la guido a piegare le gambe a novanta gradi stringendola in un
serrato hogtie, dopo di che mi siedo di fianco a lei e mi accendo una sigaretta che fumo molto ma
molto lentamente, lasciando così alla ragazza tutto il tempo di gustarsi la posa.
Finita la Marlboro afferro la ragazza e la faccio rotolare su un fianco iniziando di nuovo a farle il
solletico sul basso ventre, lei si scuote e si dimena, ma questa volta riesco a intuire il suo culmine e
mi fermo prima che dilaghi in un altro orgasmo.
La rimetto a pancia sotto e osservo i suoi piedini che si contraggono come se fosse in punta di piedi,
sono molto belli e curati e mi viene una voglia incontenibile di baciarli e succhiarli, li accarezzo
dolcemente ma mi contengo all'insegna della professionalità e con un cordino più piccolo faccio ciò
che le corde principali fanno con polsi e caviglie ai suoi alluci collegando il cordino direttamente al
laccio della ballgag, bloccando così queste dolci estremità in quella posizione perfetta da piedi in
punta da ballerina di danza classica.
Altra sigaretta.
Se i miei occhi fossero otturatori di una macchina fotografica, starei scattando foto a ripetizione.
Altro solletico sulle piante dei piedini.
Altro orgasmo dirompente.
Vorrei fare molte altre cose, Federica sembra essere una bondagetta perfetta, mantiene le posizioni,
ha gli atteggiamenti giusti e si diverte, però le sue richieste erano queste, solo bondage, niente sesso.
A volte è veramente difficile mantenere questo distacco professionale, ma se dovessi approfittare di
lei mancherei alle stesse regole dell'agenzia, e non rispettando i patti passerei dalla parte del torto.
Mi limito a contemplare la sua bellezza di ragazza legata, mentre lei assapora la dolce morsa delle
corde sul suo corpo.
Quando la slego e le tolgo il bavaglio mi sorride e mi ringrazia: “Era proprio ciò che cercavo,
bellissimo, grazie!” Il suo viso è in questo momento la perfetta espressione del sorriso nel suo stato
più elevato.
Poi mi guarda facendo cadere il suo sguardo sui miei pantaloni che non fanno nulla per nascondere
il mio eccitamento. “E tu?..”
“E io cosa?.. Beh se ti riferisci a questo…” indico il pacco con un dito, “Non sono spontaneo come
te, e il nostro contratto non prevede che io venga, perciò direi che è tutto ok.”
“Io sono stata bene, ...accettate le mance?”
Il suo sguardo si fa malizioso, “Ho capito che ti piacciono i miei piedini!”
Mi fissa come se all'improvviso si fosse trasformata in una Mistress, “Dai ti faccio questo regalo... e
direi anch'io che è tutto ok!”
Prima che io risponda è già seduta di fronte a me e inizia a muovere le gambe come se fosse una
ginnasta professionista, tenendo i piedi perfettamente uniti ed estesi in punta li porta all'altezza del
mio volto e delicatamente me li appoggia sul viso come se mi stesse calpestando, io mi inebrio del
suo profumo sento le sue dita e la delicata pelle delle sue piante che giocano sulla mia faccia, poi
con la stessa precisione, che oltre che delle ballerine è delle campionesse di nuoto sincronizzato, mi
appoggia i piedi sul sesso e li strofina delicatamente seguendo la linea della mia erezione.
Ci vuole poco e il brivido caldo invade i miei boxer per poi tracimare dai jeans e inumidire i piedi di
Federica che continuano a muoversi lenti e sinuosi appagando oltre al mio orgasmo anche la vista.
Non ci sono scuse, una bella donna con dei bei piedi per conto mio potrebbe anche far cadere un
governo e sono sicuro che in questo momento anche quel genio di Quentin Tarantino mi
invidierebbe.
+++
Tre ore dopo sono al ... per un aperitivo con Marco e Lorenzo.
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